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Cronache

Uccisa da ex, libero dopo aver patteggiato stalking

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A cinque giorni dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, arriva da Reggio Emilia un’altra storia di persecuzione da parte di un uomo, culminata in omicidio. Juana Cecilia Hazana Loayza, 34 anni nata a Lima, in Peru’, ma residente da tempo in Emilia, e’ stata trovata morta in mattinata, sgozzata in un parco pubblico tra alcuni condomini, in via Patti, vicino all’ex polveriera. Il corpo, a faccia in giu’, era a ridosso di una recinzione. I carabinieri, coordinati dal pm Maria Rita Pantani, hanno in breve tempo indirizzato i loro sospetti sull’ex compagno della sudamericana: Mirko Genco, 24 anni, di Parma. Lo hanno trovato, interrogato e alla fine il giovane ha ammesso i fatti. E’ stato quindi sottoposto a fermo. Un delitto brutale, risolto in poche ore. Perche’ colui che e’ ritenuto il responsabile e’ l’uomo che da mesi perseguitava Juana. Era gia’ stato arrestato due volte, ma una ventina di giorni fa, a seguito di una sentenza di patteggiamento con una sospensione condizionale della pena, era tornato libero di fare del male alla donna che lo aveva denunciato. Le misure cautelari adottate nei suoi confronti sono cadute il 4 novembre. Genco era stato arrestato il 5 settembre per atti persecutori e il 6, dopo la convalida dell’arresto, era stato scarcerato e sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. Ma il 10 settembre era stato nuovamente arrestato per violazione della misura, violazione di domicilio e ulteriori atti vessatori, ottenendo il 23 settembre gli arresti domiciliari. Il 3, il processo con un patteggiamento a due anni e il giorno dopo, la liberazione. Juana Cecilia Loayza lascia un figlio di un anno e mezzo. Il bambino era nato da una relazione con un altro ex compagno. La donna lavorava in una cooperativa d’assistenza a Scandiano, mentre il 24enne che l’ha uccisa faceva il rappresentante di utenze domestiche, porta a porta. I carabinieri del nucleo investigativo lo hanno cercato a Parma, dove vive, ma poi lo hanno trovato al lavoro, a Reggio Emilia, in via Giacinto Pezzana, altezza di piazza degli Strinati, dove e’ stato bloccato senza opporre resistenza e portato in caserma. E’ stato ricostruito che ieri sera il 24enne era arrivato da Parma e dopo aver rintracciato la donna in un locale del centro storico, si era diretto con lei verso casa sua. Durante il tragitto, nel giardino pubblico poco distante dall’abitazione della vittima, l’avrebbe aggredita, tentando prima di strangolarla e poi accoltellandola. Almeno un fendente e’ arrivato alla gola, ma sara’ l’autopsia a fare luce sulla dinamica e sui tempi esatti del decesso. L’arma del delitto, un coltello da cucina ancora sporco di sangue, e’ stato trovato poco distante da luogo dell’omicidio ed e’ stato sequestrato. La tragica fine di Juana, ennesimo femminicidio quest’anno, arriva al termine di una settimana che ha visto l’Emilia insanguinata, con quattro delitti in quattro giorni. Martedi’ a Modena, il 48enne Carlo Evangelisti ha assassinato la madre, Milena Calanchi, 71. Poi e’ andato al bar e ha confessato tutto a un amico. Il giorno dopo Sassuolo e’ stata teatro di uno sterminio familiare: Nabil Dhahri, 38 anni, ha ucciso la ex compagna Elisa Mulas, 43, i due figli di due e cinque anni, la suocera Simonetta Fontana e poi si e’ suicidato, mentre sono sopravvissuti la prima figlia della donna, a scuola e il bisnonno ultranovantenne, allettato. Giovedi’, invece, a Salto di Montese, sull’Appennino Modenese, il 71enne Grazio Lancellotti ha assassinato con alcuni fendenti di coltello la moglie Anna Bernardi, 67 anni. Li ha trovati il figlio. Ieri sera, a Reggio Emilia, un altro episodio di una strage senza fine.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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