“La cura è una primarietà esistenziale, perché senza cura la vita non può essere conservata, attuata nella sua pienezza e riparata quando il dolore del corpo o dell’anima sommergono l’essere umano”. E’ il preambolo de “La Carta di Udine per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo”, documento di indirizzo scientifico approvato oggi dagli “Stati generali itineranti per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo” promossi dall’Ateneo friulano con il Dip. di Medicina. Gli Stati generali hanno anche aderito al Manifesto “Dignitas Curae” che propone un modello di cura che riporti al centro i valori della medicina, riconosca il bene della persona e del curante e sfrutti le migliori competenze specialistiche.
Tra le priorità, la riduzione dei costi e dei tempi d’attesa e, grazie a équipe multidisciplinari, l’assistenza ai malati in base alle loro effettive e personali necessità terapeutiche. Tre sono gli ambiti della Carta: umanizzazione delle cure in chiave moderna; qualità della cura intesa come assistenza centrata sul paziente, cioè efficace, sicura, accessibile, tempestiva, equa, efficiente; modello di cura con ricadute sulle persone attraverso 4 aree: ricerca, formazione, clinico-assistenziale e organizzativo-gestionale, valutazione dei risultati.
“Un progetto ambizioso – ha commentato il rettore di Udine Roberto Pinton – che mira a promuovere la coesione sociale, potenziare le competenze professionali, e rinnovare il senso di appartenenza al sistema sanitario”. Per Massimo Robiony, presidente degli Stati generali, il fine “è progettare una sanità che metta al centro la persona”. In un videomessaggio il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha parlato di “una sfida impegnativa, ma indispensabile” per “una sanità più umana, innovativa e sostenibile”. Per Schillaci, inoltre, “il manifesto Dignitas Curae offre una visione per una sanità a misura d’uomo. E un esempio pratico di questa prospettiva è la Carta di Udine”.
Ed evidenzia la necessità di “superare il modello centrato sull’ospedale, rafforzare la medicina territoriale e promuovere una integrazione socio-sanitaria”, sottolineando l’impegno del Ministero “a risolvere criticità che con il tempo si sono acuite”. Ma la soluzione “non può limitarsi a tamponarne i sintomi, deve” rivedere i modelli organizzativi, ottimizzare l’uso delle risorse”. Secondo il governatore Fedriga, anche lui in videomessaggio, la Carta di Udine sottende “un approccio innovativo e praticamente a costo zero, che ben si sposa con la necessità di sostenibilità del nostro sistema sanitario nazionale”. Pronta adesione alla Carta da parte della Federazione italiana delle aziende ospedaliere. “È essenziale potenziare una rete coordinata di servizi sanitari e sociali, che risponda ai bisogni dei pazienti, riduca le ospedalizzazioni evitabili e promuova la medicina di prossimità”, ha detto il presidente Giovanni Migliore, anch’egli intervenuto agli Stati generali.