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Salute

Terremoto nelle Marche: la solidarietà del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala che regala una mensa alla scuola di Pieve Torina

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Una mensa nella scuola per i bambini di Pieve Torina appena realizzata: l’ha donata il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana perché Dop fa rima anche con solidarietà. Il Consorzio infatti non ha dimenticato il dramma delle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto del 2016. Gli oltre cento soci dell’organismo nei mesi scorsi hanno stanziato un contributo straordinario di beneficenza. Sono stati donati 100mila euro alla Fondazione Francesca Rava NPH Italia onlus di Milano, destinati alla realizzazione della cucina e dello spazio mensa della nuova Scuola dell’infanzia a Pieve Torina, in provincia di Macerata, nelle Marche, scuola che venne distrutta dal sisma.

Il cantiere è ormai completato e l’istituto, con la mensa donata dal Consorzio, sarà inaugurato l’11 dicembre, a poco più di due anni dal secondo anniversario del terremoto, nell’ambito di un evento commemorativo, su invito di Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, e Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Rava, con il patrocinio della Camera dei deputati.

A Pieve Torina saranno presenti il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, e il direttore Pier Maria Saccani, accanto ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali. Accoglieranno sostenitori e volontari Maria Chiara Roti, vicepresidente della Fondazione Rava, ed Elisabetta Strada, Coordinatrice del progetto Ricostruzione Scuole della onlus.

Siamo felici di aver contribuito a riportare un po’ di normalità e serenità a persone profondamente segnate dal sisma – commenta il presidente Raimondo – Abbiamo scelto di devolvere al mondo dell’infanzia la cifra raccolta, grazie alla sensibilità dei nostri soci, non solo come segnale di attenzione a chi è più indifeso, ma anche come seme di speranza per un futuro migliore”.

Protagonisti della giornata saranno i piccoli alunni della scuola, a cui saranno dedicati i due laboratori organizzati dal Consorzio di Tutela: “A scuola con la bufala Dop”, una dimostrazione di filatura e mozzatura live; “Con le mani in pasta”, un percorso con i bambini alla scoperta della pizza, sotto la guida di Ciro Salvo della pizzeria “50 Kalò” di Napoli, che porterà la sua arte al servizio della solidarietà: “Lavorare con i bambini mi piace molto – dichiara il pizzaiolo – Mi ricorda quando da bambino ho iniziato accanto a mio padre a impastare acqua e farina. Farlo oggi con i bambini della scuola materna di Pieve Torina mi emoziona e riempie di orgoglio ed è il mio piccolo contributo per non dimenticare il disastroso terremoto del 2016, il dramma delle Marche e dei suoi abitanti”.

Tantissimi gli ospiti della giornata, da Lorenzo Licitra, vincitore di X-Factor 2017, che dedicherà una performance ai bambini e alle loro famiglie, fino alla marchigiana Carlotta Maggiorana, Miss Italia 2018.

Non faranno mancare la loro partecipazione i rappresentanti delle istituzioni. Saranno presenti Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei deputati; Maristella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera; Piero Farabolini, commissario straordinario per la Ricostruzione. Con loro i grandi donatori del progetto: oltre al Consorzio, ci saranno Fiorenzo Davanzo, amministratore Lega-Coop per Alleanza delle Cooperative Italiane, Cgil, Cisl, Uil; Gherardo Bisi, Direttore Marketing e Comunicazione Q8; Franco Baresi, Ambassador Fondazione Milan. E ancora monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, per la benedizione della nuova scuola; Vasco Errani, commissario straordinario di Governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto dal 2016 al 2017 e la Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, che ha seguito il coordinamento scientifico del progetto.

Partner tecnico del Consorzio è Alfa Forni, l’azienda, guidata da Sara Lauro, che produce forni a legna e a gas domestici e professionali, caratterizzati da 40 anni, dalla costante innovazione, la selezione dei materiali esclusivamente italiani, la cura dei dettagli e il design unico. All’inaugurazione parteciperà il responsabile Italia, Gianfranco Tavolario.

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In Evidenza

Quasi 4 milioni di italiani con diagnosi di diabete, cresce il rischio al Sud e tra gli over 50

Alla vigilia della Giornata Mondiale del Diabete, l’Istituto Superiore di Sanità segnala quasi 4 milioni di diagnosi in due anni: la malattia cresce con l’età e colpisce più al Sud.

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In Italia, quasi 4 milioni di persone, pari a poco meno del 5% della popolazione adulta, hanno ricevuto una diagnosi di diabete negli ultimi due anni. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel Rapporto 2024 alla vigilia della Giornata Mondiale del Diabete, che si celebra il 14 novembre.

Secondo il presidente dell’Iss Rocco Bellantone, si tratta di “una delle principali sfide per la salute pubblica”, con una prevalenza in crescita e fortemente correlata all’età. Tra le persone tra i 50 e i 69 anni, infatti, il tasso di incidenza sfiora il 9%.


I progetti europei Care4Diabetes e Jacardi

L’Iss è capofila di due importanti progetti europei: Care4Diabetes e Jacardi.

Il primo promuove l’autogestione della malattia attraverso programmi educativi e una piattaforma digitale che mantiene il contatto costante tra pazienti e operatori sanitari, fornendo strumenti e materiali formativi per i team multidisciplinari.

Jacardi, invece, punta a creare il Registro Nazionale del Diabete e a sviluppare percorsi di screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia, con l’obiettivo di migliorare la pianificazione sanitaria, prevenire complicanze e individuare precocemente i gruppi a rischio.


Differenze territoriali e sociali: il Sud più colpito

Secondo la sorveglianza Passi 2023-2024, la prevalenza del diabete è più alta tra gli uomini (5,2%) rispetto alle donne (4,4%), e raggiunge il 16% tra le persone con basso livello di istruzione o difficoltà economiche.

La malattia è più diffusa nel Sud (6%) rispetto al Nord (4%) e spesso si associa ad altri fattori di rischio cardiovascolare:

  • ipertensione nel 50% dei casi,

  • ipercolesterolemia nel 40%,

  • eccesso di peso nel 70%,

  • sedentarietà nel 48%.

Solo il 36% dei pazienti ha controllato l’emoglobina glicata negli ultimi quattro mesi, un indicatore chiave per monitorare il livello di controllo della malattia.


Una sfida anche a livello europeo

Nella Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 66 milioni di adulti convivono con il diabete, con una prevalenza media del 9,8%. Si stima che un terzo dei casi non sia ancora diagnosticato e che una persona su dieci possa sviluppare la malattia entro il 2045.

Gli esperti ribadiscono la necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e la collaborazione internazionale per fronteggiare l’epidemia silenziosa del diabete.


Buzzetti (Sid): “Il diabete non è più una malattia dei nonni”

“La maggior parte dei diabetici è in età lavorativa: sette su dieci”, ricorda Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid).

Pur riconoscendo che l’aspettativa di vita dei pazienti ben controllati è simile a quella della popolazione generale, Buzzetti sottolinea che “sul benessere e sulla qualità della vita c’è ancora molto da fare”.

Il diabete, infatti, influisce anche sullo stato emotivo e mentale: secondo i dati IDF, tre persone su quattro soffrono di ansia o depressione correlate alla malattia e quattro su cinque vivono un burnout da diabete.


Prevenzione, innovazione e formazione le parole chiave

Per la presidente Sid, è urgente “rafforzare la prevenzione, formare gli operatori e informare il pubblico”.

Servono cure più accessibili, l’uso di farmaci innovativi e dispositivi digitali, e un impegno condiviso per migliorare l’assistenza diabetologica in tutto il Paese.

Un obiettivo che passa anche attraverso la costruzione di una cultura della salute consapevole, capace di unire prevenzione, innovazione e inclusione sociale.

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Salute

A Modena bonus fino a 1.800 euro ai medici di base che prescrivono meno esami nel 2025: scoppia la polemica politica

A Modena l’Ausl introduce un incentivo fino a 1.800 euro ai medici che riducono gli esami specialistici rispetto al 2024. L’obiettivo è promuovere l’appropriatezza, ma Fratelli d’Italia e Forza Italia attaccano: “Si rischia di minare la fiducia dei pazienti”.

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Un incentivo economico fino a 1.800 euro l’anno per i medici di base che nel 2025 ridurranno il numero di esami specialistici prescritti rispetto al 2024. È quanto previsto da un accordo siglato a Modena tra l’Ausl e i medici di medicina generale, rappresentati dalla Fimmg, con l’obiettivo dichiarato di promuovere l’appropriatezza prescrittivae un uso più efficiente delle risorse sanitarie.

Il meccanismo prevede che i medici che mantengono le prescrizioni entro una certa soglia ricevano 1,2 euro per ogni assistito all’anno. Con una media di 1.500 pazienti per medico, l’incentivo può dunque raggiungere i 1.800 euro.


Le prestazioni coinvolte e la logica dell’accordo

L’accordo, approvato il 28 ottobre, riguarda 12 tipologie di prestazioni specialistiche, tra cui chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, oculistica, otorinolaringoiatria, pneumologia, urologia, Tac, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie.

L’obiettivo non è spingere i medici a prescrivere meno, ma aiutarli a prescrivere meglio”, ha spiegato il direttore generale dell’Ausl di Modena, Mattia Altini. “Vogliamo fornire strumenti e dati per valutare come e dove è possibile intervenire con maggiore appropriatezza, anche quando ciò comporta spiegare a un paziente che l’esame richiesto non è necessario. È la parte più difficile della relazione medico-paziente”.


Le critiche politiche: “Si rischia di minare la fiducia dei cittadini”

L’iniziativa, tuttavia, ha suscitato forti reazioni politiche. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno espresso perplessitàchiedendo alla Regione Emilia-Romagna di chiarire la propria posizione e valutare se estendere o meno il modello ad altre Aziende sanitarie.

Per la consigliera Annalisa Arletti (FdI), “il provvedimento rischia di minare la fiducia del cittadino nei confronti del medico, che potrebbe apparire come spinto da un interesse economico nel ridurre le prescrizioni”.

Dello stesso avviso Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia, che parla di “problema enorme” e chiede “una presa di posizione chiara e forte da parte della Regione”.


Il nodo tra risparmio e fiducia

Il progetto modenese riapre così il dibattito su efficienza della spesa sanitaria e autonomia professionale dei medici. Da un lato, la necessità di evitare esami superflui e ridurre i tempi d’attesa; dall’altro, il rischio che i pazienti percepiscano il medico come vincolato da logiche economiche più che da valutazioni cliniche.

Un equilibrio delicato, che la Regione sarà ora chiamata a gestire con chiarezza e trasparenza per evitare che l’iniziativa di Modena, nata per promuovere la buona sanità, diventi un caso politico nazionale.

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Trachea stampata in 3D: primo prototipo al mondo che replica il tessuto umano

Realizzato per la prima volta al mondo un modello di trachea stampato in 3D che riproduce la complessità del tessuto umano. La biostampante Electrospider apre nuove frontiere nella medicina rigenerativa.

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Un traguardo storico per la medicina rigenerativa: per la prima volta è stato realizzato, attraverso la stampa in 3D, il prototipo di una parte di trachea capace di riprodurre fedelmente la complessità del tessuto umano.
Il risultato apre nuove prospettive nella ricerca per la rigenerazione e la sostituzione degli organi danneggiati.


Un modello che imita l’organo naturale

Il prototipo ricrea la struttura e il comportamento meccanico della trachea, simulando con grande precisione le caratteristiche dell’organo naturale.
L’innovazione è frutto del lavoro di Solidworld, azienda che ha sviluppato Electrospider, la biostampante avanzata costruita da Bio3DPrinting, capace di combinare diverse tecniche di biofabbricazione in un’unica sessione di stampa.


Superati i limiti della medicina tradizionale

Finora, la riparazione o sostituzione dei tratti tracheali era ostacolata da tre criticità principali:

  • rischio di rigetto dei tessuti trapiantati,

  • difficoltà di vascolarizzazione, cioè di creare una rete di vasi sanguigni che nutra il tessuto,

  • complessità anatomica della trachea, diversa per ogni paziente.

Electrospider è riuscita a superare questi limiti riproducendo la disposizione naturale dei tessuti e integrando materiali biocompatibili che ne imitano la resistenza e la flessibilità.


Una svolta per la bioingegneria e la ricerca clinica

Questo nuovo passo nella stampa 3D dei tessuti umani potrebbe rivoluzionare le applicazioni cliniche, aprendo la strada a trapianti personalizzati e a modelli organici realistici per la sperimentazione medica.
La trachea biostampata rappresenta non solo un prototipo tecnologico, ma anche un simbolo di ciò che la biostampa può offrire per il futuro della medicina: organi su misura, meno invasivi e più compatibili con il corpo umano.

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