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Esteri

Un morto tra 5 italiani coinvolti in valanghe in Norvegia

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Tragedia tra le nevi delle montagne norvegesi, dove un gruppo di cinque italiani è rimasto coinvolto in una delle quattro valanghe che si sono abbattute nel nord del Paese. Secondo la polizia, citata dal giornale norvegese Aftenposten, uno di loro è morto, altri due sono rimasti feriti tra cui uno grave, mentre gli altri due sono rimasti illesi. La Farnesina ha confermato che un connazionale è deceduto a seguito della valanga. Un incidente avvenuto in una giornata nera sulle cime norvegesi, con valanghe registrate anche in altre tre zone della regione del Nord-Troms, per un bilancio complessivo di quattro morti. Il gruppo di italiani si trovava sul picco Kavringtinden, una montagna di quasi 1.300 metri di altezza, meta popolare degli escursionisti.

“Cinque persone di origine straniera erano in escursione nella zona. Possiamo confermare che una persona è morta”, ha detto in conferenza stampa Morten Pettersen, della polizia di Troms. Secondo i media, l’operazione di salvataggio ha presentato grandi sfide per le squadre di soccorso, a causa delle condizioni meteorologiche. In ogni caso, tutti sono stati recuperati, ha detto il sindaco di Lyngen, Dan-Håvard Johnsen, sottolineando che la persona gravemente ferita è stata portata all’ospedale di Troms›. Per quanto riguarda gli altri tre incidenti che si sono verificati nel Nord-Troms, uno è avvenuto nella località di Reinoya, una piccola isola di circa 300 abitanti, dove una valanga ha investito una fattoria, trascinandola in mare.

In acqua sono stati trovati morti un uomo e una donna, oltre a un centinaio di capi di bestiame, e il comune ha evacuato gli altri residenti. A Storlett, nel comune di Nordreisa, una valanga ha coinvolto un altro gruppo di turisti stranieri e una persona è stata ritrovata senza vita. “Un membro del gruppo ha individuato la vittima e allertato i servizi di emergenza”, ha spiegato la polizia, senza specificare la nazionalità del deceduto. Una quarta valanga si è verificata a Manndalen, nel comune di Kåfjord, e non ha provocato vittime. Tor Indrevoll, direttore operativo del Corpo di soccorso della Croce Rossa di Troms, ha parlato di una situazione estremamente grave nella zona. Le autorità – riferisce Aftenposten – avevano avvertito giovedì di un grande rischio di valanghe nella regione. La polizia ha sconsigliato a chiunque di muoversi sulle montagne della zona, per le pessime condizioni meteo, e sia per oggi che per domani è stata emessa un’allerta rossa in diverse località.

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Esteri

Verso Consiglio Nato-Ucraina per rafforzare rapporti

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Che fare con l’Ucraina? Il dilemma sta sul tavolone del Consiglio Atlantico, diviso su quanto in là spingersi nell’aprire all’ingresso di Kiev nella Nato. Volodymyr Zelensky, ospite d’onore del summit dei leader alleati di Vilnius, ha fatto capire di non essere disposto a presentarsi solo per la fotografia di rito ma di attendersi passi concreti. Una parte dell’est Europa spinge per assicurare all’Ucraina un chiaro cronoprogramma, gli Usa e la Germania invece guidano il campo dei cauti, con Londra impegnata in una mediazione.

Ecco dunque spuntare l’ipotesi di creare il Consiglio Nato-Ucraina come opzione di compromesso per rafforzare i legami in vista di una futura (reale) adesione all’Alleanza. Si parte da una constatazione. Nessuno, tantomeno Kiev, reputa realistico lo scenario di aprire i protocolli di accesso a guerra in corso. Dunque si tratta d’immaginare il futuro andando però oltre – è la posizione dei ‘falchi’ – il linguaggio già usato a Bucarest nel 2008, ovvero promesse senza fatti concreti. Diversi alleati lo reputano un approccio prematuro: prima deve finire il conflitto e poi, a bocce ferme, si stabilirà il da farsi. Anche perché – spiega una fonte diplomatica – al momento non si può prevedere “che piega prenderà”, quando sarà, l’atteso negoziato di pace tra Ucraina e Russia ed è meglio lasciare “la lavagna pulita”.

Kiev, è il ragionamento, procederà con la controffensiva, proverà a strappare più territorio possibile alle forze occupanti di Mosca, e il Cremlino a quel punto, a seconda di come si svilupperanno le cose sul campo di battaglia, prenderà in considerazione “varie opzioni negoziali”. Ma un’altra linea di pensiero sottolinea come l’Ucraina, al di là del Cremlino, sta diventando la nazione “meglio armata d’Europa” con un esercito – e una società civile – induriti dal fuoco della battaglia. È dunque nell’interesse dell’Occidente “legare saldamente Kiev alle proprie istituzioni” e accompagnarne lo sviluppo democratico. L’opzione del Consiglio Nato-Ucraina è vista come il vero ‘derivable’ del summit di Vilnius – ovvero risultato concreto, nel gergo diplomatico – e per Kiev si tratterebbe di un “upgrade” rispetto all’attuale Commissione. Non sono solo parole.

Il Consiglio permetterebbe all’Ucraina di prendere parte in modo molto più stretto ai lavori dell’Alleanza e di essere partecipe del suo sviluppo e indirizzo. Dunque una prima integrazione politica, che accompagni il piano di assistenza militare pluriennale in via di approvazione, chiamato a rendere “pienamente interoperabili” le forze armate ucraine con quelle Nato. Questa opzione sanerebbe allo stesso tempo un paradosso. Al momento, infatti, il formato della Commissione Nato-Ucraina resta a un gradino inferiore del Consiglio Nato-Russia, che per quanto inattivo per ovvie ragioni non è mai stato formalmente ripudiato da nessuna delle due parti.

“È quantomeno curioso – sottolinea un’altra fonte – che l’Alleanza mantenga questo strumento con la Russia e non l’accordi all’Ucraina, dopo tutto quello che è successo e il sostegno militare-politico senza precedenti che ha ricevuto”. A Oslo la prossima settimana i ministri degli Esteri alleati saranno chiamati a limare le posizioni e a convergere verso il compromesso: la strada dalla Norvegia alla Lituania s’è fatta ormai breve.

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Scagionate in Usa 12 persone accusate di stregoneria 400 anni fa

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 Il Connecticut ha scagionato dodici persone, nove donne e due uomini, condannate per stregoneria quasi 400 anni fa, di cui undici impiccate dopo un processo farsa. Lo riportano i media americani. L’assemblea dello Stato Usa ha adottato una risoluzione che proclama la loro innocenza e denuncia le condanne come un “errore giudiziario”. La decisione arriva alla vigilia del 376esimo anniversario della prima impiccagione per stregoneria quella di Alice Young, nel New England. Centinaia di persone, per lo più donne, furono accusate di stregoneria in quello e in altri Stati nel XVII secolo, in particolare durante i famosi processi di Salem, Massachusetts, tra il 1692 e il 1693.

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Centinaia di tedeschi devono lasciare la Russia, ritorsione per le espulsioni dalla Germania

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Centinaia di dipendenti pubblici tedeschi che lavorano nei settori dell’istruzione e della cultura dovranno lasciare la Russia in seguito a una richiesta di Mosca, ha dichiarato all’Afp una fonte del governo tedesco. Il personale diplomatico e e i dipendenti di istituzioni pubbliche come l’organizzazione culturale Goethe Institute e la scuola tedesca di Mosca dovranno lasciar la Russia entro l’inizio di giugno. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, lo spionaggio russo in Germania è cresciuto a un ritmo raramente eguagliato negli ultimi anni, secondo i servizi di sicurezza tedeschi.

A metà aprile, la Germania ha espulso un certo numero di diplomatici russi “per ridurre la presenza dei servizi di intelligence”, provocando la reazione di Mosca che ha espulso una ventina di dipendenti dell’ambasciata tedesca. Nella primavera del 2022, la Germania aveva già espulso circa 40 diplomatici russi che Berlino riteneva rappresentassero una minaccia per la sua sicurezza. Lo scorso ottobre, il capo dell’agenzia tedesca per la sicurezza informatica, Arne Schoenbohm, è stato licenziato dopo che le notizie hanno rivelato la sua vicinanza a una società di consulenza per la sicurezza informatica che si ritiene abbia contatti con i servizi segreti russi. Un mese dopo, un ufficiale della riserva tedesca è stato condannato a una pena detentiva sospesa di un anno e nove mesi per aver spiato per la Russia.

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