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Covid: rallenta la corsa dei contagi e dei ricoveri

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Dopo settimane di curve in salita, il virus SarsCoV2 sembrerebbe aver iniziato a rallentare la propria corsa con un primo, importante effetto: sta diminuendo la velocita’ di crescita sia dei nuovi contagi sia dei ricoveri nei reparti ordinari. Una buona notizia, anche se le vittime del Covid continueranno invece a crescere almeno per i prossimi giorni, dal momento che proprio i decessi rappresentano l’indice che per ultimo risulta in calo rispetto agli altri parametri. L’epidemia di Covid-19 in Italia, spiega Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), “vede rallentare la crescita dei ricoveri nei reparti ordinari, mentre la curva continua a salire in modo accelerato nelle terapie intensive e inizia la crescita dei decessi”. L’analisi delle differenze settimanali della sequenza dei posti occupati nei reparti ordinari, sottolinea, “mostra che da quattro giorni circa siamo in una fase di crescita frenata. La crescita – prosegue – non e’ invece frenata per i reparti di terapia intensiva, che pero’ hanno iniziato ad aumentare cinque giorni dopo rispetto ai reparti ordinari. In crescita accelerata anche la sequenza dei decessi, che come sempre segue con ritardo l’andamento dei ricoveri”. Evidenzia segnali in controtendenza anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi, gia’ presidente della Societa’ italiana di epidemiologia. “Temevamo che il virus approfittasse dell’abbassamento delle misure di contenimento dei contagi ed invece sembra che l’incidenza continui a crescere ma la velocita’ della crescita sta diminuendo”, afferma. L’incidenza negli ultimi giorni, rileva l’esperto, “e’ quasi di 450 contagi ogni 100.000 abitanti ma l’RDt, l’indice di replicazione diagnostica, e’ sceso da 1,58 a 1,32; il che significa che se pochi giorni fa i contagi crescevano della meta’ ogni settimana, oggi crescono solo di un terzo, sempre a settimana”. Secondo le rilevazioni di Cislaghi, “tranne che in Sardegna ed in Valle d’Aosta, la crescita sta ovunque decelerando: e’ bene pero’ ricordare che i contagi smetteranno di crescere quando l’RDt sara’ pari a 1 e decresceranno con l’RDt minore di 1”. Se la decelerazione, spiega, “e’ un’ottima notizia che fa ridimensionare le fosche previsioni dei giorni passati, bisogna tuttavia considerare che i decessi, per il momento, continueranno invece a crescere: mantenendosi comunque la letalita’ a circa il 2 per mille o poco piu’, infatti, saliranno nei prossimi giorni almeno sino al centinaio”. Una lettura diversa dei dati arriva invece dal virologo Fabrizio Pregliasco, secondo il quale “ancora non si prospetta un quadro ottimistico e vari modelli matematici indicano, al contrario, una prospettiva di crescita dei contagi ancora per una cinquantina di giorni. Sara’ un’onda di risalita che speriamo di riuscire a governare”. Intanto, nelle 24 ore sono 15.089 i nuovi contagiati (ieri erano stati 34.444), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 51 (ieri 41) ed il tasso di positivita’ e’ del 18,1% (ieri era al 20,2). Quanto alla situazione dei ricoveri, sono 216 i pazienti in terapia intensiva (ieri erano 211), ovvero 5 in piu’, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.987 (ieri 5.699), cioe’ 288 in piu’. Un quadro epidemiologico in evoluzione, dunque, mentre resta forte l’invito di infettivologi e ministero a completare il ciclo vaccinale e fare il secondo booster (quarta dose), soprattutto nel caso di soggetti piu’ a rischio come anziani e fragili. Ma proprio su questo fronte, la vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, chiede piu’ chiarezza ponendo una richiesta al ministero della Salute per capire se si possano vaccinare con la quinta dose i soggetti fragili nelle Rsa. Quindi, ha affermato Moratti, “domani mi aspetto dal ministero di avere una risposta, perche’ per noi ovviamente vaccinare i piu’ fragili significa metterli al riparo da una malattia che per loro puo’ essere piu’ grave”.

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Covid: continua l’ondata estiva, + 53% casi in 7 giorni

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L’ondata estiva di Covid-19 non accenna a rallentare. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, la scorsa settimana i contagi sono aumentati del 53,3% rispetto a sette giorni prima, passando da circa 9mila a 13.672. Questo numero, tuttavia, potrebbe sottostimare l’intensità della circolazione del virus, la cui entità è difficilmente misurabile in assenza di un sistema capillare di sorveglianza sul territorio. Secondo la rilevazione, al 24 luglio risultano in leggero aumento i ricoveri in area medica, al 2,4% (1.517 ricoverati) e stabili quelli nelle terapie intensive, allo 0,4% (38 ricoverati). È stabile, ma sopra la soglia epidemica di 1, l’indice di trasmissibilità Rt: al 15 luglio è pari a 1,24, rispetto al valore di 1,20 della settimana precedente.

“L’aumento dei casi di Covid-19 all’inizio dell’estate è qualcosa che abbiamo visto anche nelle stagioni passate. È un segno che che il virus non si è ancora stagionalizzato del tutto”, dice Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e già a capo della Prevenzione del ministero della Salute.

“Negli anni scorsi, dopo una piccola ondata estiva, il numero di casi è andato diminuendo per risalire poi in maniera più importante in autunno. Il trend potrebbe ripetersi anche quest’anno, ma a oggi non abbiamo certezza”, aggiunge. Come avviene ormai da tempo, i dati rilevano più contagi negli anziani: i ricoveri sono pari a 47 per milione di abitanti nell’età compresa fra 80 e 89 anni e a 86 su un milione per gli ultranovantenni; nelle terapie intensive sono pari a 1 su un milione per entrambe le fasce d’età e la mortalità risulta di 4 su un milione per l’età compresa fra 80 e 89 anni e di 12 su un milione oltre i 90 anni. “Questo dato potrebbe essere un bias, una distorsione”, avverte Rezza.

“È probabile che nei giovani la gran parte dei casi di malattia passi inosservata, mentre si tende ad avere più attenzione negli anziani. Questa popolazione è inoltre quella che più frequentemente viene ricoverata e su cui poi vengono eseguiti i tamponi”, ricorda. Quanto ai tamponi, il numero di quelli effettuati direttamente in farmacia è ormai esiguo, specie da quando non esiste l’obbligo di certificazione per il rientro al lavoro, mentre non ci sono dati sui test fai-da-te acquistati e fatti autonomamente dai cittadini, ricorda Federfarma.

Anche un piccolo sondaggio effettuato su alcune grandi farmacie romane non rileva particolari aumenti delle richieste da parte dei cittadini. Tuttavia, i kit Covid sono ormai facilmente accessibili attraverso innumerevoli canali di vendita. È quindi difficile avere informazioni esaustive su come si stia muovendo il virus. Quel che sembra assodato è che si siano ormai affermate le varianti appartenenti alla famiglia Kp: secondo il monitoraggio Iss-ministero, le varianti Kp2, Kp3, Kp3.1.1 sono in aumento rispetto alla settimana precedente e, insieme, sono responsabili di circa il 70% dei contagi. Discendono tutte dalla variante JN.1 contro cui è diretto il vaccino aggiornato. Non ci sono quindi timori sulla sua efficacia per la prossima stagione.

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Covid, crescono positivi in Italia ma non gli ospedalizzati

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Nella settimana che va dall’11 al 17 luglio sono 8.942 i nuovi casi positivi al Covid in Italia con una variazione di +62,5% rispetto alla settimana precedente. Questo quanto emerge dal Monitoraggio settimanale dell’Iss e del Ministero della Salute. Stabili le occupazioni nei reparti ordinari degli ospedali – 1,9% (1.183 ricoverati) rispetto all’1,6% (1.006 ricoverati) della settimana scorsa -, e nelle terapie intensive: 0,5% (43 ricoverati) in linea rispetto allo 0,5% (43 ricoverati) della scorsa settimana. I morti sono 40: con una variazione di +21,2% rispetto alla settimana precedente, quando le vittime sono state 33. Effettuati 79.967 con una variazione di +4,5% rispetto alla settimana precedente (76.532). Il tasso di positivita’ si attesta all’11,2% con una variazione di +4,0% rispetto alla settimana precedente (7,2%).

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Strage Bologna: confermato l’ergastolo anche per Bellini

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Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, gli ex Nar condannati all’ergastolo in via definitiva tra la fine degli anni ’90 e il 2007. Poi Gilberto Cavallini, il ‘quarto uomo del gruppo’ per il quale manca solo la Cassazione. Ora Paolo Bellini, l’ex Primula nera di Avanguardia Nazionale, il ladro di opere d’arte e killer di ‘Ndrangheta legato ad Antonino Gioè e indagato per le stragi del ’93 e l’attentato di Capaci. Con la conferma dell’ergastolo stabilito dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna all’ex terrorista reggiano, i nuovi processi sulla strage del 2 agosto 1980 hanno ridisegnato il contesto e fatto nuova luce sui responsabili di quell’attentato.

Che non furono solo i Nar, ma tutti i movimenti della destra estremista dell’epoca, cementati da fiumi di denaro sottratti dalla P2 di Licio Gelli al banco Ambosiano di Calvi, con la copertura dei servizi deviati. L’impostazione di cui fin dall’inizio è stata certa la Procura generale, che nel 2017 avocò le indagini sui cosiddetti ‘mandanti’. I mandanti, finanziatori e organizzatori, oltre al ‘Venerabile’, anche il potente capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, Federico Umberto D’Amato, l’imprenditore Umberto Ortolani e il giornalista Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti anche loro responsabili di quella strage, che fece 85 morti e oltre 200 feriti, l’apice della cosiddetta strategia della tensione.

Per la Corte, quindi, Bellini – che si definì lui stesso un “assassino” ma per quanto riguarda le accuse sulla strage arrivò a paragonarsi a “Sacco e Vanzetti” – contribuì anche lui a compiere la strage, e a nulla è servito infine il suo ultimo tentativo di difendersi, ancora una volta rilasciando dichiarazioni spontanee, per quasi tre ore, prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio. Ora sarà interessante leggere le motivazioni, per sapere quanto la visione dei giudici d’Appello sia vicina a quella dei giudici di primo grado, che spiegarono la scelta dell’ergastolo di Bellini partendo dalla “prova granitica” della presenza in stazione dell’ex Avanguardia nazionale, grazie al video amatoriale (il filmato Poltzer) che ritrae un uomo con le sue fattezze e che per l’ex moglie di Bellini, che cambiando la sua versione ha demolito l’alibi dell’allora consorte, è senz’altro “Paolo”.

Maurizia Bonini, cambiando la sua versione dopo quarant’anni e affermando che la mattina del 2 agosto Bellini arrivò a Rimini non alle 9, ma molto più tardi, verso l’ora di pranzo, è stata l’ “arma” più convincente contro l’ex consorte. Oltre alla conferma della condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, la Corte di Assise di Appello di Bologna ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati. Si tratta dell’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a sei anni e di Domenicho Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni. Per le vittime, “questi sono i fatti, sappiamo chi sono stati i mandanti, sappiamo chi è stato. Cercheremo di non fermarci qui”, ha detto la vicepresidente dell’associazione Anna Pizzirani. Per il presidente Paolo Bolognesi, questi processi hanno chiarito “la chiave di lettura della strategia della tensione, che va dalla loggia P2 ai vertici dei nostri servizi segreti e arriva ai terroristi fascisti”.

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