Sicurezza, energia, migranti: è un’offensiva a tre punte quella che l’Unione Europa tenta sui Balcani Occidentali. L’avversario è sempre lo stesso. O meglio, gli stessi: Mosca e Pechino. Al vertice di Tirana si è celebrata, innanzitutto, l’amicizia tra l’Unione e il suo vicino orientale. E nella dichiarazione finale è stato confermato “l’impegno inequivocabile” di Bruxelles ad accompagnare il percorso di adesione della regione. Un impegno che le istituzioni europee vogliono reciproco. “I Balcani Occidentali devono decidere da che parte stare: dalla parte della democrazia, e questa è l’Ue, amica e partner. O se vogliono prendere una strada diversa”, ha scandito la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La strada, tuttavia, resta in salita.
Secondo i media serbi il premier Aleksandar Vucic non avrebbe firmato la Dichiarazione di Tirana. “Hanno firmato tutti, questo sappiamo da fonti ufficiali”, ha tagliato corto il portavoce del Consiglio Ue Barend Leyts. Di certo, la partecipazione di Vucic al summit è stata in dubbio fino all’ultimo e le schermaglie tra Serbia e Kosovo non sono mancate neppure nella capitale albanese. “Partecipare è una buona opportunità per proteggere gli interessi della Serbia”, ha affermato Vucic arrivando a Tirana. “Lui è la continuazione della mentalità che esisteva in Serbia negli anni Novanta ed è precisamente questa mentalità che ha portato alla guerra”, ha attaccato la presidente del Kosovo Vjosa Osmani.
Ma c’è un altro punto sul quale le frizioni tra Ue e Serbia non sembrano essere state arginate: l’allineamento di Belgrado alla politica estera comunitaria e, in particolare, alle sanzioni anti-russe. Nonostante tutto, Bruxelles è decisa ad accelerare sull’adesione dei Balcani Occidentali. Albania e Macedonia del Nord hanno avviato i negoziati per la membership, mentre al Consiglio europeo di dicembre potrebbe arrivare il via libera allo status di candidato per la Bosnia-Erzegovina. Nel frattempo Bruxelles non vuole assolutamente che la regione esca dalla sua orbita. “Sono tempi di sconvolgimenti, ma siamo tutti lucidi sul momento che stiamo vivendo. Ue e Balcani occidentali stanno guardando nella stessa direzione”, ha spiegato il presidente del Consiglio Charles Michel. “Dobbiamo gestire assieme il dossier immigrazione, potete contare su di noi”, ha assicurato von der Leyen.
E nella Dichiarazione di Tirana viene anche ribadito l’aiuto europeo sull’energia: un miliardo di euro in sovvenzioni che possono portare a 2,5 miliardi di investimenti più l’apertura ai Balcani ad unirsi alla piattaforma di acquisti comuni di gas. A Tirana è stata inoltre siglata un’intesa di cooperazione per abbassare, dall’ottobre dell’anno prossimo, le tariffe del roaming sulla connessione dati. “Un modo per favorire affari e turismo”, ha chiosato von der Leyen. Certo, ai Paesi aspiranti membri verrà chiesto, da qui ai prossimi mesi, di fare i compiti a casa. “E noi li faremo”, ha assicurato Edi Rama. Un vero e proprio show quello del premier albanese padrone di casa, tra battute e complimenti ai vertici europei: “Le differenze tra i Balcani e l’Europa? I primi sono rock ‘n roll, l’altra è sinfonia…”.