Anche quest’anno il Capodanno a Pozzuoli promette di essere un grande successo. Un’orchestra, un dj, un duo comico e quattro grandi artisti si alterneranno sul palco di piazza della Repubblica per un nuovo anno all’insegna della musica e dell’arte. Così la città flegrea prova a mettersi dietro le spalle i momenti difficili vissuti qualche mese fa, quando la terra aveva iniziato a tremare nella caldera dei Campi Flegrei.
“Tanti turisti hanno prenotato negli alberghi e nei b&b della città, ha detto il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni, per festeggiare a due passi dal mare la fine del 2023 e l’arrivo del 2024. Sono estremamente soddisfatto del lavoro fatto per l’organizzazione di questo Capodanno. La nostra piazza sarà nuovamente riempita da migliaia di persone”.
Per la festa in piazza i nomi sono id prim’ordine: “Si parte a mezzogiorno con il tradizionale aperitivo alla Darsena, ha poi detto il primo cittadino, e si finisce al mattino del primo giorno del nuovo anno con tanta musica. Mi sento di ringraziare tutti quelli che hanno contribuito alla programmazione di questo evento e tutti coloro che supporteranno la sua realizzazione, lavorando con passione e dedizione per offrire a tutti uno spettacolo che si prospetta davvero senza precedenti”.
Ed ecco che cosa riserva la serata in piazza a Pozzuoli. Ci sarà Monica Sarnelli: da anni presente sulla scena musicale, vanta collaborazioni con i più grandi artisti italiani, oltre ad aver magistralmente reinterpretato, con la sua splendida voce, i grandi classici vecchi e nuovi della musica partenopea.
Ivan Granatino, giovane ma già conosciutissimo Ivan Granatino. I suoi pezzi, che contano milioni di riproduzioni su Youtube, Spotify e le altre piattaforme, vengono cantati da centinaia di migliaia di giovani e meno giovani, a Napoli e in Italia.
Andrea Sannino ci ha regalato una delle canzoni più iconiche degli ultimi anni. La sua “Abbracciame” è stata cantata ovunque nel mondo ed è diventata un inno all’amore per molte generazioni.
Completerà la performance musicale dal vivo il grande Franco Ricciardi, vincitore di ben due David di Donatello. Il primo nel 2014 con ‘A Verità, colonna sonora di Song ‘e Napule, che si aggiudica nello stesso anno anche il Globo d’oro come miglior canzone originale; il secondo nel 2018 con Bang Bang, contenuta nel film Ammore e Malavita, che ha vinto anche il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro.
Ad aprire la serata, alle 22:30, l’American Orchestra, nata nel 2009 dalla volontà del frontman Giovanni Brancaccio ideatore e motore di una band dal sapore napoletain swing. Un viaggio in musica tra Napoli e New York per ripercorre i classici napoletani in versione latin ed ai più trascinanti revival e dance degli anni 70/80.
Tre diversi dj set di Alessandro Palumbo, accompagnato dai ballerini Alessia Bellini e Mario Paola, faranno danzare tutti i presenti durante la lunga notte in piazza.
Ci sarà spazio anche per la comicità, con il duo tutto al femminile delle Sex and The Sud, che dal palco di Made in Sud sbarcheranno a Pozzuoli per salutare il 2023 e dare il benvenuto al 2024 con una sana e liberatoria risata.
La conduzione è affidata, come gli scorsi anni, all’esperienza di Mino Monelli, conduttore televisivo, radiofonico e showman.
Preoccupazione tra amici, familiari e fan di Roberto De Simone, il celebre musicologo e compositore napoletano, ricoverato in ospedale a causa di disturbi respiratori legati a un’influenza. Il maestro, 91 anni, è stato trasportato in pronto soccorso lunedì sera, e ieri è stato trasferito in corsia per monitorare le sue condizioni. Pur non essendo gravi, l’età e gli acciacchi rendono la situazione delicata, spingendo il mondo della cultura a stringersi intorno alla figura di uno dei suoi massimi esponenti.
Un’eredità culturale immensa
De Simone è una delle figure centrali della cultura italiana, noto per il suo straordinario contributo all’etnomusicologia, al teatro e alla musica. Creatore della “Nuova Compagnia di Canto Popolare” e autore di opere iconiche come “La Gatta Cenerentola”, ha saputo fondere tradizioni popolari e alta cultura, mantenendo sempre uno sguardo attento al presente. Come lui stesso ha spesso dichiarato, «il teatro non è mai del tempo passato, ma è storia del presente».
L’ultima sua opera, risalente alla primavera scorsa, è stata “Dell’Arco Giovanna D’Arco”, una partitura in versi e prosa dedicata alla Pulzella d’Orléans. Questo lavoro riflette l’instancabile ricerca artistica di De Simone, che ha continuato a creare e studiare anche in condizioni di salute precarie.
Una vita dedicata alla musica
La musica è stata il cuore pulsante di tutta la sua opera. Fin da bambino, De Simone si avvicinò al pianoforte grazie a una zia, per poi iscriversi a soli 13 anni al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, istituzione che avrebbe segnato profondamente la sua carriera. Direttore del conservatorio dal 1995 al 1999, nominato “per chiara fama”, e direttore artistico del Teatro San Carlo, De Simone ha contribuito alla riscoperta e alla diffusione dei capolavori del Settecento napoletano, portandoli sui palcoscenici di tutto il mondo.
La sua passione per il recupero del patrimonio musicale e culturale lo ha reso una figura di riferimento, capace di combinare rigore accademico e creatività artistica. Tra i suoi progetti più ambiziosi, “Pergolesi in Olimpiade”, in cui ha integrato brani del compositore jesino con sue composizioni, adattandole alle esigenze vocali contemporanee.
Preoccupazione e affetto
Non è la prima volta che le condizioni di salute del maestro suscitano apprensione. Già una decina di anni fa, De Simone fu ricoverato per un ictus, superato brillantemente grazie alle cure ricevute presso il reparto di neurochirurgia del Cardarelli di Napoli. Oggi, come allora, il mondo dello spettacolo e della cultura segue con apprensione gli aggiornamenti sullo stato del maestro.
La sua figura resta un punto di riferimento imprescindibile per la cultura napoletana e italiana, e la speranza è che possa presto superare anche questa difficoltà.
Il 2025 si prospetta un anno ricco di musica dal vivo con una programmazione che attraversa tutti i generi musicali e coinvolge grandi artisti italiani e internazionali. L’estate, come sempre, sarà il cuore pulsante della stagione dei live, con una serie di appuntamenti che promettono di emozionare i fan in tutta Italia.
I grandi del rock italiano: Ligabue e Vasco Rossi
Il 21 giugno Ligabue celebra due importanti anniversari alla RCF Arena di Reggio Emilia: i 30 anni di Certe notti e i 20 anni dal primo storico Campovolo. Il rocker emiliano replicherà il 6 settembre nella suggestiva cornice della Reggia di Caserta. Vasco Rossi, invece, conferma il suo dominio negli stadi italiani con il Vasco Live 2025. Il tour parte il 31 maggio da Torino e toccherà Firenze, Bologna, Napoli, Messina e Roma, con biglietti già andati a ruba.
Star internazionali in tour in Italia
Tra gli ospiti più attesi c’è Ed Sheeran, che il 14 giugno farà tappa all’Olimpico di Roma con il suo Mathematics Tour. All’Ippodromo Snai di Milano, per gli I-Days, spicca il nome dei Linkin Park, che il 24 giugno tornano in Italia dopo otto anni con il From Zero World Tour. Nello stesso festival si esibiranno anche Justin Timberlake (2 giugno) e Dua Lipa (7 giugno).
Billie Eilish incanterà l’Unipol Arena di Bologna l’8 giugno, mentre Robbie Williams porterà il suo Greatest Hits Tourallo stadio di Trieste il 17 luglio. Dopo i rinvii dello scorso anno, Bruce Springsteen infiammerà San Siro con due date imperdibili: 30 giugno e 3 luglio.
Il ritorno delle grandi voci italiane
Tra i protagonisti italiani spiccano Jovanotti, che dopo un periodo di pausa torna con il Palajova 2025 da marzo, e Cesare Cremonini, che festeggia 25 anni di carriera con un tour negli stadi tra giugno e luglio. Marco Mengoni sarà in tour con 12 date negli stadi, mentre Zucchero tornerà dal 19 gennaio ad Ancona, passando per Bari, Torino, Padova e Roma.
Ultimo stabilisce un record con tre nuove date all’Olimpico di Roma a luglio, raggiungendo 10 live totali nello stadio capitolino, il più giovane artista a ottenere un simile risultato.
Donne protagoniste
Il 2025 segna il debutto negli stadi di Elodie ed Elisa. Elodie si esibirà l’8 giugno a San Siro e il 12 giugno allo Stadio Maradona di Napoli. Elisa, invece, calcherà per la prima volta il palco di San Siro il 18 giugno.
Una stagione imperdibile
Con una lineup così ricca e variegata, il 2025 si conferma un anno straordinario per la musica live in Italia. Dagli artisti italiani che hanno fatto la storia del rock e del pop, alle stelle internazionali, ogni concerto rappresenterà un’occasione unica per celebrare la musica dal vivo.
Parole chiave SEO: concerti estate 2025, Ligabue Campovolo 2025, Vasco Live 2025, Ed Sheeran Roma 2025, Linkin Park Italia 2025, Billie Eilish Bologna, Robbie Williams Trieste, Jovanotti tour 2025, Cesare Cremonini 25 anni carriera, Ultimo Olimpico 2025, Elodie San Siro, Elisa San Siro 2025.
Nel vasto mondo dello streaming musicale, dove playlist e algoritmi dominano la scena, emergono figure come Ekfat, un beatmaker islandese apparentemente emergente, con una spunta blu su Spotify e quasi 19 mila ascoltatori mensili. Un brano come Polar Circle vanta quasi 4,5 milioni di stream, ma la sua storia nasconde una verità sorprendente: Ekfat non esiste.
Dietro il nome Guðmundur Gunnarsson non si trova un musicista, ma solo un politico ed elettricista islandese. Esistono invece il conservatorio di Reykjavík e il collettivo Smekkleysa, ma la biografia di Ekfat, così come il personaggio, è una costruzione. Una storia di marketing ben orchestrata, che solleva interrogativi sull’autenticità di molti artisti presenti sulla piattaforma.
La strategia delle playlist
Ekfat non è un caso isolato. Secondo l’autrice Liz Pelly, nel suo libro in uscita Mood Machine: The Rise of Spotify and the Costs of the Perfect Playlist, il fenomeno degli artisti fantasma è diffuso. La piattaforma, tramite algoritmi e playlist curate, favorirebbe brani di artisti inesistenti o semi-sconosciuti per abbassare i costi dei diritti.
Spotify nega categoricamente queste accuse: “Non creiamo né promuoviamo artisti finti, e tutte le tracce sono concesse in licenza dai legittimi titolari dei diritti”, afferma un portavoce dell’azienda. Tuttavia, un’indagine del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha scoperto che circa 20 compositori si celano dietro oltre 500 pseudonimi, i cui brani totalizzano milioni di ascolti.
Artisti invisibili e ricompense irrisorie
Il sistema di retribuzione su Spotify non aiuta i musicisti indipendenti. Con nuove regole introdotte lo scorso aprile, chi non raggiunge i 1.000 ascolti in un anno non guadagna nulla, e per gli altri il pagamento medio è di circa 0,003 dollari per stream.
Un musicista italiano racconta: “Non ho mai visto un centesimo dai miei numeri su Spotify”. Anche quando i brani raggiungono milioni di ascolti, spesso mancano informazioni sui compositori, che hanno ceduto i loro diritti per cifre irrisorie.
L’evoluzione dell’ascolto: mood e algoritmi
Secondo Enzo Mazza, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana, “i generi musicali tradizionali stanno perdendo importanza, sostituiti da playlist basate su mood e atmosfere”. Questa tendenza alimenta la creazione di playlist preconfezionate, in cui la differenza tra un grande nome e un artista sconosciuto si sfuma.
Un esempio positivo è quello del pianista olandese Joep Beving, il cui brano inserito nella playlist Peaceful Piano ha raggiunto 85 milioni di stream in pochi giorni, proiettandolo verso il successo. Tuttavia, molti altri artisti finiscono per essere semplici numeri in un catalogo infinito.
Il futuro: intelligenza artificiale e nuove sfide
Mazza avverte che l’industria discografica sta già affrontando la prossima rivoluzione: la musica creata dall’intelligenza artificiale. In un panorama in cui un algoritmo può comporre brani simili a quelli esistenti in modo rapido ed economico, il confine tra autentico e artificiale si assottiglia sempre più.
Intanto, un utente ha messo insieme una playlist con 49 brani di artisti apparentemente diversi, che si rivelano essere la stessa identica traccia. Un paradosso che sintetizza le sfide di un’industria musicale sempre più guidata dagli algoritmi, ma in cui autenticità e trasparenza rischiano di essere sacrificate.