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Corona Virus

Vaccino, è boom delle prime dosi ma la quarta è già una “possibilità concreta”

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Da un lato il Super Green pass, che da lunedi’ ridurra’ gli spazi per i no-vax, dall’altro i timori per la risalita dei contagi: fatto sta che sono tornate a vedersi le file agli hub per vaccini, negli ultimi sette giorni ne sono stati somministrati 2,7 milioni, di cui 232mila prime dosi (numeri che non si vedevano da due mesi), e i booster da lunedi’ viaggiano al ritmo di 350-400mila al giorno. Ma potrebbe non bastare. “Una quarta dose del vaccino anti-Covid e’ una possibilita’ concreta”, spiega il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. La terza dose, infatti, potrebbe generare “una risposta di memoria” ma non si puo’ ancora dire quanto durera’ questa protezione. Tramontata, di fatto, la possibilita’ che contro il Covid si possa raggiungere un’immunita’ di gregge, non e’ da escludere una dose di richiamo ogni anno, come si fa con l’influenza. In Israele, paese che prima di tutti ha avviato la campagna per il booster, gia’ si parla di un ulteriore richiamo. E anche nel Regno Unito e’ stata ipotizzata, come argine alla variante Omicron, la somministrazione della quarta dose ai vulnerabili gia’ vaccinati la terza volta da alcuni mesi. E’ un dibattito che in Europa cammina di pari passo con quello sull’obbligo vaccinale, gia’ annunciato da Austria e Grecia, e ipotizzato in Germania da febbraio. L’obbligo “e’ l’ultima risorsa – spiega Locatelli – se la situazione dovesse peggiorare ma al momento non vedo gli estremi per questo”. E aggiunge: “‘L’obbligo vaccinale implica molti aspetti di natura sociale e politica e vanno lasciati al decisore politico. Un conto e’ una situazione in Paesi con bassi tassi di vaccinati, un’altra la condizione dell’Italia”. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, riassume la linea: “Siamo stati i primi a introdurlo per i lavoratori della sanita’ e dal 15 dicembre sara’ esteso a forze dell’ordine e personale scolastico. Poi valuteremo i dati dell’epidemia: siamo pronti anche ad altre valutazioni, ma ora si va avanti cosi'”. “All’obbligo vaccinale bisognava arrivarci subito – riflette l’ex premier Romano Prodi -. Poi capisco che per un politico e’ difficile prendere questa decisione immediatamente. La mia tesi resta la stessa, prima ci si arriva meglio e'”. I governatori di Liguria, Giovanni Toti, e Piemonte, Alberto Cirio, sono possibilisti, mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, taglia corto: “Non e’ tema all’ordine del giorno in Italia”. Il governo, viene sottolineato a Palazzo Chigi, al momento non pensa all’obbligo, perche’ la strategia sta funzionando: si punta sul Green pass, a convincere gli indecisi e dare una protezione anche ai bambini, per i quali le somministrazioni partiranno dal 16 dicembre. Sono ancora 6,3 milioni gli italiani che non hanno alcuna protezione dal virus, non sono vaccinati e non sono guariti dal Covid negli ultimi 6 mesi, ma e’ anche vero che la platea degli ostinati si sta assottigliando: meno di due mesi fa, l’8 ottobre, erano 8,4 milioni quelli che ancora non avevano fatto il vaccino. Un deciso cambio di passo, a leggere l’ultimo report della struttura del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, c’e’ stato questa settimana: sono stati oltre 232mila le prime dosi effettuate. A trainare la vaccinazione resta la fascia 12-19 anni, con oltre 61mila prime dosi in 7 giorni (33mila la scorsa settimana), ma sono state 38.241 le persone da 60 anni in su che si sono convinte. In totale in 7 giorni (dal 26 novembre al 2 dicembre) sono stati somministrati 2.668.228 vaccini, comprese anche le seconde e le terze dosi. Numeri non lontani da quelli posti come obiettivo da Figliuolo, che in una circolare ha chiesto alle Regioni di tenere alto il ritmo delle somministrazioni, tra le 300mila (di domenica) e le 450mila dosi.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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