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Trump annuncia il cessate il fuoco tra Iran e Israele: “Fine della guerra dei 12 giorni”

Donald Trump annuncia il cessate il fuoco tra Iran e Israele. Dopo 12 giorni di conflitto, un’intesa mediata dal Qatar promette una tregua completa.

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Donald Trump ha annunciato che Iran e Israele hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco completo e totale di 12 ore, che dovrebbe sancire la fine della cosiddetta “guerra dei 12 giorni”. L’annuncio è arrivato tramite un lungo messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth, dove il presidente americano ha elogiato il coraggio e l’intelligenza di entrambe le parti nel decidere di interrompere le ostilità.

I tempi della tregua

Trump ha spiegato che il cessate il fuoco avrà inizio entro sei ore: l’Iran sarà il primo a cessare le operazioni, seguito da Israele alla dodicesima ora. Se la tregua verrà rispettata per 24 ore, “sarà salutata come la fine ufficiale della guerra”. “Dio benedica Israele, Dio benedica l’Iran, Dio benedica il Medio Oriente, gli Usa e il mondo”, ha concluso Trump, sottolineando il carattere simbolico dell’accordo.

Un cessate il fuoco mediato anche dal Qatar

Fonti diplomatiche confermano che l’accordo è stato raggiunto grazie a una mediazione del Qatar. Il primo ministro qatarino, Al Thani, avrebbe ottenuto l’approvazione di Teheran dopo una telefonata successiva all’attacco iraniano contro una base americana in Qatar. Secondo quanto riportano i media israeliani, Trump e il suo vice JD Vance hanno coinvolto attivamente Al Thani nella trattativa, chiedendogli di convincere Teheran ad accettare l’intesa.

Conferme ufficiali da Washington e Teheran

Un funzionario della Casa Bianca ha confermato che i negoziati indiretti con l’Iran sono stati gestiti dal vicepresidente JD Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dall’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff. Nel frattempo, un funzionario iraniano ha confermato alla Reuters l’adesione di Teheran al cessate il fuoco, mentre l’esercito israeliano ha comunque emesso nuovi avvisi di evacuazione per alcune zone di Teheran, segnalando l’intenzione di completare operazioni in corso nei distretti 6, 7 e Mehran.

Una tregua fragile, ma decisiva

La definizione del conflitto come “guerra dei 12 giorni” da parte di Trump richiama volutamente il precedente storico della “guerra dei sei giorni” del 1967. Tuttavia, l’annuncio di una tregua così rapida rappresenta un inaspettato passo verso la de-escalation. Resta da capire se la tregua reggerà e se potrà essere il primo passo verso una stabilizzazione duratura nell’area mediorientale.

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Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

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Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

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Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


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Abu Mazen: Hamas rilasci gli ostaggi e consegni le armi all’Anp

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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani che ancora detiene e a consegnare le armi alla stessa Anp, sottolineando che il gruppo islamista “non governerà la Striscia di Gaza” dopo la fine della guerra in corso con Israele. Lo riportano l’agenzia di stampa palestinese Wafa e i media dello Stato ebraico. In un incontro ad Amman con l’ex primo ministro britannico Tony Blair, Abbas ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Abu Mazen è tornato a chiedere anche che all’Anp venga concesso il controllo della Striscia di Gaza, un’idea a lungo respinta da Israele.

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