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Cronache

Viviana Parisi, il legale del marito: è distrutto, ha fiducia nella magistratura

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“Da quando c’e’ stato questo maledetto virus, Viviana era molto turbata. E’ stata anche ricoverata. Ma era dolcissima, brava e non lasciava mai il bambino, Gioele. Non lo abbandonava mai. Non lo dava a nessuno nemmeno a mia moglie. E’ stata tre mesi a a casa con noi con il bambino”. Lo ha detto Letterio Mondello suocero di Viviana Parisi, 43 anni trovata morta nelle campagne di Caronia sabato scorso. “Non so come spiegare che sia stata a Sant’Agata di Militello – aggiunge – forse per fare rifornimento e comprare le sigarette, ma non conosceva nessuno li'” . “Non ho paura che mio figlio Daniele venga coinvolto nelle indagini – sottolinea Letterio Mondello – perche’ non ha fatto niente. E’ una bravissima persona, e ora sta malissimo” dice Letterio Mondello. Che poi aggiunge:

“Io ho un’idea di questa vicenda, ma non dico niente. Viviana era una ragazza dolcissima che andava d’accordo con il marito e lui altrettanto con lei. Non fuggiva da nessuno”

“La signora aveva dei problemi, ma non voglio lasciare dichiarazioni sul suo stato di salute. Sembra che il periodo del Covid l’abbia profondamente sconvolta” ha detto l’avvocato Pietro Venuti, legale di Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi, all’ospedale Papardo di Messina, mentre e’ in corso l’autopsia sulla dj. “Anche il marito – ha aggiunto il penalista – vuole sapere la verita’ come tutti. Lui e’ distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non e’ stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti. Il fatto che la donna ha camminato tanto dopo l’incidente e non e’ scattato subito un accertamento. E’ stata trovata in un posto che era gia’ stata battuto nei giorni precedenti. E non sappiamo se l’incidente e’ avvenuto prima o dopo la scomparsa del bambino”. Sull’appello a “parlare” del procuratore di Patti a “chiunque abbia visto qualcosa utile alle indagini”, l’avvocato commenta che “ci sono tanti punti oscuri, ma noi – aggiunge il penalista – abbiamo fiducia sugli inquirenti. Adesso aspettiamo esito dell’autopsia”.

Autopsia, testimonianze e video. Sono le strade seguite dalla Procura di Patti per fare luce sulla morte della dj Viviana Parisi, il cui corpo e’ stato trovato tre giorni fa nelle campagne di Caronia, a cinque giorni dalla scomparsa con il figlio Gioele di quattro anni, che non e’ stato ancora trovato, con le ricerche che non si sono mai fermate. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e sequestro di persona, ma senza indagati. Per il procuratore Angelo Cavallo tutte le piste sono aperte e non ci sono al momento ipotesi privilegiate. L’autopsia, cominciata dopo le 18 nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina, ha visto la partecipazione anche di un entomologo forense, Stefano Vanin, che e’ un esperto dei cicli vitali degli insetti: l’obiettivo e’ capire data e orario della morte. I periti nominati dal magistrato, comprese la professoressa Elena Ventura Spagnolo e la dottoressa Daniela Sapienza, consegneranno la loro relazione entro 60 giorni, ma una prima anticipazione degli esiti potrebbe arrivare gia’ nella notte o domani mattina. Presente all’autopsia anche una consulente di parte, la dottoressa Pina Certo, nominata dal marito della vittima, Daniele Mondello, che nell’inchiesta e’ parte lesa ed e’ assistito da due legali, gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello. “La signora aveva dei problemi”, ha sottolineato l’avvocato Venuti, senza pero’ entrare nello specifico. “Anche il marito – ha aggiunto il penalista – vuole sapere la verita’ come tutti. Lui e’ distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non e’ stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti, ma noi abbiamo fiducia nella magistratura”. Il suocero della dj, Letterio Mondello, ha confermato che “da quando c’e’ stato questo maledetto virus, Viviana era molto turbata”, tanto che “e’ stata anche ricoverata”, ma “era dolcissima, brava e non lasciava mai il bambino”. “Non ho paura che mio figlio Daniele venga coinvolto nelle indagini – ha detto – perche’ non ha fatto niente. E’ una bravissima persona, e ora sta malissimo. Io ho un’idea di questa vicenda, ma non dico niente”. Ma ha un’amaro presentimento sul nipote: “se spero di rivederlo vivo? No, io penso di no dopo tanti giorni…”. Intanto il procuratore Cavallo ha lanciato un appello: “Chiunque abbia visto qualcosa utile alle indagini parli”. Due, in particolare, i destinatari del messaggio: le persone che hanno riferito di avere visto una donna con un bambino scavalcare il guard rail. “Hanno fatto un’opera meritoria a fermarsi, per vedere se qualcuno avesse bisogno di essere soccorso – ha sottolineato il pm – adesso parlino con noi perche’ e’ una testimonianza importante per chiarire se Gioele era con la madre o no”. Perche’ la vicenda e’ ancora un giallo, con tre ipotesi principali: omicidio, suicidio o incidente. Tutte piste seguite dalla Procura che ha delegato le indagini alla squadra mobile di Messina. Anche quella per cercare di capire se qualcuno abbia seguito la donna da Sant’Agata di Militello in poi. Per questo la polizia sta visionando tutte le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza del paese del litorale Tirrenico del Messinese. Ma fin’ora con risultati non proprio confortanti. Si cercano anche particolari che potrebbero essere sfuggiti sentendo e risentendo testimoni, familiari, amici e conoscenti. Alla ricerca di un elemento che possa dare una svolta all’inchiesta e, soprattutto, per riuscire a trovare Gioele. Sulle ricerche del bambino ambienti giudiziari ritengono “ingenerose le dichiarazioni dei familiari” su presunti ritardi o inattivita’, poiche’, sottolineano, “sono state avviate da subito, ma viste le condizioni del terreno, la boscaglia fitta e la presenza di animali e’ stata complicata l’ispezione anche se avvenuta con i droni o con i cani”. Secondo i soccorritori il terreno e’ stato diviso in zone quindi soltanto per casualita’ non e’ stata trovata subito. Ricerche che ancora continuano.

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Cronache

Tragedia a Napoli, giovane turista tedesca investita e uccisa da un camion dei rifiuti

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Una vacanza attesa si è trasformata in tragedia per Lisa Herbrich, turista tedesca di 27 anni, morta in seguito a un tragico incidente stradale a Napoli. L’incidente è avvenuto intorno alle 2 del mattino di lunedì, quando Lisa, mentre percorreva via Foria su una bicicletta elettrica a noleggio, è stata investita da un camion dell’Asìa, azienda di raccolta rifiuti.

Nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dai soccorritori del 118 e il trasporto urgente prima all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi all’ospedale del Mare, la giovane non ha superato i gravi traumi riportati, tra cui un’emorragia cranica importante. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria presso il Policlinico federiciano, in attesa degli esami autoptici che saranno cruciali per le indagini.

La polizia municipale dell’Unità Operativa Chiaia, guidata da Bruno Capuano, sta conducendo le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente, avvalendosi anche delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Dai primi accertamenti, sembra che un improvviso cambio di direzione della ciclista possa aver reso inevitabile l’impatto con il camion che stava svolgendo la sua abituale raccolta di rifiuti.

L’autocarro e la bicicletta sono stati sequestrati per ulteriori analisi, mentre il conducente del camion è stato sottoposto a test per valutare il suo stato psicofisico al momento dell’incidente.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha espresso il suo cordoglio: «Siamo profondamente addolorati per questo tragico incidente e ci stringiamo ai familiari della vittima in questo momento di grande dolore. Speriamo che le indagini possano presto chiarire le dinamiche e le eventuali responsabilità.»

Lisa Herbrich, che aveva già visitato Napoli e l’Italia per motivi di studio, era tornata in città con alcuni amici per una breve vacanza. La sua morte ha scatenato una vasta ondata di solidarietà, specialmente tra la comunità ciclistica. Luca Simeone, direttore del Napoli Bike Festival, ha sottolineato il deterioramento delle condizioni di sicurezza stradale per i soggetti più vulnerabili e ha annunciato l’intenzione di richiedere un’audizione alla Prefettura di Napoli. Inoltre, è prevista l’apposizione di una bici bianca nel luogo dell’incidente, in memoria della giovane studentessa.

Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale nelle grandi città italiane e sull’importanza di garantire un ambiente sicuro per tutti gli utenti della strada, in particolare per i ciclisti e i pedoni, frequentemente esposti a rischi elevati.

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Peculato e truffa, arrestato primario a Cagliari

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Avrebbe effettuato prestazioni di intra moenia in un ambulatorio dell’ospedale in cui lavorava ma senza versare poi all’azienda sanitaria quanto previsto dalla normativa. Il primario del reparto di urolgia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Antonello De Lisa, 64 anni è stato arrestato dai carabinieri e adesso si trova ai domiciliari. Il medico e docente universitario, molto conosciuto non solo in Sardegna, è accusato di peculato e truffa. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas di Cagliari e sono partite circa due mesi fa. A seguito di alcune perquisizioni negli uffici del medico, su richiesta del pm Nicola Giua Marassi che coordina le indagini, è arrivato un primo provvedimento del Gip con la sospensione del primario dalla professione ospedaliera. De Lisa ha continuato in queste settimane a insegnare. Adesso si sono modificate le esigenze cautelari e per il medico sono scattati gli arresti domiciliari.

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Torino, 18 misure cautelari nei confronti di anarco-insurrezionalisti per il corteo del 4 marzo ‘23

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4 marzo 2023, corteo non autorizzato per solidarietà ad Alfredo Cospito: tensione altissima, danni ad autovetture e vetrine, lancio di bombe carta… Oggi maxi operazione della Polizia di Stato di Torino nell’ambito di un’articolata indagine della Digos coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha portato alla denuncia di n.75 militanti anarco-antagonisti, ed ha eseguito a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo, anche in collaborazione con gli omologhi uffici di Polizia, nr.18 misure cautelari. Sì va dagli arresti domiciliari, all’obbligo e/o divieto di dimora e/o aell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di militanti anarchici per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale.

I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica in solidarietà ad Alfredo COSPITO, a causa della sua detenzione in regime di 41 bis, svoltasi a Torino il 4 marzo 2023, allorquando circa 1000 libertari hanno data vita ad un corteo, non preavvisato, in un’area del centro cittadino, nel corso del quale si sono verificati gravi atti di intemperanza con lanci di bombe carta e corpi contundenti contro le Forze dell’Ordine ed il danneggiamento diffuso di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo urbano, monumenti, autovetture private, cagionando danni quantificati in oltre 630.000 euro.
Nella circostanza sono anche rimasti feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.
Si rammenta altresì che la mattina del 4 marzo, in occasione dell’arrivo a Torino dei numerosi manifestanti provenienti da diversi contesti territoriali e dall’estero, erano stati organizzati controlli preventivi della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria, a seguito dei quali erano stati accompagnati in Questura nr. 37 libertari, trovati in possesso di numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi, coltelli, accette e materiale per travisarsi) nr. 28 dei quali poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Si fa presente che tutti i predetti indagati sono presunti innocenti fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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