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Tracollo Manchester City, è finita l’era Guardiola

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Solo un’altra volta, in 16 anni di splendida carriera, Pep Guardiola aveva chiuso l’annata senza titoli, nella sua prima stagione a Manchester, nove anni fa. Dopo quell’annata, come d’altronde, nelle precedenti avventure a Barcellona e Monaco di Baviera, era stato un susseguirsi di coppe e vittorie, rese ancor più brillanti dalla qualità di gioco sempre espressa dalle sue squadre. Il brusco declino subito lo scorso autunno dal Manchester City, vincitore di sei degli ultimi sette titoli in Premier League e che ha alzato il trofeo della Champions League nel 2023, a Madrid si è rivelato per quello che è, il tracollo che segna la fine di un’era. “Nulla dura per sempre”, ha ammesso sconsolato al Bernabeu lo stesso Guardiola.

Dopo la lezione di calcio subita dalla squadra di Carlo Ancelotti, lasciando intendere che servirà una profonda rifondazione per tornare nell’élite del calcio continentale. La ricostruzione, almeno in parte, è già cominciata nell’ultima sessione di mercato di gennaio, quando il City ha speso 200 milioni di euro. Necessari per ringiovanire (almeno in parte) la rosa, ma non per evitare il roboante tonfo di Champions. Era dall’ultima stagione di Roberto Mancini all’Etihad stadium che il City non usciva così presto dall’Europa che conta. Allora il tecnico italiano era stato esonerato prima che terminasse. Improbabile che un destino simile attenda Guardiola, al quale però in molti cominciano a consigliare un passo indietro. Nonostante il contratto appena rinnovato (con opzione fino al 2027), pare disseminato di incertezze il futuro del club più titolato dell’ultimo decennio inglese.

A cominciare dalla sentenza, ancora attesa, circa i 115 episodi di presunta violazione del Fair Play Finanziario sollevati dalla Premier League. In caso di condanna Haaland e compagni rischiano persino la retrocessione, anche se a Manchester continua a regnare ottimismo sul buon esito del procedimento. Rassicurazioni che, però, evidentemente non sono bastate per rasserenare uno spogliatoio irriconoscibile rispetto a pochi mesi fa. Eliminato per la terza volta negli ultimi quattro anni dalla stessa squadra, che marca una rivalità tra un blasone di lunga data e quello da parvenu. Al netto di infortuni, sfortuna e fisiologici cali di tensioni dopo molteplici stagioni così sontuose, la crisi del City appare così profonda che l’obiettivo ora è la qualificazione alla Champions League. Guardiola ha 13 partite per difendere il quarto posto in classifica, attualmente occupato. Anche solo arrivare dietro al Nottingham Forest, terzo, oggi verrebbe considerato un successo. E nel contempo la conferma dell’improvviso ridimensionamento subito dai Citizens e dal gioco del suo allenatore.

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De Laurentiis accelera: nuova cittadella sportiva del Napoli a Qualiano entro il 2026

Il Napoli si prepara a costruire il suo nuovo centro sportivo a Qualiano. De Laurentiis vuole iniziare i lavori entro settembre 2025 e inaugurare i primi campi nel 2026, anno del Centenario del club.

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Un incontro tra gli emissari di Aurelio De Laurentiis e il gruppo Coppola ha scongiurato l’ipotesi di uno sfratto immediato per il Napoli dal centro tecnico di Castel Volturno. Sebbene il contratto scada il 31 dicembre, nessuno intende obbligare il club a lasciare la struttura senza aver trovato una nuova sede definitiva.

Qualiano in pole per il nuovo centro sportivo

Tra le diciotto soluzioni valutate, l’area di Qualiano è ormai la prescelta: un terreno vastissimo, privo di vincoli urbanistici e già destinato a usi sportivi. Qui il Napoli vuole costruire la nuova cittadella sportiva, grazie a un accordo vicino alla firma con i proprietari locali.

L’obiettivo: inaugurazione nel Centenario del club

De Laurentiis ha promesso: «Entro il 1° settembre inizierò i lavori». L’obiettivo è chiaro: completare la prima parte del centro – tre campi da gioco, la foresteria, gli spogliatoi e la palestra – entro il 2026, per festeggiare il Centenario della fondazione del Napoli.

Le alternative scartate: Monterusciello, Napoli Est, Marianella

Negli ultimi mesi De Laurentiis ha personalmente ispezionato diverse aree, da Monterusciello a Napoli Est, passando per Marianella. Tuttavia, nessuna ha soddisfatto le esigenze del club, che ora punta tutto su Qualiano.

Una cittadella sportiva all’avanguardia

Il progetto prevede 25 ettari di terreno, 10 campi da gioco, palestre, piscine, centro benessere e una mini arena da 900 posti per le squadre giovanili e femminili. L’investimento stimato supera i 45 milioni di euro. Il nuovo centro sarà moderno, ecosostenibile e strategico per il futuro del club.

 

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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