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Esteri

Xi in Arabia Saudita, sul tavolo accordi per 30 miliardi

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Nel giorno in cui è entrata nel vivo la visita ufficiale del presidente cinese Xi Jinping in Arabia Saudita, con la firma di accordi per un valore complessivo di 30 miliardi di dollari, il leader di fatto del gigante petrolifero del Golfo, il principe ereditario Muhammad ben Salman (Mbs) si propone come l’intermediario tra la Cina e i paesi arabi, facilitando incontri tra il presidente cinese con tutti i principali leader mediorientali accorsi per l’occasione a Riad. Gli Stati Uniti non guardano con favore al triplice summit sino-arabo e sino-saudita in corso in Arabia Saudita.

Gli Usa mettono in guardia gli alleati

Anche oggi da Washington hanno messo in guardia dai “tentativi” della Cina per “far crescere la sua influenza nel mondo”, definendo gli obiettivi di Pechino “non favorevoli al mantenimento dell’ordine internazionale basato sulle regole”. Il principe ereditario saudita, che solo pochi mesi fa aveva accolto a Riad il presidente Joe Biden nel bel mezzo di profonde divergenze sulla politica energetica globale, ha ricevuto oggi nel palazzo reale di Yamama il presidente cinese Xi, impegnato nel suo terzo viaggio all’estero da quando la pandemia ha spinto Pechino a imporre rigide misure anti-Covid fortemente contestate in patria.

Le precauzioni anti covid negli incontri

Circondati da membri dei rispettivi entourage con indosso mascherine, Mbs e Xi hanno assistito alla firma di accordi per l’energia pulita e per un piano di “armonizzazione” del programma di “riforme” saudita – Vision 2030 – con quello infrastrutturale cinese (Belt and Road Initiative). Secondo i media di Riad, altri accordi firmati oggi alla presenza di Xi e di Mbs riguardano lo sviluppo di impianti petrolchimici, la costruzione di complessi residenziali all’avanguardia, l’insegnamento del cinese nelle scuole saudite.

Accordi per 30 miliardi di dollari

Stamani i media sauditi avevano annunciato il raggiungimento di altre 34 intese bilaterali, per un valore complessivo di 30 miliardi di dollari, nei settori energetico, tecnologico, informatico, dei trasporti e dell’edilizia. Il presidente cinese è stato in seguito accompagnato dal principe ereditario all’incontro con l’86enne malato re saudita Salman. Xi e Salman hanno messo nero su bianco sotto il testo di un accordo che aggiorna “il partenariato strategico globale” definito già nel 2016, in occasione della precedente visita di Xi a Riad.

“Ricordo ancora molto bene la mia ultima visita”, ha detto Xi citato dai media di Pechino. “Sono molto lieto di visitare di nuovo l’Arabia Saudita”, definita dal presidente cinese “una forza importante in un mondo multipolare”. Nel pomeriggio sono cominciati ad arrivare a Riad i leader arabi invitati da Mbs a partecipare domattina al vertice sino-arabo.

Il presidente egiziano Abdel Fattah Sisi è stato tra i primi a giungere in Arabia Saudita, assieme al presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) e al collega sudanese Abdel Fattah Burhan. In serata sono attesi il premier iracheno Muhammad Sudani, il collega libanese Najib Miqati, il presidente tunisi Kais Saied e il premier del Marocco Aziz Akhannouch. La visita di Xi culminerà domani pomeriggio col terzo summit, dedicato all’incontro tra il leader cinese e i rappresentanti dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, l’alleanza filo-saudita di cui fanno parte Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait e Oman.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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