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Vaccini: tutte le domande sulla quarta dose

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 Fare subito la quarta dose del vaccino anti-Covid-19 o aspettare, in autunno, il vaccino aggiornato contro la variante Omicron e le sue sottovarianti? Quello attuale e’ un vaccino ‘vecchio’ perche’ progettato per combattere una versione del virus SarsCoV2 che non esiste piu’? Come potrebbe reagire il sistema immunitario a una quarta dose dello stesso vaccino? Sono queste le domande piu’ comuni e frequenti relative all’ulteriore richiamo del vaccino contro la pandemia di Covid-19 e non sempre le posizioni degli esperti sono concordi. In linea di massima, chi e’ favorevole alla quarta dose adesso ritiene che vaccinarsi valga comunque la pena. E’ fra questi Massimo Galli, docente di infettivologia dell’Universita’ Statale di Milano: “Sto valutando se fare una quarta dose di vaccino, anche se non aggiornato, tenendo conto che quando mi sono ammalato era gennaio 2022 e la variante che girava era Omicron 1. E Omicron 5 reinfetta alla grande chi ha fatto gia’ omicron 1 e 2. Quindi sono tra quelli che possono candidarsi a un nuovo booster, una spinta immunitaria che mi permetterebbe di rispondere meglio nel caso in cui questa estate, come probabile, mi trovassi di nuovo esposto al rischio di un contagio”. Analoga la posizione del virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Universita’ di Milano, per il quale “la quarta dose del vaccino e’ essenziale in questa fase, dopo mesi nei quali il sistema immunitario e’ esposto alla circolazione di nuove varianti. Faro’ la quarta dose e probabilmente la vaccinazione periodica in ottobre”. Il virologo Francesco Broccolo, dell’Universita’ Bicocca di Milano, ritiene che la quarta dose del vaccino anti Covid-19 possa “essere utile solo per pazienti vulnerabili over 60 che abbiano effettuato il booster entro il 2021, quindi a distanza di sette 7 mesi purche’ non abbiano avuto infezioni naturali da Omicron”. Tuttavia, secondo l’esperto, “in questi soggetti sarebbe opportuno valutare la risposta immunitaria, non tanto quella anticorpale, quanto quella della risposta cellulo-mediata che da’ una risposta efficace per quanto riguarda la malattia grave”. Obiettivo di questo ulteriore richiamo del vaccino anti-Covid-19 e’ soprattutto evitare la malattia grave. E’ il motivo, prosegue Broccolo, per cui la quarta dose “non e’ raccomandata per il personale sanitario, in quanto il booster con vaccino non aggiornato determina inevitabilmente un declino rapido dell’immunita’ protettiva all’infezione da omicron BA.4 e BA.5. Si fa la dose booster solo per impedire la reinfezione, che non e’ lo scopo di questo vaccino, L’obiettivo – ha rilevato – e’ la protezione dalla malattia grave”. In autunno, ha detto ancora Broccolo, sono attesi i vaccini aggiornati contro le sottovarianti Omicron BA.4e BA.5 e per questo, ha aggiunto, “ha senso che gli over 60 non fragili attendano il nuovo vaccino. Resta comunque il dubbio se Omicron BA.5 sia ancora presente in autunno e che non sia stata soppiantata dalla nuova sottovariante BA.2.75 comparsa di recente in India”. Sulla quarta dose del vaccino si e’ infine espressa recentemente anche la Commissione Covid-19 dell’Accademia dei Lincei, che in un rapporto rileva che “per cercare di interpretare la situazione attuale e comprendere l’utilita’ ed i limiti dei richiami successivi (quarta dose e successive) si deve tener presente che tutti i 27 vaccini che sono oggi disponibili sono diretti verso il SARS-CoV-2 isolato a Wuhan a gennaio 2020, un virus che non circola piu’. Poiche’ le sub-varianti di Omicron sono diventate un virus diverso, per ottenere una protezione significativa verso queste sub-varianti con gli attuali vaccini e’ necessario mantenere estremamente alta la risposta immunitaria che viene indotta”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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