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Esteri

Trump scalpita per tornare ma la Casa Bianca frena

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“Sto meglio di due settimane fa, ho avuto una ripresa incredibile, ho recuperato immediatamente”. Donald Trump continua a lanciare segnali rassicuranti sul suo stato di salute e si dice pronto a scendere di nuovo in campo. Vorrebbe farlo addirittura gia’ nelle prossime ore, con un paio di comizi nel weekend: in Florida e in Pennsylvania, ha azzardato in un’intervista telefonica su Fox News. Ma a frenare, qualche ora dopo, e’ stata la stessa portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany, anche lei positiva al Covid: “Il presidente non andra’ in pubblico fino a che non sara’ sicuro che non puo’ piu’ trasmettere il virus”. A questo punto la ripresa delle normali attivita’ pubbliche del presidente potrebbero slittare, nonostante The Donald scalpiti e faccia pressioni per accelerare i tempi. Fonti a lui vicine lasciano trapelare come il ritorno quasi certamente non avverra’ prima della giornata di lunedi’. Del resto sono passati solo dieci giorni da quando il presidente e’ stato ricoverato al Walter Reed Medical Center dopo aver sofferto difficolta’ respiratorie, e finora non si hanno notizie di nuovi tamponi effettuati per verificare se Trump sia di nuovo negativo: “Faro’ il test nelle prossime ore”, ha detto nella serata di giovedi’, ma nulla e’ trapelato finora. Il medico personale Sean McConley ha solo assicurato che il presidente avrebbe risposto molto bene alle cure e non presenterebbe piu’ sintomi evidenti come febbre, tosse o insufficienza di ossigeno nei polmoni. Trump, dunque, per il momento resta in isolamento alla Casa Bianca, facendo la spola tra la sua attuale residenza al piano seminterrato e lo Studio Ovale. Gli unici a poterlo avvicinare, oltre ai medici e agli agenti del Secret Service, sono il capo dello staff Mark Meadows, il consigliere per i social media Dan Scavino e il genero Jared Kushner: tutti con indosso tuta, mascherina, guanti e occhiali anti-contagio. Il resto della West Wing un deserto, mentre la first lady Melania e’ ancora in isolamento negli appartamenti della East Wing. Intanto i democratici vanno all’attacco, e la speaker della Camera Nancy Pelosi, accusando Trump di non avere “le capacita’ e la leadership necessarie per guidare il Paese”, ha annunciato una legge che istituisce una commissione di indagine. Commissione che dovra’ valutare lo stato di salute fisica e mentale del presidente, per stabilire se esistono gli estremi per invocare il 25esimo emendamento della costituzione americana. Si tratta della norma che prevede la rimozione di un presidente per sopravvenuta incapacita’ di esercitare i propri poteri e di portare avanti il suo incarico. “Una proposta assurda”, la secca replica della portavoce della Casa Bianca. Mentre in molti puntano il dito sul fatto che la commissione (che dovra’ essere bipartisan e composta per meta’ dei suoi componenti da medici ed esperti) non potra’ essere varata entro l’anno, considerando che il Congresso e’ gia’ entrato nella pausa legislativa prima delle elezioni. Trump, cercando di dare l’ennesima dimostrazione di essere in pieno controllo della situazione, ha nel frattempo dato il via libera alla Casa Bianca che si appresta a presentare ai democratici in Congresso un piano da 1.800 miliardi di dollari per aiutare l’economia colpita dalle conseguenze della pandemia. Mentre il ministro della Giustizia William Barr, criticato nelle ultime ore dal presidente, gli da’ l’ennesimo dispiacere: il rapporto sulle origini delle indagini sul Russiagatre non arrivera’ prima delle elezioni.

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Esteri

L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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