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Napoli

Una preghiera laica per Diego: rito scaramantico al Santuario di Maradona nei Quartieri Spagnoli

Angelo Pisani ed Ezio Stellato al Santuario di Maradona per una preghiera laica tra scaramanzia e fede azzurra: il rito nei Quartieri Spagnoli emoziona Napoli.

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Poco prima che iniziasse la partita, l’avvocato Angelo Pisani – storico difensore di Diego Armando Maradona – si è concesso un passaggio speciale, carico di scaramanzia e fede calcistica, verso il cuore pulsante di Napoli: i Quartieri Spagnoli. Con lui, l’amico di sempre Ezio Stellato e alcuni soci del Social Club Maradona Napoli. Destinazione? Il Santuario laico di Diego, proprio ai piedi del celebre Murales che domina il rione come una reliquia popolare.

La signora alla finestra e la benedizione dall’alto

Davanti all’immagine più famosa del Dios del calcio, la comitiva ha recitato una silenziosa preghiera azzurra, un pensiero tra fede e folklore, nella speranza che il destino fosse già scritto. Un rito ormai codificato, che a Napoli ha il sapore dell’inevitabile. Dalla celebre finestra, quella che affaccia proprio sul volto dipinto di Diego, una signora del quartiere li ha invitati a salire. Da lassù, il panorama era un inno alla napoletanità: vicoli ribollenti di passione, cori e bandiere, una marea azzurra che sembrava toccare il cielo.

Il destino secondo Maradona

«Si gridava già al quarto scudetto», raccontano i presenti. E forse, in fondo, Diego lo sapeva. Lo sapeva perché quello sguardo dipinto non è solo memoria, ma profezia. Da quella finestra, da quel volto dipinto, l’aria sa di azzurro, di speranza, di Napoli che crede nel miracolo. Una città intera che continua a parlare con il suo Dio laico, perché certi riti – e certi sogni – non muoiono mai.

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Cronache

Coppa America 2027, sfida tra circoli a Napoli: Team New Zealand sceglie il Savoia, Luna Rossa con il Circolo Italia

Antica rivalità e nuovi orizzonti: a Napoli la Coppa America 2027 accende la competizione tra il Circolo Italia e il Reale Yacht Club Canottieri Savoia, divisi da un albero e un sogno.

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Così vicini da condividere una fioriera al posto di un albero, ma così lontani nella competizione: il Circolo del Remo e della Vela Italia e il Reale Yacht Club Canottieri Savoia si preparano a vivere un nuovo capitolo della loro antica rivalità, questa volta sul palcoscenico più prestigioso della vela mondiale: la Coppa America 2027, che si disputerà a Napoli.

Team New Zealand sceglie il Savoia come base logistica

Ad accendere la miccia è stato l’annuncio secondo cui i campioni in carica di Team New Zealand faranno base al Savoia, una notizia che ha sorpreso molti, soprattutto perché arrivata poche ore dopo la conferma che il Circolo Italia sarà il challenger per conto di Luna Rossa. Ma a spegnere i sospetti di “sgarbo sportivo” ci ha pensato il presidente Fabrizio Cattaneo della Volta, che ha chiarito: “I rapporti con il team neozelandese risalgono al 2017. L’accordo di gemellaggio, poi rallentato dalla pandemia, è stato rilanciato con l’assegnazione della Coppa a Napoli”.

La comunicazione ufficiale ai soci del Savoia avverrà il 15 luglio, giorno dell’anniversario di fondazione del circolo, nato nel 1893. Intanto, secondo indiscrezioni, da oltre un mese i neozelandesi lavorano nei saloni del club: è lì che Grant Dalton, manager del team, sta scrivendo il protocollo della competizione.

Il Circolo Italia lancia Luna Rossa: “Amici, ma già in regata”

Dall’altra parte del lungomare, al Circolo Italia, il clima è altrettanto febbrile. Il club ha annunciato ufficialmente il proprio impegno al fianco di Luna Rossa, rilanciando le ambizioni italiane nella regata. E anche se dal Savoia parlano di “spirito di collaborazione”, il tono delle dichiarazioni tradisce una sottile tensione agonistica.

“Non ci sentiamo rivali – ha detto Cattaneo – bensì amici e veterani della vela napoletana”. Ma poi la stoccata: “Il nostro circolo vanta due partecipazioni alla Coppa America con Mascalzone Latino, nel 2003 e nel 2007. Sappiamo bene cosa significa stare in acqua a quei livelli”.

Derby napoletano in vista sul mare della Coppa America

La Coppa America non è solo una sfida tra barche, ma anche tra visioni, storie e bandiere. E a Napoli, dove la vela è cultura e passione, la sfida tra i due club è già cominciata. Mancano ancora due anni, ma la gara tra il Savoia e il Circolo Italia ha preso il largo. E questa volta non sarà solo una questione di onde.

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Cinema

Trudie Styler: Napoli una rivelazione, ora caffè-dipendente

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“La scoperta di Napoli è stata per me una rivelazione. Non ho solo realizzato un film, ma me ne sono innamorata”. Lo ha detto Trudie Styler, regista, attrice e produttrice britannica, in occasione della proiezione del suo documentario ‘Posso entrare? An Ode to Naples’ all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, città in cui vive il suo direttore della fotografia, il due volte candidato all’Oscar Dante Spinotti: “Ci conosciamo dal 1987. Avere lui dietro la camera è stato un regalo”, ha confidato la regista, con il maestro italiano seduto al suo fianco.

“Non conoscevo affatto la città – ammette Styler – Ho lavorato a Roma; ho partorito uno dei miei quattro figli a Pisa (Eliot Sumner, nel 1990); io e Sting (suo compagno da oltre 40 anni, sposato nel 1992) abbiamo una casa in Toscana e produciamo vino. Sono stata spesso nella costiera amalfitana. Ma perché non mi ero mai fermata a Napoli?”. Da lì è nata la decisione di accettare la proposta di Rai Cinema e Mad Entertainment: “Mi hanno dato carta bianca, e così mi sentivo: come davanti a una tela immacolata, con solo il desiderio di capire questa città complessa e vitale”.

Il titolo, quella domanda che chiede il permesso per osservare e mettersi in ascolto, nasce da tutte le volte in cui la regista si ritrova a bussare a porte e finestre nei vicoli, nei bassi, nei palazzi e nelle sagrestie. “Mi sentivo sempre rispondere: ‘Sì, entra, vieni’. Era un modo per aprire uno spazio di fiducia, per parlare del proprio rione, dei bisogni, dei sogni. Così la frase è diventata il cuore del film”. Le voci che compongono il documentario sono molteplici: dalla casalinga o dalla guantaia che ha perso la figlia, a Norma, ex campionessa di nuoto oggi ultra novantenne, che ricorda la visita di Hitler a Napoli e la guerra.

Ci sono poi volti noti della lotta alla camorra e “del rinascimento civile” sotto al Vesuvio: Padre Antonio Loffredo, il parroco che ha rivoluzionato il Rione Sanità, Roberto Saviano, Alessandra Clemente, la consigliera comunale la cui madre è stata uccisa da una pallottola vagante durante una sparatoria di camorra o le attiviste contro la violenza domestica di Forti Guerriere. Il documentario, prodotto da Big Sur, Mad Entertainment con Rai Cinema e Luce Cinecittà, è stato presentato due anni fa alla Festa del cinema di Roma e nel 2024 al Moma di New York. La sequenza d’apertura è del rapper Clementino, che riassume in un brano di 3 minuti 3000 anni di storia partenopea. “Non volevo fare una lezione di storia, ma mi dicevano: devi raccontare le nostre radici. Sotto la doccia ho avuto l’idea di farlo con un rap”. Un altro momento musicale d’eccezione arriva con un cameo molto toccante di Sting, che imbraccia una chitarra costruita con il legno recuperato dai barconi dei migranti e la suona sotto alle finestre sbarrate del carcere di Secondigliano.

“Non è stato difficile convincerlo, anzi”, confida la moglie e compagna di tante campagne umanitarie. Styler, che nella sua lunga carriera ha lavorato come attrice teatrale, produttrice indipendente e regista impegnata (tra i suoi film, ‘Freak Show’, incentrato su un adolescente queer), sorride ricordando la quotidianità sul set: “Non ho mai bevuto tanto caffè nella mia vita. Ogni ora un espresso. Ho sviluppato una specie di dipendenza”.

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Cronache

Cannabis nei Monti Lattari, 267 piante scoperte e distrutte dai carabinieri a Lettere

Nei Monti Lattari, i carabinieri scoprono 267 piante di cannabis e cunicoli sotterranei a Lettere. Operazione Continuum Bellum 3, piante distrutte sul posto.

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I Monti Lattari tornano al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine. Nell’ambito dell’operazione “Continuum Bellum 3”, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, affiancati dallo squadrone eliportato “Cacciatori” Carabinieri di Calabria, hanno individuato e distrutto una vasta coltivazione illegale di cannabis nella località Mazzo di Lettere, definita oramai dagli investigatori la “Giamaica del Sud” per l’intensità della produzione di droga.

L’intervento coordinato via elicottero

Decisivo l’apporto aereo del 7° Nucleo elicotteri di Pontecagnano, che ha sorvolato le aree impervie fornendo coordinate precise alle squadre a terra. I militari si sono così potuti districare tra la fitta vegetazione e raggiungere una zona boschiva demaniale difficilmente accessibile.

Piantagione nascosta e cunicoli sotterranei

Nell’area sono state rinvenute 4 piazzole nascoste tra gli alberi, tutte collegate da cunicoli sotterranei. Una struttura ingegnosa che avrebbe garantito vie di fuga rapide e, soprattutto, un controllo costante delle piante senza alterare la vegetazione superficiale, in modo da non destare sospetti dall’alto.

Le piante distrutte sul posto

All’interno delle piazzole i carabinieri hanno contato 267 piante di cannabis indica, con un’altezza variabile tra i 100 e i 150 centimetri. Dopo la campionatura prevista per gli accertamenti, le piante sono state immediatamente distrutte sul posto per impedire qualsiasi utilizzo illecito.

Un’operazione che conferma la strategicità dei Monti Lattari nella geografia dello spaccio campano e che dimostra ancora una volta l’adattabilità delle organizzazioni criminali al contesto territoriale. Ma anche l’efficacia dell’azione congiunta di reparti specializzati dell’Arma.

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