Collegati con noi

Politica

Voto per la presidenza Rai, la maggioranza prende tempo

Pubblicato

del

Nulla di fatto in ufficio di presidenza sulla convocazione della riunione della Commissione di Vigilanza per la votazione di Simona Agnes alla presidenza Rai. Di fronte alla richiesta dell’opposizione di calendarizzare in tempi brevi l’appuntamento, la maggioranza ha chiesto di avere più tempo e ha spinto la presidente della bicamerale Barbara Floridia a convocare per domani mattina una riunione plenaria dove si prenderà la decisione.

Sono stati in particolare il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, e quello di Forza Italia, Roberto Rosso, ad insistere su questa linea, mentre Lega e Noi Moderati non hanno mosso particolari obiezioni. Non è un caso, perché lo sponsor principale di Agnes è proprio il partito guidato da Antonio Tajani ed al momento non c’è un accordo con la minoranza, o parte di questa, per arrivare alla ratifica dell’incarico, che richiede i due terzi delle preferenze. Alla maggioranza mancano almeno due voti sui 28 necessari e l’opposizione ha già reso noto che intende non partecipare alla votazione per evitare il rischio dei franchi tiratori. Floridia ha proposto senza successo alcune date ravvicinate per la convocazione, tra questa sera e i prossimi giorni. “Nell’ufficio di presidenza di questa mattina ho preso atto della impossibilità di stabilire oggi una data per il voto sulla presidente della Rai a causa del diniego di alcune forze di maggioranza – afferma -. Ho quindi convocato per domani mattina alle 8 la commissione di vigilanza in plenaria affinché si decida in quella sede la data del voto. Ove ciò non avvenisse, calendarizzerò il voto entro venerdì, come previsto dal regolamento”.

Forza Italia sostiene che non c’è alcun intento ostruzionistico. “Abbiamo aperto un ponte con l’opposizione avviando la discussione sulla riforma della governance Rai e dato la nostra disponibilità a partecipare agli stati generali sull’informazione – spiega Rosso -. A fronte di questo, ci sembra opportuno avere più tempo per provare ad instaurare un dialogo con l’opposizione anche sulla presidenza della Rai, visto che al momento, con l’annuncio della minoranza di voler uscire dall’aula, questo dialogo non c’è”. L’opposizione teme, invece, che si vogliano dilatare i tempi per provare a trovare i voti mancanti, eventualmente barattando qualche poltrona in Rai. Sul piatto ci sono, infatti, le nomine alle testate che arriveranno, probabilmente a novembre, sul tavolo del cda. In particolare, oltre a Rainews, Tgr e Rai Sport che presumibilmente resteranno nell’ambito della maggioranza, è da assegnare la guida del Tg3 dopo l’uscita di Mario Orfeo in direzione Repubblica.

I Cinque Stelle vengono dati favoriti, con l’approdo di Bruno Luverà o Senio Bonini, ma la partita è tutta da giocare e non mancano nomi di area Pd. I dem si sono chiamati fuori dal voto per i consiglieri, ma la spaccatura ha già creato molti malumori nella minoranza e solo ieri Carlo Calenda ha parlato di “figura da imbecilli”. I Cinque Stelle hanno assicurato che non parteciperanno al voto, ma la maggioranza, Forza Italia in primis, spera che questa linea possa cambiare, trovando così un appoggio da parte loro o dei due renziani in commissione, eventualmente al secondo tentativo di votazione per Agnes che potrebbe avvenire dopo il voto in Liguria.

Nella maggioranza c’è chi preme, però, per l’allargamento del dialogo anche al Pd con la scelta per la presidenza di un nome di garanzia, come ad esempio Giovanni Minoli. Da Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli respinge le illazioni su un dialogo con M5s in chiave Rai. “Noi lavoriamo per le istituzioni – afferma -. Certo poi speriamo che a un certo punto l’opposizione inizi a pensare anche all’Italia e non alle loro divisioni interne. Il problema è tutto lì: che non riescono a trovare una sintesi tra di loro”.

Advertisement
Continua a leggere

In Evidenza

Campania, scoppia il caso Patriarca in FI: la segretaria provinciale lascia in polemica con Martusciello

Pubblicato

del

La situazione all’interno di Forza Italia in Campania è tesa e complicata. Se il centrosinistra vive già una fase di scontro tra il Partito Democratico e Vincenzo De Luca riguardo al terzo mandato per le regionali del prossimo anno, anche nel centrodestra ci sono segnali di disaccordo. In particolare, le recenti dimissioni di Annarita Patriarca da segretario provinciale di Napoli hanno generato un’ondata di discussioni e tensioni.

Le dimissioni di Patriarca: una scelta dolorosa per la deputata

La deputata Annarita Patriarca ha presentato le sue dimissioni il 5 novembre con una lettera indirizzata ad Antonio Tajani, leader di Forza Italia, e a Fulvio Martusciello, coordinatore regionale campano. Nella sua missiva, Patriarca spiega le motivazioni della sua scelta, specificando che non si tratta di una rottura con il partito, al quale si sente ancora legata per ideali e valori. “Le ragioni sottese a tale dolorosa scelta – spiega Patriarca – non riguardano assolutamente la nostra adesione al partito, piuttosto un’impossibilità oggettiva di svolgere il nostro ruolo con serenità e condivisione”.

Secondo Patriarca, il clima all’interno del partito sarebbe segnato da posizioni preconcette e fughe in avanti non condivise, situazioni che avrebbero minato la credibilità del partito stesso e dei suoi quadri dirigenti. “Il partito non ragiona al plurale confrontandosi, ma crea microsistemi,” denuncia la deputata, evidenziando come questo atteggiamento limiti la crescita e l’inclusività del partito.

Fulvio Martusciello. Europarlamentare e coordinatore regionale campano di Forza Italia (foto Imagoeconomica)

 

Le dimissioni di massa: un segnale forte al partito

Con Patriarca, hanno lasciato anche sette membri della dirigenza provinciale: i tre vicesegretari Raffale Barone, Francesco Pinto e Luigi Renzi, insieme ai responsabili Gaetano Cimmino (Enti Locali), Katia Iorio (Formazione), Gennaro Giustino (Organizzazione) e Angela Procida (Politiche Giovanili, Sport e Politiche Sociali).

Nella lettera di dimissioni, gli esponenti forzisti ribadiscono che “in queste condizioni non potremo svolgere il ruolo a cui siamo chiamati dai nostri elettori”. Tuttavia, chiariscono di non voler dare risonanza mediatica alla vicenda, definendola una questione interna finalizzata a determinare un’inversione di marcia per la crescita di Forza Italia nei territori.

La gestione di Martusciello e l’intervento di Tajani

Le dimissioni sembrano essere una forma di protesta contro la gestione di Fulvio Martusciello, europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia in Campania. Il malcontento sembra essere esploso con la nomina del senatore Francesco Silvestro, vicino a Martusciello, come commissario di Forza Italia nella provincia di Napoli, una risposta immediata alle dimissioni di massa.

Da settimane, Martusciello ha manifestato interesse per la candidatura a governatore della Campania. Tuttavia, all’interno del centrodestra, altri nomi sono stati discussi per la presidenza della Regione, come il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri, e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (quota Lega). Inoltre, è emerso anche il nome di Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria, preferito da alcuni esponenti di Forza Italia nel caso di una scelta civica.

Forza Italia in Campania: un futuro incerto

Queste dimissioni sono un chiaro segnale delle difficoltà interne di Forza Italia in Campania. Patriarca e i suoi colleghi, pur rimanendo nel partito, chiedono un cambiamento di rotta e attendono l’intervento di Tajani per affrontare la situazione. Il futuro del partito nella regione dipenderà da come la leadership gestirà queste tensioni e se riuscirà a ricostruire l’unità in vista delle prossime sfide elettorali.

Continua a leggere

In Evidenza

De Luca: rifiuti un ricordo, oggi siamo regione ambientalista

Pubblicato

del

Il lavoro fatto per la rimozione delle ecoballe e per rendere balneabili le acque inquinate della Campania al centro dell’intervento del presidente della Regione CampaniaVincenzo De Luca (foto Imagoeconomica in evidenza), ospite della 27esima edizione di Ecomondo, gli Stati Generali della Green Economy, in corso alla fiera di Rimini. Risultati che lo portano a definire la Campania come “la regione più ambientalista e controllata di tutto il territorio”. “Fatemi dire come premessa – ha esordito il governatore campano – che la Campania era nota per il ciclo dei rifiuti e per l’inquinamento delle acque, argomenti che sono scomparsi. Per anni siamo comparsi sui giornali internazionali per le ecoballe, 4 milioni e 300 mila, per il mare inquinato e per la Terra dei Fuochi, argomenti che ora sono scomparsi. Un risultato di cui essere orgogliosi, oggi la Regione Campania è la regione più ambientalista e controllata di tutto il territorio. Partiamo da un risultato importante che ci incoraggia ad andare avanti”.

De Luca ha citato i risultati ottenuti in varie località campane oggetto di bonifica. “Siamo riusciti a fare il bagno a Castellammare – ha ricordato – dove ora c’è un mare pulito, e stiamo completando i lavori di collettamento della rete fognaria di Torre del Greco. Avremo tutto il Golfo di Napolibalneabile, un miracolo cui nessuno avrebbe creduto. Dietro queste cose – ha sottolineato – c’è la fatica, la concentrazione sul lavoro. Abbiamo fatto un lavoro importante, ora è in atto una accelerazione per disinquinare tutto il bacino del Sarno ma ormai la via è tracciata”. Il governatore campano ha ricordato la collaborazione ricevuta dal Governo Renzi in materia di rifiuti: “Mezzo miliardo dal governo per le ecoballe fu un atto di coraggio considerata la forza della Lega a quei tempi.

Ora stiamo lavorando per svuotare le discariche e recuperare spazi in quelle esistenti senza ricorrere a nuove discariche o a nuovi impianti termovalorizzatori, programma che sarà completato in un anno e mezzo, due. Oggi – ha proseguito De Luca – possiamo dedicarci al ciclo delle acque perché abbiamo risolto il problema rifiuti e siamo nelle condizioni di dire a Bruxelles togliete di mezzo l’ultimo terzo della sanzione europea da 40 mila euro al giorno”. “Non siamo per la guerra Nord-Sud – ha chiarito il presidente della Campania – ma per l’unità d’Italia sulla nostra linea che è burocrazia zero”. De Luca, infine, ha ricordato la collaborazione con Ibm sul fronte dei computer quantistici per una struttura al servizio delle imprese e delle istituzioni: “Senza computer quantistici saremmo fuori mercato – ha rilevato – e poi ci stiamo preparando sulla cyber security, argomento su cui siamo regione all’avanguardia in Italia”.

Continua a leggere

Politica

Camera, voto nel weekend per dl flussi e separazione carriere

Pubblicato

del

Nel weekend del 16-17 novembre, ‘tour de force’ alla Camera sul decreto Flussi, in tandem con la riforma costituzionale della separazione delle carriere. La Commissione Affari Costituzionali è convocata per tutta la prossima settimana, compresi sabato e domenica, dalle 10. Complice, l’alto numero di emendamenti proposti – 303 sulla norma che disciplina l’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia e 262 alla riforma della giustizia – si è deciso di intensificare le votazioni. Nel decreto flussi (che introduce anche norme sulla tutela delle vittime di caporalato e la gestione della protezione internazionale) è confluito il cosiddetto decreto ‘Paesi sicuri’, assegnato al Senato e di fatto in standby tra le proteste delle opposizioni. Il governo ha infatti presentato un proprio emendamento al dl Flussi, che ricalca interamente il testo dell’altro provvedimento. Alla Camera la maratona parlamentare è dettata anche dal pressing attuato dalla maggioranza per l’approdo in aula: il decreto flussi è atteso il 21 novembre, la separazione delle carriere il 26. Per non parlare della riforma della Corte dei Conti, altro provvedimento all’esame della Commissione guidata da Nazario Pagano (FI), e atteso all’esame dell’Aula il 29 novembre.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto