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Cronache

Yalta 2.0 e il caso Metropole, Salvini farebbe bene a preoccuparsi almeno politicamente

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Da un punto di vista geopolitico oggi si può dire se ci troviamo di fronte  ad una Yalta 2.0 oppure no?
L’accordo di Yalta de facto fino al 1989, 30 anni fa, aveva diviso il mondo in sfere di influenza in modo rigido.
Con la caduta del muro l’area del patto atlantico si era estesa allargando i confini alla parte est dell’Europa entrata quasi tutta nella UE.
Poi con l’avvento di Putin le cose cambiano ed in qualche modo la Russia decide di riprendere, almeno in parte, la propria storica influenza nell’area.
In questo periodo quindi, in cui lo scenario vede una Russia influente ed una Cina forte economicamente, bisogna vedere se quanto stabilito a Yalta, almeno per la parte riguardante il patto Atlantico, ha una sua ragione d’essere.
Ora di sicuro Yalta come era un tempo non esiste più, il mondo in 30 anni comunque ha ridisegnato i confini, e la situazione politica da rigida e definita, è diventata prima liquida ed ora appare in ebollizione con la Turchia in posizione ambigua ad est. Quindi, a mio modesto parere, potremmo trovarci in una sorta di Yalta 2.0 non dichiarata, ma diretta evoluzione di quella del dopoguerra, valevole almeno per gli atlantisti.
Ebbene in questo scenario l’Italia che fa? Ed il cosiddetto caso intercettazioni al Metropole di Mosca che rischi comporta?
A prescindere dallo scambio di denaro eventuale o del finanziamento illecito ai partiti su cui ci sono indagini in corso e su cui non è mia intenzione intervenire, il problema vero è che, da quanto si apprende dai media, sono uscite delle intercettazioni che evidenziano la volontà di posizionare l’Italia al di fuori del patto Atlantico.
Il problema è che queste intercettazioni sono a carico di soggetti considerati a torto o a ragione, non sta a me dirlo, vicini alla Lega.
Il ministro dell’interno Salvini ha quindi di che preoccuparsi su questo punto… L’Italia fuori dal patto Atlantico in questa fase geopolitica descritta sopra gli creerà problemi di natura internazionale dal quale nemmeno l’ampio consenso interno che sfiora il 36% degli elettori lo porrà al riparo.
In questo momento storico l’Italia per come è posizionata geopoliticamente non può stare fuori dall’alleanza atlantica.

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Napoli: dedicata panchina a bambino di quattro anni ucciso da domestico

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Questa mattina e’ stata dedicata una panchina, in Via Foria 109, alla memoria del piccolo Samuele Gargiulo, vittima a soli quattro anni del gesto violento del domestico di famiglia. Una targa lo ricordera’, in questo modo, a tutti i cittadini. “Un bimbo che perde la vita in un modo cosi’ tragico diventa immediatamente figlio della comunita’, dolore collettivo di tutta la citta’, che ha il dovere di proteggere in ogni modo i suoi bambini e di stringersi alla sofferenza della famiglia”, ha dichiarato l’assessore Trapanese. “In questi giorni difficili, dove vediamo coinvolti i minori della nostra citta’ in atti terribili, vittime e carnefici, e’ necessario anche ricordare un evento tragico, e fortificare la memoria di chi e’ stato vittima, per invitare la comunita’ tutta al senso di responsabilita’ e di cura di ciascuno e per non dimenticare”, ha concluso Trapanese. Sono intervenuti il consigliere Comunale Rosario Andreozzi e il consigliere della terza Municipalita’ che ha voluto dal primo momento che l’opera si realizzasse, Salvatore Marino.

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Ragazzo ucciso: legale 17enne, aggressione confermata da video

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

“La versione resa dal minore durante l’interrogatorio in caserma a Torre del Greco è riscontrata dagli atti che stamattina ho potuto visionare: il ragazzo ha subito un’aggressione da parte della vittima, che era in compagnia di altri giovani”. Lo sostiene l’avvocato Luca Raviele, legale del 17enne accusato dell’omicidio volontario di Santo Romano, il 19enne ucciso con un colpo di pistola al petto a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. “Stava nella sua auto – spiega il legale – se ne stava andando, dopo la lite, quando Santo viene ripreso dalle telecamere di un bar mentre gli lancia una pietra. Santo corre verso l’auto seguito dagli amici e ci sono tre testimoni, non amici del minore, che confermano”. Secondo quanto riferisce l’avvocato il 17enne ha inoltre detto agli inquirenti “di avere sparato senza guardare, con l’intento di mettere in fuga i suoi aggressori”. “Non sapeva di avere ucciso il ragazzo – ha detto infine il legale del 17enne – e quando è venuto a conoscenza dell’accaduto ha vomitato”.

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Maresciallo arrestato lascia carcere militare e va a domiciliari

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Lascia il carcere militare e va agli arresti domiciliari il comandante Davide Oddicini, il maresciallo finito in cella per corruzione, concussione, accesso abusivo ad atti coperti da segreto e falso. Il militare era stato arrestato dai colleghi del nucleo investigativo di Genova e sospeso dal servizio.

Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato Andrea Testasecca. Per il gip sussistono i gravi indizi ma i domiciliari appaiono adesso una misura adeguata. Nel frattempo proseguono gli accertamenti degli investigatori, coordinati dalla pm Gabriella Dotto e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sotto la lente sono finiti anche due arresti “dubbi”.

Gli investigatori hanno deciso di approfondire questi due episodi anche dopo le audizioni, come persone informate dei fatti, dei colleghi sottoposti al maresciallo. I carabinieri sentiti hanno spiegato che in alcuni casi era lo stesso Oddicini a redigere personalmente i documenti, pur non avendo assistito alle operazioni, facendoli allontanare dall’ufficio. L’ex comandante, tra le varie contestazioni, ha anche quella di avere falsificato i verbali di arresto di uno straniero.

L’uomo, infatti, era stato accusato di rapina impropria sulla base di verbali che, per l’accusa, sarebbero stati “aggiustati” dal carabiniere. Oddicini si è difeso dicendo di essersi basato sulla testimonianza dei presenti (in quel caso una delle testimoni era la fidanzata). Anche per gli accessi al sistema ha dato una sua spiegazione: la maggior parte erano connessi ad attività di indagine, mentre alcuni li ha fatti perché glielo hanno chiesto alcuni amici.

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