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Trump critica procuratore New York e fa sapere che non risponderà alle sue domande

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Donald Trump attacca il procuratore di New York Letitia James e si difende. “Non ho fatto nulla di sbagliato ed e’ per questo che dopo cinque anni di indagine i governi federale, statale e locale, insieme alle Fake News, non hanno trovato nulla”, afferma Trump, secondo il quale James da anni sta conducendo una campagna contro di lui, la sua famiglia e la sua societa’. “Ha creato una piattaforma politica e fatto carriera attaccando me e la mia societa’”, aggiunge Trump parlando di “caccia alle streghe politicamente motivata”.  Trump non rispondera’ alle domande nell’ambito delle indagini del procuratore di New York sulla sua societa’ e sulla possibilita’ che abbia gonfiato il valore dei suoi asset per spuntare condizioni finanziarie migliori. Lo afferma Trump in una nota. “Ho rifiutato di rispondere alle domande in base ai diritti che sono concessi a ogni cittadino dalla Costituzione americana”.

Trump invoca quindi il Quinto Emendamento, che consente di non testimoniare contro se stessi, con il procuratore di New York. “Una volta mi e’ stato chiesto: ‘se si e’ innocenti perche’ invocare il Quinto Emendamento?’ Ora so la risposta. Quando la tua famiglia, la tua societa’ e tutte le persone nella tua orbita diventano target di una infondata caccia alla streghe motivata politicamente non si ha altra scelta – mette in evidenza Trump – . Se avevo qualche dubbio al riguardo, questi sono stati spazzati via dal raid dell’Fbi due giorni prima della deposizione. Non ho altra scelta perche’ l’attuale amministrazione e molti procuratori in questo paese hanno perso la decenza morale e etica”.

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Putin: futuro dipende da soldati dell’operazione speciale

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Le truppe russe in prima linea nell’operazione militare speciale del Paese stanno combattendo per il futuro del loro Paese, ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin dopo la cerimonia di consegna delle medaglie con la Stella d’Oro agli Eroi della Federazione Russa: “Il futuro della Russia dipende in molti modi dalle vostre attività di combattimento. Questo è un fatto ovvio”, ha detto, come riporta la Tass. Alla cerimonia l”Eroe’ del Donetsk Artem Zhoga ha invitato il presidente a visitare i nuovi territori quando la situazione “diventerà più tranquilla”. “Sicuramente, ovviamente”, ha risposto Putin, riferisce Ria Novosti.

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Biden, la più grande minaccia di Trump è a democrazia Usa

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“Donald Trump rappresenta molte minacce per questo Paese. Dal diritto di scelta ai diritti civili, al diritto di voto, alla posizione dell’America nel mondo. Ma la più grande minaccia di tutte è quella che Trump pone alla nostra democrazia. Se perdiamo questa, perdiamo tutto”: Joe Biden è andato all’attacco del suo probabile rivale nella corsa alla Casa Bianca, durante un evento elettorale in California. Il presidente ha affermato che gli Stati Uniti non possono permettersi di rischiare di avere Trump in carica nel 250/mo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, nel 2026.

“Tutto quello che dobbiamo fare è scendere in campo. Scendere in campo di nuovo e far sentire la nostra voce”, ha esortato. “Forse ricorderete il 6 gennaio, Trump seduto per ore nella sua sala da pranzo privata vicino allo Studio Ovale, guardando tutto ciò che accadeva in tv. La folla che attacca la polizia di Capitol Hill, uccide e profana il Campidoglio”, ha proseguito, definendo il tycoon “il primo candidato perdente nella storia a rifiutarsi di accettare la volontà del popolo”. Biden ha concluso ammonendo che nonostante tutto quello che ha fatto, Trump ha promesso di essere peggio nel secondo mandato. “Sta minacciando di usare l’esercito americano nelle strade d’America per dare la caccia ai suoi oppositori politici”, ha messo in guardia. Infine ha ricordato la promessa del suo predecessore di voler essere un dittatore ma “solo nel primo giorno”. “Bene, grazie a Dio, solo per un giorno”, ha ironizzato, facendosi il segno della croce.

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Paura per Navalny, ‘sparito da giorni, è in pericolo’

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Cresce la preoccupazione man mano che passano le ore per la sorte di Alexey Navalny, il più in vista oppositore russo ostile al governo di Mosca – e in carcere con una condanna a 19 anni -, che è letteralmente “scomparso” facendo temere per la sua incolumità. Da giorni infatti gli avvocati non riescono a parlarci e da una settimana la spina nel fianco di Vladimir Putin non entra in contatto con il suo staff. Elemento questo particolarmente preoccupante nei giorni in cui il network del dissidente ha lanciato la campagna per boicottare le elezioni di marzo e la scontata vittoria dello zar.

“Alexey è scomparso da tre giorni”, ha denunciato venerdì in tarda serata la responsabile del reparto investigativo della Fondazione Anticorruzione di Navalny, Maria Pevchikh. “Gli avvocati sono rimasti tutto il giorno davanti all’IK-6, il suo attuale penitenziario, e all’IK-7, una colonia del regime speciale nella regione di Vladimir. Ovunque è stato detto loro di aspettare e alla fine è stato loro negato l’ingresso”. Quella mattina Navalny sarebbe dovuto comparire in aula attraverso il solito videocollegamento, ma tutto è saltato ufficialmente per problemi alla rete elettrica del penitenziario che ad oggi sarebbero ancora irrisolti. Ma non c’è solo questo: “Abbiamo saputo che Alexey ha avuto un serio problema di salute, la sua vita è in pericolo”, ha denunciato ancora Pevchikh.

“La settimana scorsa si è sentito male in cella, ha avuto le vertigini e si è sdraiato sul pavimento. Il personale è intervenuto facendogli una flebo. Non sappiamo cosa fosse, ma visto che non gli viene dato da mangiare, è tenuto in una cella di isolamento senza ventilazione, sembra che sia svenuto per la fame”. Nei giorni successivi al collasso del dissidente tutto sembrava procedere normalmente, “gli avvocati lo hanno visto, si sentiva bene. Ma ormai è il terzo giorno che non sappiamo dove sia. E non ci sono state sue lettere per tutta la settimana”, afferma ancora la responsabile. Una settimana importante, segnata prima dal lancio della campagna anti Putin, poi dalla conferma arrivata dal presidente sulla sua ricandidatura. Il network dell’oppositore, in cella da quasi tre anni, ha lanciato appena giovedì scorso l’iniziativa “Russia senza Putin”. Gli organizzatori chiedono a ogni cittadino di “convincere almeno dieci persone a votare contro Putin”.

“I risultati del voto saranno falsificati, ma il nostro compito è mostrare a tutti che la Russia non ha più bisogno di Putin – recita l’appello -. Le elezioni del 2024 saranno un referendum per l’approvazione delle sue azioni, per l’approvazione della guerra”. Il link al sito web della campagna sarebbe anche stato incorporato nel codice Qr stampato su alcuni cartelloni pubblicitari apparentemente innocui, con la scritta “Russia, felice anno nuovo”. Manifesti effettivamente apparsi in diverse città russe. Tanto che, riferisce Nexta – il media legato all’opposizione bielorussa -, le autorità di Mosca li avrebbero messi al bando.

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