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Cronache

Trasforma il garage in un arsenale, arrestato dai carabinieri

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Ha portato i carabinieri a scoprire una vera e propria ‘santabarbara’ la denuncia per maltrattamenti che una donna ha presentato ai carabinieri di Monza. In un garage, perquisito dopo l’attivazione del cosiddetto ‘codice rosso’, i militari hanno trovato un fucile a canne mozze, una mitraglietta e due pistole semiautomatiche con silenziatori. Per un cinquantenne di Monza e’ cosi’ scattato l’arresto. Con le relative munizioni, nel garage c’erano anche due balestre, un giubbotto antiproiettile e un cosciale magnetico, materiali sui quali dovranno essere svolti ulteriori accertamenti. Nell’ambito delle attivita’ per il contrasto delle violenze di genere, i carabinieri del Comando provinciale di Monza hanno anche dato esecuzione a un ordine di carcerazione per maltrattamenti in famiglia e porto abusivo di armi nei confronti di un cittadino di Seregno (Monza) di 35 anni, condannato a una pena di quasi 4 anni.

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Cronache

Forte scossa di terremoto: trema Napoli e provincia

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Oggi, domenica 16 febbraio 2025, alle ore 15:29, una forte scossa di terremoto ha colpito Napoli e l’area dei Campi Flegrei. L’epicentro è stato localizzato nella zona della Solfatara, a una profondità di circa un chilometro. La magnitudo esatta del sisma è stata di 3.9 ed è  stata confermata ufficialmente. La scossa è stata avvertita distintamente in vari quartieri di Napoli, da Secondigliano a Fuorigrotta, e in comuni della provincia come Giugliano. Numerose persone, spaventate, sono scese in strada, specialmente a Pozzuoli e nei quartieri occidentali della città. Al momento, non si segnalano danni significativi. Questo evento sismico si inserisce in uno sciame iniziato ieri, 15 febbraio, intorno alle 17:00, con circa 66 scosse registrate fino alle 14:30 di oggi. 

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Cronache

Tragedia ad Acerra: bimba di 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia

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Una tragedia ha scosso la comunità di Acerra, nel Napoletano: una bimba di soli 9 mesi, Giulia, è morta dopo essere stata sbranata dal pitbull di famiglia. L’attacco è avvenuto nella notte, mentre la piccola si trovava a casa con il padre. Quest’ultimo, svegliatosi intorno alle 22.30, ha trovato la bambina a terra, in una pozza di sangue, gravemente ferita al viso e al capo. Disperato, ha trasportato la figlia al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori di Acerra, ma i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

L’indagine della polizia

Sul caso indaga la polizia del Commissariato di Acerra, che sta raccogliendo testimonianze e verificando le dinamiche dell’accaduto. L’appartamento in cui è avvenuta la tragedia è stato sottoposto a sequestro per consentire ulteriori accertamenti. Secondo le prime ricostruzioni, la madre della piccola si trovava al lavoro in una pizzeria al momento della tragedia, mentre il padre, barista, stava dormendo accanto alla figlia.

Un pericolo segnalato da tempo

I residenti del quartiere sono sconvolti e raccontano come la tragedia poteva essere evitata. Secondo quanto riportato, il pitbull della famiglia aveva già dato segni di aggressività in passato. La scorsa estate, infatti, l’animale sarebbe scappato dall’appartamento e aggredito un altro cane che passeggiava con una dog sitter nel rione. “Tutti dicevano che il padrone doveva farlo chiudere perché era pericoloso – raccontano alcuni abitanti – ma non hanno capito il rischio che correvano, soprattutto per la loro bambina”.

La comunità si interroga su come sia stato possibile tenere un cane di una razza considerata pericolosa libero in casa con una neonata. “I cani restano animali, anche se li trattiamo come esseri umani”, ha commentato una residente, scossa dalla tragedia.

Il dolore della comunità

L’intera popolazione di Acerra è sotto shock per l’accaduto. Il sindaco Tito d’Errico ha espresso il dolore della comunità con un messaggio di cordoglio: “A nome di tutta la comunità di Acerra rivolgo una preghiera per l’anima della piccola Giulia, tragicamente volata in cielo troppo presto”.

Ora gli inquirenti dovranno accertare eventuali responsabilità nella gestione del cane e stabilire se vi siano profili di negligenza nella vicenda che ha portato alla morte della piccola.

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Cronache

Svolta nel giallo del Rione Sanità: investitore identificato, si indaga su un inquietante retroscena

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Negli ultimi giorni, il Rione Sanità è stato teatro di una vicenda che ha scosso l’intera comunità. Tutto è iniziato con la protesta di 50 genitori davanti alla scuola dell’infanzia Angiulli, in piazza Mario Pagano, dopo la diffusione di voci su presunti abusi da parte di un collaboratore scolastico.

A rendere il caso ancora più complesso è stata la scoperta di un possibile collegamento tra questa protesta e un grave episodio avvenuto il giorno precedente: l’investimento del collaboratore scolastico da parte di un pirata della strada.

La svolta nelle indagini

Le indagini dei carabinieri della compagnia Stella hanno portato, nella giornata di ieri, all’identificazione e denuncia dell’investitore, che è risultato essere un 34enne napoletano, padre di una bimba di quattro anni iscritta alla scuola della Sanità.

Il primo intervento dei carabinieri era avvenuto mercoledì scorso, durante l’assalto dei genitori davanti all’istituto, necessario per mantenere l’ordine pubblico. Alcuni genitori, in preda alla rabbia, avevano ritirato i propri figli dalla scuola denunciando verbalmente gli abusi, senza però depositare alcuna querela formale. Nel frattempo, i militari hanno accertato che il collaboratore scolastico non era presente a scuola perché ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli, dopo essere stato travolto da una moto.

L’investitore si era presentato in caserma per autodenunciarsi, a distanza di alcune ore dall’incidente. Tuttavia, le immagini della videosorveglianza e le testimonianze raccolte nel Rione Stella hanno permesso ai carabinieri di confermare la sua responsabilità.

Le ipotesi investigative

L’uomo è stato denunciato a piede libero come presunto pirata della strada, ma il vero nodo dell’indagine è stabilire se l’investimento sia stato doloso. Le voci di quartiere e i post sui social ipotizzano un’azione premeditata: il padre della bambina avrebbe creato un profilo fake, fingendosi una dodicenne per attirare l’uomo in una trappola e poi investirlo con la moto.

Le indagini informatiche in corso mirano a verificare se l’uomo abbia realmente creato il falso profilo per adescare il collaboratore scolastico e attirarlo nel luogo dell’incidente.

Il ruolo dei social nella vicenda

Il racconto della vicenda si è diffuso rapidamente nel quartiere e sui social network, dove in molti hanno espresso solidarietà al padre della bimba, considerandolo autore di un atto di giustizia fai da te. L’episodio ha acceso un dibattito sull’utilizzo dei social per diffondere notizie e sulla pericolosità di processi sommari condotti al di fuori delle sedi giudiziarie.

Al momento, non risultano denunce formali nei confronti del collaboratore scolastico, mentre le forze dell’ordine proseguono gli accertamenti per fare piena luce sui fatti e stabilire l’attendibilità delle accuse diffuse online.

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