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Toto ministri, la Meloni vuole tecnici nei dicasteri chiave dell’economia e no Salvini al Viminale

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Tecnici nelle caselle economiche cruciali, il resto della squadra composta da politici, con pari rappresentanza tra Lega e Forza Italia. Giorgia Meloni continua a lavorare in silenzio al nuovo esecutivo, in cui – si vocifera in ambienti di centrodestra – potrebbe ‘sopravvivere’ l’attuale ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani in una logica di continuita’ su un tema cosi’ delicato . Tutte suggestioni al momento anche se c’e’, nella maggioranza, chi scommette sul fatto che potrebbero trasformarsi in realta’. Sta di fatto che l’apertura di Salvini verso un suo ruolo in altri misteri, oltre al Viminale, potrebbe sbloccare , a cascata il sudoku dei dicasteri. Per il Mef continua il pressing sull’economista Fabio Panetta, con Fratelli d’Italia che spera in un’opera di convincimento dell’economista su piu’ fronti. Per definire la composizione del puzzle dell’esecutivo potrebbe essere decisiva la scelta delle presidenze di Camera e Senato: se fossero assegnate a Fdi, con Ignazio La Russa a Palazzo Madama, e alla Lega, con Riccardo Molinari a Montecitorio, FI potrebbe ambire – per compensazione – ad un ministero di peso come gli Esteri (o gli Interni) per Antonio Tajani.E’ il ragionamento che si fa sempre in ambienti della maggioranza. Il Viminale resta la prima opzione per Matteo Salvini, che pero’ nel consiglio federale della Lega ha aperto anche ad altre ipotesi: un passaggio che di fatto libera la strada verso la nascita del nuovo governo da un grosso ostacolo. ll leader del partito di via Bellerio potrebbe alla fine accettare anche l’Agricoltura (abbinando, forse, insieme a Tajani, la carica di vicepremier). L’agricoltura e’, infatti, uno dei ministeri considerato ‘interessante’ per il partito, insieme a Difesa, Scuola,Infrastrutture e Turismo. Nel toto-nomi finisce anche Licia Ronzulli, al centro – secondo voci di corridoio – di un braccio di ferro per il ruolo di ministra della Salute tra gli azzurri ed Fdi. La forzista in un’intervista al Giornale stempera: “Non esiste una mia candidatura al ministero della Salute ne’, di conseguenza, alcun veto. Se ne occupera’ il presidente Berlusconi”. Il quale, scommettono in tanti, la inserira’ in ogni caso nella lista dei nomi in quota FI. Forse per l’Istruzione. Se sfumasse la possibilita’ di Panetta al Mef, c’e’ chi punta sulla continuita’ di Daniele Franco (ipotesi che non piace a parte del centrodestra perche’ troppo in continuita’ con il governo attuale), chi su Domenico Siniscalco o, come terza istanza, Dario Scannapieco, attuale ad di Cdp. Scannapieco viene considerato, comunque, un uomo di Draghi e spostandosi al governo libererebbe un posto cruciale al vertice di Cassa depositi e prestiti. Per la Difesa circolano i nomi di Guido Crosetto e Adolfo Urso, con la prospettiva di un Copasir a guida dem (in pole ci sarebbe l’attuale ministro Lorenzo Guerini). In alternativa, il primo potrebbe essere sottosegretario alla presidenza del Consiglio ( ma c’e’ anche l’opozione di Giovanbattista Fazzolari), il secondo guidare l’autorita’ delegata per la sicurezza. Alla Transizione Ecologica, dopo il faccia a faccia con Giorgia Meloni, spunta dunque anche l’ipotesi di un Cingolani bis: l’attuale ministro, che ha in mano buona parte del Pnrr, andrebbe bene a FI e alla Lega, viste le sue posizioni sul nucleare e sui termovalorizzatori. Per la Giustizia il derby potrebbe essere tra Giulia Bongiorno e Carlo Nordio: se la spuntasse quest’ultimo, la leghista andrebbe alla Pa. Alla Cultura si parla di Fabio Rampelli (quotato anche per le Infrastrutture insieme a Edoardo Rixi e Alessandro Cattaneo) o di Lucia Borgonzoni. Al Viminale, se sara’ archiviato il nome di Matteo Salvini, potrebbe rafforzarsi l’idea del leghista Nicola Molteni (gia’ sottosegretario all’Interno) o del prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Alla Farnesina, oltre a Tajani, si parla di Elisabetta Belloni, Giulio Terzi di Sant’Agata ma anche di Giampiero Massolo.

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Politica

Il ministro Urso denuncia di nuovo Report e chiede anche l’intervento del Copasir

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“Il ministro Adolfo Urso ha dato mandato ai suoi legali di denunciare in ogni sede il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e gli autori del servizio in onda domenica 10 su Rai3”, nonostante il ministro avesse già eccepito “l’assoluta falsità” delle notizie riportate sulla asserita adesione a logge massoniche e l’intento “gravemente diffamatorio”. Lo comunica una nota del Mimit che aggiunge che sia “compito del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica occuparsi di materia che riguarda senza alcun dubbio la sicurezza dello Stato e la tenuta della nostra democrazia”, anche per l’uso strumentale del servizio pubblico.

Secondo il ministero delle Imprese e del made in Italy, report “prosegue in una campagna persecutoria, attivata subito dopo l’insediamento del governo, tesa evidentemente a inibire l’attività del Ministro, facendo palesare chissà quali reconditi interessi e condizionamenti occulti che non hanno alcun fondamento nella realtà”. Sarebbe piuttosto il servizio pubblico oggetto di “manovre occulte”. “Già in precedenti servizi – sottolinea la nota – erano emerse, infatti, interviste manipolate e false, ricostruzioni arbitrarie e notizie del tutto infondate che i fatti hanno poi ampiamente smentito. Servizi che hanno costretto il Ministro Urso ad adire già le vie legali, così come altre persone chiamate in causa anch’esse quali parti lese”.

Il ministro ha inoltre dato mandato di denunciare i signori Kitty Montemaggi e Gioele Magaldi per quanto affermato nel corso delle interviste riportate da Report e Luigi Bisignani per quanto scritto nel quotidiano Il Tempo nell’articolo uscito in contemporanea con il servizio di Report, domenica 10 dicembre, evidentemente frutto della medesima strategia.

“È gravissimo – secondo il ministero – che una trasmissione del servizio pubblico avvalori le farneticazioni di personaggi che nel tempo hanno accusato di appartenenza a logge segrete presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio, governatori di Bce e Banca d’Italia e persino sommi Pontefici”.

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Sgarbi denuncia: nuovo attacco sul Fatto Quotidiano, è fuorilegge

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“Sarà il ventunesimo articolo del Fatto Quotidiano contro di me. Usano documenti che sono secretati, perché fino alla fine delle indagini preliminari non li puoi pubblicare. Tutto quello che raccontano è rubato e quindi l’unica cosa che posso dire è che faremo una causa civile come ha fatto Renzi perché non si può immaginare un killeraggio e uno stolkeraggio così insistente, per di più su materiali che non sono usabili perché derivano da delle fuoriuscite di informazioni che vengono da carabinieri, procure, non so chi. Tutto quello che si legge è fuorilegge”.

Lo ha detto il sottosegretario Vittorio Sgarbi a margine della lectio magistralis su ‘Michelangelo. Rumore e paura’ (La Nave di Teseo) che ha tenuto stamattina alla fiera della piccola e media editoria ‘Più Libri più Liberi’ dove ha parlato del suo libro che chiude la trilogia del Rinascimento. Il riferimento è all’articolo pubblicato oggi dal quotidiano secondo cui Sgarbi rischierebbe di finire a giudizio per esportazione illecita di opere d’arte grazie a nuovi elementi scoperti dal Fatto e acquisiti dalla Procura di Imperia. In particolare, il sottosegretario sarebbe chiamato a rispondere della tentata vendita del dipinto ‘Concerto con bevitore’ di Valentine de Boulogne. Valore presunto, 5 milioni.

“Sto aspettando la decisione dell’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria a suo carico per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo, ndr) che sarà a febbraio e quella secondo me è difficile che sia contraria a me perché è tutto trasparente. Sono i diritti d’autore, come questa presentazione di oggi. Teoricamente non avrei dovuto farla. Questa cosa che è il racconto dell’arte che è perfettamente compatibile con l’esercizio delle funzioni ministeriali sarebbe incompatibile. Se uno parte dall’idea che io non posso fare questa conferenza, allora dovrei avere torto per l’Antitrust, ma non credo che lo avrò. Il ministro Sangiuliano non lo vedo perché lui si occupa di fare il ministro, io invece mi occupo di raccontare l’arte” ha spiegato Sgarbi. “‘Michelangelo. Rumore e paura’ non è una monografia e non è una biografia. Ho sentito la necessità di raccontare quello che gli artisti di questa trilogia Leonardo, Raffaello e Michelangelo dicono a me, non io a loro” ha sottolineato.

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Mattarella: combattere corruzione è dovere Istituzioni

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“La corruzione altera la vita delle persone e attacca i diritti di ciascuno, corrode le fondamenta della società, mina lo Stato di diritto, altera i mercati”. Nella giornata internazionale contro la corruzione è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare come la lotta a quella che il Capo dello Stato bolla come una “piaga” sia “un dovere delle Istituzioni e, al tempo stesso, un impegno etico e civile delle forze sociali, delle comunità, dei cittadini”.

Mattarella sottolinea come la ricorrenza cada nel “ventesimo anniversario della Convenzione ONU contro la corruzione, che ha dato carattere universale a questa battaglia di civiltà e progresso, fornendo strumenti giuridici nuovi ai Paesi, rafforzando la collaborazione tra magistrature e forze di polizia, sostenendo misure comuni di prevenzione”.

“È un’occasione importante – ribadisce il presidente della Repubblica – per rilanciare il valore del contrasto al crimine e dell’affermazione della legalità”. Parole a cui fa eco il presidente della Camera Lorenzo Fontana “desidero richiamare l’importanza di promuovere in ogni sede i valori e la cultura della legalità”. Per il presidente di Montecitorio “La corruzione rappresenta una minaccia per la democrazia, logora la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la coesione sociale e lo sviluppo economico. Contrastare questo fenomeno è una priorità assoluta”.

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