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Tecnologia

Twitter crolla con passo indietro Musk, brucia 3,2 miliardi

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 Twitter affonda a Wall Street e brucia 3,2 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. I titoli della societa’ che cinguetta perdono l’11% nel primo giorno di scambi dopo l’annuncio shock di Elon Musk. Il patron di Tesla non vuole piu’ acquistare Twitter e lo ha annunciato pubblicamente. La societa’ che cinguetta intende fare causa a Musk, spianando la strada a una dura battaglia legale.

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Benanti: AI Act ci proteggerà dalle manipolazioni

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“Noi europei dovremmo essere felici perché l’AI Act ci protegge e ci tutela. Noi siamo europei. E proprio alla luce di questo non possiamo pensare che qualcosa invada il nostro mercato creando dei possibili rischi senza averli valutati prima. Qualche tecnologia arriverà in ritardo? Pazienza”. Ad affermarlo a Repubblica Paolo Benanti, professore della Gregoriana e unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite.

Dell’Ai Act apprezza in particolare “il fatto che dia ai cittadini la possibilità di fare appello. Per esempio in relazione a come vengono trattati i dati biometrici. Dire che in Europa non è possibile collezionare i volti delle persone è una bella novità”. Rispetto al ‘riconoscimento delle emozioni’ afferma “se diamo retta a questa teoria, allora possiamo istruire l’IA a leggere dati che ci interpretano come macchine biologiche. Potremmo trovarci di fronte a una macchina che ci persuade con un testo e che ci può anche manipolare fermandosi poco prima del livello di coscienza. Essere manipolati e controllati è uno scenario che appartiene al peggior film di fantascienza”.

Proibito anche l’uso per assegnare alle persone un ‘punteggio sociale’: “In questo i social network si sono già mostrati molto abili. E i casi di manipolazione come quello che ha riguardato Cambridge Analytica l’hanno evidenziato in modo inequivocabile”. Paura dell’IA? “Mi spaventa di più la stupidità naturale. L’IA, se ben usata e regolamentata, può renderci migliori”.

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Nelle prime stelle processi nucleari mai visti

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Nelle prime stelle sono avvenuti processi di fissione nucleare che hanno portato alla formazione di elementi molto più pesanti dell’uranio. Che questo fosse avvenuto era un’ipotesi alla quale si lavorava da tempo, ma ora per la prima volta sono state osservate le tracce di quelle reazioni nucleari. I dati, pubblicati sulla rivista Science, si devono alla ricerca internazionale coordinata dal dipartimento di Astronomia dell’Università del Michigan. Il punto di partenza sono stati gli elementi pesanti in 42 stelle della Via Lattea, tutte finora molto studiate dagli astronomi ma mai simultaneamente.

Lo studio, condotto utilizzando nuove simulazioni, ha permesso di scoprire che alcuni elementi, come l’argento e il rodio, sono probabilmente quello che resta dal processo di fissione di elementi pesanti, generati in passato da fenomeni cosmici violenti, come la collisione di stelle estremamente dense come quelle di neutroni oppure dall’esplosione di supernovae. Da quelle reazioni nucleari sono stati generati elementi che in origine avevano un peso atomico di almeno 260, maggiore rispetto a quello dell’uranio.

“Non abbiamo mai rilevato nulla di così pesante nello spazio o in natura sulla Terra, nemmeno nei test sulle armi nucleari”, afferma il coordinatore della ricerca, il fisico Ian Roederer, che oggi lavora alla North Carolina State University. Questi risultati, ha aggiunto, “potrebbero darci un’idea di come si sia formata la ricca diversità degli elementi”. Ogni cosa, nell’universo come sulla Terra e gli stessi esseri viventi, è fatta degli elementi prodotti dalle stelle, vere e proprie fabbriche cosmiche di materia nelle quali protoni e neutroni si combinano negli atomi per generare elementi di peso atomico diverso: leggeri come il carbonio o pesanti come il piombo. Gli elementi più pesanti nascono solo nelle stelle di neutroni, così dense che un cucchiaino della loro materia peserebbe quanto la Terra.

Il processo nucleare che permette di generare gli elementi pesanti come l’oro, il platino o l’uranio, avviene quando, all’interno di una sorta di ‘zuppa’ di neutroni nella quale fluttuano dei nuclei atomici, un gruppo di neutroni si attacca a un nucleo innescando una serie di reazioni che, in meno di un secondo, trasformano alcuni neutroni in protoni: è questo il ‘processo di cattura rapida dei neutroni’, o ‘processo r’. “Il processo r è necessario se si vogliono produrre elementi più pesanti, come piombo e bismuto”, osserva Roederer. “Abbiamo un’idea generale di come funzioni il processo r, ma “non di quanti diversi tipi di siti nell’universo possano generarlo, non sappiamo come finisce e non possiamo rispondere a domande come: ‘quanti neutroni si possono aggiungere?’, oppure ‘quanto può pesare un elemento?”. Le prime risposte sono arrivate adesso dalle 42 stelle della Via Lattea.

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L’energia atomica pulita e il dibattito in Italia

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A quasi 40 anni dai referendum che portarono alla chiusura delle vecchie centrali, in Italia si torna a parlare di nucleare. E ipotizzare un suo ritorno nell’ambito del contrasto ai combustibili fossili non è più un tabù. Certo, quella del futuro viene dipinta come un’energia atomica ‘pulita’, grazie alla fusione e alle nuove tecnologie che promettono di essere rispettose del principio di uno sviluppo economico sostenibile e sicuro. Del resto l’aggravarsi della crisi climatica e l’impennata del prezzo del gas naturale provocata dalla guerra in Ucraina non potevano non riaccendere il dibattito politico e quello nell’opinione pubblica, in Italia e in Europa. Con la Commissione Ue che ha inserito il nucleare tra le fonti energetiche che possono dare un contributo allo sviluppo futuro. Come in queste ore chiedono in molti al summit della Cop28 in corso a Dubai. L’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, fa chiarezza sulle nuove tecnologie e sullo stato dell’arte nel nostro Paese.

– LA DIFFERENZA TRA FUSIONE E FISSIONE. Nella fusione nucleare due nuclei si uniscono per formarne uno più pesante con lo stesso meccanismo che ‘accende’ gli astri. Si ottienee energia rinnovabile e inesauribile in un modo che viene definito “intrinsecamente sicuro”. Non vengono prodotte emissioni di gas serra, né rifiuti radioattivi che restano tali per millenni. Nella fissione, invece, un nucleo si divide in due nuclei più leggeri, e questo processo comporta la produzione di scorie altamente radioattive.

– IL RUOLO DI ENEA. Al Dipartimento Fusione e Sicurezza Nucleare dell’agenzia lavorano quasi 500 fra ricercatori e tecnologi che hanno registrato 50 brevetti nella fusione negli ultimi 20 anni. L’agenzia partecipa ai progetti mondiali Iter e Broader Approach e ha ideato il Dtt, Divertor Tokamak Test, un polo scientifico-tecnologico in costruzione a Frascati con Eni.

– IL PROGETTO ITER E L’ITALIA. Iter, l’International Thermonuclear Experimental Reactor, é il maggior progetto internazionale sulla fusione. È in fase di costruzione in Francia con un investimento di 20 miliardi di euro. L’obiettivo É dimostrare la fattibilità della produzione di energia da fusione e progredire nei tempi più brevi possibili verso un reattore dimostrativo Demo. Le imprese italiane coinvolte sono circa 50, a partire da Asg superconductors, Cecom, Delta TI e Ansaldo: hanno vinto oltre 1,8 miliardi di euro di commesse. – SMR E AMR. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha citato come tecnologie da valutare gli ‘Small modular reactor’ (Smr) e gli ‘Advanced modular reactor’ (Amr), che sono meta’ strada fra la terza e la quarta generazione di reattori. Gli Smr sono reattori modulari di dimensione ridotta, che producono comunque rifiuti radioattivi a lunga vita. Gli Amr, invece, utilizzano metalli liquidi come refrigeranti che minimizzano i rifiuti a lunga vita prodotti. Entro il 2035 saranno istallati oltre 20 GW di Smr a livello globale (il 3% della capacità nucleare totale oggi installata), accompagnata da investimenti in ricerca e sviluppo per 1 miliardo di euro per la realizzazione di reattori nel prossimo decennio.

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