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Corona Virus

Una sola dose di vaccino ai guariti? Il tema è dibattuto ai tavoli tecnici

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Somministrare una sola dose di vaccino anti-Covid, senza dunque effettuare il richiamo, alle persone che gia’ hanno contratto la Covid-19 in forma sintomatica e sono dunque entrate in contatto col virus SarsCov2. Cio’ partendo dall’assunto che un soggetto guarito sviluppa comunque un certo grado di immunita’, che al momento si stima possa perdurare almeno 6 mesi. L’ipotesi, sostenuta da vari esperti e supportata anche da primi studi scientifici, approda ora all’esame di tavoli tecnici mentre si apre un confronto anche con l’Agenzia italiana del farmaco. Ad oggi, non sono disponibili linee guida consolidate a livello internazionale sulla questione e le strategie adottate variano nei diversi Paesi. La vaccinazione ai guariti non ha una controindicazione secondo le autorita’ sanitarie, ma la stessa Organizzazione mondiale della sanita’ ha recentemente raccomandato di posticipare la somministrazione del vaccino a chi si e’ contagiato in una situazione di scorte limitate di vaccini anti-Covid. Secondo l’Aifa, la vaccinazione non contrasta con una precedente infezione da Covid-19, anzi potenzia la sua memoria immunitaria, per cui non e’ utile alcun test prima della vaccinazione. Tuttavia, rileva l’Agenzia, coloro che hanno avuto una diagnosi di positivita’ a Covid-19 non necessitano di una vaccinazione nella prima fase della campagna vaccinale, mentre questa potrebbe essere considerata quando si otterranno dati sulla durata della protezione immunitaria. Sicuramente, posticipare l’immunizzazione o non effettuare il richiamo ai guariti consentirebbe di avere a disposizione un gran numero di dosi da destinare ad altre categorie prioritarie. La Francia, ad esempio, si sta orientando in questa direzione. Favorevole a tale strategia e’ l’immunologo Alberto Mantovani, professore emerito di Patologia e direttore scientifico dell’Istituto Irccs Humanitas di Milano. All’Humanitas, ha spiegato intervenendo a ‘Che tempo che fa’ su Rai3, “abbiamo pubblicato un lavoro due settimane fa, coordinato da Maria Rescigno, in cui abbiamo osservato che nelle persone che hanno avuto Covid, nella prima dose di vaccino c’e’ una risposta straordinaria del livello di anticorpi. In parallelo, l’esperto Florian Krammer ha pubblicato un lavoro praticamente identico e sono usciti altri 3 lavori negli USA con lo stesso massaggio”. Questi lavori, ha affermato, “suggeriscono che vada seriamente considerata l’ipotesi di dare una sola dose a chi ha gia’ avuto Covid sintomatico per due motivi: il primo motivo e’ per il bene di chi viene vaccinato e per risparmiare tossicita’ e il secondo perche’ questo ci da’ centinaia di migliaia, forse 1 milione di dosi di vaccino in piu'”. Sulla stessa linea anche Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano, secondo il quale le persone guarite da Covid “non andrebbero vaccinate”. E’ infatti “verosimile – chiarisce – che i guariti mantengano una risposta immunitaria anche a lungo, e attualmente vediamo che in questi soggetti tale risposta e’ molto buona”. Inoltre, avverte, “in alcuni casi si sono viste delle reazioni piu’ pesanti in soggetti guariti e vaccinati. Non si tratta di reazioni gravi o che richiedono ospedalizzazione ma non sappiamo come potrebbe ad esempio rispondere l’organismo di un soggetto anziano in questa situazione”. Il punto, conclude Galli, e’ che “credo si vaccini a tappeto anche per una questione di semplicita’ organizzativa, ma questo equivale ad una dichiarazione di incapacita’ di saper distinguere tra situazioni diverse”.

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Pamela Genini, una vita spezzata da un amore malato: violenze, minacce e paura prima del delitto di Milano

Dai racconti di amici ed ex fidanzati emerge il ritratto di un rapporto tossico, segnato da violenze e minacce. Pamela Genini, uccisa a Milano, aveva già subito aggressioni mai denunciate per paura.

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Un rapporto tossico, fatto di violenza, minacce e paura. È il quadro che emerge dalle testimonianze raccolte in Procura a Milano sull’omicidio di Pamela Genini, la 29enne uccisa a coltellate il 14 ottobre dal compagno Gianluca Soncin, 52 anni, ora in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato per crudeltà e premeditazione.

Le amiche della giovane e due suoi ex fidanzati hanno descritto agli inquirenti un legame malato, dominato da soprusi e aggressioni ripetute. Pamela – fragile, spaventata, ma incapace di allontanarsi definitivamente dal suo aguzzino – aveva subito pestaggi, umiliazioni e minacce di morte.

Le testimonianze: “Voleva lasciarlo ma aveva paura”

Il primo a essere ascoltato oggi in Procura è stato Andrea, ex fidanzato della giovane, con cui Pamela aveva mantenuto un rapporto di amicizia dopo la fine della relazione nel 2023. Insieme a un altro ex, Francesco, che aveva sentito al telefono le ultime parole della ragazza prima di morire, aveva tentato di proteggerla dalle violenze di Soncin.

“Era terrorizzata – hanno raccontato gli amici – ma non trovava la forza di denunciarlo. Temeva ritorsioni.”

Anche l’ex compagna dell’assassino ha confermato il profilo di un uomo “violento e prevaricatore”, denunciato per maltrattamenti già nel 2011, ma poi mai condannato perché la donna aveva ritirato la querela.

Le aggressioni e il codice rosso mancato

Gli inquirenti stanno ricostruendo una lunga catena di episodi di violenza. All’Isola d’Elba Soncin avrebbe colpito Pamela con calci e pugni, minacciandola con cocci di vetro e tentando di buttarla dal balcone di un albergo. A Cervia le avrebbe rotto un dito, costringendola al ricovero all’ospedale di Seriate, dove la ragazza aveva compilato il questionario antiviolenza, senza che però scattasse il codice rosso.

L’indagine e le prossime mosse

Oggi, al Palazzo di Giustizia di Milano, si è tenuta una riunione operativa tra la Procura e i vertici della Questura per coordinare i prossimi passi. La Squadra Mobile curerà le analisi forensi dei cellulari, mentre i Carabinieriraccoglieranno nuovi elementi sugli episodi di stalking e sulle frequentazioni dell’assassino, la cui vita e i cui affari verranno ora passati al setaccio.

Il dolore della famiglia

Intanto, domani pomeriggio a Villa D’Almè sarà allestita la camera ardente per Pamela Genini, mentre i funerali si terranno venerdì a Strozza, in provincia di Bergamo.

La famiglia ha chiesto silenzio e rispetto:

“Lasciateci nel nostro lutto – hanno dichiarato la madre e i parenti – chiediamo solo di essere lasciati soli.”

Un’altra giovane vita spezzata da un amore malato e da una violenza ignorata troppo a lungo, che riaccende il drammatico tema della protezione delle vittime di femminicidio in Italia.

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Vaccini anti-Covid aggiornati alla variante LP.8.1: al via la campagna 2025-2026

In arrivo i vaccini anti-Covid aggiornati alla variante LP.8.1. Richiamo annuale raccomandato per over 60, fragili e operatori sanitari. Via libera a co-somministrazione con antinfluenzale.

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Il ministero della Salute ha diffuso una circolare firmata da Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento della prevenzione, che fornisce le linee guida per la campagna vaccinale anti-Covid 2025-2026. I nuovi vaccini sono aggiornati alla variante LP.8.1 del Sars-CoV-2 e saranno disponibili nelle prossime settimane.

Il richiamo annuale è raccomandato in particolare per gli over 60, le persone con fragilità, gli ospiti delle strutture per lungodegenti, i pazienti con gravi immunodeficienze e gli operatori sanitari e sociosanitari.

L’efficacia e i vaccini disponibili

La circolare sottolinea come i dati relativi alla scorsa stagione, con i vaccini adattati alle varianti JN.1 e KP.2, abbiano confermato una protezione significativa contro forme gravi della malattia e decessi.

Tra i vaccini aggiornati figura il Comirnaty LP.8.1, già autorizzato da Ema e Aifa e in via di distribuzione alle Regioni. Il ministero precisa che una precedente infezione da Covid, anche recente, non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione.

Co-somministrazione con altri vaccini

È possibile la somministrazione in contemporanea del vaccino Covid aggiornato con altri vaccini, in particolare quello antinfluenzale, salvo specifiche indicazioni cliniche.

Organizzazione e monitoraggio

Le Regioni e le Province autonome sono invitate a predisporre misure organizzative adeguate, con il coinvolgimento di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie e strutture ospedaliere.

Il ministero ricorda inoltre che eventuali reazioni avverse possono essere segnalate da sanitari e cittadini direttamente sul sito dell’Aifa.

Una campagna per tutti, con priorità ai più fragili

La vaccinazione sarà disponibile anche per chi non appartiene alle categorie prioritarie, ma l’attenzione sarà rivolta soprattutto agli anziani, ai fragili e agli operatori sanitari, per garantire la massima protezione nelle fasce più a rischio.

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Covid in risalita: 4 pazienti su 5 con sintomi influenzali risultano positivi

I contagi Covid tornano a salire in Italia: secondo i medici di famiglia 4 pazienti su 5 con sintomi influenzali sono positivi. Atteso un autunno difficile con rischio di epidemia combinata Covid-influenza.

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Negli studi dei medici di famiglia la fotografia è chiara: circa 4 pazienti su 5 con sintomi influenzali risultano positivi al Covid-19. A lanciare l’allarme è Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg), che prevede un incremento dei casi con la riapertura delle scuole e il maggior contatto tra ragazzi in ambienti chiusi.


I dati dell’Iss

Secondo l’ultimo report settimanale dell’Istituto superiore di sanità, l’incidenza dei nuovi casi è in lieve crescita, con 5 contagi ogni 100.000 abitanti contro i 3 della settimana precedente. Le fasce più colpite sono quelle oltre gli 80 anni. Gli ospedali restano però stabili: 1,3% i posti letto in area medica occupati e 0,3% in terapia intensiva.


La preoccupazione dei medici

Scotti avverte che la situazione sui territori è già significativa: “Siamo di fronte a una epidemia importante che rischia di amplificarsi tra fine settembre e inizio ottobre”. A crescere sono soprattutto i contagi tra giovani adulti, con studi medici sovraccarichi di chiamate.

Un problema ulteriore riguarda i test fai-da-te, ormai la via principale con cui i pazienti scoprono la positività: uno strumento utile, ma che complica la gestione delle certificazioni di malattia.


Isolamento e prevenzione

Il monito è chiaro: chi risulta positivo deve isolarsi e non andare al lavoro per proteggere anziani e fragili. I sintomi attuali, sottolinea Scotti, non sono particolarmente pesanti, ma le conseguenze su persone vulnerabili possono essere gravi.

Con l’arrivo dell’influenza stagionale si teme un autunno “caldo”, caratterizzato dal sovrapporsi dei due virus. La vaccinazione resta lo strumento principale di protezione: i vaccini anti-Covid dovrebbero arrivare a ottobre, insieme a quelli contro l’influenza, consentendo somministrazioni combinate.

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