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Esteri

Trump nomina Kash Patel capo dell’Fbi

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Donald Trump ha annunciato su Truth che nominerà come direttore dell’Fbi Kash Patel, che durante la sua prima presidenza ha ricoperto il ruolo di chief of staff al dipartimento della difesa, di vicedirettore della National Intelligence e direttore senior per l’antiterrorismo al Consiglio per la sicurezza nazionale.

“Sono orgoglioso di annunciare – scrive Trump – che Kashyap ‘Kash’ Patel sarà il prossimo direttore del Federal Bureau of Investigation. Kash è un brillante avvocato, investigatore e combattente di ‘America First’ che ha trascorso la sua carriera a denunciare la corruzione, difendere la giustizia e proteggere il popolo americano. Ha svolto un ruolo fondamentale nello svelare la bufala Russia, Russia, Russia, ergendosi a difensore della verità, della responsabilità e della Costituzione”.

Kash, prosegue dopo averne ricordato i precedenti incarichi nella sua prima presidenza, “ha anche partecipato ad oltre 60 processi con giuria. Questo Fbi porrà fine alla crescente epidemia di criminalità in America, smantellerà le bande criminali migranti e fermerà il flagello malvagio del traffico di esseri umani e di droga attraverso il confine. Kash lavorerà sotto la nostra grande procuratrice generale, Pam Bondi, per riportare fedeltà, coraggio e integrità all’Fbi”.

Trump intende così sostituire Christopher A. Wray, che aveva nominato nel 2017 dopo aver silurato il suo predecessore James Comey. Anche questa scelta appare controversa perché Patel é un duro critico dell’Fbi: in precedenza ha chiesto di chiuderne la sede centrale di Washington, di licenziare la sua dirigenza e di mettere “sotto controllo” le forze dell’ordine del Paese. ùSicuramente scuoterà il Bureau, che Trump e i suoi alleati vedono come parte di una cospirazione del “deep state” contro di lui. Patel è stato strettamente allineato alla convinzione del tycoon che gran parte dell’establishment delle forze dell’ordine e della sicurezza nazionale del paese debba essere purgato da pregiudizi e chiamato a rispondere di quelle che considerano indagini ingiustificate contro Trump e i suoi alleati.

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Tusk: Mosca pianificava terrore aereo in tutto il mondo

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Il primo ministro polacco Donald Tusk ha affermato che la Russia aveva pianificato atti di “terrore aereo” contro le compagnie aeree in tutto il mondo, accusando Mosca di aver organizzato sabotaggi e dirottamenti sul suolo polacco e altrove. Tusk lo ha detto a margine dei colloqui a Varsavia con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Non entrerò nei dettagli, ma posso confermare la fondatezza di questi timori, è che la Russia aveva pianificato atti di terrore aereo, e non solo contro la Polonia, ma contro le compagnie aeree di tutto il mondo”, ha detto Tusk ai giornalisti.

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Rapporto Open Doors, ‘in Nigeria record di omicidi dei cristiani’

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La Corea del Nord è il Paese più difficile per i cristiani. Lo dice il Rapporto Watch List 2025 della Ong Porte Aperte/Open Doors, diffuso oggi, che ogni anno compila la lista dei 50 Paesi con la maggiore persecuzione o discriminazione dei cristiani nel mondo. Nello specifico: al sesto posto c’è la Nigeria, che detiene il record di cristiani uccisi a causa della violenza jihadista. Sono 4.118 sui 4.998 totali nel mondo. Il secondo è la Repubblica Democratica del Congo con 261. Si tratta di uno dei pochi numeri assoluti in calo rispetto allo scorso anno, quando i cristiani uccisi furono 5.621. Secondo Porte Aperte il calo è dovuto ai mesi antecedenti alle elezioni in Nigeria, periodo in cui i massacri si sono fermati per poi ricominciare dopo il voto. Nel Paese africano c’è stato anche il numero più alto di rapimenti di cristiani, 3.300 sui 3.906 globali, ma in generale è tutta la fascia del Sahel a essere particolarmente difficile a causa dei gruppi islamisti.

Un focus riguarda anche Pakistan e Afghanistan: il Pakistan, costantemente tra le prime dieci nazioni in cui la vita dei cristiani è più difficile, si trova al settimo posto ed è il secondo per le violenze contro i cristiani. Sale all’ottavo posto dal decimo il Sudan, seguito dall’Iran. Decimo posto per l’Afghanistan, dove la violenza sui cristiani è calata dopo le persecuzioni degli anni precedenti che hanno portato molte comunità a fuggire. “La vita dei cristiani non è ora più sicura”, si legge, “ma semplicemente i talebani hanno smesso di cercarli”. L’India, undicesimo in classifica, è lo Stato con il maggior numero di cristiani arrestati : 2.332 su 4.125, seguito da Eritrea (400), Cuba (75) e Nicaragua (60). Il Paese centroamericano è salito fino alla trentesima posizione a causa del governo Ortega che limita la vita dei cristiani. Sull’India, evidenzia il Rapporto, “c’è una grossa preoccupazione in vista delle elezioni del prossimo anno, che potrebbero esacerbare il clima e il conflitto tra le confessioni religiose”. Tra i nuovi Paesi in cui la persecuzione ha raggiunto il livello “estremo” ci sono la Siria e l’Arabia Saudita. Fra gli altri dati emersi globalmente ci sono anche 14.766 attacchi alle Chiese e ai luoghi di culto mentre sono decine di migliaia le aggressioni personali e alle attività economiche.

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Kate Middleton, cancro in remissione: il ritorno alla vita pubblica con un messaggio di speranza

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Il 2025 si apre con un ritorno significativo per la principessa del Galles, Kate Middleton, che ha annunciato ufficialmente di essere in remissione dal tumore che l’ha colpita. Come primo impegno pubblico dell’anno, Kate ha scelto di visitare il Royal Marsden Hospital di Londra, l’ospedale dove ha ricevuto le cure, per ringraziare il personale sanitario e incontrare i pazienti.

Una battaglia personale e il ritorno alla normalità

Kate, 43 anni, ha terminato la chemioterapia diversi mesi fa, ma ha deciso di prendersi il tempo necessario per recuperare fisicamente e psicologicamente prima di tornare ai suoi impegni pubblici. In un post su Instagram, ha condiviso con i suoi sostenitori le difficoltà della transizione dalla fine delle cure alla vita normale:
«Finire la terapia non significa tornare immediatamente alla vita di prima. Restano sfide importanti da affrontare, tra cui effetti collaterali a lungo termine legati alla terapia».

Una visita piena di umanità e gratitudine

Durante la visita al Royal Marsden, fondato nel 1851 e oggi uno dei principali centri oncologici del Regno Unito, Kate ha dimostrato il calore e l’empatia che la rendono uno dei membri più apprezzati della famiglia reale. Ha abbracciato medici, infermieri e pazienti, mostrando un particolare sostegno a una madre, Tina Adumou, la cui figlia è in terapia intensiva. «È nelle mani migliori», ha sottolineato la principessa, visibilmente commossa.

Sui social, Kate ha espresso il suo profondo rispetto per l’ospedale e ha ringraziato chi l’ha sostenuta durante questo difficile percorso:
«Non avremmo potuto chiedere di più. L’attenzione e i consigli ricevuti sono stati eccezionali».

Obiettivi chiari come patrona del Royal Marsden

Kate ha assunto ufficialmente il ruolo di patrona dell’ospedale, affiancando il marito William. Ha dichiarato il suo impegno per sostenere la ricerca oncologica, migliorare le cure cliniche e promuovere il benessere dei pazienti e delle loro famiglie. «Possiamo salvare più vite e trasformare l’esperienza di tutti coloro che vengono toccati dal cancro», ha affermato.

Un anno difficile per i Windsor

La battaglia contro il cancro ha segnato profondamente la famiglia reale, coinvolgendo anche re Carlo, che continua le terapie senza rinunciare ai suoi doveri ufficiali. Il principe William ha descritto il 2024 come uno dei periodi più duri della sua vita, un anno iniziato con le operazioni della moglie e del padre.
«È stato un periodo terribile», ha dichiarato, rievocando anche il dolore vissuto in passato con il divorzio dei genitori e la tragica perdita della madre Diana.

Un messaggio di speranza per il futuro

Mentre Kate torna alla vita pubblica e re Carlo prosegue le sue cure, il 2025 si prospetta come un anno di ripresa e speranza per i Windsor. La principessa del Galles, con il suo messaggio di forza e resilienza, continua a ispirare chiunque affronti la dura battaglia contro il cancro, dimostrando che anche nei momenti più difficili si può trovare un nuovo equilibrio.

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