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Weinstein, cade l’accusa di stupro, ma rischia 25 anni

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Gia’ condannato a Los Angeles a 16 anni di prigione, Harvey Weinstein ne rischia ora altri 25 per aver aggredito sessualmente la ex assistente di Project Runway Miriam Haley. Questo l’esito del movimentato secondo processo a New York contro l’ex re di Hollywood che oggi si è chiuso con l’annullamento di una delle tre imputazioni – quella per stupro – dopo che il capo dei giurati, sentendosi minacciato da un altro membro del pool, si è rifiutato di rientrare in camera di consiglio.

“Ho paura, non posso rientrare”, ha detto il capo della giuria inducendo il giudice Curtis Farber ad annullare il processo per la parte relativa all’accusa dell’aspirante attrice Jessica Mann rimasta in sospeso ieri dopo che lo stesso Farber aveva mandato a casa i giurati a causa delle forti tensioni emerse all’interno della camera di consiglio. Ieri la giuria aveva trovato accordo sulle prime due imputazioni per aggressione sessuale: Weinstein era stato giudicato colpevole per l’accusa della Haley e non colpevole per quella della modella polacca Kaja Sokola. Piu’ complesso il caso della Mann che aveva raccontato in aula di aver avuto una relazione complicata con Weinstein, fatta di coercizione e paura, ma in parte consensuale.

La natura ambigua del rapporto era stata oggetto di particolare attenzione da parte della difesa e la giuria aveva chiesto più volte di riascoltare la testimonianza nei cinque giorni di deliberazioni. Il processo e’ il secondo che coinvolge Weinstein a New York. Il primo, nel 2020, si era chiuso con una condanna a 23 anni annullata l’anno scorso in appello per vizio di forma: il giudice di allora, James Burke aveva chiamato a deporre donne le cui accuse non erano parte delle incriminazioni nei confronti di Weinstein. L’ex re di Hollywood ha in corso un appello per contestare anche la condanna a Los Angeles: ad accusarlo di averla aggredita in un albergo di Beverly Hills nei giorni del Festival Los Angeles Italia era stata l’ex attrice e modella russa Evgeniya Chernyshova. E’ dal 2015, quando lo denuncio’ la modella filippina-italiana Ambra Battilana Gutierrez, che Weinstein e’ nel mirino della magistratura anche se solo tre anni dopo, in seguito a scoop paralleli del New York Times e del New Yorker, le accuse contro di lui sono arrivate a massa critica.

Sulla spinta di decine di attrici e aspiranti tali uscite allo scoperto – il neonato movimento #MeToo – l’ex boss della Miramax fu incriminato per l’aggressione della Mann in un albergo di Manhattan nel 2013. Si aggiunsero altre accusatrici e altri capi di imputazione e nel marzo 2020 l’allora 68enne Weinstein fu condannato a passare 23 anni dietro le sbarre: praticamente il carcere a vita per un uomo anziano con gravi problemi di salute.

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Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

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Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

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Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


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Abu Mazen: Hamas rilasci gli ostaggi e consegni le armi all’Anp

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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani che ancora detiene e a consegnare le armi alla stessa Anp, sottolineando che il gruppo islamista “non governerà la Striscia di Gaza” dopo la fine della guerra in corso con Israele. Lo riportano l’agenzia di stampa palestinese Wafa e i media dello Stato ebraico. In un incontro ad Amman con l’ex primo ministro britannico Tony Blair, Abbas ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Abu Mazen è tornato a chiedere anche che all’Anp venga concesso il controllo della Striscia di Gaza, un’idea a lungo respinta da Israele.

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