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Trump ha ammonito Mike Pence sulla certificazione della vittoria Biden

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Donald Trump avrebbe ammonito Mike Pence che sarebbe politicamente “dannoso” per lui se rifiutasse di bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden, quando oggi presiedera’ la sessione plenaria del Congresso. Lo riferisce la Cnn, citando fonti non meglio precisate. Mike Pence ha detto a Donald Trump che non crede di avere i poteri per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso, che si riunisce oggi in sessione plenaria sotto la sua presidenza. Lo scrive il New York Times citando fonti a conoscenza del colloquio. Il vicepresidente ha lanciato il suo messaggio durante un pranzo col presidente, poche ore dopo che Trump aveva twittato che Pence “ha il potere di respingere gli elettori scelti in modo fraudolento”.

Mike Pence

Una delle opzioni considerate, secondo la ricostruzione del Nyt, e’ che Pence riconosca in qualche forma le accuse del presidente sulle frodi elettorali durante uno o piu’ dei dibattiti al Senato sui risultati di alcuni Stati prima della certificazione dei voti del collegio elettorale. Ma l’eventuale concessione non cambierebbe l’esito finale. Gli alleati di Pence prevedono che ottemperera’ ai suoi doveri costituzionali. Nel caso per qualche ragione non potesse o non volesse farlo, il suo ruolo sarebbe assunto dal senatore repubblicano Charles Gassley, il membro con la maggiore anzianita’ di servizio.

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Superbowl appartiene agli Eagles, Trump lascia lo stadio

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“Il successo unisce il Paese”, proclama Donald Trump, ma dove sta di casa il successo? Con il presidente in tribuna a fare il tifo per i Chiefs (Patrick Mahomes “grande quarterback”, la moglie che “tifa per i Maga”), il Commander in Chief ha lasciato prima della fine la partita in cui gli Eagles di Filadelfia hanno demolito la squadra di Kansas City 40 a 22 mandando in fumo il sogno di Mahomes del suo quarto trofeo e il terzo consecutivo: qualcosa di mai successo nella storia e men che meno per un campione di meno di 30 anni. Trump, al suo fianco Mike Johnson, lo speaker della Camera, il Whip del Senato John Barraso, la figlia Ivanka, la nuora Lara e il figlio Eric, aveva cercato di capitalizzare sul pronostico che dava i Chiefs sicuri vincitori e una narrativa che avrebbe visto un quarterback afro-americano trionfare su un altro della stessa razza, quasi che lui fosse l’imperatore di fronte ai gladiatori del circo.

Ha trionfato invece Jalen Hurts degli Eagles, una squadra che nel 2018 si era disinvitata dalla Casa Bianca tra le polemiche dei suoi giocatori pronti a inginocchiarsi all’inno nazionale per le polemiche sul Black Lives Matter. Per gli Eagles tifava oggi l’ex First Lady Jill Biden che aveva accompagnato il nipote Hunter in una New Orleans blindata dopo l’attentato di Capodanno a Bourbon Street e, come se non bastasse, per la presenza del successore del marito. Tante le celebrità sugli spalti: Tim Cook di Apple e Rupert Murdoch, la cui Fox che quest’anno aveva avuto la diretta della partita, Jay-Z con le figlie Blue Ivy e Rumi e ovviamente Taylor Swift, la “First Girlfriend” fidanzata con il tight end dei Chiefs, Travis Kelce che il prossimo anno a questo punto potrebbe lasciare lo sport. Fischiata dal pubblico che decisamente preferiva gli Eagles, Taylor è rimasta visibilmente spiazzata.

In viaggio verso New Orleans Trump ha sparato un ventaglio di annunci: dal 9 febbraio, giornata nazionale del nuovo Golfo d’America, a una nuova raffica di dazi sull’acciaio e l’alluminio, un rilancio del Canada 51esimo stato Usa e l’addio alla produzione dei penny, la monetina da un centesimo. L’half time ha visto in scena il premio Pulitzer e Grammy Kendrick Lamar che, affiancato da Sze e Serena Williams (la tennista che come lui viene da Compton in California), ha usato il Super Bowl per un nuovo attacco a Drake con il diss Not Like Us il controverso track che accusa il rivale di pedofilia.

Lamar non ha usato i versi del brano più espliciti ma non si è tirato indietro da quello che, in un gioco di parole, allude al fatto che al rapper canadese piacerebbero le minorenni: “A Minor”, l’equivalente del La minore nel pentagramma anglosassone. Nell’half time un personaggio vestito da Zio Sam vestito nei colori della bandiera a stelle e strisce ha invitato Lamar, il primo rapper premio Pulitzer, a controllare il suo show: “Troppo ghetto”. Ma e’ stato all’insegna della diversita’ tutto il pre-game con l’interpretazione jazz di Star Spangled Banner del premio Oscar e Grammy Jon Batiste e l’inno ‘black’ Lift Every Voice and Sing della premio Grammi Ledise, piu’ una serie di numeri musicali in omaggio alla tradizione musicale di New Orleans tra cui una brass band composta da sole donne.

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Morta a Genova Elena, diciottenne col corpo di bambina

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“Elena, tesoro, voglio ricordarti con questo sorriso. Ora canterai con gli angeli. La tua famiglia ti amerà per sempre. Un giorno ci rivedremo”. Con queste parole scritte sui social la mamma di Elena, la ragazza di 18 anni afflitta da una malattia rarissima che la faceva vivere in un corpo di bimba, ha annunciato la morte sella figlia. La ragazza e’ deceduta oggi all’ospedale Gaslini, dove era ricoverata da qualche settimana. Elena era stata colpite da mitocondriopatia geneticamente determinata” (Nubpl), una malattia rarissima (20 casi in tutto il mondo) che blocca la crescita e ‘spegne’ gli organi interni.

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Truffa a nome di Crosetto, pronta la denuncia del ministro

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Arriverà a breve l’esposto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha visto il suo nome usato per mettere a segno una truffa nei confronti di una serie di imprenditori e professionisti di rilievo a cui sono stati chieste cifre da capogiro per liberare fantomatici giornalisti rapiti in Medio Oriente. “La mia denuncia è già pronta”, ha reso noto il ministro che, svelando il raggiro, ha messo in guardia molte persone ed evitato loro di cadere nella trappola dei truffatori. La denuncia del ministro ipotizzerebbe la sostituzione di persona.

Il titolare della Difesa, riguardo all’intenzione della Procura di Milano di raccogliere la sua deposizione, ha spiegato che al momento “non c’è appuntamento che io sappia”. E poi ha ricordato che la vicenda, per cui sono stati contattati molti imprenditori, è nata da una sua segnalazione, dopo che uno dei ‘bersagli’ lo ha avvertito di aver ricevuto una telefonata con la richiesta di denaro. “Ho inviato i carabinieri a casa della prima persona che mi ha avvisato e ho segnalato” quanto accaduto “all’autorità giudiziaria e ai servizi”.

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