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Da droni a Ia, la tecnologia aiuta la natura a rischio

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Dai droni alla digitalizzazione, alla stampa in 3D la tecnologia è sempre di più un alleato per la natura a rischio. E “Connettere persone e pianeta: esplorare l’innovazione digitale nella conservazione della fauna selvatica” è proprio il tema della World Wildlife Day, la giornata mondiale della natura selvatica celebrato ogni anno il 3 marzo, per ricordare la rilevanza della fauna selvatica e degli ecosistemi naturali per l’equilibrio del nostro pianeta. Il segretario generale della Cites (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatica Minacciate di Estinzione), Ivonne Higuero, ha spiegato che “garantire l’inclusione digitale per tutti, compresi i più vulnerabili, implica colmare le lacune finanziarie per costruire un accesso equo agli strumenti e alle tecnologie di conservazione, rafforzare lo sviluppo delle capacità digitali e considerare gli impatti su tutte le comunità e gli ecosistemi”. In occasione della Giornata Legambiente ha fatto il punto su alcuni dei progetti Hig tech in campo nel nostro Paese a tutela della biodiversità e della salvaguardia della natura. Come ad esempio l’app di citizen science Marine Ranger con cui dal 2021 ad oggi oltre 3mila users hanno segnalato 723 delfini avvistati nel Mediterraneo.

Altro esempio pilota, l’App Life Sea.Net (dell’omonimo progetto di cui Legambiente è capofila), che offre info dettagliate su otto specie oggi sottoposte a minacce di diverso tipo: la cicala grande (o magnosa), il corallo rosso, il dattero di mare, la patella ferruginea, la posidonia oceanica, il riccio diadema, la tartaruga marina Caretta caretta, il tursiope, tutti sottoposti a minacce di diverso tipo. Sempre in Italia, la creazione della prima criobanca del seme in Europa, nata nel 2021 per preservare la biodiversità della trota mediterranea autoctona nei fiumi molisani. Ed ancora i droni utilizzati sia come “sentinelle” per controllare i tratti di costa della Penisola dove nidifica sempre di più la tartaruga marina Caretta caretta (454 i nidi ufficialmente censiti in 10 regioni italiane nel 2023 anno dei record), sia per analizzare le specifiche minacce riguardanti i siti di nidificazioni. Altra esperienza è quella avviata con la stampa 3D per proteggere e ripristinare le barriere coralline, realizzando barriere coralline artificiali da posizionare in mare per favorire la proliferazione di spugne, alghe, molluschi e altri organismi, come sta accadendo in Sardegna.

Fondamentale poi l’uso della tecnologia contro il bracconaggio, roghi e smog: i sensori IoT (Internet of Things)sono potenti alleati nel monitorare gli spostamenti dei bracconieri, per rilevare gli incendi. Il comune siciliano di Carini si sta avvalendo di questa tecnologia nel contrasto agli incendi. Infine i sensori IoT sono impiegati anche nei monitoraggi Inwit e Legambiente sulla qualità dell’aria e dei relativi impatti sulla biodiversità. La Giornata del 3marzo si celebra per sensibilizzare sul ruolo fondamentale che la biodiversità svolge nel mantenere in salute l’ambiente in cui viviamo, per promuovere la consapevolezza sull’urgenza di conservare e utilizzare in modo sostenibile le risorse naturali, enfatizzando l’importanza di adottare misure per proteggere la ricca varietà di vita sulla Terra”, ricorda l’Onu. “Occorre quindi un impegno collettivo per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni”. Tra le altre iniziative Wwf e Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) hanno lanciato l’allarme per tradizioni e superstizioni che mettono a rischio molte specie animali, utilizzate come portafortuna, antimalocchio, per poteri magici, farmacologici, afrodisiaci. Molte sono le credenze popolari su presunti benefici portati da prodotti animali o parti di essi e diffuse in tutto il mondo, Italia compresa.

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L’Ema blocca un medicinale contro l’Alzheimer

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L’Agenzia europea per i medicinali ha respinto la raccomandazione per il farmaco Lecanemab contro l’Alzheimer. L’Ema ha annunciato che il rischio di gravi effetti collaterali è superiore all’effetto positivo atteso.

“Il Comitato per i medicinali per uso umano” dell’Ema “ha raccomandato di non concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi”, ha sottolineato l’autorità, facendo riferimento in particolare all’insorgere di rischi di emorragia cerebrale nelle persone trattate con il farmaco. Il Lecanemab – nome commerciale Leqembi – è disponibile negli Stati Uniti dall’inizio del 2023 per il trattamento dell’Alzheimer in stadio iniziale. Sebbene la terapia non migliori i sintomi, può rallentarne leggermente la progressione della malattia. Il farmaco, secondo gli esperti, sarebbe quindi adatto solo per un gruppo molto limitato di malati di Alzheimer, meno del 10%. A fronte dei possibili edemi ed emorragie cerebrali, la terapia deve essere monitorata regolarmente con esami di risonanza magnetica. Ora la società farmaceutica Eisai, che ha presentato la domanda, potrà richiedere un riesame entro 15 giorni.

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Preoccupa il virus Oropouche, primi 2 morti in Brasile

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Sale la preoccupazione per il virus Oropouche, diffuso soprattutto nell’America centro-meridionale e nei Caraibi ma che ha fatto registrare ad oggi 4 casi anche in Italia: l’infezione ha causato due primi decessi in Brasile, nello stato di Bahia, e si tratta dei primi registrati a livello mondiale. La conferma è giunta dal Ministero della Salute brasiliano. La febbre di Oropouche è un’infezione virale tropicale trasmessa da moscerini e zanzare e prende il nome dalla regione in cui è stata scoperta e isolata per la prima volta nel 1955, presso il laboratorio regionale di Trinidad, vicino al fiume Oropouche, a Trinidad e Tobago. Il primo decesso è stato confermato il 17 giugno. Il paziente aveva 24 anni, viveva a Valença ed è morto a marzo. Lunedì scorso è stato invece registrato il secondo decesso, di una donna, ed il ministero della Salute sta ancora indagando su un’altra morte sospetta nello stato di Santa Catarina.

L’Organizzazione panamericana della sanità (Paho) ha inoltre emesso un allarme epidemiologico per informare i Paesi membri sull’identificazione di possibili casi, attualmente in fase di indagine in Brasile, di trasmissione del virus Orov dalla madre al bambino durante la gravidanza. In Italia, ad oggi, sono stati diagnosticati 4 casi tutti di importazione, ovvero di soggetti rientranti dal Brasile e da Cuba. La malattia da virus Oropouche, spiega l’Istituto superiore di sanità, è una arbovirosi causata dal virus Oropouche (Orov), un virus a Rna che può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di Culicoides paraensis, un piccolo dittero ematofago di 1-3 mm, simile ad un moscerino, che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus.

Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa. Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus. Nel 2024 (al 23 luglio), sono stati registrati oltre 7700 casi nel mondo in cinque paesi: Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. I primi casi registrati anche in Italia sono senza conseguenze gravi. Il rischio di infezione, chiarisce l’Iss, è presente se si viaggia nei paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie ad evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (alba e crepuscolo).

I sintomi principali dell’infezione sono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito. Se si è di ritorno da un viaggio nei paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi il consiglio è di rivolgersi al proprio medico. Grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, L’Iss è in prima linea per monitorare il rischio da virus Oropouche in Italia per gli aspetti virologici ed epidemiologici.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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