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Cronache

Salesi di Ancona, due bambini operati per tumori cerebrali: interventi riusciti e piccoli già a casa

Due bambini di 3 e 8 anni, colpiti da tumori cerebrali profondi, sono stati operati con successo al Salesi di Ancona. Interventi complessi eseguiti dalla neurochirurgia dell’Aou Marche. I piccoli sono a casa e in miglioramento.

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Due interventi delicatissimi in pochi giorni e un risultato che ridà speranza. All’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, all’interno dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, sono stati operati due bambini affetti da patologie neoplastiche cerebrali gravi: una bambina di 3 anni dell’Ascolano e un bambino di 8 anni della provincia di Fermo.

A distanza di poche settimane dalle operazioni, entrambi stanno meglio e sono tornati a casa con i genitori. I quadri clinici restano sotto osservazione, con una lunga fase di monitoraggio terapeutico ancora da affrontare, ma – sottolinea l’Aou – “il peggio sembra passato”.

Una neurochirurgia d’eccellenza e una rete multidisciplinare decisiva

Gli interventi sono stati eseguiti dall’équipe della Divisione di Neurochirurgia, diretta dal dottor Roberto Trignani, che ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra:

“Certi risultati non sarebbero stati possibili senza una rete multidisciplinare impeccabile. Ognuno ha portato la propria competenza senza intralciare il percorso degli altri”.

Le masse tumorali si trovavano al centro del cervello, in una zona molto profonda e complessa da raggiungere. Operare senza provocare danni richiedeva massima precisione.

Trasferimenti urgenti e un percorso coordinato

Entrambi i bambini erano arrivati nei pronto soccorso delle rispettive città prima del trasferimento immediato al Salesi. La struttura ha attivato una vera e propria “macchina multidisciplinare”, coinvolgendo:

  • Neurochirurgia: Roberto Trignani, Michele Luzi, Alessandra Marini, Alessio Iacoangeli

  • Neuropsichiatria Infantile: Carla Marini, Silvia Cappanera, Ida Cursio

  • Anestesia e Rianimazione: Alessandro Simonini, Monica Pizzichini

  • Oncoematologia Pediatrica: Paola Coccia

  • Neuroradiologia Pediatrica: Luana Regnicolo

Il confronto tra specialisti ha permesso di definire ogni dettaglio degli interventi: preparazione, tecniche chirurgiche, gestione del post-operatorio.

Il momento più delicato: parlare con i genitori

Prima dell’ingresso in sala operatoria, fondamentale è stato il colloquio con le famiglie. Ai genitori sono stati illustrati:

  • tutti i passaggi clinici

  • i rischi

  • i benefici

  • le prospettive di recupero

Un’interlocuzione difficile ma indispensabile, soprattutto di fronte a interventi tanto complessi su pazienti così piccoli.

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Cronache

ChatGpt domina il traffico IA in Italia: l’84% degli accessi arriva dal chatbot di OpenAI

Il rapporto Digital 2026 di We Are Social fotografa la rivoluzione digitale italiana: ChatGpt genera l’84% del traffico IA, TikTok è il social più usato e il 95,5% degli italiani accede a Internet da mobile.

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In Italia ChatGpt si conferma la porta d’ingresso principale al web tramite l’intelligenza artificiale. Secondo il nuovo rapporto Digital 2026 dell’agenzia We Are Social, l’84% del traffico generato dalle piattaforme di IA passa proprio dal chatbot di OpenAI, che nel nostro Paese detiene un “dominio assoluto”.

La ricerca online cambia forma: non parte più solo dai motori tradizionali, ma sempre più da conversazioni con l’IA. ChatGpt, in particolare, orienta la navigazione degli utenti e ridisegna le loro abitudini.

Gli altri sistemi di IA restano molto indietro

Il resto del mercato appare fortemente concentrato e distanziato. Dopo ChatGpt si collocano:

  • Microsoft Copilot: 8,55%

  • Perplexity AI: 4,23%

  • Gemini (Google): 2,08%

  • Claude (Anthropic): 0,81%

  • DeepSeek (Cina): 0,28%

Una distanza che conferma il ruolo centrale di ChatGpt nell’ecosistema digitale italiano.

Motori di ricerca tradizionali: Google resta leader assoluto

Sul fronte più classico della ricerca web, Chrome mantiene il primato con il 66,85% del traffico (+2,5% su base annua), seguito da:

  • Safari: 17,51%

  • Edge: 4,28%

  • Firefox: 4,26%

La penetrazione dell’IA non cancella quindi la forza dei browser, ma ne modifica progressivamente le dinamiche.

I social restano il media più utilizzato dagli italiani

Il rapporto evidenzia anche la centralità dei social media nella quotidianità digitale nazionale: l’89,3% degli italiani con più di 16 anni li utilizza settimanalmente.

Sul podio dell’uso quotidiano domina TikTok, con tempi di fruizione significativi:

  • TikTok: 1h 30’ al giorno

  • YouTube: 1h 10’

  • Instagram: 1h 07’

  • WhatsApp: 52 minuti

Internet è mobile: lo usa così il 95,5% degli italiani

Un altro dato chiave: il 95,5% degli utenti accede al web da smartphone, confermando il ruolo dominante dei dispositivi mobili nella vita digitale del Paese.

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Cronache

Un caso che scuote l’Italia: il piccolo Marco, il tumore ignorato e la madre tenuta lontana dal figlio morente

Il piccolo Marco, 9 anni, colpito da un tumore cerebrale ignorato per mesi, è morente in un ospedale veneto. La madre non può vederlo per decisioni giudiziarie contestate. La Garante dell’infanzia chiede chiarezza su ritardi, omissioni e diagnosi controverse.

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

La storia del piccolo Marco, nove anni, ricoverato in condizioni gravissime in un ospedale veneto per un tumore cerebrale al quarto stadio, è diventata in pochi giorni uno dei casi più dolorosi e discussi del Paese. Un intreccio di ritardi diagnostici, decisioni giudiziarie e valutazioni dei servizi che oggi solleva interrogativi pesantissimi.

La madre, Francesca, non può vedere il figlio morente: un divieto legato ai provvedimenti giudiziari che negli ultimi anni hanno portato a due allontanamenti forzati dei bambini dalla donna.

I segnali ignorati e il tumore scambiato per trauma psicologico

Secondo Differenza Donna, la vicenda è il risultato di un “esito disumano”, frutto di decisioni basate sulla contestata nozione di “alienazione parentale”. Per mesi, sintomi gravissimi – vomito, cefalee, svenimenti, problemi visivi – sarebbero stati interpretati come manifestazioni del disagio emotivo creato dalla lontananza dalla madre.

Nel frattempo, il tumore progrediva senza che venissero prescritti esami approfonditi.

Le accuse e le decisioni che hanno cambiato tutto

Francesca, bresciana, incensurata, era stata ritenuta “ostativa” dopo aver denunciato presunti abusi dell’ex sui figli. Denunce che un referto della neuropsichiatria della Aulss3 di Venezia aveva definito “probabili”. Nonostante ciò, nel 2022 e poi nel 2024, i bambini vennero prelevati con la forza, la prima volta con un dispiegamento straordinario di forze dell’ordine e perfino dei vigili del fuoco.

Da allora, ogni sintomo di Marco sarebbe stato attribuito a traumi emotivi, fino alla diagnosi tardiva, arrivata solo nell’ottobre 2025.

La richiesta di verità del Garante dell’infanzia

La Garante nazionale per l’Infanzia, Marina Terragni, è intervenuta con parole dure, chiedendo di verificare:

  • eventuali negligenze mediche,

  • il ruolo e l’efficacia dei servizi sociali,

  • la correttezza dell’intero iter giudiziario,

  • il comportamento del padre, presso il quale i minori risiedono dal luglio 2025.

Terragni ha definito “urgente” consentire alla madre di poter rivedere il figlio.

Le richieste dell’associazione

Differenza Donna ha chiesto:

  • la sospensione immediata delle misure che impediscono i contatti tra madre e figli;

  • un’indagine su omissioni, ritardi e responsabilità;

  • una revisione complessiva delle valutazioni che hanno portato a considerare la donna inidonea, malgrado la gravità del quadro clinico del bambino.

Una vicenda che interroga le istituzioni

Il caso mette sotto accusa un intero sistema: decisioni giudiziarie controverse, diagnosi discutibili, ritardi sanitari e una catena di scelte istituzionali che potrebbero aver impedito al bambino di ricevere cure tempestive e alla madre di stargli accanto.

Un dramma che chiede risposte immediate, responsabilità chiare e – prima di tutto – umanità.

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Cronache

Cuffaro di nuovo agli arresti domiciliari per un’inchiesta su appalti, sanità e concorsi truccati

Totò Cuffaro torna ai domiciliari: l’ex governatore siciliano è indagato per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione in una vasta inchiesta su appalti e sanità in Sicilia.

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Era il 22 gennaio 2011 quando Totò Cuffaro, allora ex presidente della Regione siciliana, entrava a Rebibbia per scontare una condanna definitiva per favoreggiamento alla mafia. Oggi, dopo una parabola che l’aveva riportato in politica con la nuova Democrazia Cristiana, l’ex governatore è di nuovo agli arresti.

Il gip di Palermo Carmen Salustro ha disposto per lui i domiciliari, accogliendo la richiesta della Procura che contesta i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.

Nessun braccialetto elettronico, ma un severo divieto assoluto di comunicare con coindagati e terzi nella pubblica amministrazione o nell’imprenditoria.

L’inchiesta: un comitato d’affari tra appalti e nomine

Secondo gli inquirenti, attorno a Cuffaro si sarebbe costituito un vero e proprio comitato d’affari capace di influenzare appalti pubblici, nomine nella sanità regionale e concorsi.

Sotto esame:

  • la gara ausiliariato dell’Asp di Siracusa;

  • il concorso da 15 posti per operatori socio-sanitari all’azienda Villa Sofia–Cervello.

Un sistema che, secondo gli atti, avrebbe operato con metodi sistematici e coordinati. La misura cautelare era stata richiesta già a novembre e aveva portato Cuffaro a dimettersi da segretario nazionale della Dc, mentre il governatore Renato Schifani aveva escluso dalla giunta i due assessori democristiani.

Le altre misure cautelari

Il gip non ha accolto la richiesta di arresto per il deputato Saverio Romano (Noi Moderati), che parla di “piena fiducia nella magistratura”.
Arresti domiciliari invece per:

  • Roberto Colletti, ex manager di Villa Sofia;

  • Antonio Iacono, responsabile del trauma center.

Obbligo di presentazione per l’ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso, mentre per Mauro Marchese e Marco Dammonescatta anche l’interdizione per un anno da incarichi imprenditoriali e direttivi.

Le reazioni politiche: scontro frontale

Durissime le parole del leader di Azione, Carlo Calenda:

“Non serviva una nuova inchiesta per capire la tempra morale di Cuffaro.
La vera domanda è come sia potuto rientrare in politica dopo una condanna per favoreggiamento mafioso”.

Calenda denuncia il sistema clientelare e afferma che in Sicilia gli elettori sarebbero “costretti” a cedere il voto per ottenere diritti essenziali, proponendo un commissariamento prolungato della Regione.

Da sinistra, Angelo Bonelli (Avs–Europa Verde) attacca frontalmente Schifani:

“Il centrodestra siciliano è nel pieno di una crisi morale senza precedenti.
Chiediamo le dimissioni immediate del presidente Schifani”.

Un nuovo terremoto politico-giudiziario

Il ritorno ai domiciliari di Totò Cuffaro, a quindici anni da Rebibbia, riapre una ferita mai davvero rimarginata nella politica siciliana.

L’inchiesta scuote la Regione, alimenta nuovi scontri e ripropone un interrogativo antico: come è possibile che figure condannate in via definitiva siano tornate al centro dei palazzi del potere?

E, soprattutto, cosa rivelerà il prosieguo delle indagini su un sistema che gli inquirenti ritengono strutturato e radicato?

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