Collegati con noi

Politica

Torna il Centrodestra, Salvini vede Berlusconi: ora fronte comune

Pubblicato

del

L’opposizione al governo giallorosso rinsalda i rapporti tra Lega e Forza Italia. Oggi i leader dei due partiti, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, sono tornati a vedersi a Milano, dove hanno concordato un “fronte comune” per una “seria opposizione” al nuovo esecutivo Conte sostenuto da Movimento 5 Stelle e Pd, alleanze a livello locale e una “battaglia” per il maggioritario e contro il proporzionale. Il faccia a faccia si e’ tenuto nella villa milanese del Cavaliere. “Tutto e’ andato bene, siamo in piena sintonia” ha assicurato il leader degli azzurri al termine dell’incontro, mentre Salvini e’ andato via senza rilasciare dichiarazioni. “Opposizione comune a un governo abusivo, manifestazione di popolo sabato 19 ottobre a Roma, battaglia comune per il maggioritario, per evitare inciuci a vita” ha annunciato poco dopo una nota del Carroccio. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini “hanno avuto oggi un cordiale incontro. Hanno concordato di fare fronte comune per una efficace opposizione al nuovo governo” e’ stata invece la sintesi di Forza Italia. Fuori dalle note ufficiali, le ricostruzioni hanno parlato di un confronto ampio tra i leader di Lega e Forza Italia, a partire dalle prossime scadenze elettorali. Al voto alle prossime regionali, Umbria ed Emilia-Romagna in primis, i due partiti si presenteranno uniti, a sostegno della candidata presidente Donatella Tesei. Il Cavaliere e il segretario della Lega hanno parlato del modo di fare opposizione, insieme con Fratelli d’Italia, in Parlamento e anche fuori. Secondo quanto trapelato, Salvini ha invitato Forza Italia ad unirsi alla manifestazione organizzata dalla Lega il 19 ottobre a Roma. Un invito apprezzato da Berlusconi, che adesso si confrontera’ con i dirigenti del partito per decidere in che modo aderire. In considerazione del primo appuntamento di voto, ovvero le regionali in Umbria, i due leader hanno concordato i temi per la campagna elettorale, iniziando anche a discutere delle elezioni successive, “convinti – hanno spiegato sempre da Forza Italia – che quel risultato non potra’ non avere conseguenze sul governo”. Piu’ riflessive le considerazioni di Mara Carfagna che, dopo aver condiviso il richiamo di Berlusconi, spiega che bisogna pero’ anche fermare quanti, “con quotidiani atti di sottomissione alla Lega, hanno fatto precipitare in pochi mesi FI al 6%. E’ questo il vero motivo della diaspora. Per fermarla, serve offrire una prospettiva politica a dirigenti e amministratori che si sono battuti per anni per il nostro partito e non sopportano di vederlo sballottato tra centristi e sovranisti”. Salvini e Berlusconi hanno quindi affrontato anche il tema della legge elettorale, che dovra’ favorire accordi di programma prima del voto e consentire ai cittadini di scegliere prima delle elezioni da chi essere governati. Da Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha salutato come “una buona notizia l’incontro di oggi tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per rafforzare la coalizione di centrodestra. A partire – ha sottolineato – da un ‘no’ netto e deciso contro la modifica della legge elettorale in senso proporzionale”. Salvini intanto e’ pronto a ripartire dal tradizionale raduno leghista di Pontida, in programma dopodomani. “Sara’ una domenica di costruzione del futuro di visione di questo Paese, la piu’ partecipata di sempre” ha annunciato durante una diretta Facebook l’ex ministro ed ex vicepremier. “Prepariamo – ha aggiunto – un’idea di Italia diversa rispetto a quella che sta disegnando Pd-M5s e sinistra” mentre per questa volta “i sacri vangeli li lasciamo al loro posto”.

Advertisement

Politica

Maggioranza accelera sul ddl sicurezza: subito in Aula per il voto

Pubblicato

del

Gli scontri di piazza durante le manifestazioni per Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a Milano durante un inseguimento dei carabinieri, infiammano il dibattito politico. La maggioranza di governo, in testa la premier Giorgia Meloni, condanna con durezza le aggressioni agli agenti. Il Pd, per voce della segretaria Elly Schlein, si unisce al coro di chi stigmatizza le aggressioni dei manifestanti, ma chiede alla destra di non strumentalizzare. Mentre il centrodestra punta ad accelerare sul ddl sicurezza ora all’esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato.

Invocando anche una nuova norma che tuteli ancora di più gli agenti nell’ esercizio delle proprie funzioni. Affinché non si ripetano casi come quello del maresciallo Luciano Masini, il carabiniere indagato per eccesso di legittima difesa per aver ucciso un uomo che, dopo aver ferito a coltellate 4 persone, stava aggredendo anche lui. Lo aveva, in qualche modo, preannunciato la premier Meloni durante l’ultimo incontro con la stampa (“Dobbiamo porci il problema che le forze dell’ordine temono di aver fatto il proprio lavoro ed entrano in un calvario”) e ora lo conferma il ministro alla Difesa ,Guido Crosetto.

“Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro”, afferma. Mentre, sul fronte parlamentare, il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, annuncia che chiederà “di far passare direttamente in Aula il disegno di legge sulla sicurezza” per superare così “l’ostruzionismo delle opposizioni in Commissione”.

Meloni, nel commentare i disordini, punta il dito contro “l’ennesimo, ignobile episodio di caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”. E il suo partito sui social chiama in causa la segretaria Dem: “Elly Schlein, dove sei?”. Durissime anche le parole di Matteo Salvini che punta il dito contro i “criminali rossi” che “assaltano le forze dell’ordine”. Per Maurizio Lupi di Nm “soffiare sul fuoco è sbagliato e pericoloso”.

Dopo il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, “ferma e totale condanna per i gravissimi episodi di violenza” arriva anche dal vertice del Senato, Ignazio La Russa. Mentre il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiede “l’ immediata approvazione del ddl sicurezza per garantire maggiori tutele alle donne e agli uomini in divisa”. Polemico, Roberto Vannacci, secondo il quale ciò che è accaduto “è il risultato di una sinistra manesca e rabbiosa che, da anni, delegittima le forze dell’ordine”. Mentre parla di “guerriglia urbana” il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Se il leader di Azione Carlo Calenda si schiera subito con gli agenti “senza se e senza ma”, Schlein interviene dopo qualche ora. Cita “la devastazione e le violenze” che a Bologna “hanno colpito anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine, oltreché la Sinagoga e vari esercizi commerciali” e rimarca che il Pd “condanna sempre ogni atto violento”.

“La richiesta di piena verità e giustizia per Ramy – è però il suo appello – non sia strumentalizzata per commettere atti violenti. E la destra che governa la smetta di fare politica” su questi episodi. Ferma condanna dal verde Angelo Bonelli che invita tutti “a raccogliere l’appello della famiglia di Ramy a respingere ogni violenza e a manifestare pacificamente per la ricerca della verità”. Ma soprattutto, incalza, “il governo non approvi nuove leggi repressive che trasformerebbero il Paese in uno Stato di polizia”. Avs, con il capogruppo Peppe De Cristofaro, assicura che continuerà a dare battaglia proprio sul ddl sicurezza augurandosi comunque che la “mobilitazione nelle piazze” continui. I responsabili degli atti di violenza contro la polizia “mi ricordano i black bloc a Genova”, osserva la collega di partito, Ilaria Cucchi. Per Davide Faraone (Iv) “chi lancia oggetti o bombe carta contro gli agenti non solo ha sempre torto” ma “offende la memoria” di Ramy.

Continua a leggere

Politica

Il Ministro Nordio richiede la revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini

Pubblicato

del

Il Ministero della Giustizia italiano, tramite una nota ufficiale, ha comunicato che il ministro Carlo Nordio ha depositato presso la Corte di Appello di Milano una richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad.

La base giuridica della richiesta

La decisione si basa sull’articolo 2 del trattato di estradizione tra gli Stati Uniti e l’Italia, secondo il quale possono dar luogo all’estradizione solo quei reati che siano punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti. Secondo il Ministero, questa condizione non è soddisfatta nel caso specifico.

Le accuse non corrispondenti all’ordinamento italiano

La nota del Ministero precisa che la prima condotta contestata ad Abedini Najafabadi Mohammad, ossia “associazione a delinquere per violare l’Ieepa” (International Emergency Economic Powers Act, una legge federale statunitense), non ha una corrispondenza nel diritto penale italiano.

In relazione alla seconda e terza accusa – rispettivamente “associazione a delinquere per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica con conseguente morte” e “fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale a un’organizzazione terroristica straniera con conseguente morte” – la nota ministeriale sottolinea che non sono stati presentati elementi probatori sufficienti.

Le attività commerciali e tecnologiche dell’accusato

Dagli atti emergerebbe che Abedini Najafabadi Mohammad avrebbe svolto attività di produzione e commercio di strumenti tecnologici attraverso società a lui riconducibili. Tali strumenti avrebbero potenziali applicazioni militari, ma non esclusive, e quindi non risultano sufficienti per confermare le accuse legate al sostegno a organizzazioni terroristiche.

Una questione di diritto e cooperazione internazionale

Questa richiesta di revoca degli arresti evidenzia la complessità delle questioni legate all’estradizione internazionale e al rispetto delle normative bilaterali tra Stati. L’iter giuridico in corso presso la Corte di Appello di Milano sarà determinante per stabilire il destino del cittadino iraniano.

Continua a leggere

Politica

Ilaria Cucchi: i violenti al corteo per Ramy mi ricordano i black bloc al G8 di Genova, sciacalli e criminali

Pubblicato

del

“I responsabili dei gravi atti di violenza contro gli agenti di polizia durante le manifestazioni di protesta per la morte di Ramy mi ricordano quanto fecero i black bloc a Genova durante le manifestazioni pacifiche per il G8. Ritengo sciacalli e criminali coloro che usano la violenza, di qualsiasi tipo sia, approfittando della immane tragedia che ha distrutto quella famiglia. A quei violenti non interessa nulla del dolore e della morte di quel ragazzo di 19 anni. Provo tanto dolore di fronte alle immagini di ieri di Bologna e Roma e tutta la mia solidarietà agli agenti feriti”. Lo scrive in una nota la senatrice di Avs Ilaria Cucchi.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto