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Cronache

Casal di Principe, ordinanza vieta ai minori di 14 anni di uscire soli di notte

A Casal di Principe il sindaco vieta ai minori di 14 anni di circolare soli tra mezzanotte e le 6. Borrelli: “Scelta estrema, ma responsabilità dei genitori”.

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Con una nuova ordinanza, il sindaco di Casal di Principe, Ottavio Corvino, ha stabilito il divieto per i minori di 14 anni di circolare da soli in strada tra le 24 e le 6 del mattino. La misura nasce dalle numerose segnalazioni di giovanissimi trovati in giro nelle ore notturne, esposti al rischio di aggressioni, incidenti, consumo di alcol e droghe, atti vandalici e contatti con la criminalità minorile. Le eventuali violazioni comporteranno sanzioni per i genitori o i tutori.

Il commento di Francesco Emilio Borrelli

Sul provvedimento è intervenuto il deputato di Avs, Francesco Emilio Borrelli, che ha definito la scelta del sindaco “estrema ma comprensibile”.
“In quale Paese è normale che un ragazzino di nemmeno 14 anni vada in giro da solo tra mezzanotte e le 6 del mattino? È evidente che la responsabilità è anche dei genitori che troppo spesso abdicano al loro ruolo educativo e di controllo”, ha dichiarato.

Un fallimento culturale e sociale

Per Borrelli, ordinanze di questo tipo rappresentano il sintomo di un fallimento culturale e sociale: “Si tratta di rimedi estremi che limitano le libertà, ma non dovrebbe esistere la necessità di adottarli. Se i genitori facessero la loro parte, non ci sarebbe bisogno di vietare ciò che dovrebbe essere semplice buon senso”.
Il deputato ha concluso sottolineando la necessità di un’assunzione collettiva di responsabilità per evitare che bambini e adolescenti finiscano “nel baratro della devianza e della violenza”.

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Cronache

La Global Sumud Flotilla rallentata dal maltempo, tensioni con Israele per gli aiuti a Gaza

La Global Sumud Flotilla costretta a rientrare a Barcellona per una tempesta. Israele annuncia arresti per gli attivisti diretti a Gaza, opposizioni e studenti si mobilitano.

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Il maltempo frena la Global Sumud Flotilla, la missione salpata ieri da Barcellona per portare aiuti umanitari a Gaza. Una tempesta che ha colpito il nord-est della Spagna ha costretto le circa venti imbarcazioni, con a bordo oltre 300 attivisti tra cui Greta Thunberg, a rientrare questa mattina nel porto catalano. La decisione, spiegano gli organizzatori, è stata presa per motivi di sicurezza, soprattutto per tutelare le barche più piccole.

Missione in stallo, nuovi piani da definire

Il rientro forzato potrebbe comportare una modifica dei piani iniziali anche per le altre imbarcazioni che salperanno nei prossimi giorni da Genova, Catania, Tunisi e Grecia, per incontrarsi in acque internazionali intorno al 6 settembre e proseguire il viaggio verso Gaza. L’obiettivo resta quello di arrivare sulle coste della Striscia entro metà settembre con circa 50 navi cariche di aiuti umanitari.

La linea dura di Israele

A complicare la missione non è solo il meteo. Israele ha già annunciato misure severe. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha presentato un piano che prevede l’arresto degli attivisti e la loro detenzione nelle prigioni di Ketziot e Damon, normalmente riservate ai terroristi, con la negazione di privilegi come tv, radio e cibi specifici. “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha dichiarato Ben-Gvir.

La replica degli attivisti

Noi andremo avanti, non ci facciamo intimidire. Questa è una missione pacifica e totalmente legale”, ha detto Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla. “Mi auguro che, se Israele dovesse arrestarci, il governo italiano intervenga perché navighiamo in acque internazionali e portiamo solo aiuti umanitari a una popolazione stremata”.

Le reazioni politiche in Italia

Dall’opposizione arrivano prese di posizione nette. Elly Schlein (Pd) ha definito “inaccettabili” le minacce di Israele e ha chiesto al governo Meloni e all’Ue di difendere la missione: “L’unica cosa illegale sono i crimini del governo Netanyahu”. Anche Giuseppe Conte (M5S) ha attaccato: “Netanyahu è un criminale che agisce impunito dopo aver trucidato 60mila palestinesi. Meloni smetta coi selfie e prenda posizione”.

Più prudente la linea del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Israele ha diritto a far rispettare le proprie leggi, ma non mi risulta che quelli della Flotilla siano terroristi. Bisogna dire la verità e usare termini appropriati”.

Mobilitazioni in arrivo

Intanto i movimenti studenteschi italiani hanno annunciato per il 4 settembre una giornata di mobilitazione con presidi davanti al Rettorato della Sapienza a Roma e in altri atenei, per sostenere la missione umanitaria e chiedere la fine del blocco degli aiuti a Gaza.

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Cronache

Israele, l’esercito rifiuta il ruolo di governo militare a Gaza mentre cresce la minaccia Houthi

Eyal Zamir avverte il gabinetto: “Non saremo il governo militare di Gaza”. Netanyahu spinge per l’assalto totale, mentre gli Houthi minacciano ritorsioni e gli Usa bloccano i visti ai palestinesi.

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L’esercito israeliano non intende trasformarsi nel futuro “governo militare” della Striscia di Gaza. È stato il capo di stato maggiore, Eyal Zamir, a ribadirlo con fermezza durante la lunga riunione del gabinetto di sicurezza, tenutasi da domenica sera fino all’alba di lunedì. Zamir ha messo in guardia i ministri: l’eventuale conquista di Gaza City rischierebbe di estendersi anche ai campi profughi centrali dell’enclave, imponendo ai soldati funzioni di amministrazione civile che non vogliono assumere.

Scontro politico e minaccia Houthi

Il confronto, riferiscono indiscrezioni, si è fatto acceso con il premier Benyamin Netanyahu e i leader dell’ultradestra messianica Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Sullo sfondo, la minaccia di ritorsione degli Houthi, dopo le esplosioni dei raid israeliani a Sanaa che hanno ucciso il premier del gruppo filo-iraniano Ahmed al-Rahawi e altri dirigenti.

Nella serata di domenica, il capo militare Houthi, Muhammad Abdel-Karim al-Ghammar, dato per disperso, ha fatto sapere tramite emissari che Israele “si è aperto da solo le porte dell’inferno”. Subito dopo un missile ha preso di mira una petroliera israeliana in acque saudite, senza colpirla, mentre un drone diretto verso Israele è stato abbattuto. Secondo l’intelligence, altri velivoli esplosivi sarebbero pronti per un attacco notturno.

Per precauzione sono state rafforzate le misure di sicurezza attorno a Netanyahu, al ministro della Difesa Israel Katz e ad altri funzionari. Intanto diversi aerei civili hanno lasciato in massa l’aeroporto Ben Gurion, segnale interpretato da molti come una possibile mossa preventiva in vista di un attacco, simile a quanto avvenuto durante la guerra con l’Iran a giugno.

Pressioni sugli ostaggi, ma Netanyahu dice no

Da Gaza Hamas denuncia 98 morti e 404 feriti in 24 ore di raid israeliani, compresi nove decessi per malnutrizione, tra cui tre bambini. Numeri non verificabili sul campo, poiché da settimane Israele ha chiuso l’accesso ai giornalisti stranieri.

Durante il gabinetto, i vertici militari, i servizi di sicurezza e il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar hanno insistito per riprendere le trattative sugli ostaggi, proponendo la liberazione dei 48 prigionieri rimasti nei tunnel come alternativa all’assalto totale a Gaza City. Ma Netanyahu ha respinto ogni mediazione, citando le parole di Donald Trump: “Dimenticate gli accordi parziali. Entrate a Gaza con tutte le forze e concludete”.

Usa, stretta sui visti ai palestinesi

Intanto dagli Stati Uniti arriva una decisione destinata a pesare: la sospensione quasi totale delle approvazioni di visto per i titolari di passaporto palestinese. Secondo un cablogramma del 18 agosto, la misura riguarda anche i permessi non-immigranti per cure mediche, studi, visite familiari o viaggi d’affari. Un segnale che conferma come per l’amministrazione Usa la linea verso i palestinesi si sia ulteriormente irrigidita.

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Cronache

San Zenone al Lambro, 18enne aggredita e violentata vicino alla stazione: indagano i carabinieri

Una 18enne è stata aggredita e stuprata a San Zenone al Lambro. Indagano i carabinieri. Cresce la polemica politica sulla sicurezza nelle stazioni lombarde.

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Una ragazza di 18 anni è stata aggredita e violentata nella notte tra sabato e domenica nei pressi della stazione di San Zenone al Lambro (Milano). La giovane stava raggiungendo il treno per rientrare a casa quando un uomo le ha sbarrato il passo, l’ha trascinata in un’area verde vicina a un sottopassaggio, l’ha immobilizzata e stuprata.

Solo dopo la fuga dell’aggressore, la vittima, sotto choc, è riuscita a chiedere aiuto. Soccorsa dal 118, è stata accompagnata al pronto soccorso e successivamente trasferita alla clinica Mangiagalli di Milano, centro specializzato nei reati sessuali. Qui i medici hanno refertato le tracce biologiche, che saranno inviate al Ris per la campionatura e il possibile confronto con eventuali sospettati.

Indagini in corso

Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese e al Nucleo investigativo di Milano, sotto il coordinamento della procura di Lodi. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere della zona, anche se nel punto preciso in cui è avvenuta la violenza non risultano impianti di sorveglianza. Al momento non c’è una descrizione certa dell’aggressore.

Reazioni politiche

La vicenda ha sollevato reazioni immediate. Fabrizio Cecchetti (Lega) ha chiesto «più sicurezza, più controlli e pene certe», rilanciando la proposta della castrazione chimica per i responsabili di violenze sessuali. Laura Ravetto, deputata della Lega, ha sottolineato come i cittadini milanesi e dell’hinterland siano costretti a convivere «con degrado e insicurezza che non possono essere accettati, soprattutto quando mettono a rischio le donne».

Dal centrosinistra, Simone Negri (Pd) ha espresso solidarietà alla vittima e ha sollecitato interventi urgenti: «Nei primi sei mesi del 2025 sono state presentate 2.903 denunce di reato legate a episodi avvenuti su treni e nelle stazioni lombarde. Tra questi, 24 violenze sessuali, una media di quattro al mese».

Altro episodio a Milano

Sempre questa mattina, a Milano, un’altra donna è stata molestata su un filobus della linea 90. L’aggressore, un 21enne originario del Bangladesh, irregolare e con precedenti, è stato bloccato poco dopo dalla polizia grazie alla segnalazione di una passeggera ed è stato denunciato per violenza sessuale.

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