Una Confindustria convintamente europeista scende in campo per animare il dibattito tra industriali, politica e candidati verso il voto del 26 maggio. Lo farà con cinque incontri in cinque città, a porte chiuse, in ognuna delle circoscrizioni elettorali. Il confine è quello più volte rimarcato dal leader degli industriali, Vincenzo Boccia. “Noi facciamo politica, siamo un soggetto politico – afferma il presidente di Confindustria – siamo equidistanti dai partiti e proponiamo scelte importanti per la politica economica del Paese, il giorno che non lo faremo, non avremo senso di esistere”. E’ la rivendicazione di un ruolo tutt’altro che lontano dalla politica. La confederazione si confrontera’ sul territorio con una sua agenda, nel merito e indipendentemente dagli schieramenti, per porre temi al centro del dibattito politico, per incidere. Cosi’ come dalle Assise generali convocate a Verona, nel febbraio 2018, aveva sottolineato con forza il suo messaggio in vista del voto per le politiche di marzo (con tre parole chiave: “piu’ lavoro, piu’ crescita, meno debito”), via dell’Astronomia annuncia ora “incontri sul territorio”. Partiranno dalla prossima settimana, “per discutere del futuro dell’Europa con politici e imprenditori e presentare la sua agenda in vista delle elezioni europee”. Con i vertici di via dell’Astronomia e delle associazioni sul territorio ed invitando “candidati “ed esponenti politici di tutti i partiti”.
Parlamento Europeo
A Roma il 2 aprile, a Palermo il 3 aprile, a Milano l’11 aprile, a Venezia il 9 maggio, a Napoli il 15 maggio. “A Milano saremo in tanti”, assicura il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi. Al centro del confronto, invitando “candidati ed esponenti politici di tutti i partiti”, spiega l’associazione degli industriali, le “proposte di Confindustria” che “indicano non solo cosa l’Europa deve fare ma anche come e con quali risorse”. “Riteniamo che l’Europa debba tornare ai suoi fondamentali – dice Boccia – le tre P di pace, protezione e prosperita’ e su questo bisogna ricostruire una stagione riformista d’Europa nell’interesse dell’Italia e dell’Europa”. L’industria, aggiunge la vicepresidente di Confindustria per l’Europa, Lisa Ferrarini, “sente forte la responsabilita’ di sostenere il rilancio del processo di integrazione dell’Unione europea perche’ la sfida non e’ tra Paesi europei ma tra Europa e mondo esterno. Soprattutto in un momento di tensioni geopolitiche e commerciali che stanno mettendo in profonda discussione il sistema multilaterale, Confindustria vuole offrire il proprio contributo al dibattito sul futuro dell’Europa”. “La nostra visione – dice Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione Territoriale – mette al centro tre concetti chiave: piu’ lavoro, piu’ crescita, piu’ peso internazionale, per avere un’Europa che includa, cresca e conti. Il nostro obiettivo – aggiunge . e’ mettere in campo politiche per completare il processo di integrazione e recuperare il senso dello stare insieme in un’unica grande comunita’”. Una Europa “imprescindibile”, “la nostra casa comune”, che va anche cambiata ma “dal di dentro”, come aveva sottolineato Vincenzo Boccia all’ultima assemblea annuale degli industriali.
La nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam è finalmente arrivata nel porto di Piombino (Livorno) dopo 26 giorni di navigazione da Singapore (via Suez) e ha fatto il suo ingresso intorno alle 23 venendo posizionata alla banchina di attracco della darsena nord. Quattro rimorchiatori l’hanno trainata all’ormeggio con una manovra lenta e precisa dopo una sosta di attesa di circa quattro ore alla fonda nel golfo di Follonica.
E’ entrata di prua poi, a centro rada è stata fatta ruotare per portarla al punto di arrivo definitivo. La nave è lunga quasi 300 metri e alta 55 quindi per gestirne l’ingombro è servita un’operazione notturna cioè si è agito quando il traffico dei traghetti si ferma fino all’alba dopo l’ultima corsa. L’arrivo della nave rigassificatrice a Piombino – e così l’altra simile prevista su Ravenna – affrancherà l’Italia da una significativa quota di dipendenza di importazione di metano dai gasdotti transazionali di terra, dalla Russia e anche dall’Azerbaigian.
I gestori potranno rivolgersi al mercato di altri Continenti (Africa, Americhe, pure Asia Oceania) e ovviare alle turbolenze geopolitiche che possono gravare sul trasporto di gas solo via terra. La nave Fsru di Piombino è accreditata di una capacità potenziale di trasformazione di gas liquido in 5 miliardi di metri cubi l’anno. Tuttavia, insieme alla Fsru che ci sarà a Ravenna si parla di ben 13 miliardi di metri cubi annui, un segnale forte nell’approvvigionamento e nella distribuzione di gas per l’Italia. La Golar Tundra non entra subito in funzione. Bisogna aspettare maggio, dicono le previsioni tecniche quando al cantiere di Snam visibile in lontananza, dalla parte opposta del porto commerciale saranno terminati gli allacci con il nuovo metanodotto di terra. La presenza della Golar Tundra ha già un forte valore simbolico.
Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, è intervenuto già domenica sera sul porto sottolineando l’importanza di questa tappa nell’ambito delle politiche energetiche nazionali e rilanciando il tema delle compensazioni per Piombino, secondo polo siderurgico italiano, città che ha manifestato dissenso per esser stata scelta. Sulle divergenze col Comune di Piombino e il sindaco Francesco Ferrari, oltre ai comitati degli abitanti, Giani ha detto che siccome “ora c’è la nave ci si renderà conto che si deve lavorare finalmente ai vantaggi per la popolazione”. Giani ha “invitato soprattutto le autorità di Piombino a sedersi con me, con il ministro e le autorità del governo per poter indicare le opere complementari” compensative per Piombino, ma su quando vedrà il sindaco ha detto: “Mi cercherà lui”.
Un’operazione da tre miliardi di franchi svizzeri per creare una delle banche maggiori d’Europa. Le nozze fra Credit Suisse e Ubs sono le prime fra due banche importanti a livello di sistema dalla crisi del 2008. E sono state architettate nel giro di pochi giorni con l’aiuto delle autorità svizzere, che hanno organizzato nel dettaglio la complessa operazione.
– I TERMINI DELL’ACCORDO: L’intesa valuta Credit Suisse tre miliardi di franchi, meno della metà dei 7,4 miliardi alla chiusura di venerdì e una frazione rispetto ai 100 miliardi del suo picco nel 2007. L’accordo con Ubs sarà chiuso entro l’anno. Il presidente di Ubs Colm Keller e l’amministratore delegato Ralph Hamers manterranno i ruoli all’interno della banca che nascerà dalle nozze, anche se il management di Credit Suisse resterà al suo posto fino alla chiusura dell’intesa.
– LA BANCA DI INVESTIMENTO DI CREDIT SUISSE: La nuova banca avrà attivi investiti per 5.000 miliardi di dollari. Ubs intende ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse: “vogliamo ridimensionarla e allinearla alla nostra culturadel rischio più conservatrice”, ha detto Keller.
– TAGLI AI POSTI DI LAVORO: Pur precisando che è ancora troppo presto per quantificarli, Ubs ha detto che sarà un numero significativo, secondo indiscrezioni dell’ordine di 10.000 tagli.
– AIUTI DALLE AUTORITA’ SVIZZERE: Ubs si è assicurata un linea di liquidità per 100 miliardi di franchi dalla banca centrale svizzera. E il governo ha offerto 9 miliardi di garanzie su eventuali perdite di Credit Suisse. Garanzie che sono come una “polizza assicurativa” che scatterà se le perdite supereranno una determinata soglia.
Maurizio Landini è stato rieletto segretario generale della Cgil. Al termine del XIX congresso nazionale, l’assemblea lo ha confermato alla guida del sindacato per il secondo mandato di quattro anni, con il 94,2% di voti favorevoli. La proclamazione è stata accompagnata da un lungo applauso della platea. “vi ringrazio”, le sue prime parole.
Con il governo e la premier Gorgia Meloni c’è “una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nell’intervento di chiusura del XIX congresso, all’indomani dell’intervento della presidente del Consiglio.
Landini parla in particolare del fisco e ribadisce che “non siamo assolutamente d’accordo con la delega” approvata giovedì in Consiglio dei ministri. In un Paese in cui “il 94% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, che ha 100 miliardi di evasione e dove le rendite hanno una tassazione inferiore al lavoro. Non siamo più disponibili ad accettare l’idea di un sistema fiscale che continua a gravare sui lavoratori dipendenti e pensionati”, un sistema che deve rispettare il principio della progressività, rimarca il leader della Cgil. Serve “una seria riforma fiscale per un nuovo patto di cittadinanza”, insiste.