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Cronache

Video choc di un parcheggiatore abusivo che incita alla rivolta contro le istituzioni, Borrelli (Verdi): mentalità criminale da stroncare subito

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La denuncia è coraggiosa. Non è una denuncia spot. Francesco Emilio Borrelli da mesi conduce solitario una battaglia senza tregua contro i parcheggiatori abusivi. In un video si vede un parcheggiatore abusivo che riceve un provvedimento giudiziario e chiede agli altri abusivi di unirsi a lui e organizzare una manifestazione all’esterno della Prefettura per “spaccare tutto”. Borrelli posta questo video, e dice:“Mentalità assurda e criminale. Stiamo preparando un dossier, molti di loro sono impiegati presso le pubbliche amministrazioni. Chiederemo il licenziamento”.  Sono le parole di quest’uomo che oggettivamente danno il senso della proporzione e della gravità del fenomeno. “Facciamo una riunione e andiamo a spaccare tutto per farci dare un lavoro o l’autorizzazione a continuare nell’attività di parcheggiatori abusivi”. È questo il sunto del video postato su Facebook da uno dei parcheggiatori abusivi di Sedile di Porto, colpito dal divieto di dimora. “Siamo all’assurdo, quella registrazione è la testimonianza della mentalità parassitaria e criminale di questi individui” spiegano in una nota per la stampa il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale del Sole che Ride, Marco Gaudini. “Siamo arrivati al punto che questi estorsori rivendicano diritti sulla base di una attività illegale. L’attività di contrasto a questi fenomeno delinquenziali da parte di magistratura e forze dell’ordine deve continuare con la massima determinazione”.

“Anche noi – proseguono Borrelli e Gaudini – non smetteremo di lottare per debellare questa piaga. Stiamo preparando un dossier per dimostrare che molti di loro svolgono questa attività nonostante abbiano già un lavoro nella pubblica amministrazione. Chiederemo alla magistratura di svolgere una serie di indagini volte a scoprire e licenziare i dipendenti che delinquono. Non è accettabile che queste persone intaschino uno stipendio e, allo stesso tempo, vadano in giro ad estorcere denaro agli automobilisti”. E questo accade mentre il Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, ha disposto l’allontanamento dal territorio della città, con divieto di farvi ritorno senza l’ autorizzazione del giudice, per un parcheggiatore abusivo attivo sul Lungomare Marconi. L’ uomo, B.F., di 48 anni, svolgeva la propria attività nell’ Estate scorsa ed era stato segnalato da numerosi cittadini alle forze dell’ ordine anche attraverso l’applicazione “Youpol”. Al parcheggiatore è stato contestato il reato di tentativo di estorsione. A Napoli il Tribunale del Riesame ha annullato il 7 gennaio la misura dell’obbligo di dimora fuori dalla Campania per gli 8 parcheggiatori abusivi di via Sedile di Porto, accusati di aver estorto denaro a centinaia di automobilisti, disposta dal Gip, riducendola ad un semplice obbligo di firma due volte al giorno.

Una linea dura intrapresa, al Nord, dall’amministrazione comunale di Vicenza contro i parcheggiatori abusivi e i mendicanti in città. Su input del sindaco Francesco Rucco, che ha posto il tema sicurezza e decoro cittadino in testa alle priorità della giunta, la polizia locale ha attivato una serie di controlli anche attraverso una pattuglia ‘antidegrado’. Negli ultimi giorni sono state bloccate e identificate cinque persone, tra cui cittadino nigeriano di 36 anni che faceva il parcheggiatore abusivo vicino all’ospedale San Bortolo: come previsto dal Decreto Sicurezza gli e’ stato intimato l’allontanamento e il suo nome verra’ comunicato al Questore per l’emissione del foglio di via dalla citta’. I vigili urbani hanno sanzionato e invitato ad allontanarsi dal capoluogo berico altre quattro persone, per accattonaggio in centro storico: si tratta di tre cittadini romeni, tra i quali una donna, e un nigeriano 21enne. “Parcheggiatori abusivi e accattoni non devono piu’ pensare di aver vita facile a Vicenza, importunando i cittadini per poi scappare alla vista degli uomini in divisa” ha commentato il sindaco Rucco.

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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