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Cronache

Venezia cerca disperatamente medici di famiglia per preservare la salute della città più bella del mondo

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Le isole sperdute del mondo spesso cercano guardiani del faro o veterinari per la fauna locale, ma c’è un’isola unica che cerca qualcosa di diverso: dottori di famiglia. Stiamo parlando di Venezia, considerata la città più bella del mondo, dove la Laguna è soprattutto una città di vecchi, e ormai al limite della pensione, vi sono anche i medici di base.

Per risolvere questa situazione critica, l’Azienda sanitaria veneziana ha deciso di avviare una campagna promozionale a tutto campo, rivolgendosi ai professionisti sanitari di tutto il mondo. Per garantire il successo della campagna di reclutamento, agli aspiranti dottori verrà assicurato uno studio in cui esercitare la professione e un supporto per trovare la soluzione abitativa migliore.

La campagna è stata lanciata con uno slogan d’impatto: “Dottore, la città più bella del mondo ti aspetta”, accompagnato da un’illustrazione del disegnatore veneziano Lucio Schiavon. L’immagine mostra una Venezia onirica, ‘curata’ da un camice bianco, di fronte alla facciata dell’ospedale Civile dei santi Giovanni e Paolo. Il messaggio implicito è che Venezia ha bisogno di medici, ma anche i medici hanno bisogno di Venezia, una città senza traffico e unica per la qualità della vita che offre, grazie alla sua cornice architettonica e ambientale.

“In centro storico – spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato – operano attualmente 44 medici di famiglia. La loro età media è particolarmente alta, e il problema di trovare sostituti per chi lascia la professione è ancora più avvertito qui: questa meravigliosa città presenta anche aspetti di difficoltà per chi si deve trasferire e avviare un’attività”. Per affrontare questa situazione, l’Azienda sanitaria si è attrezzata per sostenere e accompagnare i nuovi medici di famiglia che desiderano esercitare la loro professione a Venezia, in collaborazione con l’amministrazione cittadina. Inoltre, vengono offerte ottime opportunità per l’apertura di nuovi ambulatori.

L’appello che invita i nuovi medici di famiglia a Venezia è stato pubblicato sui principali quotidiani, sui media di settore e sui social media. La campagna conta anche sulla collaborazione di Carlotta Berti, giovane ‘content creator’ e volto social di questa iniziativa.

La carenza di personale sanitario è un problema urgente che affligge non solo la Laguna di Venezia, ma sembra colpire in modo più grave le regioni del Nord. Secondo una stima del rapporto più recente della Fondazione Gimbe, al primo gennaio 2022 si è ritenuto accettabile un rapporto di 1 medico ogni 1.250 assistiti, ma attualmente si stima una carenza di 2.876 unità e si prevede che entro il 2025 se ne perderanno oltre 3.400. Inoltre, il 42,1% dei medici di famiglia supera il limite massimo di 1.500 pazienti, compromettendo la qualità dell’assistenza.

Le situazioni più critiche per la carenza di medici di medicina generale si trovano proprio nelle grandi regioni del Nord, come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e anche in Campania.

È fondamentale affrontare questa situazione in modo tempestivo per garantire un’assistenza sanitaria di qualità a tutti i cittadini. La bellezza di Venezia richiama non solo i turisti, ma anche i professionisti sanitari provenienti da tutto il mondo. La città meravigliosa ha bisogno di medici di famiglia per preservare la salute dei suoi abitanti e offrire loro un futuro migliore.

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Caivano, Antonio Natale fu ucciso per uno sgarro al “sistema”, tre arresti

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Omicidio di Antonio Natale, si chiude il cerchio. Tre proiettili per punire lo sgarro. Il giovane, ribelle del “sistema” criminale, sarebbe stato ucciso per aver sottratto un borsone di armi e droga. Il cadavere venne rinvenuto dopo due settimane in un fondo agricolo.  I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

Omicidio Natale, tre arresti. Il VIDEO

In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 in Caivano, avrebbero ucciso Natale Antonio, esplodendo tre colpi di pistola che attingevano la vittima alla testa ed al torace.
L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire il Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga.
Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021.
L’odierna attività fa seguito all’arresto di un’altra persona avvenuto nell’aprile scorso.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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Cronache

Bari, risolti due omicidi: 8 arresti della Polizia

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Maxi operazione della Polizia di Stato ancora in corso nelle città di Bari, Cagliari, Benevento, Siracusa, e Teramo, a dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Sezione G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di otto persone, ritenute responsabili, a vario titolo, in base agli elementi acquisiti nel corso delle indagini, di due omicidi, porto e detenzione di armi da guerra e di armi comuni da sparo.
Gli omicidi sono stati consumati nel 2017, nel quartiere Japigia di Bari; si tratta di delitti aggravati dal fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso di cui erano sodali.

Blitz della Polizia contro laCriminalità a Bari. Il VIDEO
I dettagli dell’operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa programmata per le ore 10.30 odierne, presso la Procura della Repubblica di Bari, alla presenza del Procuratore della Repubblica.

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Nordio ferma test toghe dopo braccio ferro nel governo

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I test psicoattitudinali per i magistrati restano lì. Sono stati accantonati, messi da parte per un po’, ma sono ancora a portata di mano. Nella maggioranza c’è la volontà di introdurli, prima o poi. Anche la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è convinta che l’obiettivo sia quello, ma solo dopo un confronto con i giudici. Ma spingere adesso significherebbe arare il terreno di scontro con i pm. Uno stop, quindi, rispetto alla volontà di accelerare che si è manifestata nel governo, con la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano nella riunione preparatoria con i tecnici, prima del consiglio dei ministri.

L’intenzione che prevale adesso è quella di non creare altri fronti. Il clima è ancora troppo acceso, dopo le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulla “opposizione giudiziaria”, e dopo gli ultimi decreti, che hanno modificato le pagelle per i magistrati e hanno dato una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo. In questa chiave, è stata letta anche la ricostruzione di via Arenula fatta uscire poco dopo una visita del ministro Carlo Nordio a Palazzo Chigi, mentre Meloni era impegnata al tavolo con i sindacati: è stato il ministero della Giustizia – è stato fatto sapere – a stoppare ieri in pre-Consiglio dei ministri l’ingresso nei decreti attuativi della riforma Cartabia dei test psicoattitudinali per i magistrati, tenendo il punto sui decreti legislativi che sono stati approvati dal Consiglio dei ministri.

“Con la nostra riforma – ha spiegato Nordio – non verrà penalizzato il magistrato che sbaglia troppo spesso. La nostra riforma contempla la grave sanzione per il magistrato soltanto quando i suoi provvedimenti sono abnormi, manifestamente contrari alla logica”. L’intenzione del governo è quella di stemperare il clima con le toghe. Un proposito che non può che incontrare i favori del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, capo del Consiglio superiore della magistratura: nelle prossime ore è in programma il plenum, con il Capo dello Stato. Anche Crosetto ha tentato di smorzare gli effetti delle sue accuse, aprendo alla richiesta delle opposizioni: “Avendo parlato di riunioni pubbliche fatte da associazioni mi pare che ci sia poco da denunciare – ha detto – Ma se vogliono che riferisca in Parlamento, riferisco volentieri”. I magistrati ancora non hanno derubricato: “Opposizione giudiziaria – ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia – è un termine inaccettabile sul piano costituzionale”, l’accusa di Crosetto è “gravissima”.

Poi la telefonata fra i due: “Crosetto ha avuto la cortesia di chiamarmi – ha rivelato Santalucia – E’ fuori Italia e quando ritornerà probabilmente ci incontreremo”. In serata è stato Nordio a dare una lettura della vicenda: “Non temo un attacco della magistratura e non lo teme neanche Crosetto – ha detto -. Credo che il ministro della Difesa abbia interpretato quello che è un sentimento abbastanza diffuso e che si è creato in questi decenni ed è stato acuito dallo scandalo Palamara”. Il tema dei test psicoattitudinali è comunque sul tavolo. E’ vero che la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano si è fermata alla riunione preparatoria del consiglio dei ministri, senza approdare nei decreti, ma la volontà di procedere in quella direzione resta.

“Non è stata ancora introdotta solo perché la legge delega del governo non lo consentiva – ha chiarito il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia – ma è una cosa che va fatta. In Francia e in Germania è una prassi, evidentemente non è un’offesa alla magistratura”. Come resta il progetto di separazione delle carriere fra magistratura inquirente e magistratura giudicante, altro tema di tensione con i magistrati. “La posizione di Forza Italia è chiara – ha ribadito il capogruppo azzurro, Paolo Barelli – la riforma della giustizia serve al Paese e ai cittadini, non è contro qualcuno. Noi vogliamo ci sia equidistanza tra difesa e accusa nei confronti del giudice che deve essere terzo”. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha provato a rassicurare: “C’è bisogno di una riforma della giustizia, che è da fare insieme a magistrati e avvocati”

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