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Conte torna a Castel Volturno: silenzio, tensione e resa dei conti dopo il caos di Bologna

Conte riappare dopo una settimana di silenzio totale: colloqui, tensioni e decisioni in arrivo nello spogliatoio del Napoli. De Laurentiis valuta l’intervento sul mercato di gennaio.

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Tutti lo hanno cercato, nessuno lo ha trovato. Antonio Conte si è dissolto per una settimana, diviso tra le sue due abitazioni, evitando telefonate, messaggi, contatti. Una primula rossa. Dopo il crollo di Bologna, il tecnico del Napoli ha scelto di sparire. Ma oggi torna: allenamento fissato alle 14.30, probabile arrivo in anticipo a Castel Volturno.

Parlerà solo venerdì, alla vigilia della sfida con l’Atalanta. Prima, però, una lunga serie di colloqui interni. Da solo, perché De Laurentiis non sarà presente.

Una settimana anomala, tra riposo e tensione

Il tecnico ha avuto tre giorni di permesso: un break rarissimo, simile a quello che prese Benítez nel 2014. Un segnale della tensione interna esplosa dopo Bologna. Decine di telefonate non ricevute, anche dai fedelissimi.

Il presidente ha scelto una linea morbida: stima pubblica e zero pressioni, pur temendo che nelle parole di Conte si nascondesse la tentazione dell’addio.

Conte, intanto, ha riavvolto il nastro: errori della squadra, errori suoi, analisi del rapporto con una parte del gruppo. E ha inviato un messaggio chiaro ai giocatori rimasti a Castel Volturno: due giorni di doppio allenamento, perché “nulla si tocca”.

Il metodo Conte resta intoccabile

Da quando è arrivato, Conte ha imposto il suo stile: regole ferree, intensità, disciplina, preparazione durissima. Chi viene da Premier o Olanda sa che la comfort zone non esiste.
Molti veterani e nuovi arrivati hanno sussurrato per settimane che la preparazione fosse troppo dura. Conte non intende cambiare: «Se ti sorprende, hai sbagliato a venire».

La spaccatura, però, esiste.

Il faccia a faccia con la squadra è imminente

Conte vuole lavare i panni sporchi davanti a tutti. Ha scelto di aumentare la tensione con la sua assenza, lasciando lo spogliatoio sospeso per giorni. Nessuna mediazione, neppure tramite Oriali.

Il tecnico non cercherà stretta di mano o pace pubblica: si presenterà con una sola arma, la sua: il lavoro.

Punta sugli infortunati in rientro (Gilmour e Spinazzola in panchina con l’Atalanta), e sul recupero di Lukaku entro due settimane per la sfida con la Roma. La convinzione è che la squadra possa risalire.

De Laurentiis prepara la risposta: il mercato di gennaio

Il presidente è pronto a confermare la sua “simbiosi totale” con Conte: sostenere il progetto e intervenire pesantemente sul mercato invernale.

Conte rientra oggi, ma il clima è cambiato. Dopo Bologna, nulla è più come prima. E lui è il primo ad averlo capito.

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Italia ai playoff Mondiali: a Zurigo un altro sorteggio da incubo per gli Azzurri

Azzurri di nuovo ai playoff: domani a Zurigo il sorteggio che deciderà semifinale e possibile finale per accedere al Mondiale 2026. Tra le rivali possibili incubi recenti come Svezia e Macedonia.

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Domani a Zurigo la Nazionale vivrà un’altra giornata sospesa, quasi un rituale che si ripete. Per la terza volta consecutiva, l’Italia aspetterà un sorteggio per conoscere il percorso nei playoff Mondiali, unica via rimasta per provare a entrare dalla porta di servizio nel torneo del 2026.

Una situazione paradossale: mentre Curacao e Haiti hanno già staccato il pass mondiale, gli Azzurri sono fra le 16 squadre europee costrette allo spareggio.

Le possibili rivali in semifinale

L’Italia è in prima fascia. Questo significa che nella semifinale del 26 marzo potrà pescare una fra:

  • Irlanda del Nord

  • Macedonia del Nord

  • Romania

  • Svezia

Tre nomi gestibili, uno che evoca solo fantasmi: la Svezia, considerata la più forte nonostante un girone pessimo. E poi c’è la Macedonia del Nord, la nazionale che ha cancellato il Mondiale 2022 degli Azzurri con quel clamoroso 0-1 a Palermo.
Gattuso e Buffon, presenti a Zurigo, sanno che quella scena non dovrà ripetersi.

Un vantaggio relativo: semifinale in casa

La semifinale l’Italia la giocherà sicuramente in casa. Un buon segnale, ma non una garanzia: Palermo 2022 lo ha insegnato.

L’incognita della finale

Il 31 marzo si giocherà la finalissima playoff. In quel caso l’Italia potrebbe ritrovarsi:

  • contro una nazionale di seconda fascia: Galles, Polonia, Repubblica Ceca o Slovacchia;

  • oppure con una di terza fascia: Albania, Bosnia, Kosovo, Irlanda.

Avversari più strutturati, e con il rischio concreto di dover giocare in trasferta.

Intanto il mondo aspetta il sorteggio dei gironi

Mentre l’Europa si prepara alla sua notte di playoff, le altre 42 nazionali già qualificate attendono il sorteggio del 5 dicembre al Kennedy Center di Washington.
Il Mondiale si giocherà dall’11 giugno in Canada, Stati Uniti e Messico.

Per l’Italia, però, il futuro passa da domani: un’urna che negli ultimi anni ha portato più dolori che sorrisi. Gattuso e Buffon incrociano le dita. E con loro un intero Paese.

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Palladino alla guida dell’Atalanta: “Voglio una squadra da bergamaschi: lavoro, intensità e sacrificio”

Raffaele Palladino si presenta come nuovo tecnico dell’Atalanta: richiama i valori bergamaschi, ringrazia Juric, omaggia Gasperini e rilancia l’obiettivo europeo. Focus su intensità, identità e rendimento offensivo.

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Raffaele Palladino apre il suo ciclo all’Atalanta richiamando il dna del territorio: “Voglio una squadra che rispecchi il lavoro, l’intensità e il sacrificio dei bergamaschi. Sfrontata nell’affrontare i Campioni d’Italia”. A tre giorni dalla trasferta di Napoli, il nuovo tecnico mette subito a fuoco valori e metodo.

L’eredità di Juric e il peso del passato

Palladino ha ringraziato Ivan Juric per aver lasciato un gruppo in ottima condizione fisica e con grande dedizione. Ma l’ombra più grande resta quella di Gian Piero Gasperini: “Mi ha insegnato tanto e qui ha fatto qualcosa di indelebile. Dobbiamo guardare avanti: l’Atalanta frequenta l’Europa da anni e dobbiamo dimostrare di non meritare l’attuale classifica”.

Approccio psicologico e gestione del gruppo

Al suo arrivo ha puntato soprattutto sull’aspetto mentale: “Quando cambia l’allenatore il morale scende. Ho cercato i tasti giusti per ritrovare ciò che s’era un po’ perso”. Per il tecnico, ogni giorno è un test: “Non esistono titolari e riserve”.

L’esperienza all’estero e i modelli di riferimento

Nel periodo sabbatico dopo la Fiorentina, Palladino ha lavorato sul proprio bagaglio tecnico: “Sono stato in Inghilterra, ho imparato la lingua, ho studiato Arsenal e Chelsea. Arteta è il mio preferito”. Un percorso che considera determinante per affrontare il doppio impegno tra campionato e competizioni europee.

Focus sui singoli: fiducia a Scamacca e Lookman

Palladino si sbilancia sui suoi uomini offensivi:

  • Scamacca: “Ha grandi potenzialità. Deve capire che in allenamento si va forte”.

  • Krstovic: valutato alla pari, come possibile alternativa o compagno ideale.

  • Lookman: “Può fare la differenza. Gli ho telefonato, si è presentato molto bene. Deciderà il campo”.

  • Daniel Maldini: “Lo conosco da Monza. Sa cosa voglio e che nel suo ruolo c’è concorrenza”.

Come cambierà l’attacco

Sul piano tattico Palladino conferma la struttura: “La rosa è costruita per il 3-4-2-1 o per un trequartista”. Ma il nodo principale resta la sterilità offensiva che è costata la panchina a Juric: “Voglio gol da tutte le zone del campo. I quinti devono chiudere di più l’azione e dobbiamo riempire meglio l’area”.

Un messaggio chiaro: intensità, coraggio e identità. La nuova Atalanta riparte da qui.

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Curaçao fa la storia: la piccola nazione caraibica si qualifica ai Mondiali 2026

Curaçao diventa il Paese più piccolo di sempre a qualificarsi per i Mondiali 2026 grazie allo 0-0 in Giamaica. Pass iridato anche per Haiti e Panama.

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Curaçao entra nella storia del calcio mondiale qualificandosi per i Mondiali 2026, diventando il Paese più piccolo di sempre a raggiungere la fase finale del torneo. Con una popolazione di appena 156.000 abitanti, la nazionale caraibica ha conquistato il pass grazie allo 0-0 ottenuto a Kingston contro la Giamaica. La squadra ha resistito per tutta la partita agli assalti offensivi dei padroni di casa, soprattutto nel secondo tempo, centrando il punto necessario a chiudere il girone con la qualificazione matematica.

Il ritorno di Haiti dopo 52 anni

La giornata regala un’altra notizia storica: Haiti parteciperà ai Mondiali a 52 anni dall’ultima presenza. La nazionale haitiana ha ottenuto il pass battendo 2-0 il Nicaragua, un risultato che chiude un percorso di qualificazione solido e costante. Per il Paese caraibico si tratta di un traguardo che ha un forte valore sportivo e simbolico.

Panama completa il tris centroamericano

Si qualifica anche Panama, che ha superato El Salvador con un netto 3-0. La nazionale panamense, già protagonista in altre edizioni, conferma la propria crescita nel panorama calcistico della Concacaf, ottenendo un altro accesso alla fase finale grazie a una prestazione convincente e senza sbavature.

Un Mondiale sempre più globale

Con queste qualificazioni, il Mondiale 2026 — ospitato da Stati Uniti, Canada e Messico — si arricchisce di storie sportive simboliche, che confermano la vocazione globale del nuovo format allargato. Curaçao diventa ufficialmente il più piccolo Paese mai qualificato alla Coppa del Mondo, un traguardo che entra nella storia del calcio internazionale.

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