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Ticketmaster in tilt, amministrazione Biden indaga

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 Con gli occhi addosso del Dipartimento della Giustizia, si aggrava la posizione di Ticketmaster dopo il devastante flop della piattaforma che ha il quasi totale controllo sugli accessi a concerti, eventi sportivi e altri spettacoli. Le vendite dei biglietti al pubblico per il prossimo tour di Taylor Swift in programma oggi sono state cancellate dopo che le richieste dei fan hanno mandato in tilt il sistema. Si e’ appreso intanto che le autorita’ federali stanno indagando su Live Nation, la ‘parent company’ della piattaforma: secondo quanto ha appreso il ‘New York Times’, la divisione antitrust dell’amministrazione Biden sta valutando un possibile abuso di potere nell’industria multimiliardaria dei concerti dal vivo. I 52 concerti del tour ‘Eras’, il primo della Swift in cinque anni con una dovizia di nuove canzoni che l’artista non ha mai cantato dal vivo, dovrebbero partire il 17 marzo da Glendale in Arizona e l’attesa tra i fan per conquistare l’ingresso ad una delle date era spasmodica: alcuni di loro, per stare davanti al computer e rinfrescare la pagina di Ticketmaster, hanno saltato il lavoro o un giorno di scuola. Tra martedi’ e giovedi’ due milioni di biglietti sono stati venduti ad altrettanti fan ‘verificati’, poi pero’ la piattaforma e’ andata in tilt quando 14 milioni di clienti (tra questi anche molti bot, per un volume totale che avrebbe riempito 900 arene) hanno tentato l’accesso e non è chiaro se ci sarà una nuova prevendita o quanti biglietti ancora siano disponibili. Le vendite in programma oggi sono state in ogni caso cancellate “a causa dello straordinario eccesso di domanda e l’insufficiente inventario rimasto”, ha annunciato la piattaforma. Taylor Swift e’ una delle cantanti piu’ famose della sua generazione e una meticolosa manager del suo brand. Negli ultimi due anni ha pubblicato cinque album con relative operazioni di marketing, il cui ultimo, ‘Midnights’ uscito in ottobre, ha venduto oltre un milione e mezzo di copie solo negli Stati Uniti (un record assoluto degli ultimi sette anni) con dieci canzoni che, in una prima volta per Billboard, hanno occupato i primi dieci posti nella hit parade. Non e’ dunque una sorpresa che i fedelissimi di Taylor – conosciuti come ‘Swifties’ – siano su tutte le furie per la debacle. Ai bagarini i prezzi dei biglietti, fissati inizialmente tra 49 e 450 dollari, sono saliti alle stelle – superando in alcuni casi i 20 mila dollari – e a Capitol Hill i politici hanno prestato attenzione: dopo la liberal della Camera Alexandria Ocasio-Cortez, la senatrice ed ex candidata presidenziale Democratica Amy Klobuchar, che e’ anche presidente della Commissione Antitrust, ha accusato Ticketmaster di pratiche da monopolio. “Il suo potere nel mercato primario dei biglietti impedisce le pressioni della concorrenza che tipicamente spingono le aziende a migliorare i propri servizi”, ha scritto la senatrice in una lettera aperta a Michael Rapino, Ceo di Live Nation: “Questa e’ la vera causa dei catastrofico flop di cui sono i consumatori a pagare le conseguenze”. Nel mirino del Congresso e’ la fusione del 2010 con Live Nation: “Non sarebbe mai dovuto essere approvata”, ha polemizzato la Ocasio-Cortes chiedendo ai regolatori federali di fare marcia indietro “per creare un mercato piu’ sano e competitivo”. Intanto l’attorney general della Pennsylvania Josh Shapiro ha lanciato un appello ai fan: se hanno avuto problemi con Ticketmaster sporgano denuncia al suo ufficio.

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Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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L’ambientalista indigeno Victorio Dariquebe assassinato nell’Amazzonia peruviana

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Un ambientalista indigeno, Victorio Dariquebe, è stato assassinato in una comunità amazzonica del Perù sudorientale dove lavorava come guardia forestale: lo riferiscono le autorità locali. L’uomo, dell’etnia Harakbut-Wachiperi, è stato aggredito nei pressi della riserva naturale di Amarakaeri, nella provincia di Manú.

“Riaffermiamo il nostro impegno affinché questo crimine non rimanga impunito e i responsabili siano individuati e ricevano tutto il peso della legge”, ha affermato il governo peruviano in una dichiarazione firmata da diversi ministeri. L’ambientalista “ha fatto un ottimo lavoro nella conservazione della riserva di Amarakaeri”, ha sottolineato l’Associazione interetnica della giungla peruviana (Aidesep) in un comunicato sui social, secondo cui Dariquebe “aveva ricevuto minacce”.

I popoli originari del Perù combattono l’estrazione illegale e si oppongono a una recente legge approvata dal Congresso che, a loro avviso, incoraggia la deforestazione. Secondo l’ong Global Witness, dal 2012 nel Paese sono stati uccisi almeno 54 difensori delle terre e dell’ambiente, di cui più della metà appartenevano a popolazioni indigene.

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Ucraina, Copenaghen: daremo a Kiev tutti gli F-16 concordati

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La Danimarca invierà all’Ucraina tutti gli aerei da caccia F-16 concordati in precedenza dai leader dei due paesi, ha detto l’ambasciatore danese Ole Egberg Mikkelsen. Parlando con l’emittente ucraina Liga, Mikkelsen ha detto che i jet saranno sicuramente consegnati a Kiev e che si tratta dell’intera flotta di F-16 della Danimarca, che ora è in fase di dismissione. Mikkelsen non ha tuttavia specificato il numero esatto di caccia che saranno inviati all’Ucraina. L’ambasciatore ha spiegato che la Danimarca sta dismettendo la sua flotta perché Copenaghen riceverà presto una nuova generazione di aerei, gli F-35.

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