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Champions League, il Liverpool umilia l’Atalanta a Bergamo: 5 a 0

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Il Liverpool campione del mondo e d’Inghilterra e’ troppo per le forze dell’Atalanta, e a Bergamo finisce con una ‘manita’ di Klopp a Gasperini. Protagonista del match e’ il portoghese Diogo Jota, 22enne nuovo gioiello del calcio lusitano e falso ‘nueve’ nello schema di Klopp. Segna una tripletta, cominciando con due reti nel primo tempo frutto anche di un’Atalanta troppo distratta dietro, come gia’ contro l’Ajax, anche se in quel caso aveva rimediato allo 0-2 iniziale.

Questa sera invece non c’e’ stata partita, anche perche’ mancano i gol di Duvan Zapata, oggi contenuto (a volte fallosamente) da Gomez e a segno solo in fuorigioco (gol annullato nel finale). Nella ripresa Salah, Mane’ e ancora lo scatenato Diogo Jota rifiniscono una cinquina pesantissima per le ambizioni della Dea. E’ quindi un Ko pesantissimo pr la squadra bergamasca, ora agganciata a quota 4 punti dall’Ajax, che ha vinto in Danimarca, al secondo posto del Gruppo D di Champions .Nemmeno due minuti e Diogo Jota riceve da Salah facendosi ipnotizzare da Sportiello, ma la seconda volta, al 16′, dopo un tentativo della 19enne mezzala Curtis Jones, e’ quella buona: Alexander-Arnold, l’anello piu’ solido della catena di destra, trova per il portoghese il corridoio per battere Palomino in velocita’ e poi Sportiello col tocco sotto mancino.

Poi c’e’ la replica col destro, al 33′, evitando Hateboer e poi segnando sul primo palo sul lancio di Joe Gomez. Nell’Atalanta il lato debole bergamasco e’ quello di Mojica, sostituto dell’infortunato Gosens (in panchina per allungare il brodo c’e’ anche il 2003 Scalvini, centrale difensivo della Primavera alla prima convocazione): al 5′ rischia il rigore su Salah in scivolata, a cronometro raddoppiato lascia passare Alexander-Arnold con Djimsiti a spazzare in spaccata. Al 14′ sull’asse Jota-Salah-Mane’ sforna un sinistro centrale alzato sopra il montante, poi i nerazzurri si ridestano provando a lanciare Muriel, che raggiunto dalla punizione veloce di Gomez poco oltre la meta’ campo rientra sul sinistro tirando pero’ addosso ad Alisson. Prima del bis, qualcosina di Atalanta si nota ma nemmeno troppo. Botta da fuori alta e storta di Robertson (25′), imbucata di Muriel per il Papu (27′) che incespica e dal fondo centra colpendo inavvertitamente lo stinco di Zapata, poi in fuorigioco (29′) sul lancio lungo di Djimsiti (inutile il tiro deviato dal terzino destro dei Reds sulla parte superiore della traversa) e, dopo il bis, rischio dello 0-3 (36′) quando Mane’ scappa a Toloi calciando verso il legno lontano e incontrando a mezz’altezza la punta delle dita dell’ultimo ostacolo.

Il castigo arriva lo stesso a inizio ripresa, con Salah (2′) lanciato da Jones con tiro vincente sotto la traversa e poi il Liverpool serve il poker con il delizioso pallonetto-scavino di Mane’, di sinistro. La squadra di Gasperini riesce solo a far spuntare la testa di Zapata (6′) sul corner da sinistra di Gomez, quindi Diogo Jota si porta via il pallone (9′) dribblando Sportiello uscito al limite sul lungolinea di Mane’ segnando la sua personale tripletta: e’ 0-5. Al 13′ Salah tenta di chiudere il set dalla lunga distanza. Poi ancora Zapata prova in diagonale con Alisson attento, e niente da fare nemmeno per Malinovskyi di destro sugli sviluppi di un corner. Gasperini fa esordire il 18enne esterno sinistro Ruggeri nella girandola finale di cambi, mentre Zapata (Alisson di pugno, assist di Malinovskyi) e Salah (Sportiello devia sul fondo) riservano il botta e risposta nel finale, cui partecipano anche la svettata centrale di Mane’ (39′) e la girata di Ruggeri (44′) su corner da sinistra di Malinovskyi. Esito della terza giornata? Rimandati alla quarta, il 25 novembre, ad Anfield.

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Cronache

‘Hitlerson’, la maglia indossata dal laziale e i vergognosi cori antisemiti: il ministro Abodi annuncia interventi

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In tribuna un tifoso laziale indossa la maglia della sua squadra del cuore. Sulle sue spalle spicca il nome ‘Hitlerson’, accompagnato dal numero 88 – di chiara matrice nazista -, mentre la curva Nord intona gli ennesimi cori antisemiti che troppo spesso risuonano negli stadi italiani e non solo all’Olimpico. Il derby della Capitale di ieri porta con sé una lunga scia polemica, nata dal post della presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha pubblicato video e foto dell’accaduto. Ad intervenire è stato lo stesso ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ha annunciato provvedimenti. “Impossibile far finta di nulla – la sua replica su Twitter -. Farò la mia parte, come sento il dovere di fare. Il rispetto è dovuto e non è negoziabile”. Ed anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preso l’iniziativa, sollecitando il capo della polizia, Lamberto Giannini, ed il questore di Roma, Carmine Belfiore, per invitarli a fare ogni sforzo per individuare i responsabili dei comportamenti antisemiti. Le foto e i video della maglia di ‘Hitlerson’ hanno fatto ben presto il giro del web, scatenando una ridda di critiche e polemiche.

“Come sempre siamo gli unici a indignarci e a protestare – le parole di Dureghello -. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?”. Simboli o immagini nazifasciste legate al tema calcistico, infatti, sono comparsi più volte in città. L’ultimo episodio è di appena un paio di mesi fa quando, alla vigilia del giorno della Memoria, la Capitale si svegliò tappezzata di adesivi che rappresentavano il disegno di Hitler con la maglia giallorossa della Roma. Uno “sfregio inaccettabile”, come aveva stigmatizzato il sindaco, Roberto Gualtieri, facendo poi rimuovere le figurine. Su quanto avvenuto ieri sugli spalti dell’Olimpico è intervenuto anche il prefetto Giuseppe Pecoraro, neo-coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. “Sono da condannare duramente i cori contro il mondo ebraico che si sono sentiti in questi giorni negli stadi – le sue parole -. Sono da sanzionare fortemente e vanno identificati i responsabili. In caso contrario, è necessario un intervento anche sulle società per le quali questi fanno il tifo”.

L’Anpi, invece, si è detta pronta a “un’azione di carattere penale per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”. “È il momento di provvedimenti esemplari da parte della procura federale e di indagini e sentenze coraggiose da parte della magistratura”, tuona il presidente dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo. Il senatore di Azione-Italia Viva, Ivan Scalfarotto, ha annunciato una interrogazione al Viminale, mentre dal Pd il deputato Marco Furfaro chiede di “intervenire con forza”. Fra gli stessi tifosi laziali sono in tanti a prendere le distanze da quanto accaduto, anche se molti hanno rilanciato sui social le offese omofobe che i cugini romanisti avrebbero rivolto ieri al derby. All’ingresso della curva Nord, infatti, sono comparsi alcuni adesivi arcobaleno con la scritta “Lgbt, laziale, gay, bisex, trans”

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Sarri sostiene che Mourinho “è animale da spettacolo”

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“Lasciate stare Mourinho, è un animale da spettacolo. È una persona di una simpatia straordinaria. Poi a tirarti dentro certo storie è il numero uno ma io non voglio entrare in queste storie”. Lo ha detto il tecnico della Lazio Maurizio Sarri, che ha partecipato al Gran gala dello sport di Castiglion Fiorentino ricevendo il premio dedicato al castiglionese Corrado Viciani, teorico del gioco corto ante litteram e autore della storica promozione della Ternana in Serie A negli Anni Settanta. Sui rimpianti il tecnico biancoceleste ha detto: “Con i gol di Ciro (Immobile ndr) potevamo essere più avanti ma pazienza. La classifica oggi è fluida che non vi dà garanzie. Può succedere di tutto”. Sul calcio italiano: “Si può discutere su quanto il calcio di club incida sul calcio italiano perché delle squadre che sono ai quarti delle Coppe di calciatori italiani ce ne sono pochi. Io ogni volta che si compra un giocatore lo voglio italiano”. Sarri ha poi ha ricordato i tempi trascorsi nell’aretino come giocatore e come allenatore. Poi su Lotito: “non lo chiamo né presidente né allenatore, solo Claudio. Però da quando è senatore si vede di meno. Mi ha giurato che tornerà più spesso e io lo spero”. Infine sul riconoscimento ricevuto: “E’ un premio che mi fa un piacere enorme perché fin da bambino ho sempre avuto ammirazione per Viciani. Io sono sempre per la priorità delle idee poi ti devi adattare ai tuoi giocatori”.

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Ferrari: attacco informatico, non cederemo a ricatti

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La Ferrari ha subito un attacco informatico e ha ricevuto una richiesta di riscatto relativa ad alcuni dati di contatto dei propri clienti. E’ la casa di Maranello a renderlo noto in tarda serata dopo avere informato le autorità competenti. “In linea con la propria policy aziendale, Ferrari non accoglierà nessuna richiesta di riscatto in quanto acconsentire a simili richieste finanzierebbe attività criminali e permetterebbe agli autori delle minacce di perpetuare i loro attacchi” chiarisce la società che già in passato ha subito attacchi informatici, anche se assolutamente non paragonabili a questo.

La casa di Maranello è un obiettivo molto attrattivo per i cyber criminali che cercano di carpire informazioni: in questo caso relative ai dati di contatto dei clienti, ma in generale possono fare gola anche disegni, prodotti e brevetti, molto preziosi sul mercato. A differenza di casi recenti che hanno interessato altre società non è stata bloccata l’operatività della Ferrari e infatti la richiesta di ricatto non riguarda l’attività dell’azienda che prosegue regolarmente.

La società ha avviato “immediatamente un’indagine in collaborazione con una società di cybersicurezza leader a livello mondiale. Inoltre – spiega – abbiamo informato le autorità competenti e siamo certi che faranno tutto quanto in loro potere nello svolgimento delle indagini”. Tra le prime mosse della casa di Maranello c’è stata naturalmente l’informazione ai clienti, bersaglio dei pirati informatici.

“Nella convinzione che la migliore linea d’azione sia quella di informare la nostra clientela – dice l’azienda – abbiamo notificato ai nostri clienti la potenziale esposizione dei loro dati e la natura dell’evento”. “Ferrari tratta molto seriamente il tema della confidenzialità dei propri clienti – sottolinea la società – e comprende l’importanza di quanto accaduto. Abbiamo collaborato con esperti per rafforzare ulteriormente i nostri sistemi, della cui solidità siamo fiduciosi. Possiamo inoltre confermare che la violazione non ha avuto alcun impatto sull’operatività della nostra azienda”.

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