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Economia

Turismo, folla alla Bit per le meraviglie della Campania: le proposte 2019 di Napoli, Pompei, Ischia e altri luoghi meravigliosi per gli ospiti che arriveranno

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Folla dei tour operator o dei semplici visitatori allo stand Campania durante la Borsa Internazionale del Turismo a Milano: presenze che giustificano l’ottimismo degli addetti ai lavori per la prossima stagione di quella che è ormai la seconda regione italiana per incremento di presenza turistica. La vetrina della BIT è un luogo dove esporre i tesori culturali campani a partire dai siti Unesco materiali e immateriali.

Le aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Paestum, Campi Flegrei e Oplonti a Torre Annunziata, Santa Sofia a Benevento, il Centro Storico di Napoli, la Reggia di Caserta con l’acquedotto vanvitelliano e il complesso di San Leucio, la Costiera Amalfitana, il Parco nazionale del Cilento, gli scavi di Velia e la Certosa di Padula. Ed ancora, siti immateriali: la dieta mediterranea, le grandi macchine a spalla dei gigli di Nola ed infine “l’arte del pizzaiolo napoletano”, ultimo, ma non per importanza, riconoscimento internazionale. Nello stand della Regione, durante i tre giorni della BIT, sono state organizzate conferenze tematiche e degustazioni che rappresentano una sorta di viaggio tra le province campane. “Nella visione strategica di un altro Sud e un’altra Campania – afferma l’assessore Corrado Matera – il turismo rappresenta un elemento fondamentale per creare occupazione e sviluppo. La sensibile e diffusa crescita dei flussi turistici nei nostri territori e’ il frutto di un’azione che abbiamo portato avanti con il presidente De Luca nei diversi settori. Adesso dobbiamo rendere permanenti gli effetti positivi di questo boom turistico che e’ sotto gli occhi di tutti”. Questi i principali eventi della programmazione 2019. Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 28 marzo, la mostra “Canova e l’Antico” con celebri statue provenienti dall’Ermitage di San Pietroburgo a confronto con i capolavori classici della collezione Farnese al Mann. Dall’11 aprile Caravaggio torna al Museo di Capodimonte: una mostra che si preannuncia storica e che sta gia’ creando attesa tra gli appassionati vecchi e nuovi del grande pittore del Seicento.

Al Madre, il museo di arte contemporanea situato nel cuore di Napoli, dopo lo strepitoso successo di pubblico di Robert Mapplethorpe, con “Coreografia per una mostra”, che la Regione Campania ha allestito in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation, si annunciano sold out le personali dedicate a Pier Paolo Calzolari, Pina Bausch e Liam Gillick. Dall’8 giugno al 14 luglio il “rivoluzionario” Napoli Teatro Festival Italia, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, trasformera’ la citta’ in un immenso e vivo palcoscenico dove andranno in scena artisti e autori provenienti da tutto il mondo. A Sorrento, da giugno ad ottobre, e’ in programma la mostra “Henri Matisse. Il Maestro in scena”, con oltre 100 opere dell’artista francese. La rassegna sara’ ospitata a Villa Fiorentino ed e’ frutto di collaborazioni con istituzioni culturali di grande prestigio come il Museo Matisse e il Museo Picasso. Alla fiera di Milano va in scena anche “L’amica geniale” con i luoghi che tra Ischia e Napoli hanno fatto da naturale location alla fiction tratta dai romanzi di Elena Ferrante. La Regione Campania sta puntando molto sul Cinema come fonte nuova di turismo. E Napoli ed Ischia sono regine da questo punto di vista. L’isola d’Ischia quest’anno sarà anche l’isola green, saranno limitati al massimo gli arrivi delle auto, potenziato il servizio pubblico di trasporto e valorizzato l’aspetto benessere e cultura nell’offerta agli ospiti. Mare, enogastronomia, terme, archeologia con i tanti siti visitabili: dalla coppa di Nestore a Lacco ameno, alla piccola Atlantide sotto il mare di Cartaromana, al Castello Aragonese, agli insediamenti di Panza, al borgo di Sant’Angelo, ai pizzi bianchi dell’Epomeo, Zero e mille altri luoghi meravigliosi che consentono di andare oltre quello che è il mare azzurro dell’isola verde.

L’amica Geniale. Alcune scene della serie girate a Ischia

Ormai la nostra regione e’ un set a cielo aperto che si rinnova quotidianamente con produzioni grandi e piccole attratte anche per l’eccellente lavoro della Film Commission, che riesce a sintetizzare quello che la Campania e’ in grado di offrire al grande Cinema: belle storie, cultura, luoghi e talenti. Un classico tra i classici per l’offerta turistico-culturale della Campania sara’ la stagione dei siti di Pompei, Ercolano e Paestum: torna “Campania by Night”, organizzato dalla Scabec societa’ in house della Regione, che rinnova le tradizionali suggestioni degli eventi negli scavi. Nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei rivive il Mito della Terra Ardente: dal Museo di Baia parte un percorso verso le origini della cultura. A Pompei il Teatro Stabile presenta l’edizione 2019 di “Theatrum Mundi” con un cartellone che tra giugno e luglio va da Sofocle a Shakespeare. Mentre nella Reggia di Caserta “L’Estate da Re” quest’anno prende il via proprio con il solstizio che coincide con la Festa internazionale della Musica. Eccellenza campana nota in tutto il mondo e’ il Festival di Ravello che, giunto alla 67esima edizione, rappresenta un diamante incastonato nel diadema della Costiera Amalfitana. Altro evento centrale del 2019 sono le Universiadi, in programma dal 3 al 14 luglio. La Regione Campania ha attrezzato una sessantina di impianti destinati alle gare e allestito una serie di servizi per l’accoglienza degli atleti, circa 8000 provenienti da 170 paesi, e degli ospiti. Si tratta di giovani che gravitano negli ambienti accademici: un target elevato e quindi in grado di attivare un ottimo effetto di ricaduta internazionale per l’offerta turistico-culturale campana che va ben oltre il turismo sportivo.

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Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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Confindustria, tutti i nomi della nuova squadra del presidente Orsini

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Il consiglio generale di Confindustria, su proposta del presidente designato Emanuele Orsini, ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze. Dieci i vicepresidenti elettivi: Francesco De Santis, Maurizio Marchesini, Lucia Aleotti, Angelo Camilli, Barbara Cimmino, Vincenzo Marinese, Natale Mazzuca, Marco Nocivelli, Lara Ponti. Completeranno la squadra di presidenza i tre vicepresidenti di diritto: Giovanni Baroni presidente della Piccola Industria, Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani Imprenditori, Annalisa Sassi presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.

Il consiglio generale di Confindustria ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze: su 132 presenti, 110 hanno votato a favore, i contrari sono stati 9 e 13 le schede bianche. Queste le deleghe ai vicepresidenti. Francesco De Santis continuerà il suo impegno su Ricerca e Sviluppo. Maurizio Marchesini, dopo aver seguito le Filiere e le Medie Imprese, avrà la delega su Lavoro e Relazioni industriali. Stefan Pan, croseguirà il lavoro svolto in Europa negli scorsi quattro anni in veste di delegato del presidente, con la vicepresidenza per l’Unione europea e il rapporto con le Confindustrie europee. A Lucia Aleotti andrà la vicepresidenza per il centro studi, snodo cruciale nella definizione delle strategie di politica economica. Ad Angelo Camilli la delega su credito, finanza e fisco. Barbara Cimmino seguirà l’export e l’attrazione degli investimenti. A Vincenzo Marinese sarà affidata la responsabilità dell’organizzazione e dei rapporti con i territori e le categorie. Natale Mazzuca avrà la delega alle politiche strategiche e allo sviluppo del Mezzogiorno. A Marco Nocivelli la nuova delega sulle politiche industriali e made in Italy. Lara Ponti si occuperà di transizione ambientale e obiettivi Esg, temi centrali nell’agenda di Confindustria. Emanuele Orsini manterrà per sé la responsabilità su alcuni grandi capitoli strategici: transizione digitale, cultura d’impresa e certezza del diritto.

La squadra di presidenza di Emanuele Orsini, al vertice di Confindustria per il 2024-2028, su richiesta del presidente designato si avvarrà anche del contributo di tre special advisor: Antonio Gozzi con delega all’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività; Gianfelice Rocca per le Life Sciences e Alberto Tripi per l’intelligenza artificiale. Il nuovo board di Confindustria sarà coadiuvato da cinque delegati del presidente: Leopoldo Destro ai trasporti, alla logistica e all’industria del turismo, Riccardo Di Stefano al quale sarà affidata la delega all’education, Giorgio Marsiaj si occuperà di space economy, ad Aurelio Regina andrà la delega all’energia, mentre Mario Zanetti seguirà l’economia del mare.

 

Il presidente Orsini ha anche ringraziato l’ambasciatore Raffaele Langella per il lavoro svolto come direttore generale, annunciando che fino al suo prossimo incarico, sarà al suo fianco come consigliere diplomatico. Il nuovo direttore generale sarà Maurizio Tarquini.

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Ponte sullo Stretto, i dubbi del Ministero dell’Ambiente

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Il ministro Matteo Salvini lancia la Conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto, per avviare entro l’estate i cantieri della sua opera-bandiera. Ma il primo sgambetto gli arriva proprio da un altro ministero, quello dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto di Forza Italia. Alla prima riunione della Conferenza dei servizi, che riunisce tutti i soggetti interessati per sveltire le procedure (imprese, Ministeri, enti locali), il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti.

I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell’opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto. Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000. Le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di “passo falso” e di “farsa”, e ribadiscono “il progetto non sta in piedi”.

Ma sono soprattutto le opposizioni a cavalcare la vicenda. Per Marco Simiani del Pd, “il ministero dell’Ambiente sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto”. Proprio il leader della Lega era assente alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta al suo ministero delle Infrastrutture. “Dal ministero dell’Ambiente arriva un macigno sul progetto del Ponte sullo Stretto”, commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che parla di “un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario”. Angelo Bonelli di Avs rincara la dose: “La commissione tecnica Via del Ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte. Ma esiste un progetto definitivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa, che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell’Ambiente?”. Mentre il Codacons chiede l’intervento della Corte dei Conti, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si mostra preoccupato per le osservazioni del Mase: “Sono richieste congrue, data l’entità dell’opera. In 30 giorni daremo tutti i chiarimenti richiesti”.

Il ministro Gilberto Pichetto si trova all’improvviso in una posizione scomodissima, con gli uffici del suo ministero che bastonano un progetto che è il cavallo di battaglia di un suo collega. “Con queste istanze abbiamo dato via alla procedura di valutazione di impatto ambientale”, commenta asettico. La richiesta di integrazioni “è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale”. Per il Ponte “si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”. “Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme – ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario di FI ai Rapporti con il Parlamento – Ho sentito il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità”.

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