Collegati con noi

Esteri

Una madre e le sue due figlie morte di fame, una strage assurda di cui dovremmo vergognarci

Pubblicato

del

Tre donne morte di fame a Vienna. E questo senza che nessuno se ne sia accorto. Tre donne che hanno smesso di mangiare e sono morte di inedia senza che nessuno se ne sia accorto? Succede nella civilissima Austria, in una delle capitali più belle nel cuore dell’Europa Civile. La puzza dei loro cadaveri è stato l’unico segnale di attenzione dei vicini di queste donne. Quando è diventata insopportabile hanno chiamato i servizi sociali. Che sono andati immediatamente a vedere che cos’era quella puzza ed hanno sciperto i tre cadaveri – una madre e due figlie gemelle. La polizia che accompagnava i servizi sociali nell’appartamento di un anonimo edificio grigio di Floridsdorf è riuscito ad identificare le vittime. Le tre sono morte, finite, forse a  fine marzo. Ma questo l’ha detto il medico legale ad una analisi esterna due cadaveri. L’autopsia dire tutto. Sappiamo però, dal medico legale, che “sono morte di fame”. È questo il verdetto dei medici legali. Non ci sono segni di violenze, né di avvelenamento.

“Un primo esame tossicologico non ha fatto emergere tracce di veleni”.  L’unica ipotesi che il medico legale avanza per spiegare questa tragedia è che si siano private delibo in maniera volontaria. La madre e le due figlie si sarebbero suicidate, si sarebbero letteralmente lasciate morire di fame. Forse si è spenta prima la madre e le gemelle l’hanno seguita, azzarda qualcuno sui media austriaci. Gli inquirenti non hanno trovato lettere d’addio, né viveri nel loro appartamento. Non c’era nulla di commestibile. Nulla.  Forse se ne sono andate come erano abituate a vivere, secondo le testimonianze dei vicini. Mettendo il naso fuori casa sempre e rigorosamente insieme.

La donna, una quarantacinquenne di origine serba, era nota per avere problemi psichiatrici. Alle gemelle diciottenni era stato diagnosticato un “ritardo nello sviluppo” . I servizi sociali austriaci sapevano tutto di queste tre donne. Lo sapevano da anni. Sapevano che quella mamma  non era in grado di occuparsi delle gemelle. Ma nonostante la sua conclamata malattia mentale e la complicata condizione delle gemelle, erano state abbandonate in quella casa. E così, nella civilissima Austria, nel 2019, avviene una strage: tre donne, una mamma e due figlie, muoiono di fame. Una cosa indegna per un Paese civile. Ma dopo aver letto questo articolo, siamo certi, che ognuno di noi, pur sapendosi coinvolto, si sentirà assolto. In fondo è successo a Vienna mica…

Advertisement

Esteri

75 premi Nobel contro la conferma di Rfk a ministro sanità

Pubblicato

del

Oltre 75 vincitori del premio Nobel hanno firmato una lettera aperta che esorta i senatori a non confermare la nomina di Robert F. Kennedy Jr., sostenendo che la scelta del presidente eletto Donald Trump per guidare il dipartimento della sanita’ e’ dannosa per la salute pubblica. La missiva, ottenuta dal New York Times, segna la prima volta in tempi recenti che i premi Nobel si sono uniti contro un ‘nominee’ del governo, secondo uno di loro, Richard Roberts, vincitore del prestigioso riconoscimento per la medicina del 1993, che ha contribuito a redigere la lettera.

“Questi attacchi politici alla scienza sono molto dannosi”, ha detto. “Bisogna prendere posizione e proteggerla”, ha aggiunto. I firmatari della lettera hanno messo in dubbio che Kennedy, a loro dire “privo di credenziali” in medicina, scienza o amministrazione, sia adatto a guidare il dipartimento che tutela la salute pubblica e da cui dipende il finanziamento della ricerca biomedica. “Mettere Kennedy a capo del dipartimento mettera’ a repentaglio la salute pubblica e compromettera’ la leadership globale dell’ America nelle scienze della salute”, si legge nella lettera. Se confermata, l’opposizione di Rfk a strumenti di salute pubblica consolidati, come i vaccini e la fluorizzazione dell’acqua potabile, rappresenterebbe un rischio per il benessere del Paese, prosegue la missiva.

I premi Nobel hanno anche criticato la promozione di teorie cospirative da parte di Kennedy, che ha falsamente collegato i vaccini all’autismo, ha respinto la scienza consolidata che dimostra come l’Hiv causi l’Aids e ha suggerito, senza prove, che il coronavirus ha preso di mira o, a seconda, risparmiato alcuni gruppi etnici. I firmatari hanno inoltre notato che il nominee è stato un “critico belligerante” delle agenzie che rientrerebbero nella sua competenza, tra cui la Food and Drug Administration, i Centers for Disease Control and Prevention e i National Institutes of Health.

Continua a leggere

Esteri

Ceo ucciso, sospetto killer incriminato per omicidio a NY: si chiama Luigi Mangione, ha 26 anni

Pubblicato

del

Al sesto giorno di caccia all’uomo il cerchio si è chiuso attorno a Luigi Nicholas Mangione, 26enne rampollo di una abbiente famiglia italo-americana di Baltimora, ex studente di computer in un’università della Ivy League, ricercato per l’assassinio a Manhattan del ceo di UnitedHealthcare, Brian Thompson. Su segnalazione di un dipendente di un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, la polizia ha fermato il giovane incensurato trovandolo in possesso di un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, tra cui uno col nome di Mark Rosario, lo stesso usato alla reception dell’ostello dell’Upper West Side dove il killer di Thompson si era fermato per dieci giorni prima del delitto.

“L’abbiamo preso incrociando i vecchi metodi della polizia con quanto offerto dalle nuove tecnologie”, ha detto la nuova commissioner della polizia di New York Jessica Tisch in una conferenza stampa con il sindaco Eric Adams che ne ha approfittato per riproporre il bando alle mascherine nei luoghi pubblici. Arrivato ad Altoona in Greyhound, Mangione aveva con sé una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una ‘ghost gun’, un’arma invisibile ai controlli messa assieme con la stampante 3d. Il 26enne portava addosso anche un “manifesto”, hanno riferito fonti di polizia, ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato Unabomber che negli anni ’90 tenne in scacco l’America con una catena di pacchi bomba.

Appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi, Luigi ammirava e metteva il like sui social alle invettive dell’eco-terrorista contro gli antidepressivi (“Immagina una societa’ che assoggetta le persone a condizioni che li rendono infelici e poi da’ loro i farmaci per togliere la loro infelicita”) Due paginette scritte a mano, il documento contiene accuse alla “corporate America” e in particolare alle le mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati. “Questi parassiti se la sono cercata… Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto”, sono alcune delle frasi scritte da Mangione, che dice di aver agito da solo e di essersi autofinanziato.

Secondo il New York Post, il ragazzo era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato. Tutto confermerebbe dunque quello che è stato fin dall’inizio il sospetto degli investigatori di un killer “arrabbiato” col sistema miliardario delle mutue: gli ultimi tasselli chiariscono le tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto – “deny, delay, depose” evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come UnitedHealthcare per negare i rimborsi – così come i soldi finti del Monopoli (il gioco per molti simbolo dell’avidità delle corporation) ficcati nello zaino di marca abbandonato a Central Park assieme al giaccone firmato Tommy Hilfiger il 4 dicembre, la mattina stessa del delitto.

Osannato da molti in rete come un eroe popolare, Mangione, che ha studiato informatica a UPenn e il cui ultimo domicilio conosciuto è Honululu, è stato arrestato per reati locali legati al possesso della pistola: per essere incriminato per l’assassinio di Thompson deve essere estradato a New York. Emergono intanto altri particolari sulla sua formazione: la costosa scuola privata del Maryland per soli maschi, la famiglia negli Usa da tre generazioni col il nonno Nicholas, un costruttore figlio di emigranti, che aveva fatto fortuna con una rete di country club, case di riposo e una stazione radio, mentre un cugino di Luigi, Nino, e’ deputato repubblicano conservatore al parlamento statale del Maryland.

Continua a leggere

Esteri

Raid di Israele, distrutti principali siti militari siriani anche vicino Damasco

Pubblicato

del

Forti esplosioni sono state udite a Damasco, riporta un giornalista dell’agenzia di stampa Afp. Le esplosioni a Damasco sono state udite poco dopo che la ong Osservatorio siriano per i diritti umani aveva riferito di circa 250 raid israeliani in Siria dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, domenica. Secondo la ong, da domenica Israele ha preso di mira le principali installazioni militari siriane in tutto il Paese con l’obiettivo di distruggerle. Israele “ha distrutto i principali siti militari in Siria” lanciando circa 250 attacchi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad: lo riporta la ong Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo la ong – che ha sede nel Regno Unito e si avvale di una vasta rete di fonti in tutta la Siria – Israele ha bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare, e ha danneggiato le navi della Marina siriana attaccando un’unità di difesa aerea vicino al grande porto di Latakia, nel nord-ovest del Paese.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto