Collegati con noi

Esteri

Texas, alluvioni devastanti: salgono a 46 le vittime, tra loro 15 bambini. Ancora 27 i dispersi

Le autorità: “Uno dei disastri più gravi degli ultimi decenni”. Proseguono le ricerche senza sosta.

Pubblicato

del

Continua a salire il bilancio delle vittime dell’ondata di alluvioni che ha colpito il Texas negli ultimi giorni. Secondo quanto comunicato dalle autorità locali, sono 46 i morti accertati, tra cui 15 bambini, mentre 27 persone risultano ancora disperse.

Un dramma che sta assumendo i contorni di una delle peggiori tragedie naturali degli ultimi decenni nello Stato americano. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, con squadre impegnate in scenari estremamente difficili, tra fango, detriti e infrastrutture danneggiate.

Intere comunità travolte

Le piogge torrenziali hanno colpito in particolare la zona centro-orientale del Texas, provocando l’esondazione di numerosi corsi d’acqua, il crollo di ponti e strade e la devastazione di interi quartieri residenziali. Numerose le persone rimaste isolate per ore nei sottotetti o intrappolate nelle proprie abitazioni.

Le autorità locali, supportate dalla Guardia Nazionale e da volontari, hanno disposto centri di accoglienza temporaneiper le famiglie evacuate e hanno lanciato appelli per la donazione di beni di prima necessità.

L’impatto sui bambini

Tra le vittime, la presenza di 15 minori ha profondamente colpito l’opinione pubblica. In alcuni casi, secondo quanto riportano fonti ufficiali, intere famiglie risultano coinvolte, con bambini dispersi o rimasti orfani.

Le autorità hanno definito la situazione “straordinariamente critica”, sottolineando che il numero dei morti potrebbe crescere ulteriormente nelle prossime ore.

Advertisement

Esteri

Hamas, tra crisi interna e ruolo nei negoziati: resta il vero interlocutore della questione palestinese

Nonostante le perdite subite e il controllo limitato su Gaza, Hamas mantiene un ruolo centrale nei negoziati. Il dibattito internazionale oscilla tra il suo indebolimento e la sua centralità politica.

Pubblicato

del

Fino a pochi giorni fa il dibattito ruotava attorno alle conseguenze dell’attacco israeliano contro i siti nucleari iraniani. Oggi, l’attenzione si è spostata su Hamas e sul reale stato di salute del movimento armato palestinese, al centro della guerra e dei negoziati in corso. Il quadro è incerto e, come spesso accade in Medio Oriente, filtrato da interessi politici, propaganda e diplomazia parallela.

Il messaggio anonimo: Hamas al collasso?

Un messaggio audio consegnato da un dirigente non identificato di Hamas alla BBC offre una visione drastica: il movimento controllerebbe appena il 20% della Striscia di Gaza, il 95% dei suoi capi sarebbe stato eliminato, e i militanti riceverebbero salari ridotti e in ritardo. A sfidarlo sul campo ci sarebbero almeno sei gruppi armati, tra cui quello guidato da Yasser Abu Shabab, vicino agli Emirati Arabi e all’ex capo della sicurezza di Arafat, Mohammed Dahlan.

Ma l’anonimato del funzionario, ferito e fuori gioco da mesi, ridimensiona l’attendibilità del messaggio, tanto che il Jerusalem Post ha messo in discussione più il “perché ora” che il contenuto delle sue dichiarazioni. L’interpretazione prevalente è che Hamas, pur colpito, non sia affatto fuori dai giochi.

Le valutazioni militari e i numeri sul campo

Secondo le stime dell’intelligence e degli osservatori internazionali, Hamas può ancora contare su 20-25 mila combattenti, di cui molti attivi sul territorio tra le macerie e la popolazione civile, mentre altri si nascondono nella vasta rete sotterranea dei tunnel. Una stima israeliana parla di un 75% della rete ancora operativa, ma resta un dato senza conferme certe.

Anche l’organizzazione del comando si è trasformata: una doppia guida, con Izz al Din al Haddad a Gaza e un comitato all’estero che mantiene i rapporti diplomatici, soprattutto con Qatar e altri mediatori. Israele sostiene che la struttura sia ormai decentrata, incapace di controllare ogni dettaglio operativo, e che sia sotto pressione per la crescente influenza di clan armati autonomi.

La partita diplomatica e la centralità politica

Nonostante queste difficoltà, Hamas resta al centro dei colloqui per la tregua e continua a essere considerato l’unico interlocutore palestinese riconosciuto dagli attori regionali e internazionali. Anche Donald Trump, nelle sue recenti dichiarazioni, ha fatto riferimento a Hamas e non all’Autorità Nazionale Palestinese.

Secondo Haaretz, la leadership del movimento si considera ancora la vera rappresentanza del popolo palestinese, e punta a consolidare questo ruolo anche attraverso il confronto diretto con Israele. Il fine è sopravvivere alla guerra e uscirne con una posizione rafforzata nei rapporti internazionali.

Hamas in bilico tra resistenza e riconoscimento

La guerra ha sicuramente ridimensionato le capacità militari e logistiche di Hamas. Tuttavia, la sua sopravvivenza politica e strategica è ancora al centro dello scenario mediorientale. I nemici lo vogliono schiacciato, i suoi avversari interni lo sfidano, ma i negoziati continuano a passare da lui. Se anche le parole del dirigente anonimo dovessero essere vere, Hamas sembra ancora in grado di dettare condizioni e orientare il futuro del conflitto.

Continua a leggere

Esteri

Russia, si suicida il ministro dei Trasporti Starovoit dopo la rimozione: ombre di corruzione e misteri

Roman Starovoit si sarebbe tolto la vita dopo la rimozione da ministro dei Trasporti. Ombre di frode e collegamenti con l’inchiesta in corso nella regione di Kursk. Tensione in Ucraina.

Pubblicato

del

Roman Starovoit, fino a poche ore prima ministro dei Trasporti della Federazione Russa, è stato trovato morto con un colpo di pistola nella sua auto, parcheggiata in un’area isolata alla periferia di Odintsovo, a ovest di Mosca. La notizia, confermata dal Comitato investigativo russo, ha scosso il Cremlino e getta ulteriori ombre su una vicenda che intreccia potere, inchieste giudiziarie e guerra.

Il colpo con la pistola ricevuta come onorificenza

Secondo quanto trapelato, Starovoit si sarebbe suicidato con la pistola ricevuta due anni fa come premio per i servizi speciali resi alla sicurezza dei cittadini. Il gesto estremo è avvenuto poche ore dopo l’annuncio, senza spiegazioni ufficiali, della sua rimozione da parte del presidente Vladimir Putin.

Tuttavia, fonti vicine all’inchiesta ipotizzano un collegamento diretto tra la sua uscita di scena e una presunta frode milionaria relativa a lavori pubblici nella regione di Kursk, di cui Starovoit è stato governatore fino a poco più di un anno fa.

Inchiesta su fondi per opere difensive

Le indagini, secondo il quotidiano economico Kommersant, coinvolgerebbero anche l’attuale ex governatore Alexei Smirnov, arrestato ad aprile, il quale avrebbe testimoniato contro Starovoit insieme ad altri indagati. L’accusa principale riguarderebbe la sottrazione di fondi pubblici per oltre un miliardo di rubli (circa 11 milioni di euro), destinati alla costruzione di barriere difensive nella regione frontaliera, in parte invasa dall’Ucraina ad agosto 2024.

Starovoit sarebbe stato fermato per interrogatorio proprio nella giornata in cui si è tolto la vita, secondo le prime ricostruzioni. Ma la vicenda resta avvolta nel mistero: alcune fonti sostengono che il corpo sia stato trovato fuori dal veicolo, a pochi metri, e altre avanzano dubbi sulla tempistica.

Un secondo decesso agita il ministero

A rendere il quadro ancora più inquietante, il malore improvviso e fatale di un funzionario del ministero dei Trasporti, 42 anni, avvenuto durante una riunione poche ore dopo la notizia della rimozione del ministro. La notizia è stata rilanciata da canali Telegram russi come Baza, Maah e Shot.

Nel frattempo, Andrei Nikitin è stato nominato ministro ad interim dei Trasporti e ha già incontrato Putin al Cremlino.

Sul fronte bellico, Mosca rivendica nuovi avanzamenti

In Ucraina, le truppe russe hanno conquistato il villaggio di Dachnoye nella regione di Dnipropetrovsk, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo. L’area si trova a ovest del Donbass e non rientra tra le quattro regioni che Mosca punta a controllare totalmente.

In parallelo, le forze armate ucraine hanno colpito con droni un impianto chimico a Krasnozavodsk, vicino a Mosca, specializzato nella produzione di munizioni e testate termobariche. Alcuni canali Telegram russi hanno pubblicato video dell’attacco, ma non ci sono conferme ufficiali di danni.

Nel sud della Russia, frammenti di un drone ucraino abbattuto sono caduti su una raffineria nel Krasnodar, senza provocare danni. Ma la notte tra domenica e lunedì è stata drammatica per l’Ucraina: secondo le autorità di Kiev, attacchi russi con droni e artiglieria hanno causato almeno 12 morti e 80 feriti in diverse regioni, tra cui Sumy, Kherson e Odessa. La capitale denuncia che nell’ultima settimana sono caduti oltre mille missili e droni russi.

Continua a leggere

Economia

Dazi USA, Trump alza i toni: intesa fragile con l’Ue, von der Leyen tratta per evitare lo scontro

Donald Trump annuncia dazi fino al 40% contro sette Paesi. Von der Leyen tratta per evitare l’escalation e tenere l’Europa fuori dalla guerra commerciale. Berlino, Roma e Parigi in pressing.

Pubblicato

del

Nessuna comunicazione ufficiale a Bruxelles, ma una mossa unilaterale da parte di Donald Trump, annunciata via Truth Social, ha riacceso lo scontro commerciale tra Stati Uniti e mondo. Il presidente americano ha indicato i primi sette Paesi destinatari di nuove tariffe doganali tra il 25% e il 40% a partire dal primo agosto: Giappone, Corea del Sud, Myanmar, Laos, Sudafrica, Malesia e Kazakistan.

Nel frattempo, un canale diretto tra Trump e Ursula von der Leyen resta l’ultima ancora di salvezza per l’Unione Europea, che cerca un’intesa fragile e complessa da costruire prima della scadenza. La finestra negoziale è stata prorogata da un nuovo ordine esecutivo del tycoon, ma i margini restano stretti.

L’Europa compatta ma divisa su come reagire

Mentre Wall Street vacilla, i vertici europei lavorano a una posizione comune. Von der Leyen ha ribadito al Parlamento europeo la necessità di negoziare “con forza e unità”, con un coordinamento stretto tra Berlino, Roma e Parigi. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macronsono in contatto continuo per rafforzare il fronte europeo.

L’ipotesi più concreta resta quella di un compromesso sull’aliquota unica al 10%, con esenzioni per settori strategicicome aerospazio, tecnologia e alimentare di qualità. Ma Parigi spinge per la linea dura, con l’Austria e la Spagna al suo fianco, evocando anche il ricorso allo strumento anti-coercizione, che colpirebbe le grandi aziende tech statunitensi.

Contromisure pronte a Bruxelles

Nel frattempo, due pacchetti di contromisure europee – uno congelato in primavera, l’altro in fase di rifinitura – sono già pronti: l’Europa potrebbe colpire prodotti americani per un valore fino a 120 miliardi di euro, con l’ipotesi di estendere la rappresaglia anche alle Big Tech.

Il timore principale è l’aumento delle tariffe già in vigore: 25% sulle auto europee, 50% su acciaio e alluminio, e la minaccia più recente di un ulteriore 17% sull’agroalimentare, che preoccupa soprattutto Italia e Francia.

La via del dialogo e il possibile viaggio a Washington

Nonostante tutto, la trattativa resta aperta. Un portavoce dell’UE ha dichiarato che “siamo all’inizio della fase finale e per posizionarci al meglio nel negoziato non possiamo aggiungere altro”, confermando la determinazione a ottenere “il miglior accordo possibile”.

Se nelle prossime settimane maturerà un’intesa di principio, von der Leyen potrebbe recarsi ufficialmente a Washington, ripetendo quanto fatto da Jean-Claude Juncker nel luglio 2018, quando ottenne una tregua in cambio dell’impegno europeo ad aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto e armamenti americani. Oggi, quella stessa contropartita torna sul tavolo, come carta geopolitica da giocare in una partita a scacchi dai risvolti economici esplosivi.

(Immagine realizzata con sistemi di Ia)

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto