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Cronache

‘Devi stare a casa a pulire’, marito condannato

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Segregata in casa, chiusa a chiave e impossibilitata ad uscire. Quando il marito era fuori, la giovane di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino, incinta, sarebbe stata sorvegliata dalle cognate. “Non sai fare la donna di casa. Tu sei donna e devi solo stare a casa a pulire e cucinare” diceva il marito venticinquenne alla moglie di 19 anni. I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, lo hanno condannato a tre anni e sei mesi di reclusione. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di maltrattamenti e sequestro di persona. Difeso dall’avvocato Santo Lucia, l’imputato dovrà risarcire con 15mila euro la ragazza che si è costituita parte civile nel processo, con l’assistenza dell’avvocato Gianluca Sprio.

I fatti sono avvenuti tra febbraio e settembre del 2021, periodo in cui la giovane era in gravidanza. La ragazza sarebbe stata picchiata e offesa ripetutamente: “I tuoi genitori sono zingari, tu sei diventata ‘signora’ solo grazie a me”. Accuse e mortificazioni che il marito giustificava per la scarsa efficienza della moglie nei lavori domestici. Stando a quanto è emerso durante il processo, nel febbraio 2021, dopo avere fatto il test di gravidanza e scoperto di aspettare un bambino, la ragazza sarebbe stata picchiata per costringerla a non raccontare a nessuno che era incinta. E poi, ancor terrorizzata dall’uomo, anche attraverso messaggi whatsapp, che la minacciava di sottrarle la bambina qualora non avesse obbedito ai suoi ordini. La 19enne, a un certo punto, ha trovato il coraggio di denunciare vessazioni, offese, minacce, maltrattamenti e ha raccontato di essere stata segregata in casa

. Sempre a Palma di Montechiaro (per lo scrittore e giornalista Giuseppe Fava il destino di nascere da quelle parti si poteva spezzare “soltanto cercando altrove il modo la maniera di sopravvivere”), martedì scorso un quarantottenne ha aggredito e lanciato acido contro la moglie, rimasta ustionata alla guancia destra e alla spalla. La donna lo aveva denunciato e, da metà novembre, era ospite, assieme alla figlia nata da una precedente relazione, in una casa protetta. Martedì la cinquantenne ha commesso la leggerezza, senza dire niente né alla polizia né agli operatori della struttura, di recarsi nella casa coniugale per prendere dei vestiti, avvisando il marito in anticipo, con il quale ha avuto un nuovo, ennesimo litigio con conseguenze drammatiche.

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Cronache

Il Papa in Campidoglio, Roma sia a servizio degli ultimi

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E’ il vescovo che va in visita alla sua amministrazione comunale, per la seconda volta (la prima nel 2019), ma è anche il Papa che guarda al Giubileo del 2025 con un occhio agli ultimi e alle periferie. Per questo “aprirò una porta santa in carcere” ricorda Papa Francesco parlando nella storica Aula Giulio Cesare in Campidoglio. Il Papa si è recato nel cuore della sua città per parlare dell’Anno Santo ma anche per ribadire che Roma deve conservare la sua vocazione ad essere città aperta e accogliente, “al servizio della carità, al servizio dell’accoglienza e dell’ospitalità. Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito”.

“L’autorità è pienamente tale quando si pone al servizio di tutti, quando usa il suo legittimo potere per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e, in modo particolare, dei più deboli, degli ultimi”, ha aggiunto il Papa auspicando che Roma possa continuare a “manifestare il suo vero volto, un volto accogliente, ospitale, generoso, nobile”. Bergoglio ribadisce la sua attenzione alle periferie: “A me piace andare a visitare le parrocchie di periferia, perché sentano che il vescovo gli è vicino. E’ molto facile essere vicino al centro, io sono al centro, ma andare a visitare le periferie è la presenza del vescovo lì”.

Poi quel messaggio che va oltre le mura della città. Ricordando quando Roma scelse di abolire la schiavitù il Papa ha sottolineato: “anche raffinate civiltà possono presentare elementi culturali così radicati nella mentalità delle persone e dell’intera società da non essere più avvertiti come contrari alla dignità dell’essere umano. Fatto che si verifica anche ai nostri giorni, quando, quasi inconsapevolmente, si rischia a volte di essere selettivi e parziali nella difesa della dignità umana, emarginando o scartando alcune categorie di persone, che finiscono per ritrovarsi senza adeguata protezione”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha accolto con grande calore Papa Francesco.

La prima cosa che fanno insieme è affacciarsi sulla splendida vista del Foro imperiale. “Roma è unica”, dirà poi Francesco nel suo discorso. Gualtieri dal canto suo si prepara ad aprire le porte ad oltre trenta milioni di pellegrini: “Il Giubileo, ne sono certo, farà Roma migliore”, ha detto il sindaco. “La dimensione universale di Roma – ha aggiunto – rappresenta una straordinaria ricchezza per la città, poiché ci stimola a un confronto globale sulle migliori soluzioni per garantire un futuro prospero e sereno alle nuove generazioni”. Intanto, in occasione della visita, la città di Roma ha ‘donato’ al Papa due iniziative sociali: “Una nuova dimora destinata alle anziane e agli anziani, in un immobile confiscato alla criminalità nel quartiere Ostiense”, ha spiegato il sindaco. A questa si aggiunge “un progetto di formazione e avviamento al lavoro destinato alle persone private di libertà della Casa Circondariale di Rebibbia”.

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Cronache

Padre e figlio feriti a colpi di forbice a Napoli, preso 46enne

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E’ accusato di avere tentato di uccidere due persone, padre e figlio, verosimilmente con un paio di forbici, il 46enne denunciato per tentato omicidio dai carabinieri che lo hanno rintracciato nella sua abitazione nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli. Le vittime sarebbero state colpite con un’arma da taglio al culmine di una lite scoppiata con un conoscente: i due, un 43enne e un 22enne, padre e figlio, sono stati medicati nell’ospedale del Mare di Napoli. Il primo è stato colpito allo zigomo destro, al torace e al braccio destro (5 giorni di prognosi) mentre il secondo al collo e al torace (15 giorni di prognosi). I carabinieri stanno ora cercando di delineare con esattezza la dinamica e il movente del fatto.

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Cronache

Ragazzo di 20 anni accoltellato a Nola, è in pericolo di vita

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E’ in pericolo di vita il ventenne che poco prima dell’una di oggi è stato colpito al torace verosimilmente con un coltello: sull’aggressione, avvenuta a Nola, in provincia di Napoli, stanno indagando i carabinieri. I militari della locale stazione e del Nucleo Operativo Radiomobile di Nola sono intervenuti in via Padre Francesco Palliola dopo la segnalazione della presenza di un ferito. Il giovane è stato portato prima all’ospedale di Nola e poi all’Ospedale del mare, nel quartiere Ponticelli di Napoli dove si trova in prognosi riservata e in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire la dinamica e identificare chi ha inferto il colpo.

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