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Vinicius rassicura il Real Madrid: spero restare per molti anni

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Vinicius jr

“Continuare a fare la storia qui è molto importante per me e la mia famiglia. Spero di restare in questa squadra per molti altri anni”. Così Vinicius junior ha voluto in prima persona mettere fine alle voci apparse sui media spagnoli su un suo possibile trasferimento in Arabia Saudita. In un’intervista alla RealMadrid TV, il brasiliano ha ancora una volta smentito di ricevuto l’estate scorsa un’offerta colossale per unirsi a un club saudita. “Far parte della storia del Real è molto difficile perché ci sono stati così tanti giocatori e leggende che hanno segnato così tanti gol e vinto così tanti titoli. Essere con loro è importante ed è stato un sogno per me”, ha aggiunto nell’intervista, alla vigilia del ritorno in campo in Liga, contro l’Espanyol, dopo aver scontato due partite di squalifica.

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Terremoto in arrivo ai vertici della BCE: in vista il rinnovo di quattro membri del comitato esecutivo entro il 2027

Entro il 2027 cambieranno quattro dei sei membri del comitato esecutivo della BCE. Inizia la corsa alla successione di Christine Lagarde e del suo vice Luis de Guindos. Tra i candidati Olli Rehn, Pablo Hernandez de Cos e Klaas Knot.

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La Banca Centrale Europea (foto Imagoeconomica) si prepara a una profonda trasformazione ai vertici. Entro il 2027 saranno rinnovati quattro dei sei membri del comitato esecutivo, l’organo operativo di Francoforte che guida la politica monetaria dell’Eurozona.
Il primo passaggio cruciale sarà la successione del vicepresidente spagnolo Luis de Guindos, il cui mandato scade nel maggio 2026, ma la discussione è già cominciata tra i ministri delle Finanze dell’area euro.


L’effetto domino: verso la fine dell’era Lagarde

Il rinnovo di de Guindos darà il via a un vero e proprio effetto domino che coinvolgerà anche le posizioni di Christine Lagarde, del capoeconomista Philip Lane e della tedesca Isabel Schnabel.
Il mandato della presidente francese Lagarde si concluderà alla fine del 2027, segnando la fine di un ciclo complesso, caratterizzato dalla difficile gestione dell’inflazione post-pandemia e dalle tensioni geopolitiche che hanno influenzato i mercati finanziari globali.


La corsa per la vice-presidenza

Secondo il Financial Times, tra i principali nomi in corsa per il posto di de Guindos figurano il finlandese Olli Rehn, ex commissario europeo e attuale governatore della Banca di Finlandia, noto per le sue posizioni da “colomba”, e il croato Boris Vujcic, governatore della Banca centrale di Zagabria.
Entrambi rappresentano l’anima più moderata del Consiglio BCE, ma la scelta avrà forti implicazioni politiche in vista dei successivi rinnovi.


La sfida per la presidenza: Germania, Olanda e Spagna in corsa

Sul fronte della presidenza, la Germania non ha mai guidato la BCE e il presidente della Bundesbank Joachim Nagelnon ha nascosto la sua ambizione, anche se il suo Paese occupa già posizioni di rilievo nell’architettura europea: Ursula von der Leyen alla Commissione, Claudia Buch alla Vigilanza bancaria e Verena Ross all’ESMA.
Più concreto appare il profilo dell’olandese Klaas Knot, con esperienza nel FMI e nel Financial Stability Board, recentemente elogiato da Lagarde per la sua “competenza e visione”.
In ascesa anche lo spagnolo Pablo Hernandez de Cos, oggi alla Banca dei Regolamenti Internazionali, ex governatore della Banca di Spagna e stimato economista dal profilo pragmatico, sostenuto dai Paesi mediterranei.


L’Italia e il ruolo nell’euro digitale

L’Italia, che oggi siede nel board con Piero Cipollone, mantiene un ruolo strategico nella transizione verso l’euro digitale, uno dei progetti più rilevanti per il futuro della BCE e previsto in lancio entro il 2029.
Cipollone, alla guida del programma di sviluppo della nuova moneta elettronica europea, rappresenta un punto di forza per la presenza italiana nei vertici di Francoforte.


Un futuro politico e monetario incerto

La prossima BCE dovrà affrontare sfide senza precedenti in uno scenario politico più populista e frammentato, con l’Europa che si sposta progressivamente a destra e la Francia attesa alle urne nel 2027.
Sul piano economico, la banca centrale dovrà gestire le pressioni sul cambio euro-dollaro, le tensioni sui mercati monetari e l’incognita di una Federal Reserve in transizione dopo l’uscita di scena di Jay Powell.

In questo contesto, la nuova BCE sarà chiamata a difendere la sua indipendenza dai governi nazionali e a tenere alta la bandiera della stabilità finanziaria europea, in una fase in cui la politica monetaria torna al centro delle tensioni globali.

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Economia sommersa sopra i 100 miliardi: evasione e lavoro nero tornano ai livelli pre-Covid

L’economia sommersa torna ai livelli pre-pandemia: secondo il MEF, evasione fiscale e contributiva sopra i 100 miliardi e lavoro nero in aumento, soprattutto nel Mezzogiorno.

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Dopo anni di calo, l’economia sommersa e l’evasione fiscale in Italia tornano ai livelli pre-pandemia, superando nuovamente la soglia psicologica dei 100 miliardi di euro.
È quanto emerge dall’ultima Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nel 2022, ultimo anno analizzato, il gap complessivo — tra tasse e contributi non versati — è stato stimato tra 98,1 e 102,5 miliardi, con un incremento di circa 3,5 miliardi rispetto al 2021.
L’evasione contributiva ammonta a 8,4-11,6 miliardi, mentre quella tributaria si attesta a 89,7-90,9 miliardi.


Aumentano Irpef, Iva e affitti in nero

La relazione evidenzia un aumento dell’evasione per Irpef, Irap, Iva e Ires, oltre a una crescita significativa del nero nel mercato degli affitti, che nel 2022 ha raggiunto 875 milioni di euro (contro i 625 milioni del 2021).

In controtendenza, invece, gli evasori del canone Rai sono diminuiti a 1,56 milioni, grazie all’introduzione del “canone in bolletta”, che ha ridotto drasticamente il fenomeno rispetto ai 7 milioni di evasori del periodo 2011-2015.


Lavoro irregolare e sotto-dichiarazioni in crescita

Il valore aggiunto generato dall’economia sommersa nel 2022 è stato di 182,6 miliardi di euro, in aumento del 10,4% rispetto al 2021.
L’incidenza sul Pil resta pressoché stabile, al 9,1%, ma cresce il peso delle sotto-dichiarazioni (55,6% del totale), mentre il lavoro irregolare scende leggermente al 38% del sommerso.

Le unità di lavoro non regolari sono stimate in 2,9 milioni, con una prevalenza di dipendenti. I settori più colpiti sono i servizi alla persona, l’agricoltura, il commercio, la ristorazione e le costruzioni.


Il Mezzogiorno resta l’epicentro del sommerso

L’incidenza dell’economia non osservata resta molto alta nel Mezzogiorno, dove raggiunge il 16,5% del valore aggiunto regionale, contro l’8,9% del Nord-Ovest e il 9,4% del Nord-Est.
La Calabria detiene il record nazionale con un’incidenza del 19,1%, mentre la Provincia di Bolzano chiude la classifica con il 7,7%.

In termini assoluti, però, è la Campania a contribuire di più al totale nazionale, seguita dal Lazio e dalla Lombardia, regioni dove — pur con propensioni differenti — il peso economico rende l’impatto del sommerso particolarmente elevato.


Un fenomeno strutturale

Il rapporto del MEF sottolinea che il ricorso al lavoro irregolare da parte di imprese e famiglie rimane una caratteristica strutturale del mercato del lavoro italiano, difficile da sradicare senza una riforma profonda.
Un quadro che mostra un’Italia ancora divisa, dove l’economia “invisibile” continua a sottrarre risorse e a frenare la crescita reale del Paese.

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Stadio al Caramanico, doppia convocazione della Zes e veleni politici: il Comune valuta il rinvio

Doppia convocazione della Conferenza decisoria Zes sullo stadio al Caramanico voluto da De Laurentiis: il Comune si irrita e valuta il rinvio. Sullo sfondo, i veleni della campagna elettorale tra Fico e Cirielli.

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Il progetto del nuovo stadio al Caramanico firmato Aurelio De Laurentiis torna al centro della tensione politica napoletana. La doppia convocazione della Conferenza dei servizi decisoria della Zes Campania ha infatti acceso un caso che rischia di trasformarsi in un episodio da campagna elettorale.

In poche ore, la data della Conferenza è cambiata due volte: la prima convocazione, datata 24 ottobre, fissava l’incontro per il 26 novembre. Tre giorni dopo, un’“errata corrige” anticipava tutto al 18 novembre, con modalità telematica.
Una decisione che ha spiazzato Palazzo San Giacomo, dove il sindaco Gaetano Manfredi ha già fatto sapere di valutare una richiesta di rinvio.


L’accordo saltato tra Manfredi, Romano e De Laurentiis

Secondo fonti del Comune, tra le parti — Manfredi, il presidente della Zes Giosy Romano e lo stesso De Laurentiis — esisteva un tacito accordo: la Conferenza decisoria sarebbe dovuta avvenire dopo le elezioni regionali, per evitare che il tema diventasse arma di propaganda tra i candidati Roberto Fico (centrosinistra) ed Edmundo Cirielli (centrodestra).

Un sì alla costruzione del nuovo impianto avrebbe dato al governo il merito politico dell’operazione; un no, invece, avrebbe scaricato la responsabilità su Palazzo San Giacomo, che ha inviato correttivi tecnici al progetto di De Laurentiis.


Le tappe di un procedimento travagliato

Il percorso amministrativo del nuovo stadio è stato finora accidentato.
Dopo l’invio, il 29 settembre, delle controdeduzioni di De Laurentiis alle criticità sollevate dal Comune, la Zes aveva sospeso il procedimento e rinviato la prima convocazione prevista per il 18 settembre.
Era seguita una nuova data, 18 ottobre, poi congelata per favorire un dialogo tra le parti.

Ora, la doppia convocazione nel giro di tre giorni ha riacceso i sospetti del Comune, che vede nell’anticipo della riunione una possibile mossa legata alla campagna elettorale.


Il Comune rilancia sul Maradona

In parallelo, Manfredi ha rilanciato il tema del restyling dello stadio Maradona, presentando al candidato Fico — lo scorso 17 ottobre — un piano di investimenti da 200 milioni di euro, tra i progetti che il Comune chiede di finanziare alla Regione.
Fico, tifoso del Napoli, aveva replicato:

“Faremo la nostra parte per il Maradona, anche in vista di Euro 2032.”

Una dichiarazione che, letta oggi, appare come un contrappunto politico al progetto del Caramanico voluto da De Laurentiis.


I nodi ancora irrisolti

La posizione del Comune, in vista della riunione del 18 novembre, ruoterà attorno a due questioni tecniche centrali:

  1. Il destino dei mercatali del Caramanico, circa 300 famiglie che oggi lavorano nel mercato comunale dell’area. De Laurentiis ha definito il tema “competenza dell’Amministrazione”.

  2. Gli impianti fognari e la bonifica del sito, un aspetto su cui il Comune chiede ulteriori chiarimenti e garanzie.

Due punti non risolti che rischiano di rallentare ancora l’iter di un progetto che, prima ancora di nascere, è già diventato uno dei casi politici più caldi di Napoli.


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