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Uccisa in aggressione anche sessuale, un arresto

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Fu vittima di una “violenta” aggressione anche di natura sessuale Marielle Soethe, cittadina tedesca settantenne uccisa quasi un anno fa nella camera da letto della sua abitazione a Citerna, piccolo centro dell’alta Valle Tiberina dove viveva da molto tempo. Un omicidio per il quale oggi i carabinieri hanno arrestato un vicino di casa, un romeno cinquantenne tutt’ora residente in zona che la stessa donna fece entrare in casa, secondo quanto emerge dall’indagine della procura di Perugia. Un quadro indiziario che gli inquirenti considerano “granitico” e fondato anche su elementi scientifici, come una traccia di Dna dell’uomo trovata su una mano della vittima. Il gip ha quindi firmato una ordinanza di custodia cautelare in carcere nella quale si contestano al romeno l’omicidio volontario e la violenza sessuale. A eseguirla sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Perugia, con quelli di Città di Castello. Ancora al vaglio degli investigatori l’arma e il movente del delitto.

Di certo – ritiene chi indaga – la vittima e il presunto omicida si conoscevano. Ancorché per lunghi periodi la frequentazione fosse risultata “assolutamente” saltuaria. Nei mesi precedenti all’omicidio però – spiega la Procura in un comunicato – i contatti si erano via via intensificati a causa della collaborazione del cinquantenne e della moglie, risultata del tutto estranea ai fatti, nell’attività di compravendita di capi di abbigliamento che la tedesca conduceva online. Conoscenza confermata anche dall’indagato quando venne sentito come testimone nel corso delle indagini. Il cadavere venne trovato il primo dicembre 2022 dopo la segnalazione di un’amica della donna preoccupata per non averla sentita da alcuni giorni. La morte fu collocata al 25 novembre in base ai dati raccolti dai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche di Perugia e del Ris di Roma.

La “particolare efferatezza” dell’omicidio e altri elementi, quali ad esempio la mancanza di effrazione e l’anomala chiusura delle persiane della casa, hanno portato gli investigatori a ritenere che ci fosse un rapporto di conoscenza fra la vittima e il presunto omicida e che quest’ultimo potesse essere della zona. Ipotesi che ha trovato riscontro anche nelle valutazioni dei profilers del Ris. La Procura guidata da Raffaele Cantone spiega che il vicino è stato individuato nonostante le difficoltà per la grande riservatezza che contraddistingueva la vita privata della tedesca e quelle di penetrare un contesto sociale risultato particolarmente chiuso. Le tracce biologiche repertate sul corpo della donna, in particolare nelle zone interessate da lesioni da difesa, hanno fatto emergere quella che è considerata una corrispondenza con l’arrestato. Anche quelle telematiche del cellulare, analizzate dal Centro operativo di sicurezza cibernetica di Perugia della polizia hanno poi confermato il fatto che l’uomo si trovasse nei pressi del luogo del delitto nella fascia oraria in cui è avvenuto.

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Ordine medici: risposta forte dello Stato contro violenze

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“Chiediamo al Governo una risposta forte ed esemplare per garantire sicurezza e serenità ai medici e a tutti i professionisti sanitari. In sua assenza, siamo pronti a scendere in piazza e a manifestare”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta i fatti di Pescara, dove una quarantina di persone, appreso della morte di un loro parente, hanno fatto irruzione nel reparto di oncologia dell’ospedale, insultando e minacciando il personale e danneggiando oggetti e strutture.

Ai colleghi aggrediti, all’Ordine dei Medici di Pescara con la presidente Maria Assunta Ceccagnoli va la solidarietà della Fnomceo. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, evidenzia in una nota la Fnomceo, sono state oltre 16mila, nel 2023, le segnalazioni di episodi di violenza contro sanitari: circa 50 al giorno, considerando che mancano i dati della Sicilia e che molte Regioni hanno considerato solo le aggressioni avvenute nelle strutture pubbliche.

Da qui, la necessità e l’urgenza di dire “basta”, scrive la Fnomceo. “È necessario un decreto-legge – spiega Anelli – che contenga provvedimenti di tipo normativo, come l’arresto in flagranza differita e la piena applicazione della procedibilità d’ufficio, ma anche organizzativo, come sistemi di videosorveglianza, controlli agli ingressi con metaldetector, presenza di vigilanti ma anche postazioni fisse delle forze dell’ordine”. “Il diritto alla salute che i professionisti della salute garantiscono – aggiunge – non può essere disgiunto dal diritto alla sicurezza. Senza sicurezza, difficilmente l’assistenza potrà essere garantita con la massima efficienza”.

“Tutti abbiamo più volte richiamato la necessità – conclude Anelli – di aumentare l’attrattività del Ssn nei confronti dei professionisti della salute. Questi episodi che alimentano la paura e l’angoscia, al contrario, spingeranno sempre più i professionisti ad abbandonare il Ssn. L’effetto sarà la compromissione non solo della qualità e dell’universalità dell’assistenza ma anche della stabilità sociale, così importante in questo momento storico. Tutte le professioni sanitarie in questi giorni si interrogheranno per assumere le opportune iniziative”.

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Prete goleador, don Francesco segna in Promozione

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Sacerdote alla domenica mattina, calciatore al pomeriggio nella squadra del paese. È il ‘prete goleador’ don Francesco Ametta, 29 anni, viceparroco di San Martino in Rio, nel Reggiano, che mercoledì scorso ha giocato e segnato nel match di Coppa Italia Promozione tra Sammartinese e Bagnolese. “Purtroppo non è servito, abbiamo perso 3-2, ma è stata una bella emozione”, ha detto il giovane prelato nonchè attaccante. “Ho sempre giocato a buon livello da ragazzino nei dintorni di Reggio Emilia – spiega don Francesco – A 19 anni però è arrivata la convocazione più importante dal Signore. E ho deciso di entrare in seminario per sette anni e di lasciare il calcio agonistico. Da seminarista però ho fatto qualche torneo”. Poi nel 2022 è stato ordinato sacerdote e mandato a San Martino in Rio come viceparroco.

“A novembre dell’anno scorso ho chiesto se potevo allenarmi con la Sammartinese, ma giusto per tenermi in forma. Quest’anno invece ho iniziato subito e mi hanno tesserato. Mercoledì non pensavo nemmeno di giocare e invece ho fatto 90 minuti e ho pure fatto gol, il primo da quando sono sacerdote”. Apparentemente un record per le gare ufficiali della Figc. Bisogna scorrere fino agli anni ’60 e andare all’estero per trovare Jose Manuel Basurco, un presbitero spagnolo che fu mandato in Sudamerica dove segnò un gol nella Coppa Libertadores con la maglia del Barcellona de Guayaquil contro l’Estudiantes. Don Ametta però chiarisce: “La Messa per me è il cuore della domenica, ma se avrò tempo andrò anche a giocare”. Infine racconta com’è stato accolto in un mondo, quello del calcio, dove spesso volano parolacce e blasfemie.

“Quando sento qualcuno bestemmiare, lo riprendo. Ma devo ringraziare i ragazzi perché sono tutti molto rispettosi. Il calcio è un luogo di incontro e anche questa la considero una missione pastorale. È una grande metafora di vita, le difficoltà si affrontano in gruppo come una comunità. Gli avversari in campo come si comportano? Chi sa che sono un prete spesso, magari per recriminare un fallo, mi dice: tu non puoi dire le bugie…”. A chiudere un appello ad un sammartinese celebre, l’ex calciatore di Inter, Fiorentina e Nazionale, Lele Adani: “Non lo conosco, ma vorrei venisse ad incontrare i suoi giovani compaesani della nostra parrocchia”.

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Tumore collo utero,con immuno-chemioradioterapia 82%vivo a 3anni

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Con il trattamento di immunoterapia più chemioradioterapia, l’82,6% delle pazienti con tumore della cervice uterina ad alto rischio è vivo a 3 anni. Sono i risultati dello studio Keynote-A18 presentati nel simposio presidenziale del Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) e pubblicati contemporaneamente su The Lancet. Domenica Lorusso, professore di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University e direttore del Programma di Ginecologia Oncologica Humanitas San Pio X di Milano, è il principal investigator dello studio: “Per la prima volta in oltre 20 anni in cui non vi sono stati reali progressi – afferma – questa combinazione cambia lo standard di cura. L’aggiunta dell’immunoterapia con pembrolizumab alla chemioradioterapia consentirà di portare a una potenziale guarigione un maggior numero di pazienti”.

La ricerca italiana cambia dunque la pratica clinica nel tumore della cervice uterina localmente avanzato ad alto rischio. Nello studio, l’immunoterapia con pembrolizumab, in combinazione con la chemioradioterapia concomitante, ha infatti ridotto il rischio di morte del 33% rispetto alla sola chemioradioterapia (Crt). La sopravvivenza globale a 3 anni ha raggiunto l’82,6% nelle pazienti con nuova diagnosi che hanno ricevuto il regime immunoterapico rispetto al 74,8% per coloro che sono state trattate con la sola Crt.

È la prima volta, in oltre 20 anni, che si assiste a un miglioramento della sopravvivenza globale per questo tipo di tumore. Ogni anno, in Italia, si stimano circa 2500 nuove diagnosi di tumore della cervice uterina. “È una delle cause principali di morte da cancro nelle donne a livello globale, ma i progressi terapeutici degli ultimi anni non hanno dimostrato un beneficio di sopravvivenza significativo per le pazienti con malattia localmente avanzata ad alto rischio – spiega Lorusso -. La combinazione di pembrolizumab con la chemioradioterapia concomitante aumenta in modo statisticamente significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza globale in queste pazienti. Per la prima volta in oltre 20 anni in cui non vi sono stati reali progressi, questa combinazione cambia lo standard di cura, finora rappresentato dalla sola chemioradioterapia concomitante”.

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