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Tragedia Congo, raggiunti 3mila casi di Ebola e 2 mila i morti accertati

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All’inizio sembrava destinata ad esaurirsi subito, come era gia’ accaduto per altri focolai di questa malattia, e invece l’epidemia di Ebola in Congo continua a fare vittime dopo oltre un anno. In questi giorni sta toccando quota 3mila casi e 2mila morti, segnala l’Oms, che insieme ad altre organizzazioni ha chiesto una mobilitazione internazionale. Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione, aggiornati al 27 agosto, i casi sono 2997, con 1998 morti e 893 persone guarite. Nelle ultime ore si e’ alzato l’allarme in Uganda, dopo che una bambina di nove anni e’ stata trovata positiva al virus da un posto di controllo alla frontiera con il Congo. La bambina, riporta un tweet del ministro della Salute ugandese Jane Ruth Aceng, e’ ora ricoverata in Uganda ma sta per essere riportata in un centro di trattamento nel proprio paese natale. “Il nostro impegno con la popolazione della Repubblica Democratica del Congo – scrive Ghebreyesus – e’ di lavorare insieme per fermare l’epidemia di Ebola. Questo vuol dire anche rafforzare il sistema sanitario per soddisfare anche tutti gli altri bisogni rispetto alla salute”. In corso nel paese, ricorda l’Oms, ci sono anche epidemie di morbillo, colera e malaria con decine di migliaia di morti. “Lottiamo per un approccio molto piu’ organico – afferma il direttore generale dell’Oms -, e chiediamo alle Ong e Ai partner dell’Onu di continuare ad accelerare tutte le attivita’”. L’epidemia e’ destinata a durare ancora molto, ha affermato Save the Children.

 

“Questo e’ stato un focolaio particolarmente letale, con un tasso di mortalita’ del 67%, molto piu’ alto del tasso medio di mortalita’ per l’ebola (55%) – spiega la responsabile per il Congo Heather Kerr -. Il focolaio inoltre non e’ sotto controllo -. Esiste un rischio reale che l’epidemia continui per almeno un altro anno, con la possibilita’ di un impatto a livello regionale”. Tra i piu’ colpiti, ricorda l’Unicef, ci sono i bambini. “Quasi 600 bambini hanno perso la vita a causa dell’epidemia di Ebola nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) su quasi 850 che hanno contratto il virus mortale dall’inizio dell’epidemia nell’agosto 2018 – afferma Edouard Beigbeder, Rappresentante Unicef nella Repubblica Democratica del Congo -. Sappiamo che un numero maggiore di bambini, in proporzione, e’ stato colpito rispetto a qualsiasi altro focolaio di Ebola – aggiunge l’esperto -, e l’Ebola devasta i bambini in modi molto diversi dagli adulti. Cio’ che facciamo per curarli e prenderci cura di loro deve rispondere alle loro esigenze uniche – fisiche, psicologiche e sociali. Per questo l’Unicef sta lavorando con i partner, per soddisfare i bisogni immediati e a lungo termine dei bambini, accompagnando loro e le loro famiglie in ogni fase del percorso. La realta’ – conclude – e’ che ora abbiamo bisogno di molto piu’ sostegno internazionale. L’Unicef ha bisogno di 126 milioni di dollari per soddisfare i bisogni dei bambini e delle comunita’, immediatamente e nel medio termine. Ad oggi ha finanziamenti solo per il 31% dell’appello”.

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L’ira di Calenda per le uscite, traditi gli elettori

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Sostenuto compattamente dai membri della Direzione – riferisce una nota – a sera Carlo Calenda ribadisce che il posizionamento di Azione è “distinto dal campo largo e dai populismi di destra e di sinistra” e “al centro dello schieramento politico così come hanno voluto gli elettori”, per offrire una sua proposta “riformista e pragmatica”. Parole che censurano l’addio al partito di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Giusy Versace ed Enrico Costa, dopo la scelta di Calenda di sostenere il candidato di centrosinistra anche per la successione di Giovanni Toti in Liguria, dopo l’Emilia Romagna e l’Umbria. Calenda ha provato a fare buon viso, augurando loro “Buona strada”. Ma poi le ha accusate di cattivo gioco: “L’unico dispiacere è che quando si viene eletti all’opposizione, se si ha rispetto per gli elettori, normalmente non si passa in maggioranza a metà legislatura. E’ chiaro che tradiscono il mandato elettorale e ne rispondono agli elettori”.

Per il momento, le destinazioni delle tre ex di Azione non sono ufficiali. Certo è che lo schieramento a cui guardano è scontato e lo rivendicano loro stesse: il centrodestra. Qualche invito lo hanno già ricevuto: “Noi moderati – ha scritto Maurizio Lupi – da sempre è un partito impegnato a rafforzare l’area centrista, popolare, liberale, sussidiaria e riformatrice del centrodestra, che si riconosce nei valori e nei principi del Ppe, la nostra famiglia politica europea. Guardiamo con grande rispetto al disagio politico di chi si è impegnato a costruire una forza centrista e poi, pur non avendo una storia personale di sinistra, si è trovato di fatto nel cosiddetto Campo largo”.

E’ la scelta dello schieramento di riferimento a non essere piaciuta a Carfagna, Gelmini e Versace, non tanto il candidato in Liguria del centrosinistra, l’ex ministro Pd Andrea Orlando. Ma i messaggi di addio hanno fatto infuriare Azione. “Andare via dicendo che Azione ha scelto il campo largo è una menzogna – ha detto il capogruppo alla Camera di Azione, Matteo Richetti – perché se c’è una cosa che ci rinfacciano gli elettori è di non aver scelto”, visto che nei territori Azione a volte sta col centrodestra altre col centrosinistra. “Noi scegliamo in base ai programmi e ai candidati”. E poi, a scanso di equivoci: “Il motivo per cui Azione non entra nel campo largo è che o cominciamo a costruire coalizioni che assicurano la capacità di governare, oppure possiamo anche fare l’ammucchiata per mandare a casa Meloni e la destra, ma il minuto dopo abbiamo un onere a cui non sappiamo rispondere”.

Il messaggio è arrivato anche alla segretaria Pd, Elly Schlein, che al campo largo ci lavora eccome, cercando equilibri fra il presidente del M5s Giuseppe Conte, il leader di Iv Matteo Renzi, Calenda e tutti gli altri. Un progetto che convince anche il governatore campano, Vincenzo De Luca, che pure con Schlein non va troppo d’accordo. “Serve un’alleanza politica, una coalizione – ha detto de Luca – Anche con i 5 Stelle? Ci devono stare tutti”. Renzi, a margine di un evento a Napoli proprio con De Luca, non ha perso l’occasione per la stoccata: “Tutti sappiamo che la scelta di Calenda di distruggere il Terzo Polo era un errore – ha detto – Ha iniziato col distruggere il Terzo Polo, ora distrugge anche Azione. Ma è un problema loro”. Poi ha ribadito che lui, invece, nel campo largo ci sta: “Siamo impegnati a portare le ragioni del centro nel centrosinistra e quindi portare il centrosinistra a vincere grazie al voto dei moderati e dei riformisti. Se non c’è il voto dei moderati e riformisti il centrosinistra perde”.

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Cinema

Sophia Loren e i suoi primi 90 anni

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Per tutti gli amanti del cinema, per l’immagine del Ventesimo secolo, per chi come Sophia Loren e’ stata divina nella vita e resta l’incontrastata star del cinema italiano, ma anche una delle stelle piu’ brillanti del firmamento di Hollywood, il giorno del suo compleanno, il 20 settembre, resta una “giornata particolare”. Loren festeggerà a Roma i suoi primi 90 anni venerdì. Per l’occasione il Ministero della cultura, insieme a Cinecittà, ha previsto una serata speciale, interamente a lei dedicata in uno dei templi della cinefilia italiana, a Roma. Una serata strettamente privata con ospiti e contributi da tutto il mondo per farle gli auguri. Insieme alla sua famiglia la diva ha confermato la sua presenza e riceverà uno speciale riconoscimento da parte del sottosegretario Lucia Borgonzoni accompagnata dalla presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia.

Sarà in verità solo la prima tappa di un articolato omaggio in programma oltre oceano da parte di Cinecittà che annuncia una sua retrospettiva al Lincoln Center di New York e poi, a novembre, al museo dell’Academy a Los Angeles. La vita di Sophia Loren e’ ormai leggenda, dall’infanzia stentata a Pozzuoli sotto la guida della ferrea mamma Romilda Villani che la vede come il riscatto delle occasioni perdute (doveva andare a Hollywood ma rimase incinta), ai primi passi sui rotocalchi e nei fotoromanzi fino al Premio Miss Eleganza creato per lei al concorso di Miss Italia nel 1950. Strano a dirsi per un’attrice che meglio di chiunque altro ha incarnato la “napoletanita’” come essenza della vita e cultura di strada dai valori universali, Sofia Villani Scicolone, è nata a Roma il 20 settembre 1934, figlia del marchese siciliano Riccardo Scicolone Murillo, che riconobbe la bimba ma non sposo’ mai Romilda.

La sua carriera nel cinema ha tappe tanto precise quanto note: dapprima una quindicina di piccoli ruoli a fianco dei mostri sacri dell’epoca (memorabile la sua apparizione senza veli in “Due notti con Cleopatra” con Alberto Sordi); poi il concorso di bellezza che la fa notare al produttore Carlo Ponti e il contratto di esclusiva che per lui firma nel 1951: sette anni per diventare una diva internazionale prima col nome di Sofia Lazzaro e poi come Sophia Loren. Il primo film che fara’ storia e’ “Carosello napoletano” di Ettore Giannini poi a fianco di Toto’ in “Tempi nostri” (Alessandro Blasetti), per approdare all’incontro con il suo partner irripetibile, Marcello Mastroianni in “Peccato che sia una canaglia” ancora di Blasetti e infine con il suo vero pigmalione, Vittorio De Sica, in “L’oro di Napoli” tutti nel 1954.

Per la Loren quello restera’ l’anno memorabile e da li’ parte tutto: il suo personaggio, la sua icona, la sua anima d’attrice. Dopo essere diventata una diva italiana, una “maggiorata” degna di rivaleggiare con Gina Lollobrigida di cui prende il posto nel terzo episodio della trilogia “Pane amore e…” (Dino Risi, 1956) arriva per lei il successo internazionale grazie alla celebre copertina di “Life” che la incorona come emblema della bellezza mediterranea. Carlo Ponti (che nel frattempo convive con lei dando scandalo perche’ non puo’ divorziare dalla prima moglie secondo la legge italiana) la accompagna nell’avventura a Hollywood dove trovera’ partner come Cary Grant (amico fedele e assiduo quanto sfortunato corteggiatore), Frank Sinatra, John Wayne, William Holden, Tony Perkins e perfino Marlon Brando. Nonostante una lunga e fortunata stagione americana in cui si confronta da pari a pari con le dive piu’ popolari come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Ingrid Bergman, e’ tornando a casa che ottiene la consacrazione mondiale.

Ed e’ di nuovo grazie ai due soli uomini che nella vita ha tenuto nel cuore oltre al marito: Vittorio De Sica che le fa vincere l’Oscar per “La ciociara” (1962) e Marcello Mastroianni con cui farà coppia fissa in ben 15 film. I tre si ritrovarono tutti insieme sul set di “Ieri, oggi, domani” del ’63 e portarono il film fino all’Oscar per il miglior film straniero e poi in “Matrimonio all’italiana” dell’anno successivo. La lista dei suoi film indimenticabili e’ lunghissima, ma un capitolo a parte meriterebbe “Una giornata particolare” del 1977 quando Ettore Scola la rimette a fianco di Mastroianni per quello che resta forse il piu’ bel film sul fascismo nella storia del cinema italiano. Altrettanto lunga e’ la lista dei premi conquistati in circa 60 anni di attivita’: dall’Oscar alla carriera del 1991 ai 10 David di Donatello, dalla Coppa Volpi del 1958 (“Orchidea nera” di Martin Ritt) alla Legion d’onore del ’91, dall’Orso d’oro del ’94 al Leone d’oro alla carriera del ’98. Ma i riconoscimenti sono talmente tanti che nel 2009 e’ entrata nel Guinness dei primati come l’attrice italiana piu’ premiata di sempre ed è stata coronata nel 2021 dall’ovazione ai David, premiata per il suo ultimo film “La vita davanti a sè” (diretto dal figlio Edoardo e vincitore all’Oscar per la migliore canzone, di Laura Pausini).

Nello stesso anno riceve anche il Nastro di platino dei giornalisti di cinema. Se la sua vita privata e’ sempre stata improntata alla massima riservatezza (moglie esemplare, madre felice di Carlo Jr. e Edoardo, nonna di quattro nipotini), quella pubblica e’ stata burrascosa: dall’ingenuo flirt giovanile con Achille Togliani all’accusa di concubinato per la sua storia d’amore con Ponti fino al cambio forzato di cittadinanza (divenne francese per poter sposare l’uomo della sua vita) e alle accuse di evasione fiscale in cui difese a spada tratta il marito seguendolo nell’esilio americano. Né le è mancato un arresto per frode finanziaria che le costo’ 17 giorni di prigione a Caserta salvo poi essere interamente scagionata nel successivo giudizio penale.

L’abbiamo amata in 97 film e oltre 120 volte è apparsa nel ruolo di se stessa, compreso il cortometraggio “Cosa farebbe Sophia Loren” di Ross Kauffman proposto da Netflix nella primavera del 2021 e il bel documentario di Marco Spagnoli del 2022. Oggi salutiamo in lei una donna e una diva che non è possibile separare, tanto ha dedicato al cinema tutta se stessa, portando sullo schermo la sua indole, la sua fierezza, la sua umanità.

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Economia

Salone nautico Genova, più spazi e mille barche per 64^ edizione

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– Ci sono tutti i grandi marchi della nautica, e anche molti nuovi, a presentare gli ultimi modelli dei più innovativi, performanti, eleganti e anche sostenibili yacht, barche a vela e imbarcazioni di ogni taglia e tipologia. Il Salone Nautico internazionale di Genova, arrivato alla 64 esima edizione aprirà i battenti domani, fino al 24 settembre, con più spazi rispetto all’edizione precedente e un “contenitore” più completo, grazie all’avanzamento dei lavori del Waterfront di levante di Genova, progettato dall’architetto Renzo Piano, anche se resta ancora un pezzo di cantiere: il nuovo ingresso nel “vecchio” Palasport ristrutturato, le barche esposte anche nel canale che circonda per intero l’isola del Padiglione Blu.

Al di là della cornice, a testimoniare l’importanza del Salone Nautico di Genova, che conferma la sua vocazione multispecialistica, dagli yacht e superyacht ai fuoribordo, la vela, la componentistica e gli accessori, ci sono i numeri della rassegna: 1.052 brand, 1.030 imbarcazioni esposte, 220 mila metri quadrati di esposizione fra terra e acqua, 100 novità con 30 première, 23 espositori esteri in più dell’anno scorso nel solo settore della produzione. E ancora, più biglietti venduti online rispetto all’anno scorso, la presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini e di Nello Musumeci ministro delle Politiche del mare, a testimoniare l’importanza del settore per l’economia, più il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il fatturato nazionale della nautica da diporto è cresciuto ancora a doppia cifra, con una corsa che continua ininterrotta da 7 anni, e conferma la leadership globale nella produzione italiana di superyacht che nel 2023 ha registrato +21% rispetto all’anno precedente detenendo il 51% degli ordini globali. Una crescita all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, nei materiali, nelle propulsioni, nelle tecnologie, che vuole diventare una bandiera anche della manifestazione, con il Nautico che punta alla certificazione Iso 20121per l’organizzazione di eventi sostenibili. Moltissime le novità in tutti i settori.

Nel segmento degli yacht e superyacht, al Salone ci saranno fra gli altri l’Amer 120 (35,50 metri) di Amer Yachts, dotato di un sistema catalitico che riduce le emissioni, l’Exuma 35 (35,20 metri) di Maiora, dotato di una terrazza di oltre 130 metri quadrati, e il Sanlorenzo SL86A (26,60 metri) che con l’organizzazione asimmetrica del ponte ha rivoluzionato il mondo dello yachting.

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