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Cronache

Tokyo, Torre Annunziata abbraccia Irma Testa

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L’abbraccio con gli amici della Boxe Vesuviana e in particolare con il maestro Lucio Zurlo sintetizza quello ricevuto da tutta Torre Annunziata (Napoli). Irma Testa, prima storica medaglia olimpica nel pugilato femminile (bronzo nella categoria 54-57 kg), si gode questo momento al ritorno in Italia dopo i trionfali giochi giapponesi: ”Nel nostro sport, e io personalmente, non siamo abituati a questi bagni di folla. L’accoglienza che sto ricevendo in questo ore e’ bellissima, superlativa. Tutto cio’ mi fa capire che sto facendo qualcosa di buono per l’intero movimento”. Stringe tra le mani la medaglia conquistata a Tokyo. Ma non ne sente il peso. ”Una responsabilita’? Lo sarebbe solo se non venisse gestita nel modo giusto. Il mio obiettivo e’ provare a dare spazio al movimento femminile, visto che il pugilato e’ considerato ancora uno sport solo al maschile e questo non mi piace. Le donne possono fare tutto, anche in questa disciplina”.

L’esperienza di Irma la spinge a sottolineare che “pur in posti difficili, c’e’ chi con sacrifici e abnegazione ottiene risultati importanti. Tante persone di Torre Annunziata ce l’hanno fatta: penso a Stefano De Martino, lo stesso Immobile e tanti altri. Questo e’ molto bello. Spesso si parla del marcio, ma c’e’ tanta parte di bello che va raccontata”. Come la stessa Irma Testa ha provato a fare nel documentario Butterfly che ripercorre il suo percorso sportivo e di vita.

”Sono stata felicissima di questa iniziativa, perche’ attraverso il documentario ha voluto lanciare un messaggio ai giovani, raccontando come ”ce l’ho fatta’ grazie all’aiuto di poche persone ma per me fondamentali”. Tra queste c’e’ sicuramente il maestro Lucio Zurlo: ”Che, come ha fatto con me, continua a raccogliere per strada tanti ragazzi per portarli in palestra. Qui insegna loro non solo il pugilato ma come stare al mondo. Non smettero’ mai di raccontarlo, per dare il giusto merito a lui e alle altre persone che hanno dedicato la loro vita alla palestra”. Nel futuro ci sono le Olimpiadi di Parigi del 2024: ”Che sono molto vicine – conclude Irma Testa – Talvolta i quattro anni di programmazione olimpiaca possono sembrare pochi. Tre dunque sono pochissimi: Parigi e’ davvero dietro l’angolo”.

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Cronache

Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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La Chiesa alla ricerca di un pacificatore: si apre il pre-Conclave

Nel pre-Conclave dopo la morte di Papa Francesco, i cardinali cercano un candidato pacificatore per superare le divisioni interne. Il nuovo Papa dovrà unire e guidare una Chiesa divisa.

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C’è un cartello immaginario, ma chiarissimo, all’ingresso delle Congregazioni pre-Conclave e della Cappella Sistina: «Cercasi un pacificatore». Dopo la grande partecipazione popolare ai funerali di Papa Francesco, la Chiesa si ritrova ora a dover voltare pagina, raccogliendo l’eredità di Jorge Mario Bergoglio e affrontando divisioni dottrinali e geopolitiche mai sopite.

Il bisogno di superare le contrapposizioni

Tra le fila dei cardinali c’è consapevolezza che riproporre schemi vecchi, come il conflitto tra “bergogliani” e “ratzingeriani”, sarebbe miope. Il nuovo Conclave si svolgerà in un contesto mondiale mutato, segnato dalle tensioni internazionali e dalla crisi dello schema pacifista di Francesco dopo la guerra in Ucraina. Il rischio è che ogni divisione interna colpisca ora direttamente il Collegio cardinalizio, senza più la figura del Papa a fungere da parafulmine.

Verso un candidato di compromesso

I 133 cardinali chiamati al voto, riuniti nelle Congregazioni generali, sembrano ormai consapevoli che difficilmente emergerà un candidato “forte” espressione di una sola corrente. Per evitare uno scontro estenuante, sarà necessario convergere su una figura di equilibrio, capace di pacificare e non di dividere ulteriormente. Anche la vicenda del cardinale Giovanni Angelo Becciu, condannato in primo grado ma il cui diritto al voto non è ancora chiarito, rappresenta un’ulteriore incognita.

L’immagine simbolo della riconciliazione

Emblematica è stata ieri, dentro la Basilica di San Pietro, l’immagine di Donald Trump e Volodymyr Zelensky che hanno parlato seduti uno di fronte all’altro. Un gesto di distensione tra due protagonisti di scontri aspri. Segno che, forse, anche nella Chiesa si può sperare in un Conclave capace di indicare al mondo una strada di unità e di riconciliazione. Papa Francesco, tanto amato quanto criticato, con la sua morte sembra aver lasciato non solo un’eredità da gestire, ma anche una lezione di pace.

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