Collegati con noi

Corona Virus

Verso addio mascherine al chiuso, Omicron Ba.5 al 13%

Pubblicato

del

Verso l’addio alle mascherine al chiuso in Italia, complici i dati che indicano un calo progressivo di casi e ricoveri: e’ questa la prospettiva per la quale il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ritiene che “ci siano le condizioni”: e’ una “rimozione delle misure restrittive in linea con L’obiettivo del Governo” che, ha detto, e’ “creare le condizioni di convivenza con il virus”. Nel frattempo arrivano i dati sulla circolazione della sottovariante BA:5 di Omicron, che dall’inizio di maggio a oggi in Italia e’ aumentata dallo 0,41% al 13%, secondo i calcoli fatti dal Ceinge-Biotecnologie avanzate sulla base delle sequenze genetiche del virus SarsCoV2 depositate nel nostro Paese nella banca dati internazionale Gisaid. In generale l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) indica che la pandemia continua a rallentare, con il 12% in meno in tutto il mondo, ad eccezione della Regione del Mediterraneo Orientale dell’Oms, che comprende la striscia che dal Nord-Africa e raggiunge il Pakistan. Mentre migliora la situazione in Portogallo, dove i nuovi casi erano aumentati nelle ultime settimane sulla spinta della sottovariante BA.5, si nota una ripresa dei contagi in Germania, Francia, Austria, Belgio e Olanda. Fra le sottovarianti che potrebbero causarla c’e’ ancora la BA.2, con BA.2.12.1, BA.5 e BA.4. I numeri sono ancora pochi per dire se una di queste nuove sottovarianti potra’ causare una nuova ondata di Covid-19: “e’ possibile, anche se sarebbero necessari piu’ dati”, osserva il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge e dell’Universita’ Federico II di Napoli. Quello che e’ chiaro, ha aggiunto, e’ che “il virus cerca di agganciarsi alle cellule in modo piu’ efficiente”. Dal 25 maggio a oggi, prosegue, nel nostro Paese “sono state depositate 219 sequenze del virus SarsCoV2 e, di queste, 29 sono della sottovariante BA.5: e’ chiaro che con numeri come questi non e’ possibile tracciarla con esattezza in Italia”. Le sequenze finora ottenute “provengono da Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna, ma – rileva – e’ probabile che la BA.5 sia presente anche in altre regioni”. Intanto i numeri ministero della Salute indicano che in 24 ore i nuovi casi sono diminuiti da stati 28.082 a 22.361, e che i decessi sono aumentati da 70 a 80. I casi sono stati rilevati con 188.024 test, fra molecolari e antigenici rapidi, con un tasso di positivita’ dell’11,8%, stabile rispetto al 12% di ieri. Complessivamente gli attualmente positivi sono 628.995, ossia 18 in meno in un giorno, e sono stati 17.566.061 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 167.169. I dimessi e i guariti sono 16.769.897, con un incremento di 22.827 in un giorno. Per quanto riguarda i ricoveri, nelle terapie intensive sono 199, 20 in meno in un giorno, e gli ingressi giornalieri sono stati 18; nei reparti ordinari sono 4.296, 46 in meno in 24 ore. Sempre sui ricoveri, la Fiaso rileva che diminuiscono per la quinta settimana consecutiva: del 16,3% nei reparti ordinari e del 24,2% nelle rianimazioni Nel frattempo si guarda all’autunno e si preparano nuove contromisure. L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha adottato il primo elenco dei farmaci considerati critici per l’emergenza sanitaria da Covid-19 e negli Stati Uniti l’azienda Moderna ha annunciato i dati positivi di una versione aggiornata del suo vaccino anti Covid-19 contro la variante Omicron, dopo una sperimentazione condotta si 814 volontari. Non sono pero’ noti eventuali dati sull’efficacia del nuovo vaccino contro le sottovarianti BA.4 e BA.5 ,che secondo molti esperti potrebbero diventare dominanti nell’autunno. Si prepara all’autunno anche il Consiglio degli esperti del governo tedesco sulla pandemia, nella convinzione che “non e’ certamente finita”. Di autunno ha parlato anche Costa, per il quale “e’ ragionevole pensare che in autunno potremo avere dei vaccini aggiornati”.

Advertisement
Continua a leggere

Corona Virus

Il Covid rallenta in Italia, parte la campagna vaccinale

Pubblicato

del

Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Il Covid in Italia sta rallentando da alcune settimane, dopo una fase di crescita, ma l’invito è comunque a non abbassare la guardia. Alcune categorie restano infatti a rischio di contrarre la malattia in forma grave ed è dunque raccomandata la vaccinazione, che partirà dalla prossima settimana pur con qualche differenza nella tempistica a seconda delle Regioni. Potrà essere effettuata nella stessa seduta insieme al vaccino antinfluenzale, anch’esso fortemente raccomandato per le categorie a rischio. Il quadro epidemiologico al momento non desta allarme: “Come ampiamente previsto – ha sottolineato il direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, commentando i dati dell’ultimo bollettino settimanale – assistiamo ad un ulteriore rallentamento dei nuovi casi e rimane assolutamente irrilevante l’impatto sugli ospedali. Non si evince, in questa fase, alcuna necessità di misure straordinarie, mentre continuiamo la nostra attività costante di monitoraggio”. Un andamento confermato dal matematico Giovanni Sebastiani dell’istituto M. Picone del Cnr, che rileva come la crescita dei positivi al virus SarsCov2 freni a livello nazionale, mentre si osserva un trend di aumento dell’incidenza in quattro cluster di province contigue.

In tutte le rimanenti province, l’incidenza è in stasi o in decrescita. Una situazione sotto controllo, dunque, ma da monitorare. I pediatri, in questo contesto, invitano a non sottovalutare i rischi e, al fine di contenere i contagi nella scuole, raccomandano in caso di sintomi respiratori anche moderati, con o senza febbre, di fare il tampone e, se il risultato è positivo, di non mandare i bimbi a scuola fino al persistere dei sintomi e comunque per almeno 5 giorni. Intanto, la campagna vaccinale è ormai ai nastri di partenza con i vaccini anti-Covid e antinfluenzali che stanno arrivando nelle Regioni. I vaccini, sottolinea Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), “sono in arrivo nelle Regioni e, dunque, nelle farmacie. La campagna vaccinale partirà già la prossima settimana, pur con una tempistica diversa sul territorio, e saranno poi le Regioni ad organizzare le vaccinazioni. Le farmacie potranno effettuare entrambe le vaccinazioni e la macchina organizzativa è pronta”. Quanto alle date di avvio della campagna, in Lombardia, ha affermato Mandelli, “dal 9 ottobre i cittadini potranno prenotarsi e dal 16 ottobre le vaccinazioni cominceranno ad essere effettuate”.

Nel Lazio, la campagna vaccinale anti-Covid partirà il 2 ottobre, in concomitanza con l’antinfluenzale. La somministrazione delle dosi sarà demandata alle Aziende sanitarie locali per il personale sanitario e nella prima fase la Regione Lazio darà priorità agli operatori sanitari e sociosanitari. La seconda fase della campagna avverrà dal 16 ottobre, quando la somministrazione delle dosi sarà assicurata per i cittadini over-80 e le persone fragili. I vaccini saranno somministrati nelle farmacie, dai medici di famiglia e nei centri vaccinali Asl. In base alla circolare del ministero della Salute, la vaccinazione anti-Covid è raccomandata agli over-60 anni; agli ospiti delle strutture per lungodegenti; alle donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo postpartum comprese le donne in allattamento; agli operatori sanitari e sociosanitari; alle persone con elevata fragilità in quanto affette da patologie. La vaccinazione viene inoltre consigliata a familiari, conviventi e caregiver di persone fragili.

Il vaccino è disponibile gratuitamente anche per coloro che non rientrano in queste categorie, ma sarà prioritariamente somministrato agli over80, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, ai fragili ed agli operatori sanitari. Per le stesse categorie a rischio è raccomandato anche il vaccino antinfluenzale. Quest’anno la stagione influenzale è cominciata in anticipo, con il primo caso isolato già lo scorso 27 settembre a Parma. Nel nostro Paese, sono attesi almeno cinque milioni di casi di influenza stagionale.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid: pediatri,test a bimbi con sintomi, se positivi a casa

Pubblicato

del

“In caso di sintomi respiratori anche moderati, con o senza febbre, eseguire il tampone per la ricerca di Sars-Cov-2 e, se il risultato è positivo, non andare a scuola fino a che persiste la sintomatologia e comunque per almeno cinque giorni”. E’ questa la prima di una serie di raccomandazioni per la gestione del Covid-19 a scuola diffusa dalla Società Italiana di Pediatria (Sip). I pediatri spiegano di aspettare un aumento dei casi e “con l’inizio della scuola sono aumentati i timori per la diffusione del Covid-19, sebbene l’aumento dei casi rilevato dal Ministero della Salute non sia associato a quadri clinici gravi”.

In attesa di ulteriori indicazioni da parte del Ministero, il Tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive della Società Italiana di Pediatria, ha redatto alcune raccomandazioni per la gestione del Covid-19 a scuola. Oltre al test si indica l’importanza di arieggiare adeguatamente le aule scolastiche prima dell’inizio delle lezioni del mattino e del pomeriggio, dopo ogni lezione e durante le pause lunghe, aprendo completamente tutte le finestre, la porta dell’aula e anche le finestre del corridoio. Al di fuori delle stagioni di riscaldamento, le finestre possono rimanere aperte a lungo. I pediatri poi chiedono di non stigmatizzare gli alunni che decidono di indossare le mascherine durante la frequenza della scuola, specie se hanno sintomi respiratori.

Nelle indicazioni c’e’ anche quella di avere a disposizione una mascherina chirurgica da indossare sui mezzi di trasporto o in altri luoghi quando affollati. I medici consigliano anche di lavarsi le mani con sapone e acqua corrente (per 40-60 secondi) o con gel disinfettante (per 20-30 secondi), prima di toccarsi occhi, naso e bocca e di mangiare; prima e dopo aver usato i servizi igienici; dopo aver frequentato luoghi pubblici (es. bus, stazioni, palestre) e, in generale, appena si rientra in casa. Infine l’ultima indicazione riguarda la vaccinazione: valutare attentamente con il proprio pediatra l’opportunità della vaccinazione antinfluenzale e di quella anti-Sars-Cov-2 per i propri figli (specie per coloro che ancora non si sono vaccinati) per aumentare la protezione sia propria sia dei propri contatti familiari e scolastici.

“Ci aspettavamo un aumento dei casi dal momento che con la ripresa della scuola aumenta anche la socializzazione dei ragazzi. Senza allarmismi, facciamo tesoro delle indicazioni di igiene che abbiamo imparato a conoscere negli anni scorsi; chi è sintomatico dovrebbe restare a casa, come avviene per le altre malattie infettive. Restiamo comunque in attesa di indicazioni più precise da parte dei Tavolo Interministeriale”, afferma Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria.

Continua a leggere

Corona Virus

Frena la salita dei contagi Covid, nodo positivi a scuola

Pubblicato

del

Prima frenata della crescita dei nuovi casi di Covid-19 in Italia dopo 5 settimane. I contagi sono infatti aumentati del 17% in sette giorni rispetto al +44% della settimana precedente. Un dato positivo, sia pure da considerare con cautela, che emerge dall’ultimo monitoraggio settimanale del ministero della Salute, e che si accompagna all’andamento dei ricoveri che è ad oggi sotto controllo, non registrandosi alcuna pressione sulle strutture ospedaliere. Un quadro rassicurante, dunque, ma che lascia sul tavolo alcuni nodi da chiarire, a partire dalla gestione dei soggetti positivi a scuola. Una circolare del ministero è attesa a breve, ma intanto il ministro Orazio Schillaci traccia la linea indicando che la priorità è quella di proteggere i più fragili e, quindi, i bambini positivi sintomatici è bene che restino a casa.

L’andamento epidemiologico è fotografato dal monitoraggio settimanale: i contagi salgono leggermente facendo registrare 36.081 casi nel periodo 14-20 settembre con una crescita del 17,3% sulla settimana precedente, quando si era registrato un balzo a 30.777 casi con un aumento del 44% sul periodo precedente. L’incidenza, calcolata su casi notificati dal giovedì al mercoledì, è di 61 per 100mila abitanti contro 52 del monitoraggio precedente. L’indice di trasmissibilità (Rt) al 12 settembre è pari a 1,08, in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente ma ancora sopra la soglia epidemica. I deceduti sono 117 (+18,2%) ed i tamponi effettuati sono stati 232.664 (+12,5%), con un tasso di positività al 15,5% (+0,6%). Ma il dato ritenuto più indicativo è appunto quello dell’occupazione ospedaliera che, al momenmto, non desta preoccupazione: i tassi di malattia grave (ricovero, ricovero in terapia intensiva e decesso), rileva il monitoraggio, sono infatti stabili o in lieve diminuzione in tutte le fasce d’età e nonostante un ulteriore lieve aumento, l’incidenza di nuovi casi Covid in Italia “si mantiene bassa” e “l’impatto sugli ospedali resta limitato”. In particolare, l’occupazione dei posti letto in area medica al 20 settembre risulta al 4,1% contro il 3,8% del 13 settembre per un totale di 2.533 ricoverati.

L’Emilia Romagna è in testa con 466 posti letto occupati in area medica, seguita dal Veneto con 236, la Toscana con 204, la Lombardia con 196, il Piemonte con 195 e il Lazio con 191. In Terapia Intensiva l’occupazione al 20 settembre è invece dell’1% dallo 0,9% del 13 settembre, con 91 ricoverati su un totale di 8.861 posti letto. In testa la Calabria con 12 ricoveri seguita, con 11, da Emilia Romagna e Lazio. I dati della settimana, spiega il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, “vanno nella direzione di un rallentamento dell’incidenza dei nuovi casi e, cosa che interessa di più, resta molto limitato l’impatto sugli ospedali”. Inoltre, i dati ad oggi disponibili mostrano che i vaccini di nuova formulazione, basati su XBB.1.5, presentano una buona risposta anche contro EG.5.1 (Eris), il sotto-lignaggio dominante.

In questo contesto, e con la campagna vaccinale ormai alle porte, ribadisce Schillaci in un’intervista al Corriere della Sera, la “priorità è proteggere i fragili”. Per questo, rispetto alla frequenza scolastica, chiarisce, “stiamo studiando delle raccomandazioni che permettano di andare a scuola tranquillamente, senza ritornare alle misure restrittive di una volta, non più necessarie. Stiamo lavorando per arrivare a un documento congiunto che contenga queste raccomandazioni”. In ogni caso, è la linea del ministro, “i pazienti e bambini sintomatici devono stare a casa, come per qualsiasi malattia respiratoria contagiosa, il tempo necessario perché la positività venga meno; sono contagiosi soprattutto nei primi cinque giorni. Quello che stiamo ancora valutando è il comportamento di fronte a positivi asintomatici. Stiamo valutando se – conclude – adottare raccomandazioni in base al contesto, cioè in base alla presenza di soggetti fragili, o in assoluto”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto