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Addio a Valeria Valeri, una vita intera spesa sul palcoscenico

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Addio a Valeria Valeri. Si e’ spenta a 97 anni questa mattina la popolare attrice, fra le piu’ importanti interpreti brillanti a teatro e anche di tante fiction tv come Il giornalino di Gian Burrasca e Un Medico in Famiglia. A dare il doloroso annuncio la figlia, Chiara Salerno, avuta dall’attore Enrico Maria Salerno. I funerali si svolgeranno domani, 12 giugno, alle ore 11,30 alla Chiesa degli Artisti di Roma in Piazza del Popolo. Valeria Valeri, pseudonimo di Valeria Tulli era nata a Roma l’8 dicembre 1921 e sin dalla meta’ degli anni quaranta ha calcato ininterrottamente il palcoscenico, diventando una delle presenze storiche del teatro italiano del dopoguerra in particolare di quello brillante cui sapeva dare un’interpretazione piena di garbo e discreta ironia. All’inizio degli anni ’50 aveva recitato con Gino Cervi e Andreina Pagnani e da li’ in poi tanti furono i sodalizi celebri: quello con il divo di allora Alberto Lupo nel ’63-’64 e soprattutto tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 con Alberto Lionello con cui interpreta tante commedie brillanti come Occupati di Amelia! di Georges Feydeau e L’anatra all’arancia di William Douglas-Home. Alla fine degli anni ’70 recita con Gino Bramieri e Paola Tedesco nella commedia di Terzoli e Vaime Anche i bancari hanno un’anima. Poi negli anni ’80 il palcoscenico con Paolo Ferrari in testi come Fiore di cactus di Barillet e Gredy, Vuoti a rendere di Maurizio Costanzo, Sinceramente bugiardi di Alan Ayckbourn, portata in tourne’e per tre anni e nella quale recita insieme alla figlia Chiara. In una lunga carriera appena sette film per il cinema, e sempre in ruoli secondari avendo Valeria Valeri sempre preferito il teatro. In questa breve filmografia si ricorda nel 1966 insieme con il compagno Enrico Maria Salerno il film di Florestano Vancini, Le stagioni del nostro amore. Poi la stagione della tv cominciata nel lontano 1964 con Il giornalino di Gian Burrasca di Lina Wertmuller: interpretava la madre del protagonista Giannino Stoppani (Rita Pavone). Ancora un ruolo di madre a fine anni ’60 nello sceneggiato La famiglia Benvenuti diretto da Alfredo Giannetti. Valeria Valeri e’ stata anche un’affermata doppiatrice: e’ stata tra l’altro la voce di Natalie Wood, Maggie Smith e di attrici protagoniste delle soap americane Capitol e Beautiful. Gli anni Duemila sono gli anni del ritorno in tv dopo tanto teatro: recita nella serie Compagni di scuola, in Una famiglia in giallo, nei ben 22 episodi de Il commissario Manara e infine, ultimo lavoro nel 2014 nella nona stagione di Un medico in famiglia. L’ultima apparizione e’ l’omaggio di Massimo Ranieri alla grande attrice di prosa, allora novantaquattrenne, nel 2016 nella trasmissione Sogno e son desto.

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Il caso Matilda De Angelis-Elodie scuote i Nastri d’Argento: “Condividere il premio è irrispettoso”

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Scoppia il caso Matilda De Angelis (foto Imagoeconomica) ai Nastri d’Argento, a poche ore dalla cerimonia in cui l’attrice ha ritirato, insieme a Elodie, il premio come miglior attrice non protagonista per il film Fuori di Mario Martone. La polemica è esplosa dopo un’intervista rilasciata da De Angelis al Fatto Quotidiano, dove ha dichiarato: «Trovo irrispettoso dover condividere il Nastro con Elodie».

La sorpresa di Laura Delli Colli

A restare sorpresa dalle parole dell’attrice è stata Laura Delli Colli, presidente dei Nastri: «Quando ho letto l’intervista pensavo stesse ancora sognando», ha commentato. «La sera prima, sul palco, c’erano sorrisi, abbracci, dichiarazioni d’amore tra le attrici. Nessun segnale di disagio, anzi: sembrava tutto molto felice e naturale».

Delli Colli sottolinea che si trattava di una candidatura congiunta, non di un ex aequo: «Il premio lo hanno vinto entrambe, non devono dividerlo. Quando il lavoro di due interpreti è così intrecciato, la nostra prassi è candidarli insieme. È accaduto anche con Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi, che furono felicissime».

Una polemica evitabile?

La presidente aggiunge: «Se davvero si sentiva disturbata, avrebbe potuto rifiutare la candidatura in coppia settimane fa. Invece è venuta a ritirare il premio, ha fatto le foto con Elodie… Ora questa uscita stona e lascia perplessi».

L’ipotesi che la polemica nasca da una presunta gerarchia tra attrice e cantante — con Elodie vista come “meno titolata” — viene respinta: «Anche altri artisti non nati attori hanno vinto il Nastro. Non c’è mai stata discriminazione di questo tipo».

La replica silenziosa di Matilda

Nel pomeriggio, De Angelis ha pubblicato su Instagram una foto della cerimonia in cui sorride accanto a Elodie, entrambe sul tappeto rosso, mano nella mano. Il commento? Solo due parole: «Questo è».

Un tentativo di smorzare i toni, forse, o un modo per chiudere la vicenda. Ma la frattura, dopo l’intervista, è ormai evidente. E in un’edizione che celebrava la sorellanza tra donne nel cinema, il contrasto appare ancora più paradossale.

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Andy Luotto, da venditore ambulante a chef della tv: “La cucina è la mia felicità”

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Dalle vetrine spaccate nei sobborghi americani agli studi della Rai. Dai sacchetti della spazzatura venduti al megafono per mille lire alle tagliatelle impastate in tv. La vita di Andy Luotto (foto Imagoeconomica in evidenza), 74 anni, è una sceneggiatura perfetta. L’ha raccontata in un’intervista al Corriere della Sera dove, con il suo solito tono scanzonato, mescola memorie da outsider, carriera artistica e passione per la cucina.

“Senza sedili e pieno di buste: così vendevo l’immondizia”

«Avevo un Ford Transit verde pisello, ci avevo tolto i sedili e l’avevo riempito di buste per l’immondizia», racconta. Il socio l’aveva lasciato con 35 milioni di lire di debiti e lui si arrangiava come poteva: “Venti sacchetti, mille lire!” urlava nei mercati. Poi arrivarono gli scopini, gli scolapasta e il primo video virale ante litteram. Lo vide anche Renzo Arbore, che lo chiamò — letteralmente — al bar di Castelnuovo di Porto: «“Lei è un comico?”, “Ma come si permette?”». Fu l’inizio di tutto.

L’altra domenica, gli americani, Fellini e… “Uvi!”

Nel 1976 inizia la sua carriera tv come valletto muto a L’Altra Domenica: “Dovevo fare come l’assistente di Andreotti: uno che non parla mai”. Ma il suo volto in primo piano fece impazzire il regista: «Toglietemi quel coglione di mezzo!». Il pubblico invece impazzì.
Recitava il ruolo del cugino americano di Arbore, che sapeva dire solo “bbuono” o “no bbuono”. Una volta pronunciò “Uvi!” e i giornali titolarono: “Andy ha parlato!”.

Dal riformatorio a Roma: “Mia madre mi salvò con una foto”

La sua infanzia negli USA fu turbolenta: piccoli furti, vetrine rotte, monetine estorte dai telefoni pubblici incendiandoli con accendini e Coca-Cola. A 15 anni la madre Beatrice, scienziata e “fantastica”, lo spedì a Roma con una foto del padre mai visto.
Lì scoprì due cose: la scarpetta nel sugo (“il cuoco è felice quando vede la striscia”) e il doppiaggio. Il padre lavorava con Mastroianni, Loren, Fellini. Lui doppiò Troisi, Giannini, Montesano e pure Alvaro Vitali: “Erano gli unici film vendutissimi all’estero”.

Pacifista e cuoco per scelta: “Cucinare è affetto”

Andy ha due lauree americane ma ha disertato la guerra del Vietnam. Scelse la scuola alberghiera in Puglia, gettando le basi della sua nuova vita. “Cucinare è un gesto d’amore, e si rimorchia tantissimo”, dice ridendo. Alle ragazze regalava semi invece che fiori: “Costavano di meno”.

“Conad il Barbaro”: tra spaghetti tatuati e caciocavalli sulle cosce

Ha oltre 50 tatuaggi dedicati al cibo, inclusi due caciocavalli sulle cosce, fotografati per 3.000 euro da una rivista. Il figlio Eugene lo chiama “Conad il Barbaro”. Oggi torna in tv, su Rai2, in una rubrica di cucina con Andrea Delogu. Ma la sua gioia resta semplice: “Strappare ortaggi dalla terra, cogliere erbette aromatiche e stare insieme. Questo è già felicità”.

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Spettacoli

Palinsesti Rai in arrivo, tagli nella tarda serata

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Aria di spending review in casa Rai sui palinsesti per la prossima stagione autunnale. Nel mirino ci sono programmi del weekend o della seconda o terza serata che, secondo i dati aziendali, non portano guadagni sufficienti rispetto ai costi di produzione. Le linee guida approvate in cda lo scorso febbraio prevedono la razionalizzazione e la riduzione della frammentazione dell’offerta ed è evidente che qualcosa verrà tagliato. L’obiettivo è, però, anche lanciare qualche novità per rafforzare l’identità delle reti con particolare riferimento a Rai2 e Rai3. Vale sul fronte dell’approfondimento, dove il direttore Paolo Corsini ha già fornito qualche indicazione anche al cdr spiegando che i buchi di palinsesto derivanti dalle chiusure saranno occupati dagli altri generi, così come sul fronte dell’intrattenimento, genere in cui il nuovo direttore Williams Di Liberatore ha già annunciato di voler affiancare ai programmi consolidati della Rai nuove proposte per tentare di rinnovare l’offerta.

I dettagli si sapranno giovedì 19 giugno, quando le bozze saranno presentate ai consiglieri di amministrazione in una riunione informale. Poi il 26 giugno a Napoli, il giorno prima della presentazione ufficiale sempre nella città partenopea, è atteso il via libera formale da parte del cda. Verso la chiusura va, ad esempio, Agorà Weekend, il programma condotto da Sara Mariani che dal 2021 va in onda il sabato e la domenica mattina sulla terza rete. Sorte inversa, invece, per Mi manda Rai 3, la storica trasmissione di denuncia ora condotta da Federico Ruffo, che dovrebbe raddoppiare la durata e andare in onda per due ore sia il sabato che la domenica mattina. Conferma in vista anche per Indovina chi viene a cena, la trasmissione di approfondimento di Sabrina Giannini in onda in prima serata. Il possibile stop di Agorà Weekend ha già provocato polemiche, perché il programma ha comunque migliorato la propria performance di ascolti nella stagione appena trascorsa rispetto alla precedente, chiudendo con una media del 4%. “Se fosse confermata, la chiusura di Agorà weekend sarebbe un fatto grave.

Vorrebbe dire cancellare un altro spazio di informazione e confronto dalla Rai, proprio in un momento in cui il pluralismo dovrebbe essere tutelato, non ridotto”, afferma l’esponente M5s in commissione di Vigilanza Dolores Bevilacqua. “Grillini e sinistra sono allergici al pluralismo, fosse per loro la Rai continuerebbe ad ospitare i soliti tromboni per fare da megafono al pensiero unico ed alla loro propaganda”, replica Francesco Filini, capogruppo di Fdi in Vigilanza. Voci di stop, non confermate in realtà, girano anche per Petrolio di Duilio Gianmaria e Il Fattore umano, programma d’inchiesta ideato da Riccardo Iacona, mentre appaiono più alte le chance di stop di Rebus di Giorgio Zanchini in onda la domenica pomeriggio sempre sulla terza rete. Anche su Rai 2, rete tradizionalmente votata alla sperimentazione, si attendono novità.

A partire dal possibile taglio di Generazione Z, il programma di Monica Setta in onda in terza serata. La stessa sorte è attesa per L’altra Italia, il programma condotto dall’ex Iena Antonino Monteleone che, lanciato come una delle principali novità della passata stagione, non ha ottenuto i risultati sperati. In bilico viene dato anche Tango condotto da Luisella Costamagna nella seconda serata, anche se sono arrivate smentite. Altra novità, anticipata in questo caso da La Stampa e Dagospia, sarebbe un programma nel preserale nel sabato di Rai3 condotto dal direttore de Il Tempo Tommaso Cerno.

L’ipotesi ha fatto infuriare i parlamentari di M5s in Vigilanza. “Sarebbe l’ultimo schiaffo all’identità di Rai 3, ormai svuotata e trasformata in terreno di conquista – scrivono -. Altro che pluralismo: è solo fedeltà ben ricompensata”. Cerno ha però smentito: “Non ho nessuna proposta della Rai in questo momento. Vedo molti bravissimi colleghi che ci lavorano. Da ex colleghi dell’Espresso a grandi nomi del giornalismo di ogni parte a cui faccio i miei auguri di migliore risultato possibile e confermo la mia stima totale”. Rumors, infine, su un possibile ridimensionamento dei programmi di Gigi Marzullo, storico intrattenitore della notte targata Rai.

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