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Tensioni Cina-Russia, Xi non vuole violare le sanzioni

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Tensione tra Cina e Russia sulla guerra in Ucraina: Pechino sarebbe “irritata” dalle pressioni di Mosca per un aiuto maggiore, mentre il Cremlino e’ sempre piu’ frustrato dal fatto che il Dragone non dimostra quell’amicizia “senza limiti” che i leader dei due Paesi si erano giurati alle Olimpiadi invernali prima che iniziasse il conflitto. La ricostruzione e’ del Washington Post, sulla base non solo di dirigenti americani ma anche cinesi. Nel frattempo Joe Biden ha confermato la possibilita’ di un suo viaggio in Arabia Saudita. Lo scopo e’ far aumentare la produzione del petrolio, in modo da ridurre il prezzo anche per i consumatori americani e i ricavi per la Russia, che guarda invece a Pechino per vendere il suo greggio dopo l’embargo occidentale. Ma se la visita fosse confermata, sarebbe una clamorosa e imbarazzante retromarcia sulla sbandierata priorita’ dei diritti umani, soprattutto se incontrasse quel principe Mohammed bin Salman che aveva duramente criticato come leader di uno stato Paria dopo che gli 007 Usa lo avevano indicato come il mandante dell’omicidio Kashoggi. Intanto tra Russia e Cina si consumano contatti tesi. Mosca ha chiesto in almeno due occasioni a Pechino di offrire non armi o munizioni ma nuove forme di sostegno economico, sia sul fronte commerciale che su quello finanziario e tecnologico, in gran parte sotto sanzioni occidentali. “Noi capiamo la difficile situazione di Mosca ma non possiamo ignorare la nostra situazione in questo dialogo. La Cina agira’ sempre nel miglior interesse del popolo cinese”, ha spiegato una fonte a Pechino. Il presidente Xi Jinping, hanno riferito dirigenti americani e cinesi al Washington Post, ha quindi incaricato i suoi piu’ stretti collaboratori di trovare modi per aiutare il Cremlino ma senza violare le sanzioni, sebbene le consideri illegali. Prevale il timore di contraccolpi sull’economia gia’ in difficolta’ del Paese, che e’ strettamente legata al mondo occidentale, per una guerra che si sta protraendo troppo anche agli occhi di Pechino. Del resto Biden aveva lanciato un monito molto chiaro al Dragone minacciando conseguenze gravi se avesse aiutato direttamente o indirettamente Mosca ad eludere le sanzioni. Il leader cinese ha quindi fissato paletti rigidi, per paura che gli Usa e i suoi alleati colpiscano il suo sistema finanziario e taglino fuori Pechino dall’accesso a tecnologie chiave, a partire dai semiconduttori e dal materiale aerospaziale. Tutte le societa’ cinesi si sono adeguate, tanto che recentemente il segretario di Stato americano Antony Blinken ha evocato un vero e proprio “esodo di compagnie cinesi dalla Russia”, ben 7.800, che spesso avrebbero deciso spontaneamente di lasciare quel mercato “per non mettere a rischio la loro reputazione”. Anche l’export cinese di prodotti ad alta tecnologia, come smartphone, laptop e apparati di telecomunicazione, e’ crollato dopo l’invasione russa. Nello stesso tempo pero’ Pechino cerca di non mollare il suo principale partner, con cui intende continuare a mettere in discussione l’egemonia Usa nel mondo. Per questo, ad esempio, ha tenuto le prime esercitazioni militari comuni con Mosca dall’inizio della guerra facendo volare i propri bombardieri con quelli russi sul mare del Giappone e il mare cinese orientale mentre Biden era a Tokyo, ultima tappa del suo viaggio in Asia. Continuano inoltre le joint-venture e i progetti comuni, come l’estensione del gasdotto orientale o la centrale nucleare di Tianwan, mentre le amministrazioni municipali e provinciali sono state sollecitate dal governo centrale a lanciare iniziative per allargare i rapporti commerciali e finanziari con la Russia. Ma nessuno supera la linea rossa delle sanzioni. Un esercizio di equilibrismo tra obiettivi contraddittori da parte di una Cina che tenta di mostrare sostegno alla Russia, segnalare la sua neutralita’ pubblica sul conflitto ucraino ed evitare di compromettere il suo mondo economico-finanziario.

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Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

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E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

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Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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