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Cronache

Virtus Bologna, caos Vildoza: il playmaker arrestato e subito rilasciato dopo un alterco con il 118

Il playmaker della Virtus Bologna Luca Vildoza e la moglie Milica Tasic sono stati arrestati e poi rilasciati dopo un alterco con personale del 118. Il giocatore è partito con la squadra per Lione.

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Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria contro il Monaco: in casa Virtus Bologna è scoppiato il caso Luca Vildoza. Il playmaker argentino e la moglie, la pallavolista serba Milica Tasic, sono stati arrestati e poi rimessi in libertà con l’accusa di lesioni personali ai danni di personale sanitario della Croce Rossa.

L’episodio sarebbe avvenuto nella notte, al termine della partita vinta al PalaDozza, durante un alterco stradale che avrebbe coinvolto l’ambulanza del 118. Le versioni, tuttavia, risultano contrastanti.


Le versioni opposte e il rilascio immediato

Secondo la Croce Rossa bolognese si è trattato di “una situazione al di fuori di ogni comprensione”, mentre la difesa dei coniugi, affidata all’avvocato Mattia Grassani, parla di “comportamenti illegittimi altrui”.

Il pm Flavio Lazzarini, prima ancora che si svolgesse il giudizio direttissimo, ha disposto il rilascio immediato di Vildoza e della moglie, ritenendo necessario acquisire ulteriori elementi sull’accaduto.


Vildoza in campo con la Virtus a Lione

Nonostante l’episodio, il giocatore ha raggiunto la squadra e è partito per Lione, dove la Virtus affronterà stasera l’Asvel Villeurbanne alle 20 in Eurolega.

Il club bolognese, in una breve nota, ha espresso piena fiducia nelle autorità e nel proprio tesserato, sottolineando la volontà di “non alimentare polemiche fino al chiarimento dei fatti”.

L’indagine prosegue, ma per ora la priorità per Vildoza e la Virtus è tornare a concentrarsi sul parquet, lasciandosi alle spalle un episodio che ha inevitabilmente scosso l’ambiente bianconero.

(La foto di ambulanza è di archivio e nulla a che vedere con i fatti raccontati)

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Cronache

Fnsi attacca gli editori: «Tagliano diritti e qualità. Basta usare i giornalisti come un bancomat»

Fnsi denuncia dieci anni di immobilismo contrattuale e accusa gli editori di tagliare diritti, welfare e qualità dell’informazione. Il 28 novembre sciopero nazionale dei giornalisti.

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La Fnsi rompe il silenzio e, in vista dello sciopero nazionale del 28 novembre, attacca frontalmente gli editori. Il sindacato ricorda che «responsabili lo siamo da dieci anni», tanto quanto è durata l’assenza della Fieg dai tavoli contrattuali, con il contratto scaduto e nessuna protesta portata in piazza fino a oggi.

Il bonus informazione ignorato

La Fnsi rivendica di aver proposto alla Fieg una piattaforma comune da presentare al governo, con misure condivise come il “bonus informazione”, uno strumento pensato per sostenere i cittadini nell’accesso a un’informazione di qualità e riportare ricavi nelle aziende editoriali. La risposta? «Non solo la proposta non è stata presa in considerazione, ma è stata accolta con fastidio».

«Solo tagli e precarietà»

Nella nota il sindacato denuncia che le proposte della Fieg puntano esclusivamente a tagli sul costo del lavoro, presenti e futuri, «condannando la categoria a pensioni da fame e indebolendo il welfare». Secondo la Fnsi, l’obiettivo degli editori sarebbe ottenere risorse per prepensionare chi oggi lavora, sostituendolo con giovani «senza diritti» e con pensionati. A ciò si aggiunge la richiesta di sovvenzioni certe, «senza dare nulla in cambio», con un impatto diretto sulla qualità dell’informazione.

Il crollo dell’occupazione

Dal 2011 ad oggi, ricorda la Fnsi, i giornalisti dipendenti sono passati da 19mila a 13mila: «circa il 30% di posti di lavoro in meno», anche tenendo conto delle assunzioni obbligatorie. Una crisi aggravata da stati di crisi «ripetuti anche quando i bilanci erano floridi» e che ha contribuito a mettere in ginocchio l’Inpgi.

La difesa degli scatti e il nodo autonomia

Il sindacato respinge anche le critiche sugli scatti percentuali, rivendicando che rappresentano «la tutela dell’autonomia professionale» di chi viene penalizzato nei percorsi di carriera.

Le domande della Fnsi

Nel finale, il sindacato pone una serie di interrogativi diretti agli editori:
È responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo?
È responsabile evitare di affrontare i temi dell’innovazione tecnologica, dell’IA e delle piattaforme digitali?
È responsabile fare giornali con precari e pensionati per ridurre i costi?
È responsabile incentivare le uscite anticipate sfruttando una legge di 35 anni fa?

La chiusura è netta: «Gli editori la smettano di usare la categoria come un bancomat».

(La foto di archivio in evidenza è di Imagoeconomica)

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Cronache

Tragedia ad Arezzo, 22enne muore in un incidente sulla regionale 327

Un giovane di 22 anni è morto ad Arezzo dopo essersi schiantato con l’auto contro un albero sulla regionale 327. Dinamica dell’incidente ancora da chiarire.

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Un ventiduenne ha perso la vita nel pomeriggio sulla regionale 327, alle porte di Arezzo, in località San Zeno. L’incidente è avvenuto intorno alle 17.

La dinamica ancora da chiarire

Secondo una prima ricostruzione, il giovane, di origine moldava, avrebbe perso il controllo dell’auto per cause ancora da accertare. Il veicolo è finito contro uno dei pini che costeggiano la carreggiata, senza lasciargli scampo.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti immediatamente le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e la polizia municipale di Arezzo. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

Traffico in tilt

L’incidente ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico della zona, con rallentamenti e deviazioni necessarie per consentire i rilievi e la messa in sicurezza dell’area.

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Cronache

Il delfino Mimmo torna nel bacino di San Marco dopo il salvataggio: non vuole lasciare Venezia

Il delfino Mimmo, appena accompagnato fuori dal bacino di San Marco con un sonar speciale, è tornato indietro scegliendo ancora una volta le acque veneziane come suo habitat.

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Ha scelto il bacino di San Marco e da lì non sembra voler andare via. Mimmo, il delfino che da giorni attira turisti e curiosi, è tornato a nuotare nello specchio d’acqua più famoso al mondo poche ore dopo essere stato accompagnato al largo.

L’operazione della Capitaneria

Ieri la Capitaneria di Porto aveva coordinato un intervento per guidare il cetaceo verso acque più profonde, utilizzando un particolare sonar e una scorta di imbarcazioni. Una manovra riuscita: Mimmo aveva seguito il percorso fino all’uscita dal bacino, lasciando sperare in un suo ritorno definitivo al mare aperto.

Il dietrofront inatteso

Il sollievo è però durato poco. Appena la scorta è rientrata alla base, il delfino ha cambiato rotta e ha fatto ritorno nel bacino di San Marco. Un dietrofront che ha sorpreso gli operatori e divertito i turisti, entusiasti di ritrovare Mimmo tra gondole e vaporetti.

La scelta del suo “habitat”

Nonostante gli sforzi per allontanarlo, Mimmo sembra aver deciso che quelle acque sono il suo habitat naturale. Una scelta che continua a regalare un piccolo spettacolo quotidiano nel cuore di Venezia.

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