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Wanda Nara minaccia rotture, Icardi dice che non firma e l’Inter a breve sgancerà più soldi per l’ingaggio del capitano nerazzurro

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Rapporti tesi tra Mauro Icardi e l’Inter. Il capitano nerazzurro, uscendo allo scoperto sul tema del rinnovo del contratto (attualmente da 4,5 milioni netti annui con scadenza al 2021), si schiera accanto alla moglie nello scontro. Una reazione forte, tra una stilettata alla stampa e una alla società, che alza ancora di piu’ la temperatura di un caso gia’ decisamente rovente. Nonostante in serata l’ad Beppe Marotta abbia provato a gettare acqua sul fuoco: ”I tifosi possono stare tranquilli”, le parole del dirigente dopo un summit in sede. Concetto ribadito anche dal presidente Steven Zhang: ”Parleremo presto con Icardi del suo contratto. E’ il nostro capitano, e’ un giocatore molto professionale e con lui e’ tutto ok”. Un tentativo di calmare la situazione, dopo l’intervento di Icardi dal suo account Instagram, in cui ha smentito innanzitutto la volonta’ di cambiare agente, appoggiando la moglie: ”Come si fa a scrivere queste ca…ate. Sono molto felice e soddisfatto del lavoro svolto insieme, sara’ lei a curare i miei e i nostri interessi fino a fine carriera”. Poi ha messo nel mirino il club: ”Il mio rinnovo avverra’ nel momento in cui l’Inter mi sottoporra’ un’offerta corretta e concreta. Solo allora si potra’ parlare di rinnovo con verita’, eludendo le menzogne gratuite che ad oggi vengono diffuse”.

Wanda Nara e Maurito Icardi. Se la ridono e vogliono un ingaggio che passi da 4,5 milioni a 8 milioni annui per il capitano nerazzurro

Parole chiare e che sottolineano quanto gia’ evidente: Icardi e il suo entourage vogliono cifre da top player (da 8 milioni annui a salire fino a 10), che finora non sono state proposte dalla societa’. Una reazione forse dettata anche dal nervosismo per la multa (secondo indiscrezioni da 100mila euro, seppur la cifra non sia confermata da fonti ufficiali) che gli e’ stata comminata dopo il ritardo al rientro agli allenamenti. Sta di fatto che in societa’, nonostante le parole dei massimi dirigenti, rimane un certo fastidio per quanto avvenuto negli ultimi giorni: in fondo da un capitano ci si aspetta un comportamento diverso, soprattutto fuori dal campo. Una situazione che dovrebbe essere comunque affrontata in un incontro chiarificatore tra i dirigenti e l’entourage di Icardi fissato per la prossima settimana. Intanto la sfida col Sassuolo non sara’ interamente a porte chiuse: la societa’ nerazzurra ha ricevuto l’ok dalla Figc all’apertura a bambini e ragazzi del primo anello di San Siro. Dopo la squalifica decisa dal giudice sportivo per gli episodi di Inter-Napoli, e’ arrivato il via libera da parte del presidente Gravina alla richiesta effettuata dal club pochi giorni fa.

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Luna Rossa sconfitta, in America’s Cup va Ineos

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Luna Rossa è stata sconfitta nell’undicesima regata della finale della Louis Vuitton Cup, concedendo a Ineos Britannia (foto imagoeconomica) il punto decisivo del 7-4, per la vittoria nella Louis Vuitton Cup. Saranno dunque gli inglesi a contendere l’ America’s Cup ai detentori di Team New Zealand.

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Addio a Lea Pericoli, la ‘Divina’ del tennis italiano

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Il tennis italiano dice addio a Lea Pericoli, la Divina. Così l’aveva soprannominata Gianni Clerici, per l’eleganza che emanava in campo e nella vita. E ancor più oggi, nel giorno del lutto per la sua morte a 89 anni, riaffiora il ricordo delle sue tenute, un inno a grazia e bellezza: gonnelline in piume di struzzo, visone, petali di fiori. Capi firmati, che spesso meritavano la prima pagina quanto i successi sportivi. Ma con la racchetta tra le mani Lea si trasformava. Pioniera del tennis moderno non solo nell’abbigliamento, diventava tenace e combattiva. Nata il 22 marzo 1935 a Milano, era però cresciuta in Etiopia, dove si era trasferita a due anni con la mamma Jole, al seguito di papà Filippo, in Africa per lavoro.

E ad Addis Abeba aveva scoperto il tennis, su un campo fatto costruire dal padre. Tornata in Italia, lo sport non era la sua unica attività: lavorava come segretaria in una ditta di import-export a Milano. Nel suo palmares 27 titoli vinti ai Campionati italiani. Per ben quattro volte negli ottavi di finale nel singolare al Roland Garros, è poi arrivata in semifinale nel doppio e nel doppio misto. A Wimbledon per tre volte è entrata negli ottavi nel singolare, due volte nel doppio misto e una volta nei quarti nel doppio. Si era ritirata a 40 anni, dopo essere stata per un ventennio regina del tennis in Italia, alla cui diffusione e popolarità ha contribuito più di chiunque altro.

Lasciata la racchetta per la penna ed il microfono, aveva confermato la sua classe innata in ambito giornalistico segnalandosi per competenza, professionalità e buon gusto. In tv fu la prima donna a commentare una partita di tennis su Telemontecarlo. E scrisse per ‘Il Giornale’, dopo essere stata scoperta da Indro Montanelli. Appassionata giocatrice di golf, non va dimenticato il ruolo di testimonial nella lotta al cancro, nel quale l’aveva coinvolta Umberto Veronesi: malattia che aveva vissuto sulla propria pelle, e battuto. Nel 1973, sei mesi dopo l’operazione per un carcinoma, riconquistò il titolo italiano. Pericoli fu protagonista, tra gli anni ’55 e ’75, di un tennis ben lontano dai premi milionari di oggi, dove al massimo si poteva aspirare ad un invito e il viaggio pagato.

“Ma c’era tanta allegria, tanta voglia di vivere, di vincere e battere pure la fame” aveva ricordato in occasione degli 80 anni. E poi le sue famose tenute. Non negava di aver acquisito notorietà anche grazie a questi vestiti molto particolari, stravaganti. Consapevole, però, che non bisognava esagerare, soprattutto contro avversarie molto forti, “come Billie Jean King”, raccontava, perché “se perdi con un vestito un po’ ose’ la stampa ti crocifigge”. Alcune sue ‘mises’, disegnate dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra.

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Europa League: Lazio forza 4, Nizza battuto sotto il diluvio

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La Lazio concede il bis e, dopo aver avuto la meglio sulla Dinamo Kiev all’esordio, nella seconda giornata dell’Europa League si sbarazza anche del Nizza con un netto 4-1 che consente ai biancocelesti di salire a quota 6 punti. Sotto il diluvio che si abbatte sull’Olimpico gli uomini di Baroni dimostrano di essere più forti andando subito avanti con Castellanos e Pedro – dopo aver colpito due pali con l’argentino e con Vecino – e poi, ancora con il numero 11, a chiudere la pratica dopo dieci minuti dall’avvio della ripresa prima che Zaccagni cali il poker dal dischetto. Baroni opta per il turnover cambiando 8 titolari rispetto alla vittoria di Torino mentre il Nizza si affida ai guizzi dell’ex Sassuolo Boga e Bouanani per innescare Moukoko. I ritmi sono subiti alti, soprattutto per merito della Lazio.

Che mette subito in mostra quelli che saranno i protagonisti assoluti, Castellanos e Pedro. E’ proprio l’argentino a scaldarsi per primo con un colpo di testa che colpisce il palo. Appena dopo è Vecino ad andare vicino alla rete del vantaggio con un destro, deviato, che colpisce la parte alta della traversa. Si capisce che il gol è nell’aria e arriva puntuale dopo 20 giri d’orologio grazie all’ex Barcellona, bravo a trovare il varco giusto con il sinistro che tocca la traversa prima di gonfiare la rete. A legittimare il predominio laziale ci pensa poco dopo l’altro grande protagonista della serata, Castellanos, che, nel giorno del suo compleanno, si concede il regalo più atteso, il primo gol con la Lazio in Europa. Il suo tocco sotto, dopo l’assist al bacio di Pedro, beffa Bulka e vale il raddoppio biancoceleste.

Il vantaggio fa arretrare la Lazio, che però accusa qualche calo di tensione, come avviene in occasione del gol di Boga, lasciato solo dopo un uno-due, e libero di battere Mandas per la rete che riapre un match pronto ad andare in soffitta già all’intervallo. Al rientro in campo Baroni lancia Rovella e Zaccagni, ma il protagonista è sempre Castellanos che si regala la doppietta insaccando di destro all’incrocio dei pali la rete che vale il tris. La Lazio non si ferma, Castellanos è scatenato e si conquista anche il rigore per la tripletta personale, facendosi stendere dal portiere Bulka in uscita. L’argentino prende il pallone in mano, ma sul dischetto, dopo un breve conciliabolo, si presenta Zaccagni che insacca il poker mandando in archivio il match con mezz’ora di anticipo – anche a causa di un campo ai limiti della praticabilità – e proiettando i biancocelesti a punteggio pieno dopo due giornate di Europa League.

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