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Tour de France: Arensman impresa sui Pirenei, Pogacar controlla

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Non sempre si può vincere e fare il ‘Cannibale’. Il rischio è di non farsi amare dal resto del gruppo e allora, per una volta, l’importante è controllare la corsa magari andando comunque sul podio. E’ ciò che deve aver pensato Tadej Pogacar, che nel ‘tappone’ pirenaico con tante montagne da scalare, fra le quali il mitico Tourmalet, si è accontentato di battere il rivale Jonas Vingeaard nello sprint per il secondo posto, lasciando la vittoria al 25enne olandese Thyman Arensman, arrivato sul traguardo con 1’08” di vantaggio su Pogacar e 1’12” su Vingegaard. C

ome dire che alla fine la maglia gialla ha guadagnato un po’ di terreno anche stavolta, tra spiccioli di secondi, quattro, all’arrivo e l’abbuono per la piazza d’onore. Così ora ‘Pogi’ in classifica generale ha 4’13” su Vingegaard, mentre è sparito dal podio provvisorio Remco Evenepoel che, dopo aver definito “pessima” la propria prova nella cronoscalata di venerdì, ha capito di non farcela più mentre affrontava le prime rampe del Tourmalet e, a un centinaio di chilometri dall’arrivo quando era già stato staccato da Pogacar e Vingegaar, è sceso dalla bicicletta, si è infilato nell’ammiraglia della sua squadra e si è ritirato. Così ora al terzo posto c’è il tedesco Florian Lipowitz, protagonista anche oggi visto che si è piazzato quinto ricevendo i complimenti da Pogacar dopo aver tagliato la linea d’arrivo.

I 7’53” di ritardo che ha dal campione del mondo sono molto difficili da recuperare ma in fondo non si sa mai e comunque il podio finale di Parigi sarebbe un sogno. Lo stesso che ha fatto Arensman a Luchon-Superbagnéres, dando alla Ineos Grenadiers il primo successo in questo Tour. Il 25enne olandese è alla sua prima ‘Grande Boucle’ “ed ero venuto qui – spiega – soprattutto per vivere questa esperienza, non immaginavo di vincere, invece ci sono riuscito, e nel modo in cui avete visto oggi. Sono ancora incredulo, sapevo di essere in forma ma non credevo di avere queste gambe così…super: oggi giravano a mille. Però, lo ripeto, non ci posso ancora credere”. Arensman ha costruito la propria impresa dopo che la maglia a pois (quella che premia il miglior scalatore) Lenny Martinez aveva tentato a sua volta l’impresa in solitaria andando a prendersi la prima piazza sul Gpm storico del Tourmalet. Era poi riuscito, spinto da un’incredibile cornice di pubblico, a scollinare in testa anche sul Col d’Aspin, ma successivamente si erano riportati su di lui proprio Arensman con Simon Yates e l’americano Sepp Kuss, lo spagnolo Carlos Rodriguez, il norvegese Tobias Halland Johannessen e il francese Valentin Paret-Peintre.

Arensman salutava poi la compagnia sul penultimo gran premio della montagna, il Col de Peyresourde, lanciandosi in perfetta solitudine verso l’ultima ascesa di giornata e la vittoria. Dietro ai primi Pogacar metteva i suoi a dettare il ritmo, al punto da riguadagnare terreno e poi risucchiare chi era dietro ad Arensman. Poi se andava e solo Vingegaard riusciva a stargli dietro. A sua volta il danese per due volte provava a staccare la maglia gialla senza peraltro riuscirci. Alla fine l’epilogo che si è detto, e l’impressione una volta di più che questo Tour abbia già un vincitore.

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Tifosi della Salernitana, trasferte vietate per quattro mesi: il Viminale firma il decreto

Trasferte vietate ai tifosi della Salernitana dal 1° agosto al 1° dicembre 2025: il Viminale firma il decreto dopo i disordini contro la Sampdoria.

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Dal 1° agosto al 1° dicembre 2025, i tifosi della Salernitana non potranno seguire la squadra in trasferta. La decisione, presa con decreto ministeriale e notificata ufficialmente al club granata, arriva dopo i gravi disordini verificatisi durante la gara di ritorno dei playout contro la Sampdoria. In quell’occasione, un lancio continuo di sediolini, fumogeni e petardi costrinse l’arbitro alla sospensione definitiva del match al 66’.

Mano pesante del Viminale dopo la relazione del questore

La misura è l’effetto diretto di una relazione trasmessa settimane fa dal questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, al Dipartimento di Pubblica Sicurezza, in cui si segnalava l’elevato rischio d’ordine pubblico per diverse gare della prossima stagione. Otto le partite considerate a rischio, tra cui i derby contro Cavese e Casertana. Il questore aveva anche suggerito l’inserimento della Salernitana nel girone centro-nord della Lega Pro, ma la Lega, che ufficializzerà i gironi il 25 luglio, ha confermato la collocazione nel girone C.

Il divieto vale su tutto il territorio nazionale

La decisione del Viminale non è limitata ai derby o alla Campania: il blocco vale per tutte le trasferte in Italia, senza distinzione geografica. Il club granata, che ha già preso atto del provvedimento, non ha margini di manovra, né possibilità di ricorso immediato. È una misura “a tempo”, già vista in passato con altre tifoserie, come quella del Napoli, e in questo caso anticipata con largo preavviso.

Squalifica dell’Arechi e calendario condizionato

Alle due giornate a porte chiuse già imposte dallo stadio Arechi dal giudice sportivo, si aggiunge ora questa ulteriore sanzione. Se la Salernitana dovesse giocare in trasferta le prime gare ufficiali, come quelle di Coppa Italia, non potrà contare sul supporto del proprio pubblico. Se invece il debutto sarà in casa, lo stadio resterà chiuso al pubblico per due giornate.

Nessuna restrizione, invece, per il Trofeo Iervolino, amichevole in programma il 10 agosto contro la Reggina: l’evento potrà svolgersi regolarmente alla presenza dei tifosi, trattandosi di gara non ufficiale.

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Napoli, addio Osimhen: il Galatasaray chiude, affare da 75 milioni. Ora avanti con Juanlu e Ndoye

Osimhen vicino al Galatasaray: addio da 75 milioni. Il Napoli lavora su Juanlu e Ndoye. Milinkovic-Savic obiettivo per la difesa. Simeone verso Pisa, Raspadori resta.

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Victor Osimhen è pronto a lasciare il Napoli e a iniziare una nuova avventura con il Galatasaray. Un’uscita annunciata, lunga e controversa, che si consuma tra applausi stanchi, tensioni accumulate e rancori a malapena nascosti. Da idolo del terzo scudetto a figura ingombrante, la rottura con la tifoseria è stata netta, il rapporto con De Laurentiis logorato. Eppure, alla fine, si è trovata la quadra: 75 milioni di euro, quasi 40 dei quali pagati a partire dal 2026, con una clausola anti-Juventus da 30 milioni nel caso il nigeriano venga rivenduto in Serie A nei prossimi due anni.

I dettagli dell’accordo e la plusvalenza

Il Galatasaray ha rifiutato la percentuale sulla futura rivendita, ma ha accettato una fideiussione sulla quota dilazionata. In cambio, il Napoli potrà registrare una plusvalenza netta da 73,2 milioni di euro, visto che il cartellino di Osimhen è già stato completamente ammortizzato. Il giorno fatidico è atteso domani: si chiude una pagina complessa, fatta di gol, scintille e tanti nodi gestiti con fatica.

Manna al lavoro: avanti su Juanlu e Ndoye

Nel frattempo, Giovanni Manna è arrivato a Dimaro e ha subito avviato nuovi contatti di mercato. In cima alla lista degli obiettivi ci sono Ndoye e Juanlu. Per l’esterno del Bologna, Manna ha chiarito al ds Di Vaio che il Napoli non intende pagare più del giusto: i 30 milioni richiesti per Beukema sono considerati fuori mercato. Ndoye resta comunque in pole per la fascia destra.

Per Juanlu, invece, l’affare è ormai in dirittura d’arrivo: il Betis ha aperto ai 17 milioni offerti dal Napoli, e il segnale più chiaro è arrivato con l’esclusione del giocatore dall’amichevole contro il Sunderland. Il laterale destro, classe 2003, firmerà un quinquennale da 1,6 milioni a stagione.

Milinkovic-Savic, trattativa in evoluzione

In parallelo si muove anche la pista Milinkovic-Savic: il Torino lo ha tenuto fuori dall’ultima amichevole e tra le parti l’intesa è vicina, ma non imminente. Il Napoli non intende accettare una valutazione da 20 milioni per il difensore serbo, pur considerandolo un profilo ideale per completare il reparto difensivo.

Simeone verso Pisa, Raspadori resta

In uscita, Giovanni Simeone è a un passo dal Pisa, mentre per Giacomo Raspadori la situazione è chiara: il Napoli non lo tratterrà controvoglia, ma Jack non ha chiesto la cessione. Anzi, ha fatto sapere di voler restare con Conte, deciso a ritagliarsi uno spazio importante nella stagione della rinascita.

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Politano, anima napoletana: rinnovo vicino, stagione da protagonista con Conte

Politano pronto al rinnovo con il Napoli fino al 2028: nuova stagione con Conte, ritorno in Champions e sogno Nazionale. “Come si vive qui, non si vive da nessuna parte”.

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Matteo Politano è pronto a vivere un’altra stagione intensa e decisiva con la maglia del Napoli. Dopo un’annata tribolata, chiusa con un deludente decimo posto, ma anche con il ricordo ancora fresco dello Scudetto storico, l’esterno destro è oggi al centro del progetto tecnico di Antonio Conte. I segnali che arrivano dal ritiro di Dimaro non lasciano spazio a dubbi: la corsia destra sarà la sua, in tandem con Neres, secondo la logica del piede invertito tanto cara al tecnico salentino.

L’uomo dei sacrifici e delle promesse

«Per me è stato un anno duro, pieno di sacrifici», ha raccontato Politano. «Sono cresciuto tantissimo». E lo ha fatto in silenzio, sempre al servizio della squadra, diventando per molti un esempio da seguire nelle scuole calcio, dove la sua maglia numero 21 è tra le più richieste. Ora, dopo il matrimonio con Alessandra Esposito, napoletana doc, è pronto a firmare anche il rinnovo con il Napoli fino al 2028: manca solo l’ok definitivo di De Laurentiis, con il quale Mario Giuffredi, procuratore del calciatore, ha già avviato i contatti.

Un cuore azzurro sempre più napoletano

Il più napoletano tra i non napoletani, come spesso viene definito, vive la città come uno di casa. Ama la musica napoletana, è legato al territorio anche per motivi personali e non ha mai nascosto il suo amore per la maglia azzurra: «Per me Napoli è una seconda casa. Spero di restare tanti altri anni, perché come si vive qui non si vive da nessun’altra parte».

Conte lo rilancia, la Nazionale lo aspetta

Politano è arrivato a Napoli nel gennaio 2020, voluto da Rino Gattuso, oggi in orbita Nazionale, e paradossalmente escluso più volte da Luciano Spalletti, nonostante il rendimento costante. Ora però, con Conte al Napoli e Gattuso possibile uomo Federazione, potrebbe arrivare anche la chiamata azzurra, quella vera, per tornare a vestire la maglia dell’Italia.

Dallo scudetto alla sfida europea

«Abbiamo scritto la storia», ha detto a Radio CRC. «Quella dello scudetto è stata una gioia diversa, ma intensa. Speriamo di poter cavalcare ancora quest’onda». Lo dice con il carico di chi ha vissuto tutto: la gloria tricolore e la discesa nel baratro della scorsa stagione. Ma oggi guarda avanti, e lo fa con entusiasmo anche per i nuovi arrivi: «De Bruyne è un campione assoluto, semplice e umile. Il suo arrivo è un segnale: il Napoli è ormai una squadra di livello internazionale».

L’intesa con Conte e la fame di riscatto

A Castel di Sangro si attende solo l’ultimo passaggio per la firma sul rinnovo, con Conte che ha già dato il via libera tecnico alla permanenza. Politano, 31 anni, ha ancora fame e voglia di vincere. E lo fa con quella promessa d’amore che i tifosi non dimenticano: «I nostri tifosi ci sono sempre, nel bene e nel male. Noi promettiamo di onorare sempre la maglia».

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