Collegati con noi

In Evidenza

Zingaretti acclamato segretario dice “cambio tutto” e fa votare Gentiloni presidente del Pd

Pubblicato

del

L’incoronazione di Nicola Zingaretti a segretario del Pd avviene in un’assemblea nazionale in cui la nuova maggioranza lo acclama e la minoranza frena i malumori e apre una linea di credito, con la parola d’ordine dell’unita’. “Dobbiamo costruire un partito aperto, plurale, inclusivo – dice Zingaretti nella relazione davanti a un migliaio di delegati a Roma -, dobbiamo cambiare tutto”. Incassa l’elezione di Paolo Gentiloni, 64 anni, a presidente del partito e di Luigi Zanda, 76 anni, a tesoriere. Il riequilibro generazionale e l’apertura agli sconfitti del congresso sono affidati alle vice presidenti Anna Ascani, 31 anni, e Debora Serracchiani, 48.

Tutti, tranne Zingaretti, gia’ protagonisti in vario modo della lunga stagione renziana, che si chiude anche formalmente all’Hotel Ergife in assenza di Matteo Renzi, impegnato in famiglia e che twitta “avanti tutta e buon lavoro a Nicola”. L’unica volta in cui il neo segretario cita l’ex leader e’ per riconoscergli di aver portato il Pd nel Partito socialista europeo. Per il resto il governatore del Lazio mette il “noi” al posto dell'”io”, promette di riportare al centro “la giustizia sociale”, di occuparsi del dramma della poverta’, provocata “negli ultimi 20 anni da un becero liberismo”. Il linguaggio del nuovo leader ‘unto’ dalle primarie con il 66% segna delle differenze col passato. Il riformismo diventa “progressista”, i protagonisti saranno le donne – assicura -, i giovani della ‘generazione verde’ ai quali “spalancare le porte del partito” (“la prossima volta ti aspettiamo in piazza”, gli dira’ una militante dal palco). Partecipazione, ascolto dei territori, ecologismo coniugato allo sviluppo, lavoro al primo posto, welfare, scuola: sono tra i temi forti del discorso di Zingaretti.

La platea applaude soprattutto quando difende le donne “da chi vorrebbe tenerle in casa” e attacca il congresso mondiale delle famiglie filo-leghista in programma a Verona. Il segretario vuole riscrivere “insieme” lo statuto del Pd, ma intanto c’e’ da contrastare “una destra salvinizzata, con M5S complice”; il MoVimento “non rappresenta piu’ le speranze che ha suscitato, ma non e’ detto che i voti torneranno al Pd”. Bisogna combattere “pancia a terra, convincere gli italiani che possiamo costruire un’alternativa per un Paese piu’ felice”. Contro un governo “che sa solo dire ‘ni’ mentre l’Italia e’ ferma”. I primi progressi nei sondaggi sono incoraggianti per il segretario. Sulla lista unica alle Europee bisogna insistere, lo slogan per l’Europarlamento e’ “da Tsipras a Macron” contro i nazional-populisti. E Carlo Calenda entra nella direzione Pd. Dalla minoranza l’unica voce apertamente critica è di Roberto Giachetti, candidato renzianissimo alla segreteria. Esprime dubbi su alleanze e programmi, ma assicura:”saremo leali, non spareremo sui dirigenti come hanno fatto con Renzi”. Piu’ dialogante l’area di Luca Lotti e Lorenzo Guerini, che vota Gentiloni presidente, come Maria Elena Boschi, che pure ha sostenuto Giachetti. Maurizio Martina garantisce di “dare una mano”, all’insegna dell’unita’. Che almeno oggi sembra reale.

Advertisement

Cronache

L’ombra lunga di Fordow: nuovo raid israeliano sul sito nucleare iraniano, dubbi e tensioni dopo lo strike Usa

Nuovo attacco Idf alle vie d’accesso del bunker atomico. L’Aiea conferma danni ma resta l’incertezza sull’efficacia complessiva dell’operazione. Trump esulta, gli esperti frenano.

Pubblicato

del

Israele è tornata a colpire. Dopo lo strike congiunto Usa-Israele che ha devastato impianti strategici del programma atomico iraniano, l’aviazione dello Stato ebraico ha lanciato un nuovo attacco a Fordow, bersagliando le vie d’accesso all’impianto nucleare protetto nella montagna. Un’azione tardiva, secondo molti analisti, rispetto ai giorni che hanno preceduto l’operazione americana, quando decine di mezzi e bulldozer erano al lavoro intorno agli ingressi del sito.

Il nuovo attacco e il dossier ancora aperto

Il bombardamento israeliano – interpretato da più fonti come un tentativo di impedire il recupero dei materiali o mantenere alta la pressione su un obiettivo strategico – suggerisce che la cosiddetta “Operazione Martello di mezzanotte” lanciata da Donald Trump non abbia chiuso il dossier nucleare iraniano. Tutt’altro. La sensazione diffusa è che la partita sia tutt’altro che finita.

L’Aiea: «Danni evidenti ma entità da verificare»

Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha ammesso che l’impianto ha subito danni significativi, ma ha precisato che nemmeno l’Aiea è in grado di stabilirne con esattezza l’entità. Al contrario, per Natanz e Isfahan i danni sono evidenti: immagini satellitari mostrano edifici sventrati da super bombe americane GBU e missili da crociera lanciati dal sottomarino USS Georgia.

L’ottimismo di Trump e i dubbi degli esperti

Il presidente Trump ha parlato di «distruzione totale» e bollato come «fake news» le analisi più caute. Ma molti esperti, tra cui Jeffrey Lewis, esprimono riserve significative. Il punto più critico riguarda la quantità di uranio arricchito realmente presente a Fordow: secondo fonti iraniane sarebbe stato trasferito prima del raid, una versione ritenuta credibile anche da funzionari Usa.

L’ipotesi più realistica è che il materiale sia stato nascosto altrove, forse in un altro sito nei pressi di Natanz, ancora risparmiato dall’operazione “Rising Lion”.

Gli scenari futuri: la bomba è ancora possibile

La comunità degli analisti ritiene che l’Iran possieda almeno 400 kg di uranio arricchito, quantitativo potenzialmente sufficiente per proseguire verso la costruzione dell’arma nucleare, se e quando riceveranno il via libera dalla Guida Suprema, l’ayatollah Khamenei. È questa la lezione centrale che circola nei circoli diplomatici e militari: la guerra può rallentare il programma nucleare iraniano, ma non può fermarlo del tutto.

L’arsenale segreto degli ayatollah e il piano parallelo

Nel mondo dell’intelligence è condivisa da tempo la convinzione dell’esistenza di una “via parallela” al nucleare, gestita da un nucleo ristretto di scienziati e pasdaran, costruita per sfuggire ai controlli internazionali. A conferma di questa ipotesi, vi sono anni di sabotaggi, cyber-attacchi, infiltrazioni e tentativi di forniture tecnologiche manomessecondotte da Israele. Nessuna di queste azioni, però, ha convinto la Repubblica islamica a rinunciare all’opzione atomica.

 

Continua a leggere

Cultura

Addio ad Arnaldo Pomodoro, genio della scultura italiana

Pubblicato

del

Arnaldo Pomodoro (foto Imagoeconomica)  è stato uno degli artisti italiani contemporanei più noti, riconoscibili e apprezzati a livello internazionale. Le sue sculture, a partire dalla celebre Sfera, sono diventate simboli urbani, installate nei luoghi più rappresentativi del mondo: dal Cortile della Pigna dei Musei Vaticani al Palazzo delle Nazioni Unite a New York, fino alla Farnesina a Roma e al lungomare di Pesaro, dove la sua “Sfera Grande” è ormai parte dell’identità cittadina.

Un universo nascosto nel metallo

La sua arte unisce la perfezione esterna del metallo splendente con un cuore di fragilità, mistero e meccanismo interno. Le sue opere – sfere, obelischi, dischi, labirinti – esprimono visivamente quella complessità che Pomodoro stesso sintetizzava in una frase: “L’arte è un labirinto”. Dentro la superficie levigata, si nasconde un universo segnato da fratture, tensioni, architetture nascoste.

Le origini e la formazione

Nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, Pomodoro aveva iniziato gli studi come geometra. Si appassiona presto ai metalli e inizia come orafo. Il trasferimento a Milano nel 1954 segna la svolta: stringe legami con Lucio Fontana e fonda il gruppo Continuità, iniziando a lavorare su forme segniche che superano i confini tra bidimensionale e tridimensionale.

Dal teatro all’arte pubblica

Nel tempo, la sua arte si espande fino a toccare la scenografia teatrale, come per la storica Semiramide di Rossini al Teatro dell’Opera di Roma (1982) o per le Orestiadi di Gibellina nel 1985. Resta memorabile anche il suo lavoro su Edipo Re di Stravinsky a Siena, con una scenografia dominata da un gigantesco occhio. Celebre anche il guanto-scultura per Ornella Vanoni, esempio di commistione tra arte, gioielleria e moda.

Opere simboliche e imponenti

La sua produzione si estende anche a interventi religiosi e istituzionali: tra i tanti, il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998), gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo in collaborazione con Renzo Piano, il Disco Solare donato alla Russia nel 1991, e il cimitero di Urbino. L’ultima grande mostra, nel 2023, è stata realizzata con Fendi al Palazzo della Civiltà Italiana a Roma.

Il ruolo della Fondazione

La Fondazione Arnaldo Pomodoro continuerà il lavoro iniziato dal maestro, come sottolinea la direttrice Carlotta Montebello: “Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”. La Fondazione continuerà a diffondere il suo lascito artistico e intellettuale attraverso mostre, eventi e attività educative.

Il cordoglio delle istituzioni

Numerosi i messaggi istituzionali. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di “un grande vuoto nel mondo dell’arte”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ricordato come “la sua arte ha scolpito l’anima dell’Italia”. Per il ministro della Cultura Alessandro Giuli, “l’Italia perde un protagonista indiscusso della scultura contemporanea”.

Continua a leggere

Esteri

Trump: “L’Iran si è sfogato, ora avanti con la pace”. Nessuna ritorsione americana dopo l’attacco fallito

Il presidente su Truth: “Teheran ha reagito in modo debole, li ringrazio per l’avviso. Nessun ferito”.

Pubblicato

del

Donald Trump ha commentato ufficialmente la reazione dell’Iran all’attacco americano che ha colpito alcuni impianti nucleari di Teheran, definendola “molto debole” e prevedibile. Il presidente degli Stati Uniti, intervenuto sulla sua piattaforma Truth, ha sottolineato come l’offensiva iraniana sia stata “contrastata in modo molto efficace”, con 14 missili intercettati su 13 lanciati, ironizza, e nessun americano ucciso o ferito.

“L’Iran ci ha avvisato: nessuna vita persa, ora pace e armonia”

Nel messaggio pubblicato, Trump ha ringraziato pubblicamente il governo iraniano per aver avvisato in anticipodell’imminente attacco, consentendo così alle forze armate statunitensi di prepararsi e prevenire ogni danno umano. “La cosa più importante è che l’Iran si è sfogato, e, si spera, non ci sarà più odio”, ha scritto il presidente.

Trump ha anche lanciato un segnale all’intera regione: “Forse l’Iran può ora procedere verso la pace e l’armonia. E incoraggerò con entusiasmo Israele a fare lo stesso”.

Nessuna escalation militare: “L’attacco è fallito”

Secondo quanto riportato dal New York Post, un funzionario del Pentagono ha confermato che non è prevista alcuna risposta militare statunitense all’attacco iraniano, definito una “fallita rappresaglia” contro una base americana in Qatar. “Finché le cose resteranno così, il presidente Trump non intende procedere con ulteriori interventi”, ha precisato la fonte militare.

Un segnale che potrebbe indicare una momentanea de-escalation delle tensioni tra Washington e Teheran, in attesa di sviluppi diplomatici o eventuali nuove provocazioni.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto